"CONVIVIVM"(CAP.30) Familia Romana Pars. I di H.Orberg

CuteSquirrel
Salve a tutti, avrei bisogno di avere al più presto qui la traduzione completa del brano "CONVIVIVM" (cap.30) del libro "Lingua Latina per se Illustrata Pars I. Familia Romana" di H.Orberg.
Vi prego è URGENTISSIMISSIMOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie a tutti coloro che mi aiuteranno!

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ShattereDreams
Tornato dai campi Giulio va subito nella stanza da bagno, e prima si lava con l'acqua calda, poi fredda. Mentre egli dopo il bagno indossa la veste nuova, Cornelio e Oronte, amici e suoi ospiti, giungono con le loro mogli Fabia e Paola. (Gli ospiti sono amici dei quali l'uno riceve sempre l'altro con piacere, anche se inaspettato). Ma oggi gli ospiti di Giulio giungono attesi, infatti Giulio li ha invitati a cena. (La cena è il cibo che i Romani prendono all'ora sesta o nona circa). Emilia entrando nell'atrio saluta gli ospiti e scusa suo marito in ritardo: "Giulio oggi è tornato tardi dai campi, poiché ha passeggiato troppo a lungo. Perciò non è ancora uscito dal bagno. Ma a breve sarà pronto". Dopo Giulio, pulito e con la veste nuova, entra e saluta gli amici: "Salve amici! Sono felice che ci siate già tutti. Per quale motivo ti vedo così raramente, mio Cornelio?". Cornelio: "Talvolta ho voluto farti visita, ma non ho potuto lasciare prima la città a causa dei miei molti e grandi impegni. Ora finalmente, dopo esser tornato ieri nella villa di Tuscolo, posso risposarmi un po' e visitare gli amici. Dopo tanti impegni approfitto più che mai del tempo libero". Giulio: "Anche tu vieni da Roma, Oronte?". Oronte: "Di recente ho fatto un lungo viaggio in Grecia. Alle idi di Maggio sono finalmente tornato dal viaggio a Roma, da dove vengo". Giulio: "Perciò mi racconterete qualcosa dei recentissimi avvenimenti urbani". Cornelio: "E tu ci parlerai delle faccende rustiche, da contadino operoso e diligente". Giulio aggrotta la fronte e dice: "Non sono un contadino, ma sono a capo di molti contadini e bado con attenzione che i coloni coltivino bene i miei campi". Oronte, a cui non piace la vita rustica, dice: "Fai bene, dal momento che non coltivi tu stesso i campi. Se è necessario lavorare nei campi, la vita rustica non è piacevole, ma opprimente. Io non uso mai un attrezzo rustico". Giulio: "Parleremo delle faccende rustiche e urbane durante la cena. Prima di tutto mangeremo. Sono ormai sei ore che non ho toccato cibo. Il mio stomaco si contrae per la fame". Cornelio: "Sei ore non è niente. Un uomo può stare senza cibo per sei giorni ma non muore di fame". Giulio: "Dubito che io potrei mai sopportare la fame tanto a lungo. È già fastidioso essere rimasti digiuni per sei ore. La fame è un grande male". Cornelio: "Non lo nego, ma è molto più fastidiosa la sete. Senza vino possiamo vivere a lungo, senza acqua solo per poco". Oronte ridendo dice: "Certamente posso vivere piacevolmente senza acqua, ma non allo stesso modo senza vino! Il vino è un gran bene". Cornelio: "Nessuno nega che il vino sia più buono dell'acqua, ma preferisco bere acqua che soffrire la sete. Forse tu preferisci sopportare la sete che bere acqua?". Oronte: "È senza dubbio meglio bere acqua che morire di sete. Bisogna scegliere il minore dei mali. Ma non vivo gioiosamente se non godo ogni giorno di un buon vino. il vino è vita". Cornelio: "Non viviamo per bere, ma beviamo per vivere". A questo punto Emilia dice: "Bisogna sopportare un po' la fame e la sete mentre il cibo cuoce e il triclinio viene preparato". (il servo il cui compito è cuocere il cibo e preparare la cena in cucina è chiamato cuoco. Gli altri servi, che sono chiamati domestici, portano il cibo preparato dalla cucina al triclinio. Nel triclinio ci sono tre letti, il letto sommo, il medio, l'infimo e la mensa al centro. Prima del banchetto il triclinio veniva ornato di fiori e veniva distesa una coperta di grande pregio sui letti. Infatti i Romani non cenavano sedendo, ma sdraiandosi sui letti. Quanti commensali si stendono su ogni letto? Su ogni letto sono soliti sdraiarsi uno, due o tre commensali. Quando dunque ci sono pochissimi commensali, sono sono più pochi di tre, quando ce ne sono parecchi, non più di nove - infatti tre volte tre sono nove). Giulio: "È l'ora decima. La cena doveva essere già pronta da un po'! Questo cuoco è troppo lento!". Emilia: "Questo è un compito tuo o mio? Chi di noi sovraintende alla cucina? Non è ancora l'ora decima. Aspetta pazientemente mentre i servi preparano i letti. Ceneremo non appena il cuoco avrà preparato la cena e i servi avranno adornato il triclinio. A breve la cena sarà pronta e il triclinio adornato". Finalmente un servo annuncia 'che la cena è