Urgente (85793)

sofy*_*
recensione del libro il resto di niente di niente striano classici moderni :madno

Miglior risposta
Annie__
Diciamo che non si tratta esattemente di un sito concorrente, però è da evitare ugualmente perchè le loro risposte lasciano un pò a desiderare e non sono sicure...

quindi Kikka la prossima volta evita di rispondere con appunti proventi da questo sito perchè gli utenti hanno bisogno di aiuti validi e sicuri, grazie :)
Miglior risposta
Risposte
Annie__
Come ho già detto prima, in ogni caso è da evitare; anche perchè ci sono molti altri siti migliori di questo (yahoo aswers). :)

celo8
aaaah, scusate, pensavo fosse concorrente perché una volta mi avevano ripreso riguardo a quello, si vede che si erano sbagliati! ma quindi, se una risposta è buona, la possiamo linkare anche da lì?

Sara♥96
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_resto_di_niente_(romanzo)

http://lafrusta1.homestead.com/rec_striano.html :hi

celo8
ecco, solo che il regolamento vieta anche di copiare da siti concorrenti...

kikk@...
scusate, mi sono scordata :
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090914062931AAWHvsY

Annie__
KIkka,il regolamento obbliga gli utenti ad inserire il link della fonte da cui proviene l'informazione...quindi per favore, aggiungi il link, grazie

kikk@...
Il resto di niente" di Enzo Striano è un libro di straordinario fascino ed incredibile modernità, un tuffo nel passato delle rivoluzioni repubblicane che fa riflettere sulla volontà, sempre viva nell'animo umano, di libertà, giustizia, uguaglianza.
Il resto di niente narra la storia di una famosa eroina napoletana della fine del '700, Eleonora Pimentel de Fonseca, che si accosta, fin dalla giovinezza, agli ambienti letterari della Napoli- bene e si appassiona lentamente agli ideali repubblicani che arrivano dalla lontana rivoluzione francesce. Al suo percorso di crescita intellettuale come poetessa, si affiancano le paure di non essere pronta, come donna, ad affrontare i doveri di amante, moglie e madre. Si sposa per volontà del padre con un uomo rude e violento e perde anche il suo unico figlio, che muore tragicamente.
Si delinea così il ritratto di una donna forte e fragile allo stesso tempo, proiettata verso la modernità ma pur sempre ancorata al suo ruolo.
Il triste fallimento della sua vita privata non spegne in lei gli ardori della rivoluzione ed Eleonora continua a frequentare i circoli repubblicani, anche se sempre più in clandestinità. Diventa poi redattrice del giornale della Rivoluzione Napoletana del 1799 ma, più il governo repubblicano si concretizza, più ne percepisce la fragilità.
Il re scappa da Napoli e la città è in preda al caos. I repubblicani non riescono ad organizzarsi concretamente e ben presto sono costretti alla resa non appena i reali tornano in città, pronti a riprendere il potere. Eleonora non si arrende e non rinnega mai il suo passato, lottando fino alla fine.
Questa storia avvincente è tracciata con maestria da Striano, sul panorama di una Napoli intrigante e vivace, ma pur sempre piena di contraddizioni. Un romanzo per chi ama la Storia nella sua universalità e ne apprezza le innumerevoli sfaccettature.

Enzo Striano - Il resto di niente - Avagliano, Napoli, 1999, pp. 411

«Questo - scrive in una nota Enzo Striano - è un romanzo 'storico' (secondo la classificazione didascalica dei generi, in verità tutti i romanzi sono 'storici', così come tutti i romanzi sono 'sperimentali'), non una biografia, né una vita romanzata. L'autore s'è quindi preso, nei confronti della Storia, quelle libertà postulate da Aristotele ("Lo storico espone ciò che è accaduto, il poeta ciò che può accadere, e ciò che rende la poesia più significativa della storia, in quanto espone l'universale, al contrario della storia, che s'occupa del particolare" Poetica, IX, 1451 b), dal Tasso ("Chi nessuna cosa fingesse, poeta non sarebbe, ma historico" Primo discorso sull'arte poetica), dal Manzoni ("Lo scrittore deve profittare della storia, senza mettersi a farle concorrenza" Lettera al Fauriel), da altri grandi ».

Era assolutamente necessario riportare per intero questa nota perché se Enzo Striano ha scorto la necessità di redigerla è perché voleva dare al proprio lavoro la giusta angolatura di visione, quasi una precisazione di fronte a quei critici che prima di interrogarsi sul valore in sè di un'opera sentono il bisogno di catalogare i manufatti letterari che hanno dinnanzi, non sempre per orientare il giudizio, quanto per un'attitudine rigida e scolastica, da necrofori, di assegnare ad ogni salma il suo loculo.
Ora, a parte quell'acutissima osservazione che tutti i romanzi sono storici e tutti i romanzi sono sperimentali (1), c'è da dire che quest'opera, non solo per la forma (un misto di storia e d'invenzione), starebbe bene al fianco di quel capostipite che sono I promessi sposi. E ciò senza intenzione di scatenare comparazioni sulla grandezza di un'opera che, a tutta prima - ma anche a giudizio sedimentato - ci appare, sotto ogni riguardo, un vero capolavoro, quanto per le indubbie omologie strutturali con quel "romanzo italiano" per eccellenza: la storia ficcata dentro la Storia , la pluridiscorsività e il pluriliguismo (lo spagnolo e il latinorum lì, il portoghese, lo spagnolo, il napoletano, il francese, e l'inglese qui), quella tensione di escutere gli eventi storici per tirarne una filosofia della storia (il sugo direbbe Manzoni) e il senso (posto che ci sia) della Storia (2)... Insomma, si parva licet, più di un elemento è consonante tra i due romanzi.
Ne Il resto di niente (formula che appare in più riprese durante la narrazione con diversi significati e sfumature), è raccontata, semplicemente, la vicenda umana, intellettuale, storica di Eleonora Pimentel Fonseca, l'animatrice de Il monitore napoletano, "organo" ufficiale della rivoluzione partenopea: la biografia di una donna sullo sfondo di quelle vicende storiche, mai raccontate con tanta nitidezza e potere di fascinazione, della rivoluzione giacobina napoletana del 1799. Solo questo? No, di scena è Napoli, la città di Napoli, la sua miseria e la sua grandezza. Non s'era mai vista una meditazione così profonda, non dico sui "mali di Napoli" (che costituirebbe dopo secoli di letteratura su quella meravigliosa e disgraziata città.

CIAO CIAO!!

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