Giugurta

[Gio1991]

Ea tempestate in exercitu nostro fuerunt complures homines novi atque nobiles quibus divitiae bono honestoque potiores erant, factiosi domi, potentes apud socios, clari magis quam honesti, qui Iugurthae non mediocrem animum iteratis promissionibus accendebant, ei dicentes: . Sed postquam, Numantia deleta, Publius Scipio dimittere auxilia et revertere domum decrevit, Iugurtham in praetorium abduxit ibique secreto monuit ut potius publice quam privatim amicitiam populi Romani coleret neu senatoribus Romanis munera daret ut eos corrumperet: peri****sum enim est a paucis emere quod multorum est. Si Iugurtha permanere optaret in suis artibus, ultro ei et gloria et regnum venissent: sin properantius pergeret, ipse suamet pecunia praeceps cecidisset AIUTOOOOOOOOOOOOO!!!!!!

[kloe]

d nnt cè stava su un sito...ma nn sn sikura ke sia giusta ok?

[Gio1991]

ODDIO GRAZIE MILLE NEANKE 10 SEC KE AVEVI GIA RISP GRZ MILLE ANCORA

[kloe]

In quel tempo nel nostro esercito v'erano molti, sia "uomini nuovi" che nobili, i quali apprezzavano assai più le ricchezze della rettitudine e dell'onestà, influenti in patria, potenti presso gli alleati, famosi più che stimati. Questi infiammavano l'animo già tutt'altro che umile di Giugurta, promettendogli spesso che, se fosse venuto a mancare il re Micipsa, il regno di Numidia sarebbe toccato a lui solo: d'altronde egli aveva tutte le qualità necessarie e a Roma tutto era in vendita.Ma quando, distrutta Numanzia, Publio Scipione decise di congedare le truppe ausiliarie e di ritornare in patria, dapprima al cospetto dell'esercito ricompensò e lodò splendidamente Giugurta, poi, condottolo nel pretorio, in privato gli consigliò di coltivare l'amicizia del popolo romano pubblicamente piuttosto che privatamente e di non abituarsi a elargire denaro ad alcuno: è un rischio comprare da pochi ciò che appartiene a molti. Se avesse continuato nella via intrapresa, gloria e regno gli sarebbero venuti da soli; se invece avesse avuto troppa fretta, proprio il suo denaro lo avrebbe fatto cadere in rovina.