Correzione versioni (3 liceo scientifico)
Purtroppo ho debito in latino e per superarlo in questi giorni, oltre a studiare, mi sto anche esercitando molto. Quindi chiedo se gentilmente potreste correggermi le versioni che man mano faccio (magari con qualche breve spiegazione per gli errori più gravi), così da capire in cosa consistono i miei errori e come posso rimediare (se con più studio, esercizio, concentrazione etc..).
Ringrazio anticipatamente chi deciderà di aiutarmi :)
Intanto posto le tre versioni che ho fatto finora xD
Le strade alternative, Cesare (libro I, par. 6)
Latino: Erant omnino itinera duo, quibus itineribus domo exire possent: unum per Sequanos angustum et difficile, inter Iuram et flumen Rhodanum, vix qua singuli carri ducerentur; mons autem altissimus impendebat ut facile perpauci prohibere possent; alterum per provinciam nostram multo facilius atque expeditius, propterea quod inter fines Helvetiorum et Allobrogum, qui nuper pacati erant, Rhodanus fluit isque nonnullis locis vado transitur. Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet. Allobrogibus sese vel persuasuros, quod nondum bono animo in populum Romanum viderentur, existimabant, vel vi coacturos ut per suos fines eos ire paterentur. Omnibus rebus ad profectionem comparatis, diem dicunt, qua die ad ripam Rhodani omnes conveniant.
Traduzione:C'erano solamente due percorsi, affinchè potessero uscire dalla patria per mezzo dei percorsi: uno attraverso i Sequani, angusto e difficile, tra la Giura e il fiume Rodano, per la quale a stento i carri erano trainati uno alla volta, un monte altissimo però sovrastava affinchè pochissimi potessero facilmente respingere; l'altro attraverso la nostra provincia molto più facile e spedito, per il fatto che tra i confini degli Elvezi e degli Allobrogi che recentemente erano stati sottomessi, il Rodano scorre e inoltre si attraversa a guado in alcuni luoghi. Ginevra è l'ultima città degli Allobrogi e vicina ai confini degli Elvezi. Da quella città un ponte giunge fino agli Elvezi. Ritenevano che loro o avrebbero persuaso gli Allobrogi poichè non erano ancora visti nel popolo Romano di buon animo, o indotto con la forza a consentire che loro sarebbero andati attraverso i loro confini. Preparate tutte le cose per la partenza, si dice che sia il giorno in cui tutti andarono verso la riva del Rodano.
Epaminonda, Cornelio Nepote
Latino: Epaminondas Thebanus diligentissime eruditus est. In Graecia enim puero generoso dedecori erat ad bonas artes non incumbere. Itaque citharizare a Dionysio, saltare a Calliphrone didicit. Sed philosophiae, cui maxime studebat, praeceptorem habuit Lysim Tarentinum et in ea omnibus condiscipulis antecessit. Cum robustior esset factus, palestrae se dedere coepit et magis velocitati quam magnitudini virium inservivit, quod ei persuasum erat illam in bello maiori esse utilitati. Ad haec corporis bona plures animi virtutes accesserunt. Modestia enim et prudentia omnibus fuit exemplo. Irae facillime temperavit iniuriisque amicorum vel aliorum hominum celeriter ignovit. Fidem, quam dederat, religione praestitit tamque diligenter mendaciis temperavit, ut nr ioco quidem mentiretur.
Traduzione: Il tebano Epaminonda è stato educato molto diligentemente. Infatti in Grecia per un ragazzo nobile risulta indecoroso non dedicarsi alle buone virtù. Dunque imparò a suonare la cetra da Dionisio, a danzare da Callifrone. Ma ebbe come maestro di filosofia a cui si dedicava moltissimo, Liside di Taranto e in quella superò tutti i condiscepoli. Essendo diventato più robusto, incominciò a dedicarsi alla palestra e badò più alla velocità che all'intensità delle forze, poichè era persuaso che quella sarebbe di maggiore utilità in guerra. Le virtù arrivarono a queste buone cose del corpo in maggior quantità dell'animo. Fu superiore a tutti i coetanei infatti per moderazione e prudenza; ma servì d'esempio a tutti anche per coraggio e grandezza d'animo. Facilmente dominò l'ira e perdonò prontamente le ingiurie degli amici o degli altri uomini. Superò la lealtà, che si dedicò, con il rispetto e dominò gli inganni tanto diligentemente che non mentiva nemmeno per gioco.
