100 De imperitia cuiusdam agricolae

Avril_91
ciaooo!^^ Mi servirebbe questa verisone perchè domani un'altra compagnba di classe deve recuperare il debito di latino e le servirebbe una mano..la versione la posto io per lei visto che ora la sta facendo..eccola:

Homo Thracius, ruris colendi insolens, cupidine vitae humanioris cum in terras cultiores conmigrasset, fundum mercatus est oleis atque vitibus consitum. Cum ille nihil admodum super (a proposito + abl) vite aut arbore colenda sciret, videt forte vicinum rubos alte atque late obortos excidentem, fraxinos ad summum prope verticem decidentem, suboles vitium e caudice super terram fusas revellentem, surcolos in pomis aut in oleis proceros atque derectos amputantem : acceditque prope et cur tantam ligni atque frondium caedem faceret percontatus est. Vicinus respondit: "Ut ager mundus purusque fiat, arbores atque vites fecundiores." Discedit ille a vicino gratias agens et laetus, tamquam adeptus rei rusticae disciplinam.

suu internet ho trovcato solo il testo..senza la traduzione..e c'era scritto che era di Gellio, Noctes Atticae 19. 12. 7-9

sarebbe utile la versione, ma se nn si trova potrebbe essere utile anche solo l'analisi del testo, non so..qualunque cosa voi possiate fare..se c'è qualcuno che non ha niente da fare, magari potrebbe dare anche un piccolo contributo (mi sembra di stare a fare le elemosina:D) grazie!!! ciaooooooooo

Risposte
Sarina91
sigh devo perderci le speranze?:cry:cry:cry

Avril_91
Dai su su che ce la fai..vorrei poterti aiutare ma io non l'ho fatta e al momento il mio cervello non è connesso..

Sarina91
VI PREGOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO


Un uomo tracio, non abituato alla coltivazione del podere, per la voglia di una vita più umana, dopochè si trasferì in campi coltivati, comprò un terreno seminato con alberi di viti e ulivi.
Quello, non sapendo nulla a proposito della coltivazione della vite o dell'albero (di ulivo), vede per caso il vicino tagliare i rovi apparsi in lungo e in largo, tagliare i frassini al vertice più elevato, strappar via i germogli delle viti dal tronco abbattuto sulla terra, potare i ramoscelli con i frutti sugli ulivi alti e dritti: e andò vicino e chiese perchè tanta strage di alberi. Il vicino rispose: "Affinchè il campo diventi pulito e puro, gli alberi e le viti più fertili". Quello si allontanò dal vicino ringraziante e lieto tanto quanto impadronito della disciplina della campagna.


Secondo me ho fatto un macello
Grazie mille in anticipo e speriamo che riesca a recuperare il debito (l'interrogazione è domaniiiiiiii )

Mario
Chiudo

Avril_91
oddio, grazieeeeee...la chiamooooo!!!!!!!!!!!:move

Mario
"Homo Thracus" inquit "ex ultima barbaria ruris colendi insolens, cum in terras cultiores humanioris vitae cupidine conmigrasset, fundum mercatus est oleo atque vino consitum. Qui nihil admodum super vite aut arbore colenda sciret, videt forte vicinum rubos alte atque late obortas excidentem, fraxinos ad summum prope verticem deputantem, suboles vitium e radicibus caudicum super terram fusas revellentem, stolones in pomis aut in oleis proceros atque derectos amputantem, acceditque prope et cur tantam ligni atque frondium caedem faceret percontatus est. Et vicinus ita respondit: "Ut ager" inquit "mundus purusque fiat, eius arbor atque vitis fecundior."
Discedit ille a vicino gratias agens et laetus tamquam adeptus rei rusticae disciplinam. Tum falcem ibi ac securim capit; atque ibi homo misere inperitus vites suas sibi omnis et oleas detruncat comasque arborum laetissimas uberrimosque vitium palmites decidit et frutecta atque virgulta simul omnia pomis frugibusque gignendis felicia cum sentibus et rubis purificandi agri gratia convellit mala mercede doctus audaciam fiduciamque peccandi imitatione falsa eruditus.

Un uomo trace (venuto) dagli estremi confini delle terre barbare (lett.: dall’estrema barbarie), inesperto della coltivazione dei campi (lett.: di coltivare la campagna), essendo emigrato in terre più civili per il desiderio di una vita più umana, comprò un fondo piantato a ulivi e vigneti (lett.: per olio e vino). (Egli) che non sapeva assolutamente niente sulla coltivazione di una vite o di una pianta vide (lett.: vede) per caso un vicino che tagliava i rovi cresciuti in lungo e in largo, potava i frassini quasi fino alla cima, strappava i germogli delle viti che si espandevano sulla terra dalle radici dei tronchi, recideva i polloni alti e diritti negli alberi da frutta e negli olivi, e (gli) si avvicinò (lett.: avvicina) e (gli) chiese perché facesse una strage così grande di legna e fronde. E il vicino così rispose: “Perché il campo, disse, diventi pulito e sgombro, le sue piante e le (sue) viti più feconde (lett.: la sua pianta e vite più feconda)”. Egli si allontanò dal vicino ringraziando(lo) e lieto per aver imparato (lett.: come avendo conseguito) l’arte dell’agricoltura. Dopo di che prende falce e scure; ed ecco che (quell’)uomo miseramente inesperto si dà a tagliare (lett.: taglia) tutte le sue viti e gli olivi e recide le più fiorenti chiome degli alberi e i più rigogliosi tralci delle viti e, per ripulire il campo, svelle insieme a pruni e rovi tutti gli arboscelli e i virgulti buoni per produrre frutti e messi, avendo imparato l’audacia a caro prezzo (lett.: con un cattivo guadagno) e avendo appreso con una imitazione ingannatrice la sicurezza nell’errore (lett.: di sbagliare).

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