Ciao a tutti, qualcuno mi potrebbe tradurre perfavore una versione di latino che si chiama “il cavallo e il cinghiale” di Fedro. Grazie in anticipo :)
Il testo è Equus sitiens pervenit ad rivum, ubi semper solitus erat sedare sitim. Ibi aper, dum sese volutat, turbavit vadum. Hinc orta lis est et aequo certamine diu inter se contenderunt. Equus autem tam vehementer apro' iratus est, ut ausus sit auxilium petere hominis; quem dorso levans, fisus certa victoria, rediit ad hostem laetus. Postquam homo, equi vi et celeritate optime usus, telis aprum interfecit, sic sonipedi victori locutus est: «Victoria tua maxime gaudeo et laetor quod, te precante, auxilium meum prompte dedi. Nam non solum optimam praedam cepi sed potissimum hoc didici, maximam esse in bello equi utilitatem». Atque, nulla mora interposita, homo coegit invitum equum ut frenos pateretur. Tum maestus ille: «Dum quaero demens parvae rei vindictam, servitutem repperi». Haec fabula iracundos admonebit ne umquam, fisi infidis sociis, se dedant alteri. (da Fedro)
Miglior risposta
Il cavallo e il cinghiale
Un cavallo assetato giunse presso un ruscello, dove era sempre solito placare la sete. Lì un cinghiale, mentre si rotolava, intorbidò il fondale. Per questo scoppiò una lite e rivaleggiarono tra loro a lungo con pari esito. Ma il cavallo è così violentemente adirato con il cinghiale che osa chiedere l'aiuto dell'uomo; sollevandolo sul dorso, confidando in una sicura vittoria, ritornò contento dall'avversario. Dopo che l'uomo, servendosi ottimamente della forza e della velocità del cavallo, uccise il cinghiale con i dardi, così parlò al vincitore dallo zoccolo risonante: «Gioisco moltissimo per la tua vittoria e sono contento del fatto che, poiché tu imploravi, ho concesso prontamente il mio aiuto. Infatti non solo ho catturato un'ottima presa, ma soprattutto ho imparato questo, che in guerra è grandissima l'utilità del cavallo». E, senza indugio, l'uomo costrinse il cavallo ad accettare le briglie contro la propria volontà. Allora quello afflitto: «Mentre io, folle, cercavo vendetta per una cosa di poco conto, ho trovato la servitù». Questa favola esorterà gli iracondi a non affidarsi mai agli altri, confidando in alleati infidi.
:hi
Un cavallo assetato giunse presso un ruscello, dove era sempre solito placare la sete. Lì un cinghiale, mentre si rotolava, intorbidò il fondale. Per questo scoppiò una lite e rivaleggiarono tra loro a lungo con pari esito. Ma il cavallo è così violentemente adirato con il cinghiale che osa chiedere l'aiuto dell'uomo; sollevandolo sul dorso, confidando in una sicura vittoria, ritornò contento dall'avversario. Dopo che l'uomo, servendosi ottimamente della forza e della velocità del cavallo, uccise il cinghiale con i dardi, così parlò al vincitore dallo zoccolo risonante: «Gioisco moltissimo per la tua vittoria e sono contento del fatto che, poiché tu imploravi, ho concesso prontamente il mio aiuto. Infatti non solo ho catturato un'ottima presa, ma soprattutto ho imparato questo, che in guerra è grandissima l'utilità del cavallo». E, senza indugio, l'uomo costrinse il cavallo ad accettare le briglie contro la propria volontà. Allora quello afflitto: «Mentre io, folle, cercavo vendetta per una cosa di poco conto, ho trovato la servitù». Questa favola esorterà gli iracondi a non affidarsi mai agli altri, confidando in alleati infidi.
:hi
Miglior risposta