pronta'. "Andiamo nel triclinio" dice Giulio e i convitati lieti entrano nel triclinio ornato di fiori e ricoperto di una coperta bellissima. Rose, gigli e altri fiori sono stati sparsi sulla menda tra vasi e coppe d'argento; niente infatti se non l'argento si confà alla mensa di un uomo nobile. (L'argento ha senza dubbio un valore minore dell'oro, ma nessuno cena con vasi d'oro se non gli uomini ricchissimi e gloriosi, come i re d'Oriente). Giulio, padrone di casa, si sdraia con Emilia sul letto medio; sugli altri due letti si sdraiano a due a due i commensali: Cornelio e Fabia sul letto sommo, alla sinistra di Giulio; Oronte e Paola alla destra di Emilia, sul letto infimo. Allora finalmente inizia la cena. Innanzitutto vengono servite ai convitati le uova; poi pesci con ortaggi; segue il piatto forte della cena: maiale che Giulio in persona ha scelto dal gregge; poi la seconda portata: noci, uva, vari tipi di mele. Il cibo è ottimo e piace ai commensali, ma viene soprattutto apprezzata la carne di maiale che il domestico taglia con un coltello appuntito mentre i commensali osservano: "Questa carne mi piace molto dice Fabia non appena ha assaggiato la carne, "Questo cuoco conosce il suo lavoro". "Io non lodo un cuoco" dice Oronte e cosparge la carne di sale, "che non usa il sale! Questa carne è ottima, ma manca di sale". Oronte è solito cospargere il cibo di sale per accrescere la sete! (Il sale è quella sostanza bianca che si trova in mare e sotto terra). I domestici già versano il vino e l'acqua calda nelle coppe. I Romani mischiano il vino con l'acqua e non sono soliti bere vino puro. Solo Oronte, a cui non piace il vino miscelato, lo beve puro, ma lui è Greco e liberto. (Il liberto è chi è stato servo ed è stato liberato; i liberti si sdraiano sul letto infimo). Giulio alzando la coppa dice: "Orsù beviamo! Questo vino è stato fatto dalle ottime uve delle mie vigne. Non mi sembra che il mio vino sia peggio di quel vino Falerno che viene considerato il vino più buono d'Italia" (Il Falerno è un vino proveniente dal territorio di Falerno, zona della Campania). Subito Cornelio dice: "il tuo vino è senza dubbio ottimo, anche meglio del Falerno" e lo stesso dice Fabia "È proprio così", infatti essa riguardo tutte le cose pensa lo stesso del marito. Ma Paola assaggiando il vino dice: "Questo vino è troppo aspro: mi si contrae la bocca. Io amo il vino dolce; mischio sempre il miele col vino". Subito il domestico porta il miele che Paola versa nella sua tazza. Il miele è ciò che le api ricavano dai fiori; niente è più dolce del miele. Giulio: "La stessa cosa non piace a tutti. Ma, Oronte, che ne pensi tu? Che vino ti sembra essere migliore, il Falerno o l'Albano?". Disse Oronte: "Non dirò certamente il mio parere prima di averli assaggiati entrambi". Giulio gli disse: "Giustamente mi ricordi che su una buona tavola un solo tipo di vino è poco. Senza dubbio assaggerai entrambi. Vai, ragazzo, porta il Falerno più buono che ho! Allora finalmente potremo confrontare questo vino con quello, quando li avremo assaggiati entrambi. Perciò vuotate le tazze, amici! Quanto prima berrete il mio vino, berrete il Falerno!". La tazza di Oronte viene riempita per prima con il Falerno, infatti egli l'ha svuotata già da un po'. Poi i servi versano il Falerno nelle altre tazze. Tutti, dopo aver assaggiato il vino, percepiscono la stessa cosa: il vino Falerno è molto meglio del vino Albano! Cornelio e Oronte si guardano tra loro. Nessuno dei due osa dire apertamente il proprio parere. Allora Oronte inizia così: "Non so davvero quale dei due sia migliore. Il Falerno è certamente più dolce, tuttavia non penso che il tuo vino sia troppo aspro". Ma Cornelio dice con prudenza: "Sono entrambi egualmente buoni. Nessuno dei due mi sembra migliore".
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CuteSquirrel
Buona sera,
sono pienamente d'accordo con lei e sono inoltre consapevole del motivo per cui nasce questo forum, infatti la traduzione del testo, che ho citato nell' altro post, mi occorre per confrontarla con la versione che ho già precedentemente svolto.
Le traduzioni del libro, che la mia scuola ha adottato, purtroppo non sono per niente facili da trovare, motivo per cui chiedo a questo forum, il quale nasce con l'obiettivo di aiutare gli studenti, esplicitamente e cortesemente di aiutarmi per quanto possibile.
Le auguro una buona serata.
Cordiali saluti.

e726
Questo forum nasce con l'obiettivo di aiutare gli studenti nello studio. Se cercate qualcuno che svolga i vostri compiti, pagatelo. Se non volete studiare latino/greco, non iscrivetevi ad un liceo. Non ha senso che qualcuno vi fornisca sempre soluzioni.
Con affetto.

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