Vercingetorige a capo della rivolta, Cesare
Latino: Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens, cuius pater principatum Galliae totius obtinuerat, et ob eam causam, quod regnum adpetebat, ab civitate interfectus erat, convocatis suis clientibus, facile incenditt. Cognito eius consilio, ad arma concurritur. Prohibetur ab Gobannitione, patruo suo, reliquisque principibus, qui hanc tentandam fortunam non existimabant; expellitur ex oppido Gergovia; non desistit tamen, atque in agris habet dilectum egentium ac perditorum. Hac coacta manu quoscumque adit ex civitate ad suam sententiam perducit. Hortatur ut communis libertatis causa arma capiant, magnisque coactis copiis adversarios suos, a quibus paulo ante erat eiectus, expellit ex civitate. Rex ab suis appellatur.
Traduzione: Vercingetorige, figlio di Celtillo, Averno, giovane di domma autorità, il padre del quale aveva ottenuto il predominio di tutta la Gallia, e era stato ucciso dalla popolazione per quel motivo poichè aspirava al regno, convocati i suoi clienti, si accese facilmente. Saputo il suo piano, si corre alle armi. E' impedito da Gobannizione, suo zio, e dai rimanenti principi, i quali non ritenevano questa la sorte da tentare; è cacciato dalla città di Gergovia; tuttavia non desiste, e fa la leva di poveri e disperati nelle campagne. Radunata questa truppa, trascina dalla sua parte tutti quelli del popolo che riesce ad avvicinare. Esorta a prendere le armi per la comune libertà, e radunate grandi truppe caccia dallo stato i suoi avversari dai quali era stato esiliato poco prima. E' nominato re dai suoi.
Aggiunto 2 giorni più tardi:
Ho fatto un'altra versione, ma è un pò disastrosa come traduzione -.-
La virtù di Marcello e l'avidità di Verre
Latino:Et Marcellus, qui, si Syracusas cepisset, duo templa se Romae dedicaturum voverat, is id, quod erat aedificaturus, iis rebus ornare, quas ceperat, noluit: Verres, qui non Honori neque Virtuti, quemadmodum ille, sed Veneri et Cupidini vota deberet, is Minervae templum spoliare conatus est. Ille deos deorum spoliis ornari noluit, hic ornamenta Minervae virginis in meretriciam domum transtulit. Viginti et septem praeterea tabulas pulcherrime pictas ex eadem aede sustulit, in quibus erant imagines Siciliae regum ac tyrannorum, quae non solum pictorum artificio delectabant, sed etiam commemoratione hominum et cognitione formarum.
Traduzione:E Marcello che aveva promesso di costruire due templi a Roma se avrebbe conquistato Siracusa, egli non volle ornare con quell cose che aveva conquistato ciò che aveva intenzione di costruire; Verre che non era debitore a Onore e Virtù, come Marcello, ma a Venere e Cupido (non sapevo come tradurre deberet vota, non riesco a capire la costruzione), egli tentò di saccheggiare il tempio di Minerva. Marcello non volle che gli dei fossero ornati con le spoglie di dei, Verre trasportò nella casa di meretrice le opere d'arte della vergine Minerva. Inoltre distrusse ventisette quadri dipinti splendidamente dello stesso tempio, nei quali c'erano ritratti di re e di tiranni della Sicilia, i quali piacevano non solo per l'abilità del pittore, ma anche per il ricordo degli uomini e per la conoscenza delle figure.
Grazie per chi se ne occuperà :)
Aggiunto 7 ore 49 minuti più tardi:
Altra versione, vi sto caricando troppo, scusate xD
Attacco notturno
Latino: Iugurtha intempesta nocte de improviso multitudine Numidarum Auli castra circumvenit. Milites Romani perculsi tumultu insolito arma capere alii, alii se abdere, pars territos confirmare, trepidare omnibus locis. Vis magna hostium, caelum nocte atque nubibus obscuratum,postremo in incerto erat ( utrum) fugere an manere tutius esset.Sed ex eo numero, quos paolo ante corruptos diximus, cohors una Ligurum cum duabus turnis Thracum transiere ad regem, et centurio tertiae legionis locum hostibus introeundi dedit eaque Numidae cuncti irrupere. Nostri foeda fuga, plerique abiectis armis, proxumum collem occupaverunt.
Traduzione: A notte fonda Giugurta circondò l'accampamenti di Aulo all'improvviso con una moltitudine di Numidi. I soldati romani storditi da un strano tumulto alcuni prendevano le armi, altri si mettevano in disparte, una parte rassicurava gli impauriti, si affannavano in tutti i luoghi. La grande forza dei nemici, il cielo tenebroso per l'oscurità e per le nub, infine era incerto per entrambi se fosse più sicuro fuggire o rimanere. Ma da quella forza numerica, coloro che poco prima diremmo corrotti, solo una coorte dei liguri con due squadroni di Traci passarono al re e il comandante della terza legione diede il segnale ai nemici di penetrare nel luogo, inoltre tutti i Numidi irruppero. I nostri per mezzo di una fuga vergognosa, i più gettate le armi, occuparono il colle vicino.
