Frase di latino (253967)

.Seby.
Cum Romani in stationibus quieti tempus tererent, Gallus, qui corporis magnitudine ceteris praestabat, paulum e suis castris processit.

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Pinchbeck
Mentre i Romani trascorrevano il tempo tranqullli nelle guarnigioni, un Gallo, che eccelleva fra gli altri per gradezza del corpo, uscì di poco dal suo accampamento. Percuotendo lo scudo con la lancia, fece silenzio e tramite un interprete sfidò i neminici a un combattimento uno contro uno. Fra i Romani militava Maco Valerio, tribuno militare, che era già stato in molte battaglie e ne era sempre uscito incolume, dotato di tale coraggio che nessuno gli era eguale. Egli, quindi, dopo che si fosse informato della volontà del suo console, indossò gli armamenti e si diresse contro il Gallo. Allora successe qualcosa, che tutti ritennero eccezionale. Infatti, non appena Valerio iniziò il combattimento contro il nemico, subito un corvo gli si pose sull'elmo, diretto contro il Gallo. Dapprima il tribuno lo accettò lieto come un buon auspicio mandato dal cielo. Poi pregò il dio che aveva mandato quel grande uccello, di essergli favorevole. Un fatto seguì le preghiere: infatti il volatile non solo non volò via dalla testa, ma anche, iniziato il combattimento, sollevando le ali, attaccò con il becco e gli artigli la bocca e gli occhi del nemico. E non si combattè a lungo: Valerio infatti uccise il Gallo, atterrito da questo prodigio, e subito il corvo, alzatosi in volo sotto gli occhi di tutti, si diresse a Est. Non vacilla la convinzione che da qui venne dato a Valerio il soprannome di Corvino.
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