HELP!!! ALTERNA FORTUNA DI TIMOTEO

Psika
Ciao a tutti avrei urgententemente bisogno della versione di latino ALTERNA FORTUNA DI TIMOTEO di Cornelio Nepote.il mio testo è tratto da libenter!x favore aiutatemi ne ho veramente bisogno!!

Risposte
salvatorelag92
Leggi il regolamento!Dice di scrivere i prmi due righi del testo latino.Non è che posso inventarmi il testo no?

Timotheus Cononis filius Atheniensis. Hic a patre acceptam gloriam multis auxit virtutibus. Fuit enim disertus impiger laboriosus rei militaris peritus neque minus civitatis regendae. Multa huius sunt praeclare facta sed haec maxime illustria. Olynthios et Byzantios bello subegit. Samum cepit; in quo oppugnando superiori bello Athenienses mille et CC talenta consumpserant id ille sine ulla publica impensa populo restituit; adversus Cotum bella gessit ab eoque mille et CC talenta praedae in publicum rettulit. Cyzicum obsidione liberavit. Ariobarzani simul cum Agesilao auxilio profectus est; a quo cum Laco pecuniam numeratam accepisset ille civis suos agro atque urbibus augeri maluit quam id sumere cuius partem domum suam ferre posset.

Timoteo, figlio di Conone, Ateniese. La gloria derivante a lui dal padre egli accrebbe con molti meriti propri: eloquente, attivo, infaticabile, esperto nell'arte militare non meno che nella vita politica. . Numerose sono le sue imprese notevoli: ecco solo le piu' illustri. Sottomise Olinto e Bisanzio; prese Samo, e mentre nell'espugnazione di quest'isola, in una guerra precedente, gli Ateniesi avevano profuso mille e duecento talenti, egli la rese alla patria senza gravare sull'erario. Combattè contro Coto, e ne riportò nelle casse dello Stato mille e duecento talenti di bottino. Liberò la città di Cizico da un assedio. . Andato poi con Agesilao a portar aiuto ad Ariobarzane, mentre il re spartano fu compensato con denaro in contanti, egli preferì arricchire i suoi concittadini di territori e di città anzichè ricevere una ricompensa di cui avrebbe potuto portare a casa sua una parte: così ebbe Critote e Sesto.

Itaque accepit Crithoten et Sestum. Idem classi praefectus circumvehens Peloponnesum Laconicen populatus classem eorum fugavit Corcyram sub imperium Atheniensium redegit sociosque idem adiunxit Epirotas Athamanas Chaonas omnesque eas gentes quae mare illud adiacent. Quo facto Lacedaemonii de diutina contentione destiterunt et sua sponte Atheniensibus imperii maritimi principatum concesserunt pacemque his legibus constituerunt ut Athenienses mari duces essent. Quae victoria tantae fuit Atticis laetitiae ut tum primum arae Paci publice sint factae eique deae pulvinar sit institutum. Cuius laudis ut memoria maneret Timotheo publice statuam in foro posuerunt. Qui honos huic uni ante id tempus contigit ut cum patri populus statuam posuisset filio quoque daret. Sic iuxta posita regens filii veterem patris renovavit memoriam.

Così ebbe Critote e Sesto. Comandante della flotta, circumnavigando il Peloponneso, devastò la Laconia, mise in fuga la flotta spartana, ridusse in potere degli Ateniesi Corcira e aggiunse all'alleanza gli Epiroti, gli Atamani, i Cáoni e tutti i popoli rivieraschi della zona. In seguito a ciò gli Spartani rinunciarono alla lunga contesa e spontaneamente cedettero la supremazia del mare agli Ateniesi e fecero la pace a queste condizioni: che gli Ateniesi fossero padroni del mare. Gli Attici furono così contenti di questa vittoria, che allora per la prima volta furono eretti a spese pubbliche altari alla Pace e fu istituito in onore della dea un lettisternio. E perché rimanesse il ricordo di questo fatto memorabile, eressero a Timòteo nell'agora a spese pubbliche una statua. Un onore fino a questo momento toccato solo a lui, che il popolo, dopo aver innalzato una statua al padre, la concedesse anche al figlio. Così messa accanto a quella, la recente statua del figlio rinnovò l'antico ricordo del padre.

Hic cum esset magno natu et magistratus gerere desisset, bello Athenienses undique premi sunt coepti. Defecerat Samus, descierat Hellespontus, Philippus iam tum valens, Macedo, multa moliebatur; cui oppositus Chares cum esset, non satis in eo praesidii putabatur. Fit Menestheus praetor, filius Iphicratis, gener Timothei, et ut ad bellum proficiscatur, decernitur. Huic in consilium dantur viri duo usu sapientiaque praestantes, [quorum consilio uteretur] pater et socer, quod in his tanta erat auctoritas, ut magna spes esset per eos amissa posse recuperari. Hi cum Samum profecti essent et eodem Chares illorum adventu cognito cum suis copiis proficisceretur, ne quid absente se gestum videretur, accidit, cum ad insulam appropinquarent, ut magna tempestas oriretur; quam evitare duo veteres imperatores utile arbitrati suam classem suppresserunt. At ille temeraria usus ratione non cessit maiorum natu auctoritati, velut in sua manu esset fortuna. Quo contenderat, pervenit, eodemque ut sequerentur, ad Timotheum et Iphicratem nuntium misit. Hinc male re gesta, compluribus amissis navibus eo, unde erat profectus, se recipit litterasque Athenas publice misit, sibi proclive fuisse Samum capere, nisi a Timotheo et Iphicrate desertus esset. Populus ater, suspicax ob eamque rem mobilis, adversarius, invidus - etiam potentiae in crimen vocabantur - domum revocat: accusantur proditionis. Hoc iudicio damnatur Timotheus, lisque eius aestimatur centum talentis. Ille odio ingratae civitatis coactus Chalcidem se contulit.