Ringrazio anticipatamente chi deciderà di aiutarmi :)
Intanto posto le tre versioni che ho fatto finora xD
Le strade alternative, Cesare (libro I, par. 6)
Latino: Erant omnino itinera duo, quibus itineribus domo exire possent: unum per Sequanos angustum et difficile, inter Iuram et flumen Rhodanum, vix qua singuli carri ducerentur; mons autem altissimus impendebat ut facile perpauci prohibere possent; alterum per provinciam nostram multo facilius atque expeditius, propterea quod inter fines Helvetiorum et Allobrogum, qui nuper pacati erant, Rhodanus fluit isque nonnullis locis vado transitur. Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet. Allobrogibus sese vel persuasuros, quod nondum bono animo in populum Romanum viderentur, existimabant, vel vi coacturos ut per suos fines eos ire paterentur. Omnibus rebus ad profectionem comparatis, diem dicunt, qua die ad ripam Rhodani omnes conveniant.
Traduzione:C'erano solamente due percorsi, affinchè potessero uscire dalla patria per mezzo dei percorsi: uno attraverso i Sequani, angusto e difficile, tra la Giura e il fiume Rodano, per la quale a stento i carri erano trainati uno alla volta, un monte altissimo però sovrastava affinchè pochissimi potessero facilmente respingere; l'altro attraverso la nostra provincia molto più facile e spedito, per il fatto che tra i confini degli Elvezi e degli Allobrogi che recentemente erano stati sottomessi, il Rodano scorre e inoltre si attraversa a guado in alcuni luoghi. Ginevra è l'ultima città degli Allobrogi e vicina ai confini degli Elvezi. Da quella città un ponte giunge fino agli Elvezi. Ritenevano che loro o avrebbero persuaso gli Allobrogi poichè non erano ancora visti nel popolo Romano di buon animo, o indotto con la forza a consentire che loro sarebbero andati attraverso i loro confini. Preparate tutte le cose per la partenza, si dice che sia il giorno in cui tutti andarono verso la riva del Rodano.
Epaminonda, Cornelio Nepote
Latino: Epaminondas Thebanus diligentissime eruditus est. In Graecia enim puero generoso dedecori erat ad bonas artes non incumbere. Itaque citharizare a Dionysio, saltare a Calliphrone didicit. Sed philosophiae, cui maxime studebat, praeceptorem habuit Lysim Tarentinum et in ea omnibus condiscipulis antecessit. Cum robustior esset factus, palestrae se dedere coepit et magis velocitati quam magnitudini virium inservivit, quod ei persuasum erat illam in bello maiori esse utilitati. Ad haec corporis bona plures animi virtutes accesserunt. Modestia enim et prudentia omnibus fuit exemplo. Irae facillime temperavit iniuriisque amicorum vel aliorum hominum celeriter ignovit. Fidem, quam dederat, religione praestitit tamque diligenter mendaciis temperavit, ut nr ioco quidem mentiretur.
Traduzione: Il tebano Epaminonda è stato educato molto diligentemente. Infatti in Grecia per un ragazzo nobile risulta indecoroso non dedicarsi alle buone virtù. Dunque imparò a suonare la cetra da Dionisio, a danzare da Callifrone. Ma ebbe come maestro di filosofia a cui si dedicava moltissimo, Liside di Taranto e in quella superò tutti i condiscepoli. Essendo diventato più robusto, incominciò a dedicarsi alla palestra e badò più alla velocità che all'intensità delle forze, poichè era persuaso che quella sarebbe di maggiore utilità in guerra. Le virtù arrivarono a queste buone cose del corpo in maggior quantità dell'animo. Fu superiore a tutti i coetanei infatti per moderazione e prudenza; ma servì d'esempio a tutti anche per coraggio e grandezza d'animo. Facilmente dominò l'ira e perdonò prontamente le ingiurie degli amici o degli altri uomini. Superò la lealtà, che si dedicò, con il rispetto e dominò gli inganni tanto diligentemente che non mentiva nemmeno per gioco.
