URGENTISSIMA DESCRIZIONE DI SPORT GRAZIE
MI SERVE UNA DESCRIZIONE DI UNO SPORTIVO FAMOSO O MENO CHE SIA IL MIO IDOLO. HO SCIELTO LA SCIATRICE CN LE GINOCCHIA ROTTE,LA QUALE NN SO IL NOME. PER FAVORE RISP PRIMA POSSIBILE X DOMA MI SERVE.
SE NN TROVATE LA SCIATRICE FATENE UN ALTRA,PREFERIBILMENTE EVITAVO IL CALCIO.
UNA DESCRIZIONE RIGUARDANTE LEI/LUI E LO SPORT PRATICATO.
GRAZIE
SE NN TROVATE LA SCIATRICE FATENE UN ALTRA,PREFERIBILMENTE EVITAVO IL CALCIO.
UNA DESCRIZIONE RIGUARDANTE LEI/LUI E LO SPORT PRATICATO.
GRAZIE
Risposte
IO HO TRVATO QLC SU OSCAR PISTORIUS, FA ATLETICA ED è QLLO K NN HA LE GAMBE...X INTENDERCI!!!
Oscar Pistorius aspetta con fiducia la sentenza del Tas fissata per il 29-30 aprile che gli potrebbe aprire le porte delle Olimpiadi. 'Sto facendo un tentativo sincero e onesto e spero che il mio sogno di partecipare alle Olimpiadi quest' estate sia realizzato', ha detto il disabile atleta sudafricano nel ricevere il sigillo della citta' di Milano. Pistorius, che vorrebbe correre con i normodotati, ha voluto ringraziare gli italiani per il sostegno ricevuto.
Oscar Pistorius (Pretoria, 22 novembre 1986) è un atleta sudafricano, campione paralimpico nel 2004 sui 200 m piani.
Soprannominato The fastest thing on no legs[1], Pistorius è un amputato bilaterale detentore del record del mondo sui 100, 200 e 400 m piani. Corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio, denominate cheetah.
Cenni Biografici [modifica]
Pistorius nacque con una grave malformazione (non aveva i talloni[2]), che lo costrinse, all'età di undici mesi[3], all'amputazione delle gambe. Negli anni del liceo praticò il rugby e la pallanuoto, poi un infortunio[1] lo portò all'atletica leggera, dapprima per motivi di riabilitazione, poi per scelta.
Carriera [modifica]
Il suo primo appuntamento ufficiale di rilievo furono le Paralimpiadi di Atene del 2004. A diciassette anni vinse il bronzo sui 100 metri e l'oro sui 200[4], battendo anche atleti amputati singoli più quotati di lui, come gli statunitensi Marlon Shirley e Brian Frasure.
Fin dal 2005[2] ha espresso il desiderio di poter correre coi normodotati alle Olimpiadi di Pechino 2008. La IAAF il 13 gennaio 2008 ha respinto questa richiesta, sostenendo che "un atleta che utilizzi queste protesi ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) se confrontato con qualcuno che non usi le protesi"[5].
Un parziale successo Pistorius però lo ottenne nel giugno del 2007, quando gli organizzatori del Golden Gala di Roma lo hanno ammesso a competere coi normodotati sui 400 metri.
Il 13 luglio 2007, Pistorius quindi gareggia nello Stadio Olimpico di Roma per il gruppo B del Golden Gala, assieme ad alteti normodotati, ottenendo la seconda posizione.
Pistorius detiene il record del mondo per amputati su tutte e tre le distanze su cui corre: 10.91 sui 100, 21.58 sui 200 e 46.56 sui 400
ECCO QLC SULL'ATLETICA....
L'Atletica leggera è un insieme di discipline sportive che possono essere sommariamente suddivise in: corse, concorsi (lanci e salti), corsa su strada, marcia e corsa campestre.
La parola atletica deriva etimologicamente dal latino athlētica (sottinteso artem 'tecnica') da athlēta che a sua volta deriva dal greco athletès da athlos 'lotta'.
Gli eventi di atletica leggera vengono di solito organizzati attorno a una pista ad anello della lunghezza di 400 m, sulla quale si svolgono le gare di corsa. Le gare di lanci e salti invece, si svolgono sul campo racchiuso dalla pista.
