Aiutooooo (62578)

mariolina80
potreste idicarmi per favore le frasi e le versioni relative alla perifrastica attiva presenti sul testo Nuovo comprendere e tradurre? Dovrebbero trovarsi più o meno alla pagina 92 e seguenti del secondo volume degli esercizi....grazie ps è urgentissimoooooooo

Risposte
dede16_11
ULISSE E CALIPSO [+DA IGINO]
Ulixes,Troia in patriam rediens, naufragio facto, comitibus navibusque amissis, enatavit in insulam Aeaeam.Calypsus nympha, Atlantis filia, Ulixis specie capta, per totum annum eum in insula retinuit, volens secum Ulixem in aeternum habere.Sed ille, desiderio patriae pulsus, Itacam redire cupiebat. Tum Iuppiter, deorum contione advocata, omnibus consentientibus, Ulixis dimissionem decrevit. Tum Mercurius de Olympo in insulam Aeaeam descendit atque Calypso nymphae Iovis iussum denuntiavit. Calypsus, etiamsi invita, deorum regi paruit et Ulixem omnibus necesariis rebus ornatum dimisit. Ille, rate facta, insulam reliquit et se navigationi commisit Itacam rediturus.
Ulisse, ritornando in patria da Troia, subito un naufragio, persi i compagni e le navi approda all'isola di Eea. La ninfa Calipso, figlia di Atlante, rapita dall'aspetto di Ulisse, lo trattenne per un anno, volendo avere Ulisse con lei in eterno. Ma quello, spinto dal desiderio della patria, desiderava tornare a Itaca. Allora Giove, convocata un'assemblea di dei, essendo tutti d'accordo, decretò la partenza di Ulisse. Allora Mercurio sceso dall'Olimpo sull'isola di Eea, annuncio alla ninfa Calipso l'ordine di Giove. Calipso, seppur controvoglia, ubbidì al re degli dei e lascioò Ulisse equipaggiato di tutte le cose necessarie. Quello. preparato il piano, lasciò l'isola e si mise in viaggio con la navigazione per tornare a Itaca.

ANNIBALE SCONFIGGE I ROMANI AL LAGO TRASIMENO [DA LIVIO]
Hannibal, postquam per Etruriam ad Trasumenum lacum pervenerat, omnibus agris inter Cortonam urbem Trasumenumque lacum vastatis, castra aperto atque edito loco inter lacum ac montes locavit. Postea, insidias Romanis paraturus, milites levis armaturae post montes circumduxit (fece girare) et equitatum ad fauces saltus (all'imboccatura del passo) inter montes occultavit: reliquam exercitus partem pro castris instruxit. Interea pridie, solis occasu, Romanorum exercitus, Flaminii consulis ductu, ad lacum ex opposita parte pervenerat. Flaminius, Carthaginiensium castris conspectis, nullam suspicionem de Hannibalis indiis concipiens, cum toto exercitu in hostem processit. Poenus, ubi (appena) vidit hostem lacu ac montibus clausum et a suis copiis circumfusum, proelii signum dedit: omnes Carthaginienses simul in hostem impetum fecerunt. Interea improvisa et densa nebula e lacu orta (sorta) omnia contexit et Romanis, qui in fronte, a sinistro cornu, a tergo ab hostibus invadebantur et a dextro cornu lacu claudebantur, nulla spes salutis fuit: consul quoque strenue pugnans sub hostium ictibus cecidit, magna militum pars in atroci proelio periit, pauci, armis abiectis, in montes confugerunt.

Annibale, dopo che per l’Etruria era giunto al lago Trasimeno, devastati tutti i campi tra la città di Cortona e il lago Trasimeno, collocò l’accampamento in un luogo aperto e alto tra il lago e i monti.
Poi, per preparare un tranello ai Romani, fece girare i soldati armati alla leggera dietro i monti e nascose la cavalleria all’imboccatura del passo tra i monti: congiunse insieme davanti all’accampamento la rimanente parte dell’esercito.
Nel frattempo, il giorno prima, al tramontar del sole, l’esercito dei Romani, sotto il comando del console Flaminio, era giunto al lago dalla parte opposta. Flaminio, rilevato l’accampamento dei Cartaginesi, non avendo alcune sospetto dell’agguato di Annibale, avanzò con tutto l’esercito contro il nemico. Il cartaginese, appena vide il nemico rinchiuso dal lago e dai monti e accerchiato dalle sue truppe, diede il segno del combattimento: tutti i Cartaginesi fecero un attacco nel nemico.
Intanto una improvvisa e densa nebbia sorta dal lago ricoprì ogni cosa e i Romani, i quali, dall’ala sinistra, erano invasi dalla spalle e da davanti dai nemici e dall’ala destra erano chiusi dal lago, non ebbero nessuna speranza di salvezza, poiché anche la nebbia impediva l’uso delle armi. Nella grande confusione la strage fu grande: anche il console combattendo valorosamente morì sotto il colpo dei nemici. Grande parte dell’esercito morì nell’atroce combattimento, i pochi, buttate le armi, si rifugiarono sui monti.