Vercingetorige a capo della rivolta, Cesare
Latino: Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens, cuius pater principatum Galliae totius obtinuerat, et ob eam causam, quod regnum adpetebat, ab civitate interfectus erat, convocatis suis clientibus, facile incenditt. Cognito eius consilio, ad arma concurritur. Prohibetur ab Gobannitione, patruo suo, reliquisque principibus, qui hanc tentandam fortunam non existimabant; expellitur ex oppido Gergovia; non desistit tamen, atque in agris habet dilectum egentium ac perditorum. Hac coacta manu quoscumque adit ex civitate ad suam sententiam perducit. Hortatur ut communis libertatis causa arma capiant, magnisque coactis copiis adversarios suos, a quibus paulo ante erat eiectus, expellit ex civitate. Rex ab suis appellatur.
Traduzione: Vercingetorige, figlio di Celtillo, Averno, giovane di domma autorità, il padre del quale aveva ottenuto il predominio di tutta la Gallia, e era stato ucciso dalla popolazione per quel motivo poichè aspirava al regno, convocati i suoi clienti, si accese facilmente. Saputo il suo piano, si corre alle armi. E' impedito da Gobannizione, suo zio, e dai rimanenti principi, i quali non ritenevano questa la sorte da tentare; è cacciato dalla città di Gergovia; tuttavia non desiste, e fa la leva di poveri e disperati nelle campagne. Radunata questa truppa, trascina dalla sua parte tutti quelli del popolo che riesce ad avvicinare. Esorta a prendere le armi per la comune libertà, e radunate grandi truppe caccia dallo stato i suoi avversari dai quali era stato esiliato poco prima. E' nominato re dai suoi.
Aggiunto 2 giorni più tardi:
Ho fatto un'altra versione, ma è un pò disastrosa come traduzione -.-
La virtù di Marcello e l'avidità di Verre
Latino:Et Marcellus, qui, si Syracusas cepisset, duo templa se Romae dedicaturum voverat, is id, quod erat aedificaturus, iis rebus ornare, quas ceperat, noluit: Verres, qui non Honori neque Virtuti, quemadmodum ille, sed Veneri et Cupidini vota deberet, is Minervae templum spoliare conatus est. Ille deos deorum spoliis ornari noluit, hic ornamenta Minervae virginis in meretriciam domum transtulit. Viginti et septem praeterea tabulas pulcherrime pictas ex eadem aede sustulit, in quibus erant imagines Siciliae regum ac tyrannorum, quae non solum pictorum artificio delectabant, sed etiam commemoratione hominum et cognitione formarum.
Traduzione:E Marcello che aveva promesso di costruire due templi a Roma se avrebbe conquistato Siracusa, egli non volle ornare con quell cose che aveva conquistato ciò che aveva intenzione di costruire; Verre che non era debitore a Onore e Virtù, come Marcello, ma a Venere e Cupido (non sapevo come tradurre deberet vota, non riesco a capire la costruzione), egli tentò di saccheggiare il tempio di Minerva. Marcello non volle che gli dei fossero ornati con le spoglie di dei, Verre trasportò nella casa di meretrice le opere d'arte della vergine Minerva. Inoltre distrusse ventisette quadri dipinti splendidamente dello stesso tempio, nei quali c'erano ritratti di re e di tiranni della Sicilia, i quali piacevano non solo per l'abilità del pittore, ma anche per il ricordo degli uomini e per la conoscenza delle figure.
Grazie per chi se ne occuperà :)
Aggiunto 7 ore 49 minuti più tardi:
Altra versione, vi sto caricando troppo, scusate xD
Attacco notturno
Latino: Iugurtha intempesta nocte de improviso multitudine Numidarum Auli castra circumvenit. Milites Romani perculsi tumultu insolito arma capere alii, alii se abdere, pars territos confirmare, trepidare omnibus locis. Vis magna hostium, caelum nocte atque nubibus obscuratum,postremo in incerto erat ( utrum) fugere an manere tutius esset.Sed ex eo numero, quos paolo ante corruptos diximus, cohors una Ligurum cum duabus turnis Thracum transiere ad regem, et centurio tertiae legionis locum hostibus introeundi dedit eaque Numidae cuncti irrupere. Nostri foeda fuga, plerique abiectis armis, proxumum collem occupaverunt.
Traduzione: A notte fonda Giugurta circondò l'accampamenti di Aulo all'improvviso con una moltitudine di Numidi. I soldati romani storditi da un strano tumulto alcuni prendevano le armi, altri si mettevano in disparte, una parte rassicurava gli impauriti, si affannavano in tutti i luoghi. La grande forza dei nemici, il cielo tenebroso per l'oscurità e per le nub, infine era incerto per entrambi se fosse più sicuro fuggire o rimanere. Ma da quella forza numerica, coloro che poco prima diremmo corrotti, solo una coorte dei liguri con due squadroni di Traci passarono al re e il comandante della terza legione diede il segnale ai nemici di penetrare nel luogo, inoltre tutti i Numidi irruppero. I nostri per mezzo di una fuga vergognosa, i più gettate le armi, occuparono il colle vicino.