Molte delle discipline dell'atletica leggera hanno origini antiche, e si tenevano in forma competitiva già nell'antica Grecia. L'atletica leggera venne inserita nei Giochi Olimpici fin dall'edizione del 1896, e da allora fa parte del programma olimpico. Il corpo di governo internazionale dell'atletica leggera, la IAAF (International Association of Athletics Federations), è stato fondato nel 1912. La IAAF organizza i Campionati del mondo di atletica leggera, con scadenza biennale. La prima edizione si è svolta nel 1983 ad Helsinki, l'ultima ad Osaka, in Giappone nel 2007. In Italia, l'attività dell'atletica leggera è regolata dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL).
ECCO QUA!!! CIAUUUUUUUUUU :hi:hi
Oscar Pistorius aspetta con fiducia la sentenza del Tas fissata per il 29-30 aprile che gli potrebbe aprire le porte delle Olimpiadi. 'Sto facendo un tentativo sincero e onesto e spero che il mio sogno di partecipare alle Olimpiadi quest' estate sia realizzato', ha detto il disabile atleta sudafricano nel ricevere il sigillo della citta' di Milano. Pistorius, che vorrebbe correre con i normodotati, ha voluto ringraziare gli italiani per il sostegno ricevuto.
Oscar Pistorius (Pretoria, 22 novembre 1986) è un atleta sudafricano, campione paralimpico nel 2004 sui 200 m piani.
Soprannominato The fastest thing on no legs[1], Pistorius è un amputato bilaterale detentore del record del mondo sui 100, 200 e 400 m piani. Corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio, denominate cheetah.
Cenni Biografici [modifica]
Pistorius nacque con una grave malformazione (non aveva i talloni[2]), che lo costrinse, all'età di undici mesi[3], all'amputazione delle gambe. Negli anni del liceo praticò il rugby e la pallanuoto, poi un infortunio[1] lo portò all'atletica leggera, dapprima per motivi di riabilitazione, poi per scelta.
Carriera [modifica]
Il suo primo appuntamento ufficiale di rilievo furono le Paralimpiadi di Atene del 2004. A diciassette anni vinse il bronzo sui 100 metri e l'oro sui 200[4], battendo anche atleti amputati singoli più quotati di lui, come gli statunitensi Marlon Shirley e Brian Frasure.
Fin dal 2005[2] ha espresso il desiderio di poter correre coi normodotati alle Olimpiadi di Pechino 2008. La IAAF il 13 gennaio 2008 ha respinto questa richiesta, sostenendo che "un atleta che utilizzi queste protesi ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) se confrontato con qualcuno che non usi le protesi"[5].
Un parziale successo Pistorius però lo ottenne nel giugno del 2007, quando gli organizzatori del Golden Gala di Roma lo hanno ammesso a competere coi normodotati sui 400 metri.
Il 13 luglio 2007, Pistorius quindi gareggia nello Stadio Olimpico di Roma per il gruppo B del Golden Gala, assieme ad alteti normodotati, ottenendo la seconda posizione.
Pistorius detiene il record del mondo per amputati su tutte e tre le distanze su cui corre: 10.91 sui 100, 21.58 sui 200 e 46.56 sui 400
ECCO QLC SULL'ATLETICA....
L'Atletica leggera è un insieme di discipline sportive che possono essere sommariamente suddivise in: corse, concorsi (lanci e salti), corsa su strada, marcia e corsa campestre.
La parola atletica deriva etimologicamente dal latino athlētica (sottinteso artem 'tecnica') da athlēta che a sua volta deriva dal greco athletès da athlos 'lotta'.
Gli eventi di atletica leggera vengono di solito organizzati attorno a una pista ad anello della lunghezza di 400 m, sulla quale si svolgono le gare di corsa. Le gare di lanci e salti invece, si svolgono sul campo racchiuso dalla pista.
Molte delle discipline dell'atletica leggera hanno origini antiche, e si tenevano in forma competitiva già nell'antica Grecia. L'atletica leggera venne inserita nei Giochi Olimpici fin dall'edizione del 1896, e da allora fa parte del programma olimpico. Il corpo di governo internazionale dell'atletica leggera, la IAAF (International Association of Athletics Federations), è stato fondato nel 1912. La IAAF organizza i Campionati del mondo di atletica leggera, con scadenza biennale. La prima edizione si è svolta nel 1983 ad Helsinki, l'ultima ad Osaka, in Giappone nel 2007. In Italia, l'attività dell'atletica leggera è regolata dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL).
