Aiutatemi a tradurre qst versione per favore :(
cum innumerabili multitudine et feroci impetu Nerviorum inclinari aciem sua videret,timidius pugnanti militi scutum detraxit eoque tectus acerrime proeliari coepit:quo facto fortitudinem per totum exercitum diffudit labentemque belli fortunam divino animi ardore restituit.
idem alio proelio legionis Martiae aquiliferum ineundae fugae gratia iam conversum,faucibus comprehensum,in contrariam partem derexit,dexteramque ad hostem tendens: " quorsum tu,inquit,abis? illi sunt hostes".
Et manibus quidem unum militem.adhoratione vero tam acri omnium legionum trepidationem correxit vincique paratas vincere docuit.
idem alio proelio legionis Martiae aquiliferum ineundae fugae gratia iam conversum,faucibus comprehensum,in contrariam partem derexit,dexteramque ad hostem tendens: " quorsum tu,inquit,abis? illi sunt hostes".
Et manibus quidem unum militem.adhoratione vero tam acri omnium legionum trepidationem correxit vincique paratas vincere docuit.
Risposte
Prego. Chiudo :hi
grazie *.*
Scritta in un italiano un pò antiquato, ma meglo di nulla :lol
Conciofossecosa che Cesare vedesse la schiera sua piegare per inumerabile multitudine e feroce assalimento de' Nerviesi, tolse lo scudo dal collo a uno cavaliere che più paurosamente combattea, e coperto di quello, cominciò agrissimamente a combattere. Per la quale cosa sparse fortezza per tutta la sua oste, e l' ardore de l' animo divino di Cesare restituì la fortuna de la battaglia che già cadea. Costui medesimo in un' altra battaglia prese per le mascelle dell' elmo uno gonfaloniere della legione di Marte il quale per fuggire già era rivolto, e trasselo ne la parte contraria, e distendendo la mano inverso li nimici, disse: «Dove n' andavi tu? Quivi sono coloro con cui noi combattiamo». E con le mani confortando uno cavaliere così agramente, corresse la paura di tutte le legioni, et insegnò a vincere a coloro ch' erano apparecchiati d' essere vinti.
Conciofossecosa che Cesare vedesse la schiera sua piegare per inumerabile multitudine e feroce assalimento de' Nerviesi, tolse lo scudo dal collo a uno cavaliere che più paurosamente combattea, e coperto di quello, cominciò agrissimamente a combattere. Per la quale cosa sparse fortezza per tutta la sua oste, e l' ardore de l' animo divino di Cesare restituì la fortuna de la battaglia che già cadea. Costui medesimo in un' altra battaglia prese per le mascelle dell' elmo uno gonfaloniere della legione di Marte il quale per fuggire già era rivolto, e trasselo ne la parte contraria, e distendendo la mano inverso li nimici, disse: «Dove n' andavi tu? Quivi sono coloro con cui noi combattiamo». E con le mani confortando uno cavaliere così agramente, corresse la paura di tutte le legioni, et insegnò a vincere a coloro ch' erano apparecchiati d' essere vinti.
Questa discussione è stata chiusa