Risposte
# silmagister :
un monte altissimo però sovrastava affinchè pochissimi potessero facilmente respingere ATTENTA! E' UNA CONSECUTIVA!
Capisco.. quindi non è detto che nella reggente ci debba sempre essere un avverbio/aggettivo che introduce la consecutiva?
Grazie mille per la correzione, ora questa versione mi sembra più chiara :)
Aggiunto 3 ore 42 minuti più tardi:
Altra versione, mi sto dando sotto xD
Appello al giovane Publio Scipione, Cicerone
Latino: Te nunc, P. Scipio, te, inquam, lectissimum ornatissimumque adulescentem, appello; abs te officium (lealtà) tuum debitum generi et nomini requiro et flagito. Cur pro isto, qui laudem honoremque familiae vestrae depeculatus est, pugnas? Cur eum defensum esse vis? Cur ego tuas partis suscipio? Cur tuum munus sustineo? Cur M. Tullius P. Africani monumenta requirit, P. Scipio (invece tu) eum qui illa sustulit defendit?
Quisnam, per deos immortalis, tuebitur P. Scipionis memoriam mortui, quis monumenta atque indicia virtutis, si tu ea relinques ac deseres, nec solum spoliata illa patieris sed etiam eorum spoliatorem vexatoremque defendes?
Traduzione: Mi appello a te ora, Publio Scipione, a te dico, sceltissimo e stimatissimo giovane, chiedo e pretendo da te la lealtà come tuo obbligo verso la stirpe e il nome. Perchè per questo, che ha portato via gloria e onore alla vostra famiglia, combatti? Perchè vuoi che sia difeso? Perchè io prendo le tue parti? Perchè assumo il tuo dovere? Perchè Marco Tullio cerca di ottenere i monumenti di Publio Scipione l'Africano, invece tu difendi lui che sostiene quelle cose? Chi mai, per gli dei immortali, conserverà il ricordo della morte di Publio Scipione, chi i monumenti e le testimonianze della virtù, se tu abbandonerai e lascerai quelle cose, non solo sopporti quelle cose spoglie, ma anche difendi il loro saccheggiatore e vessatore?
Le strade alternative, Cesare (libro I, par. 6)
Latino: Erant omnino itinera duo, quibus itineribus domo exire possent: unum per Sequanos angustum et difficile, inter Iuram et flumen Rhodanum, vix qua singuli carri ducerentur; mons autem altissimus impendebat ut facile perpauci prohibere possent; alterum per provinciam nostram multo facilius atque expeditius, propterea quod inter fines Helvetiorum et Allobrogum, qui nuper pacati erant, Rhodanus fluit isque nonnullis locis vado transitur. Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet. Allobrogibus sese vel persuasuros, quod nondum bono animo in populum Romanum viderentur, existimabant, vel vi coacturos ut per suos fines eos ire paterentur. Omnibus rebus ad profectionem comparatis, diem dicunt, qua die ad ripam Rhodani omnes conveniant.
C'erano in tutto due percorsi, attraverso i quali potessero uscire dalla patria: uno attraverso il territorio dei Sequani, angusto e arduo, fra lo Giura e il fiume Rodano, per dove a malapena i carri erano trainati uno alla volta (in fila per uno); inoltre un monte molto alto li sovrastava al punto che anche in pochissimi potevano contrastarli; l'altro attraverso la nostra provincia molto più agevole e spedito, in particolare per il fatto che tra i territori degli Elvezi e degli Allobrogi, che da poco erano stati sottomessi, scorre il Rodano ed esso si attraversa a guado in alcuni luoghi. Ultima città degtli Allobrogi e la più vicina ai territori degli Elvezi è Ginevra. Da quella città si estende un ponte fino agli Elvezi. Ritenevano o che avrebbero persuaso gli Allobrogi, perchè sembravano non ancora di animo benevolo verso il popolo romano, o li avrebbero costretti con la forza a permettere loro di procedere attraverso i loro territori. Preparate tutte le operazioni per la partenza, stabiliscono il giorno, in cui riunirsi tutti nei pressi della riva del Rodano.