ECCO QUA!!! CIAUUUUUUUUUU :hi:hi
PREGO BABY
GRAZIE!! CIAO :hi
BABY QUESTO E PANATTA SPERO SIA DI TUO GRADIMENTO:
Adriano Panatta, uno dei più grandi talenti del tennis italiano, nasce a Roma il 9 Luglio 1950. Di umili origini, il padre era custode dei campi da tennis delle Tre Fontane, all'Eur. La vicinanza con in campi da tennis e con le reti gli permette di avere fin da subito una grande confidenza con lo sport che lo renderà famoso.
Fin da piccolo Panatta si esercita sui campi rossi del club ed impara ad eseguire le prime volée. Gli amici, per la verità un po' scettici di fronte a tanta passione, lo chiamavano all'epoca con il soprannome di Ascenzietto, vezzeggiativo mutuato dal nome del padre, Ascenzio.
Ben presto lo scetticismo dei famosi amici dovrà però essere rivisto e corretto. Tappa dopo tappa, vittoria dopo vittoria, la carriera di "Ascenzietto" prende slancio, fino a portarlo a guadagnare i primi posti della classifica nazionale.
In particolare, la grande occasione per entrare nell'albo d'oro della storia del tennis si presenta ai Campionati Italiani Assoluti del 1970. Lo scontro frontale è con Nicola Pietrangeli, allora campione in carica e mostro sacro del tennis italiano. A dispetto di ogni previsione, Panatta esce vittorioso da un tale temibile confronto.
C'è da dire che ormai Panatta interpreta un tennis nuovo, giovane e moderno, regolato su nuove strategie tattiche e su di una grande dose di aggressività e voglia di emergere. Pietrangeli, invece, in qualche modo rappresentava una stagione senz'altro gloriosa ma ormai sulla soglia del tramonto, una tradizione intrisa di eleganza e "bel gioco".
La conferma che il "nuovo che avanza" non poteva esser più fermato arriva l'anno successivo, quando Panatta si riconferma vincente sull'illustre avversario e dimostra di non essere un fuoco di paglia.
Dopo questo exploit così clamoroso, la strada di Adriano Panatta si presenta assai in salita, per il semplice fatto che, come sempre succede in questi casi, il pubblico si aspetta un rendimento all'altezza delle aspettative. L'unico neo del campione è la sua proverbiale pigrizia, un difetto che spesso e volentieri ha costituito un handicap per una resa adeguata ai massimi livelli in cui giocava. Accanto a giocate di genio alternava periodi mediocri contrassegnati, secondo alcune voci maliziose, più da colpi di fortuna che di bravura. Inoltre, pur dotato di uno straordinario talento, non era supportato, secondo i critici sportivi da un fisico che ne fosse all'altezza.
Non dimentichiamo comunque che Panatta riuscì a battete tutti i più famosi tennisti della sua epoca a cominciare da Bjorn Borg che sconfisse per ben due volte al Roland Garros di Parigi.
Il suo successo internazionale più importante rimane proprio la vittoria dell'edizione 1976 del torneo francese.
Il famoso tennista italiano è poi riuscito a restare sempre a galla e il nome di Panatta ha dominato le cronache sportive per tutti gli anni che lo hanno visto calcare i campi da gioco.
Il suo gioco era caratterizzato da un alto tasso tecnico, basato su un dritto micidiale e su di una battuta molto potente, senza contare la sua capacità di scendere in rete con volée di dritto e di rovescio impeccabili o di effettuare smorzate di grande raffinatezza. Il terreno di gioco su cui ottenne i migliori risultati era (sorprendentemente, visto il tipo di gioco), la terra battuta.
Il punto massimo toccato dalla sua carriera, in termini di successi riportati, furono indubbiamente la seconda metà degli anni settanta, con un vertice assoluto rappresentato dal 1976, anno in cui vinse la Coppa Davis con la squadra nazionale e gli Internazionali d'Italia. L'anno prima aveva raggiunto il podio nel torneo di Stoccolma. In seguito arrivò in finale nel 1978 sempre agli Internazionali (venne battuto da Bjorn Borg), vinse il Wct di Houston nel 1977, e due volte il torneo di Firenze (1975 e 1980). Nel 1979 raggiunse i quarti di finale a Wimbledon perdendo contro il carneade americano Pat Duprè. Quell'incontro fu l'unico match di tennis che abbia mai causato uno spostamento nella programmazione del TG1 delle otto di sera.