ANNIBALE RICEVE DA FILIPPO L'OFFERTA DI ALLEANZA

Anno quarto (nel quarto anno, tre anni dopo) postquam Hannibal in Italiam pervenerat, M. Claudius Marcellus consul a senatu missus est pugnaturus contra Hannibalem apud Nolam, Campaniae urbem. Nam Hannibal iam multas Romanorum civitates per Apuliam, Calabriam, Bruttios occupaverat multasque alias occupaturus erat. Interdum etiam Philippus, Macedonum rex, ad Hannibalem legatos miserat auxilium contra Romanos promissurus, si Hannibal post Romam deletam auxilium contra Graecos Philippo tulisset (avesse portato): Graeci enim contra Philippum bellum suscepturi erant (da suscipio) ad libertatem vindicandam (per recuperare la libertà). Postquam Philippi legati capi sunt et res a Romanis cognita est, senatus ad Philippum in Macedoniam M. Valerium Laevinum misit, qui cum rege de societate egit. Postea, quia Sardinia quoque, ab Hannibale sollicitata, Romanos deseruerat, in insulam missus est T. Manlius Torquatus, qui controversiis compositis, rursus in Romanorum potestatem Sardiniam redegit.
Tre anni dopo che Annibale era giunto in Italia, il console M. Claudio Marcello fu mandato dal senato a combattere contro Annibale presso Nola, una città della Campania.
Infatti Annibale aveva già occupato molte città dei Romani attraverso la Puglia, la Calabria, l'Abruzzo e stava per occuparne molte altre. Qualche volta anche Filippo, re dei Macedoni, aveva mandato degli ambasciatori ad Annibale che stava per promettere aiuto contro i Romani, se Annibale dopo la distruzzione di Roma avesse portato aiuto contro i Greci a Filippo: i Greci infatti avevano intrapreso una guerra contro Filippo per recuperare la libertà. Dopo che gli ambasciatori di Filippo furono presi e la cosa fu conosciuta dai Romani il senato mandò a Filippo in Macedonia M.Valerio Levinio che discusse con il re dell'alleanza. Dopo, poichè anche la Sardegna, spinta da Annibale, aveva lasciato i Romani, nell'isola fu mandato Tito Manlio Torquato che dopo aver regolato le controversie, ridusse di nuovo la Sardegna in potere dei Romani.

FINZIA E DAMONE
Cum Syracusarum tyrannus erat Dionysius, qui admodum crudelis erat ac cives cotidie variis modis excruciabat, Phintias Pythagoreus (seguace di Pitagora), suis civibus proficere (proficio= essere utile a..) volens, statuit eum necare. Sed, dum Phintias pugione tyrannum percussurus est, Dionysii custodes eum comprehenderunt et ad tyrannum perduxerunt, qui eum capitis damnavit (condannare a morte). Phintias sententiam aequo animo accepit sed a tyranno tres dies petivit, ut posset (per poter) matrem postremum (per l'ultima volta) revisere, et amicum Damonem sponsorem dedit. Dionysius, Damone in v*****a coniecto (imprigionare), Phintiam liberavit. Phintias matrem revisit sed eius reditus admodum difficilis fuit, quia, prae pluvia vehementi, altum ac turbineum flumen transire non poterat (poteva). Die constituta iam milites Damonem pro Phintia necaturi erant, cum repente amicus pervenit. Dionysius, tanto (così grande, tanto grande) fidei documento motus, Phintiae veniam concessit ambosque (entrambi) amicos incolumes dimisit.
Quando era tiranno di Siracusa Dionigi, il quale era molto crudele e affliggeva i cittadini ogni giorno in vari modi, il pitagorico Finzia, volendo giovare ai suoi concittadini, decise di ucciderlo. Ma mentre Finzia stava per colpire il tiranno col pugnale, le guardie di Dionigi lo presero e (lo) condussero dal tiranno, che lo condannò a morte. Finzia accolse la sentenza con animo sereno, ma chiese al tiranno tre giorni per poter rivedere la madre per l’ultima volta e diede come garante l’amico Damone. Dionigi, gettato in carcere Damone, liberò Finzia. Finzia rivide la madre e il suo ritorno fu molto difficile, perché a causa di una forte pioggia non poteva attraversare un fiume profondo e vorticoso. Nel giorno stabilito già i soldati stavano per uccidere Damone al posto di Finzia, quando all’improvviso l’amico arrivò. Dionigi, colpito da una testimonianza così grande di fedeltà alla parola data, concesse il perdono a Finzia e lasciò andare entrambi gli amici sani e salvi.

Aggiunto 1 minuti più tardi:

Spero di esserti stata utile...ti ho postato tutte quelle che ci sono nel capitolo della perifrastica attiva. la prima infatti nn è sulla perifrastica ma sui participi
Ciaoo=)

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