Traduzione:C'erano solamente due percorsi, affinchè potessero uscire dalla patria per mezzo dei percorsi E' UNA RELATIVA FINALE ...NON OCCORRE RIPERTERE 'PERCORSI': uno attraverso i Sequani, angusto e difficile, tra la Giura e il fiume Rodano, per la quale a stento i carri erano trainati uno alla volta, un monte altissimo però sovrastava affinchè pochissimi potessero facilmente respingere ATTENTA! E' UNA CONSECUTIVA!; l'altro attraverso la nostra provincia molto più facile e spedito, per il fatto che tra i confini degli Elvezi e degli Allobrogi che recentemente erano stati sottomessi, il Rodano scorre e inoltre si attraversa a guado in alcuni luoghi. Ginevra è l'ultima città degli Allobrogi e vicina ATTENTA! "PROXIMUM" E' UN SUPERLATIVO ai confini degli Elvezi. Da quella città un ponte giunge fino agli Elvezi. Ritenevano che loro o avrebbero persuaso gli Allobrogi poichè non erano ancora visti nel popolo Romano di buon animo ATTENTA! "VIDERENTUR" SIGNIFICA "SEMBRARE" / "BONO ANIMO" è COMPL. DI QUALITA'! , o indotto con la forza a consentire che loro sarebbero andati "IRE" è INFINITO PRESENTE attraverso i loro confini. Preparate tutte le cose per la partenza, si dice che sia il giorno "DIEM DICERE = FISSARE UN GIORNO in cui tutti andarono VADANO --> E' UNA RELATIVA FINALE verso la riva del Rodano.
ciao Bina :hi
Latino: Erant omnino itinera duo, quibus itineribus domo exire possent: unum per Sequanos angustum et difficile, inter Iuram et flumen Rhodanum, vix qua singuli carri ducerentur; mons autem altissimus impendebat ut facile perpauci prohibere possent; alterum per provinciam nostram multo facilius atque expeditius, propterea quod inter fines Helvetiorum et Allobrogum, qui nuper pacati erant, Rhodanus fluit isque nonnullis locis vado transitur. Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet. Allobrogibus sese vel persuasuros, quod nondum bono animo in populum Romanum viderentur, existimabant, vel vi coacturos ut per suos fines eos ire paterentur. Omnibus rebus ad profectionem comparatis, diem dicunt, qua die ad ripam Rhodani omnes conveniant.
C'erano in tutto due percorsi, attraverso i quali potessero uscire dalla patria: uno attraverso il territorio dei Sequani, angusto e arduo, fra lo Giura e il fiume Rodano, per dove a malapena i carri erano trainati uno alla volta (in fila per uno); inoltre un monte molto alto li sovrastava al punto che anche in pochissimi potevano contrastarli; l'altro attraverso la nostra provincia molto più agevole e spedito, in particolare per il fatto che tra i territori degli Elvezi e degli Allobrogi, che da poco erano stati sottomessi, scorre il Rodano ed esso si attraversa a guado in alcuni luoghi. Ultima città degtli Allobrogi e la più vicina ai territori degli Elvezi è Ginevra. Da quella città si estende un ponte fino agli Elvezi. Ritenevano o che avrebbero persuaso gli Allobrogi, perchè sembravano non ancora di animo benevolo verso il popolo romano, o li avrebbero costretti con la forza a permettere loro di procedere attraverso i loro territori. Preparate tutte le operazioni per la partenza, stabiliscono il giorno, in cui riunirsi tutti nei pressi della riva del Rodano.
Traduzione:C'erano solamente due percorsi, affinchè potessero uscire dalla patria per mezzo dei percorsi E' UNA RELATIVA FINALE ...NON OCCORRE RIPERTERE 'PERCORSI': uno attraverso i Sequani, angusto e difficile, tra la Giura e il fiume Rodano, per la quale a stento i carri erano trainati uno alla volta, un monte altissimo però sovrastava affinchè pochissimi potessero facilmente respingere ATTENTA! E' UNA CONSECUTIVA!; l'altro attraverso la nostra provincia molto più facile e spedito, per il fatto che tra i confini degli Elvezi e degli Allobrogi che recentemente erano stati sottomessi, il Rodano scorre e inoltre si attraversa a guado in alcuni luoghi. Ginevra è l'ultima città degli Allobrogi e vicina ATTENTA! "PROXIMUM" E' UN SUPERLATIVO ai confini degli Elvezi. Da quella città un ponte giunge fino agli Elvezi. Ritenevano che loro o avrebbero persuaso gli Allobrogi poichè non erano ancora visti nel popolo Romano di buon animo ATTENTA! "VIDERENTUR" SIGNIFICA "SEMBRARE" / "BONO ANIMO" è COMPL. DI QUALITA'! , o indotto con la forza a consentire che loro sarebbero andati "IRE" è INFINITO PRESENTE attraverso i loro confini. Preparate tutte le cose per la partenza, si dice che sia il giorno "DIEM DICERE = FISSARE UN GIORNO in cui tutti andarono VADANO --> E' UNA RELATIVA FINALE verso la riva del Rodano.
ciao Bina :hi
Allora scusa per la supposizione, è che la maggior parte fa così e tu hai 13 anni e quindi mi sembrava strano che sapessi il latino, scusami tanto!!
