URGENTISSIMO: MI CONTROLLATE, DI CONSEGUENZA CORREGGETE, LA PARAFRASI DI QUANDO NACQUI MIA MADRE NE PIANGEVA?

Hector Schmitz
Lo so è la seconda volta che ve lo chiedo ma potete dirmi la vostra parafrasi in modo da confrontarla con la mia?

Risposte
.anonimus.
Quando sono nato mia madre piangeva per la mia nascita perchè la notte era sola, nel vuoto letto.
Piangeva per me, per il dolore che l'affliggeva e per i suoi parenti (genitori) che vivevano nel quartiere povero nel quale vivevano gli Ebrei emarginati nelle grandi città.

Il più anziano del quartiere faceva la spesa da solo,per risparmio, e forse per divertimento (piacere).
Riusciva, con due fiorni (moneta dell'epoca) a mettere nel suo grande fazzolletto azzurro un cappone.

Come doveva essere bella in quell'epoca
la mia città:un mercato tutto aperto!
Ricordo ancora oggi,come in sogno, di tutto quel prato (di tutta quella natura) che vedevo quando uscivo con mia madre.

E della malinconia fui presto (subito) tosto dato che ero l'unico figlio che aveva lontano il padre (che non aveva vicino il padre).

Ecco a te, l'ho fatta al momento.

Ciao Laura!

Hector Schmitz
Quando io nacqui mia madre piangeva, sola, durante la notte, nel letto vuoto. Per me, lei per il dolore che la distruggeva, i suoi genitori trafficavano nel ghetto. Il più anziano faceva le spese da solo, per risparmiare, e più forse per piacere. Con due monete metteva un galletto nel suo grande fazzoletto azzurro. Come belle doveva essere allora la mia città: tutta un mercato aperto!
Uscendo con mia madre,io,come in sogno, mi ricordo ancora il tanto verde. Ma della malinconia fui molto esperto; unico figlio ad avere lontano il padre.
Ti ringrazio Laura per il tempo che mi stai dedicando, sperò potrai darmi una mano.

.anonimus.
Innanzitutto scrivici la tua e così la controlliamo insieme.

Ciao Laura!

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