Adriano Panatta, uno dei più grandi talenti del tennis italiano, nasce a Roma il 9 Luglio 1950. Di umili origini, il padre era custode dei campi da tennis delle Tre Fontane, all'Eur. La vicinanza con in campi da tennis e con le reti gli permette di avere fin da subito una grande confidenza con lo sport che lo renderà famoso.
Fin da piccolo Panatta si esercita sui campi rossi del club ed impara ad eseguire le prime volée. Gli amici, per la verità un po' scettici di fronte a tanta passione, lo chiamavano all'epoca con il soprannome di Ascenzietto, vezzeggiativo mutuato dal nome del padre, Ascenzio.
Ben presto lo scetticismo dei famosi amici dovrà però essere rivisto e corretto. Tappa dopo tappa, vittoria dopo vittoria, la carriera di "Ascenzietto" prende slancio, fino a portarlo a guadagnare i primi posti della classifica nazionale.
In particolare, la grande occasione per entrare nell'albo d'oro della storia del tennis si presenta ai Campionati Italiani Assoluti del 1970. Lo scontro frontale è con Nicola Pietrangeli, allora campione in carica e mostro sacro del tennis italiano. A dispetto di ogni previsione, Panatta esce vittorioso da un tale temibile confronto.
C'è da dire che ormai Panatta interpreta un tennis nuovo, giovane e moderno, regolato su nuove strategie tattiche e su di una grande dose di aggressività e voglia di emergere. Pietrangeli, invece, in qualche modo rappresentava una stagione senz'altro gloriosa ma ormai sulla soglia del tramonto, una tradizione intrisa di eleganza e "bel gioco".
La conferma che il "nuovo che avanza" non poteva esser più fermato arriva l'anno successivo, quando Panatta si riconferma vincente sull'illustre avversario e dimostra di non essere un fuoco di paglia.
Dopo questo exploit così clamoroso, la strada di Adriano Panatta si presenta assai in salita, per il semplice fatto che, come sempre succede in questi casi, il pubblico si aspetta un rendimento all'altezza delle aspettative. L'unico neo del campione è la sua proverbiale pigrizia, un difetto che spesso e volentieri ha costituito un handicap per una resa adeguata ai massimi livelli in cui giocava. Accanto a giocate di genio alternava periodi mediocri contrassegnati, secondo alcune voci maliziose, più da colpi di fortuna che di bravura. Inoltre, pur dotato di uno straordinario talento, non era supportato, secondo i critici sportivi da un fisico che ne fosse all'altezza.
Non dimentichiamo comunque che Panatta riuscì a battete tutti i più famosi tennisti della sua epoca a cominciare da Bjorn Borg che sconfisse per ben due volte al Roland Garros di Parigi.
Il suo successo internazionale più importante rimane proprio la vittoria dell'edizione 1976 del torneo francese.
Il famoso tennista italiano è poi riuscito a restare sempre a galla e il nome di Panatta ha dominato le cronache sportive per tutti gli anni che lo hanno visto calcare i campi da gioco.
Il suo gioco era caratterizzato da un alto tasso tecnico, basato su un dritto micidiale e su di una battuta molto potente, senza contare la sua capacità di scendere in rete con volée di dritto e di rovescio impeccabili o di effettuare smorzate di grande raffinatezza. Il terreno di gioco su cui ottenne i migliori risultati era (sorprendentemente, visto il tipo di gioco), la terra battuta.
Il punto massimo toccato dalla sua carriera, in termini di successi riportati, furono indubbiamente la seconda metà degli anni settanta, con un vertice assoluto rappresentato dal 1976, anno in cui vinse la Coppa Davis con la squadra nazionale e gli Internazionali d'Italia. L'anno prima aveva raggiunto il podio nel torneo di Stoccolma. In seguito arrivò in finale nel 1978 sempre agli Internazionali (venne battuto da Bjorn Borg), vinse il Wct di Houston nel 1977, e due volte il torneo di Firenze (1975 e 1980). Nel 1979 raggiunse i quarti di finale a Wimbledon perdendo contro il carneade americano Pat Duprè. Quell'incontro fu l'unico match di tennis che abbia mai causato uno spostamento nella programmazione del TG1 delle otto di sera.
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