Se non ti dispiace avrei qualche domanda riguardo ai miei errori e se puoi correggere anche le altre mi fai un grande favore :)
Le strade alternative:
1. quibus itineribus domo exire possent: possent è congiuntivo, quindi avevo pensato che fosse una relativa impropria con valore finale, invece tu l'hai tradotta come una relativa propria, perchè?
2. mons autem altissimus impendebat ut facile perpauci prohibere possent: nella tua traduzione mi sembra mancano alcuni termini, comunque mentre traducevo mi era poco chiara la subordinata, che subordinata è?
Epaminonda:
1. Ad haec corporis bona plures animi virtutes accesserunt: credo che la traduzione di questa frase sia troppo libera, me la puoi tradurre più letterale?
Vercingetorige a capo della rivole:
Mi sembra che, a parte qualche scelta sbagliata di lessico, sia corretta :)
Se non ti dispiace avrei qualche domanda riguardo ai miei errori e se puoi correggere anche le altre mi fai un grande favore :)
Le strade alternative:
1. quibus itineribus domo exire possent: possent è congiuntivo, quindi avevo pensato che fosse una relativa impropria con valore finale, invece tu l'hai tradotta come una relativa propria, perchè?
2. mons autem altissimus impendebat ut facile perpauci prohibere possent: nella tua traduzione mi sembra mancano alcuni termini, comunque mentre traducevo mi era poco chiara la subordinata, che subordinata è?
Epaminonda:
1. Ad haec corporis bona plures animi virtutes accesserunt: credo che la traduzione di questa frase sia troppo libera, me la puoi tradurre più letterale?
Vercingetorige a capo della rivole:
Mi sembra che, a parte qualche scelta sbagliata di lessico, sia corretta :)
Non ho cercato le versioni su internet ma ho ritradotto le parti errate inserendole nell'intero testo per farti confrontare gli errori. Se vui posso vedere anche le altre se no, niente.
# mitraglietta :
allora io non sò il latino, ma per la prima volta in 3 anni, qualcuno che comprende veramente la funzione di questo forum. E' una cosa che mi fà commuovere e mi riempe il cuore, devo dire. Ti meriti un'applauso veramente meritevole. :clap
Grazie mille, mi fa piacere che ti faccia piacere xD
Lykos, hai tradotto te quelle versioni? Perchè a me non serve tanto una traduzione con cui confrontare la mia, dato che per una versione esistono più traduzioni corrette, ma mi serve sapere quali errori ho fatto e perchè! So che magari è troppo chiedere di correggere le versioni perchè richiede più impegno che andarle a cercare su internet.
Le strade alternativa
Traduzione:C'erano in tutto due percorsi, dai quali potere uscire dalla patria: uno attraverso i Sequani, angusto e difficile, tra la Giura e il fiume Rodano, per la quale a stento i carri erano trainati uno alla volta, ma un monte atissimo impediva di passare facilmente; l'altro attraverso la nostra provincia molto più facile e spedito, per il fatto che tra i confini degli Elvezi e degli Allobrogi che recentemente erano stati sottomessi, scorre il Rodano e inoltre si attraversa a guado in alcuni punti. Ginevra è l'ultima città degli Allobrogi e vicina ai confini degli Elvezi. Da quella città un ponte giunge fino agli Elvezi. Poiché non erano ben predisposti verso il popolo Romano, ritenevano che o gli Allobrogi si sarebbero convinti, o sarebbero stati costretti con la forza a consentire che attraversassero i loro confini. Preparate tutte le cose per la partenza, stabiliscono il giorno in cui tutti andranno verso la riva del Rodano.
Epaminonda
Traduzione: Il tebano Epaminonda èra stato educato molto diligentemente. Infatti in Grecia per un ragazzo nobile risultava indecoroso non dedicarsi alle buone virtù. Dunque imparò a suonare la cetra da Dionisio, a danzare da Callifrone. Ma ebbe come maestro di filosofia,(disciplina) a cui si dedicava moltissimo, Liside di Taranto e in quella superò tutti i condiscepoli. Essendo diventato più robusto, incominciò a dedicarsi alla palestra e badò più alla velocità che all'intensità delle forze, poichè era persuaso che quella sarebbe stata di maggiore utilità in guerra. Accrebbero le virtù del corpo e dell’animo. Infatti fu di esempio a tutti per modestia e prudenza; ma servì d'esempio a tutti anche per coraggio e grandezza d'animo. Facilmente dominò l'ira e perdonò prontamente le ingiurie degli amici o degli altri uomini. Mantenne la fede mediante la religione, a cui si dedicò, e dominò gli inganni tanto diligentemente che non mentiva nemmeno per gioco.