Questo essendo in età tarda ed avendo finito di esercitare cariche pubbliche, gli Ateniesi iniziarono ad essere incalzati da ogni parte a causa della guerra. Samo aveva disertato, l'Ellesponto si era ribellato, Filippo già allora valoroso macedone, tramava molte cose, al quale essendosi opposto Careste, si stimava non ci fosse abbastanza difesa. Diviene stratega Menestole, figlio di Ficerate, genero di Timoteo e scelto affinché parta per la guerra. A questo sono affidati due parenti per pratica e per esperienza, il padre e il suocero. Essendo questi partiti per Samo Careste nel medesimo, conoscendo il loro arrivo, partendo con le sue truppe, accadde che avvicinandosi all'isola, scoppiasse una grande tempesta e i due vecchi comandanti ritenevano utile evitarla, fecero fermare la loro flotta. Ma quello secondo un piano temerario non cedette all'autorità dei più anziani come se avesse lui in mano la fortuna. Arrivò là dove si era diretto e mandò a Timoteo e ad Ificrate una intimazione perché lo seguissero nel medesimo luogo. In seguito, avuta l'impresa un cattivo esito, e perdute numerose navi, si rifugiò al luogo di partenza e mandò ad Atene un rapporto ufficiale: gli sarebbe stato facile prendere Samo, se non esse stato abbandonato da Timoteo ed Ificrate. Il popolo eccitabile, sospettoso e perciò incostante, avverso e ostile (anche la potenza era considerata una colpa) li richiama in patria: sono accusati di tradimento. Al processo Timoteo viene condannato e gli viene comminata una ammenda di cento talenti). Egli, costretto dalla malevolenza della città ingrata, si ritirò a Calcide

Huius post mortem cum populum iudicii sui paeniteret multae novem partis detraxit et decem talenta Cononem filium eius ad muri quandam partem reficiendam iussit dare. In quo fortunae varietas est animadversa. Nam quos avus Conon muros ex hostium praeda patriae restituerat eosdem nepos cum summa ignominia familiae ex sua re familiari reficere coactus est. Timothei autem moderatae sapientisque vitae cum pleraque possimus proferre testimonia uno erimus contenti quod ex eo facile conici poterit quam carus suis fuerit. Cum Athenis adulescentulus causam diceret non solum amici privatique hospites ad eum defendendum convenerunt sed etiam in eis Iason tyrannus Thessaliae qui illo tempore fuit omnium potentissimus. Hic cum in patria sine satellitibus se tutum non arbitraretur Athenas sine ullo praesidio venit tantique hospitem fecit ut mallet se capitis periculum adire quam Timotheo de fama dimicanti deesse. Hunc adversus tamen Timotheus postea populi iussu bellum gessit patriae sanctiora iura quam hospitii esse duxit. Haec extrema fuit aetas imperatorum Atheniensium Iphicratis Chabriae Timothei: neque post illorum obitum quisquam dux in illa urbe fuit dignus memoria. Venio nunc ad fortissimum virum maximique consilii omnium barbarorum exceptis duobus Carthaginiensibus Hamilcare et Hannibale. De quo hoc plura referemus quod et obscuriora sunt eius gesta pleraque et ea quae prospere ei cesserunt non magnitudine copiarum sed consilii quo tum omnes superabat acciderunt; quorum nisi ratio explicata fuerit res apparere non poterunt

Dopo la sua morte, il popolo pentito del proprio giudizio, condonò i nove decimi della multa e ordinò al figlio Conone di pagare dieci talenti per rifare un certo tratto delle mura. In questo fatto si poté notare la instabilità della fortuna: il nipote fu costretto a rifare attingendo al patrimonio familiare con sommo disonore della famiglia quelle mura che il nonno Conone aveva rialzato alla patria con la preda dei nemici. Della vita saggia e misurata di Timòteo potremmo produrre moltissime testimonianze, ci appagheremo di una soltanto, perché da essa facilmente si potrà arguire, quanto caro fosse ai propri concittadini. Quando da giovane sostenne ad Atene un processo, accorsero a difenderlo non solo gli amici e gli ospiti privati, ma anche Giasone tiranno della Tessaglia, che allora era il più potente di tutti. Egli, che pur in patria non si riteneva sicuro senza guardie del corpo, venne ad Atene senza alcuna scorta ed apprezzò tanto il suo ospite, che preferii affrontare il pericolo di morire piuttosto che venir meno a Timòteo che difendeva il proprio onore. Tuttavia in seguito Timòteo per ordine del popolo gli mosse guerra; ritenne più sacri i diritti della patria che quelli dell'ospitalità. Questa fu l'ultima epoca dei grandi generali ateniesi, Ificrate, Cabria, Timòteo: dopo la loro morte, nessun comandante in quella città fu degno di memoria. Vengo ora all'uomo più forte e saggio di tutti i barbari, se si eccettuano i due Cartaginesi, Amilcare e Annibale. Di questo parlerò più a lungo, perché molte delle sue imprese sono poco note e quelle nelle quali ebbe un esito felice furono dovute non al numero dei soldati, ma alla sua grande sagacia, nella quale allora superava tutti: se esse non saranno spiegate ordinatamente, i fatti non potranno risultare chiari.

Se non è una di queste,scrivi il primo rigo almeno!

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