Ciao a tutti, qualcuno mi potrebbe tradurre perfavore questa versione di latino che si chiama “Diversa condotta di legislatori” di Gellio. Grazie in anticipo :))
Il testo della versione è il seguente:
Draco Atheniensis vir bonus multaque prudentia iurisque divini et humani peritus omnibus existimandus est. Draco primus omnium leges tulit in quibus furem capitis supplicio poeniendum esse censuit et alia pleraque nimis severe sanxit. Eius igitur leges, quoniam erant acerbiores, non decreto sed inlitterato Atheniensium consensu oblitteratae sunt. Postea leges mitiores latae sunt a Solone qui e septem illis inclutis sapientibus fuit. Is sua lege non, ut Draco antea, poena mortis vindicandum esse in fures existimavit. Decemviri nostri, qui post reges exactos leges in XII tabulis scripserunt, in puniendis furibus neque parem severitatem neque nimis lenitatem adhibuerunt. Nam furem, qui manifesto furto prensus erat, tum demum occidi permiserunt si aut, cum faceret furtum, nox esset, aut interdiu telo se, cum prenderetur, defenderet. Id etiam memini me legisse in libro Aristonis iureconsulti, haudquaquam indocti viri, apud veteres Aegyptios, in artibus reperiendis sollertes et in cognitione rerum indaganda sagaces, furta omnia fuisse, mirabile dictu, licita et inpunita.
(da Gellio, Noctae Atticae, 11, passim 18)
Draco Atheniensis vir bonus multaque prudentia iurisque divini et humani peritus omnibus existimandus est. Draco primus omnium leges tulit in quibus furem capitis supplicio poeniendum esse censuit et alia pleraque nimis severe sanxit. Eius igitur leges, quoniam erant acerbiores, non decreto sed inlitterato Atheniensium consensu oblitteratae sunt. Postea leges mitiores latae sunt a Solone qui e septem illis inclutis sapientibus fuit. Is sua lege non, ut Draco antea, poena mortis vindicandum esse in fures existimavit. Decemviri nostri, qui post reges exactos leges in XII tabulis scripserunt, in puniendis furibus neque parem severitatem neque nimis lenitatem adhibuerunt. Nam furem, qui manifesto furto prensus erat, tum demum occidi permiserunt si aut, cum faceret furtum, nox esset, aut interdiu telo se, cum prenderetur, defenderet. Id etiam memini me legisse in libro Aristonis iureconsulti, haudquaquam indocti viri, apud veteres Aegyptios, in artibus reperiendis sollertes et in cognitione rerum indaganda sagaces, furta omnia fuisse, mirabile dictu, licita et inpunita.
(da Gellio, Noctae Atticae, 11, passim 18)
Miglior risposta
Diversa condotta di legislatori
L'Ateniese Dracone deve essere ritenuto un uomo onesto, di grande saggezza ed esperto di diritto umano e divino. Dracone primo tra tutti propose leggi in cui ritenne che un ladro dovesse essere punito con la morte e stabilì molte altre cose troppo severamente. Dunque le sue leggi, poiché erano troppo dure, furono cancellate non con un decreto, ma con il consenso non scritto degli Ateniesi. In seguito furono promulgate leggi più miti da Solone, il quale fu uno di quei sette illustri sapienti. Egli con la sua legge non ritenne che si dovessero punire i ladri con la pena di morte, come in precedenza Dracone. I nostri decemviri, che dopo la cacciata dei re scrissero le leggi su dodici tavole, nel punire i ladri adoperarono né pari severità né troppa clemenza. Infatti permisero che il ladro, che era stato colto in flagrante, venisse uccise soltanto allora, se o, mentre commetteva il furto, era notte, o durante il giorno se si difendeva con un'arma mentre veniva catturato. Ricordo anche di aver letto in un'opera del giureconsulto Aristone, uomo niente affatto ignorante, che presso gli antichi Egizi, solerti nel ricercare le invenzioni e perspicaci nell'indagare la ragione dei fatti, tutti i furti erano, straordinario a dirsi, leciti e impuniti (= non soggetti a punizione).
:hi
L'Ateniese Dracone deve essere ritenuto un uomo onesto, di grande saggezza ed esperto di diritto umano e divino. Dracone primo tra tutti propose leggi in cui ritenne che un ladro dovesse essere punito con la morte e stabilì molte altre cose troppo severamente. Dunque le sue leggi, poiché erano troppo dure, furono cancellate non con un decreto, ma con il consenso non scritto degli Ateniesi. In seguito furono promulgate leggi più miti da Solone, il quale fu uno di quei sette illustri sapienti. Egli con la sua legge non ritenne che si dovessero punire i ladri con la pena di morte, come in precedenza Dracone. I nostri decemviri, che dopo la cacciata dei re scrissero le leggi su dodici tavole, nel punire i ladri adoperarono né pari severità né troppa clemenza. Infatti permisero che il ladro, che era stato colto in flagrante, venisse uccise soltanto allora, se o, mentre commetteva il furto, era notte, o durante il giorno se si difendeva con un'arma mentre veniva catturato. Ricordo anche di aver letto in un'opera del giureconsulto Aristone, uomo niente affatto ignorante, che presso gli antichi Egizi, solerti nel ricercare le invenzioni e perspicaci nell'indagare la ragione dei fatti, tutti i furti erano, straordinario a dirsi, leciti e impuniti (= non soggetti a punizione).
:hi
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