Vercongetorix a capo della rivolta
: Vercingetorige, figlio di Celtillo, Arverno, giovane di somma autorità, il padre del quale aveva ottenuto il predominio di tutta la Gallia, e per tale motivo,poiché aspirava al regno, era stato ucciso dalla popolazione,convocati i suoi vassalli, si adirò facilmente. Saputo il suo piano, si corse alle armi. E' impedito da Gobannizione, suo zio, e dai rimanenti principi, i quali non ritenevano questa la sorte da tentare; è cacciato dalla città di Gergovia; tuttavia non desiste, e fa la leva di poveri e disperati nelle campagne. Radunata questa truppa, trascina dalla sua parte tutti quelli del popolo che riesce ad avvicinare. Esorta a prendere le armi per la comune libertà, e adunate grandi truppe caccia dallo stato i suoi avversari dai quali era stato esiliato poco prima. E' nominato re dai suoi.
Traduzione:C'erano in tutto due percorsi, dai quali potere uscire dalla patria: uno attraverso i Sequani, angusto e difficile, tra la Giura e il fiume Rodano, per la quale a stento i carri erano trainati uno alla volta, ma un monte atissimo impediva di passare facilmente; l'altro attraverso la nostra provincia molto più facile e spedito, per il fatto che tra i confini degli Elvezi e degli Allobrogi che recentemente erano stati sottomessi, scorre il Rodano e inoltre si attraversa a guado in alcuni punti. Ginevra è l'ultima città degli Allobrogi e vicina ai confini degli Elvezi. Da quella città un ponte giunge fino agli Elvezi. Poiché non erano ben predisposti verso il popolo Romano, ritenevano che o gli Allobrogi si sarebbero convinti, o sarebbero stati costretti con la forza a consentire che attraversassero i loro confini. Preparate tutte le cose per la partenza, stabiliscono il giorno in cui tutti andranno verso la riva del Rodano.
Epaminonda
Traduzione: Il tebano Epaminonda èra stato educato molto diligentemente. Infatti in Grecia per un ragazzo nobile risultava indecoroso non dedicarsi alle buone virtù. Dunque imparò a suonare la cetra da Dionisio, a danzare da Callifrone. Ma ebbe come maestro di filosofia,(disciplina) a cui si dedicava moltissimo, Liside di Taranto e in quella superò tutti i condiscepoli. Essendo diventato più robusto, incominciò a dedicarsi alla palestra e badò più alla velocità che all'intensità delle forze, poichè era persuaso che quella sarebbe stata di maggiore utilità in guerra. Accrebbero le virtù del corpo e dell’animo. Infatti fu di esempio a tutti per modestia e prudenza; ma servì d'esempio a tutti anche per coraggio e grandezza d'animo. Facilmente dominò l'ira e perdonò prontamente le ingiurie degli amici o degli altri uomini. Mantenne la fede mediante la religione, a cui si dedicò, e dominò gli inganni tanto diligentemente che non mentiva nemmeno per gioco.
Vercongetorix a capo della rivolta
: Vercingetorige, figlio di Celtillo, Arverno, giovane di somma autorità, il padre del quale aveva ottenuto il predominio di tutta la Gallia, e per tale motivo,poiché aspirava al regno, era stato ucciso dalla popolazione,convocati i suoi vassalli, si adirò facilmente. Saputo il suo piano, si corse alle armi. E' impedito da Gobannizione, suo zio, e dai rimanenti principi, i quali non ritenevano questa la sorte da tentare; è cacciato dalla città di Gergovia; tuttavia non desiste, e fa la leva di poveri e disperati nelle campagne. Radunata questa truppa, trascina dalla sua parte tutti quelli del popolo che riesce ad avvicinare. Esorta a prendere le armi per la comune libertà, e adunate grandi truppe caccia dallo stato i suoi avversari dai quali era stato esiliato poco prima. E' nominato re dai suoi.
allora io non sò il latino, ma per la prima volta in 3 anni, qualcuno che comprende veramente la funzione di questo forum. E' una cosa che mi fà commuovere e mi riempe il cuore, devo dire. Ti meriti un'applauso veramente meritevole. :clap