Tema testo argomentativo sul terrorismo
Domani ho compito di italiano sul terrorismo e su ciò che è accaduto a Parigi, devo fare un tema argomentato! Vi prego aiutatemi altrimenti prendo 2!
GRAZIEE
Allego l'articolo di giornale dal quale prendere spunto. AIUTOO
QUANTO VALE LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
di VINCENZO MILANESI Oggi è in edicola il nuovo numero di Charlie Hebdo, come promesso, il primo dopo la strage. Eppure, la questione rimane aperta. Ed è destinata a rimanere tale, probabilmente. Perché la domanda non ha una risposta immediata, e condivisa: pubblicare o no la vignette satiriche su Maometto? Sappiamo che per i musulmani la pubblicazione di quelle vignette - disegnate per far ridere o, meglio, sorridere di credenze religiose altrui da coloro che quelle credenze ritengono frutto di credulità e causa di comportamenti socialmente negativi - è considerata una derisione della fede, ritenuta dal credente portatrice dell'unica verità. Sono una bestemmia, un'offesa non solo ad Allah e al Profeta, ma anche a tutti i credenti nell'Islam. Ecco allora ben definita la questione. Da una parte, c'è il valore della libertà di stampa, che è sinonimo di libertà di pensiero che attraverso la stampa si esprime. Quel valore è venuto facendosi, nella storia della civiltà europea almeno da cinque secoli, un principio di civiltà giuridica ritenuto irrinunciabile. Per ragioni che non è neanche il caso qui di ricordare. Senza di esso non sarebbe possibile nemmeno la democrazia, poiché l'esercizio della libertà del pensiero di tutti i cittadini e la sua pubblica espressione sono la premessa di una forma di governo democratica dello Stato. Ma, almeno in apparenza, c'è un altro valore morale in gioco, un principio etico di cui non può essere, in sé, sottovalutata l'importanza. Ed è quello del rispetto della sensibilità religiosa di chi pratica una fede ritenendola fonte di salvezza, sulla base di un annuncio che viene direttamente dalla divinità. Ma c'è davvero qui l'esistenza di un conflitto di valori? Che è cosa che spesso accade nella vita morale, che anzi può essere definita, per l'uomo che non rinuncia a ragionare, come il terreno su cui si confrontano valori contrapposti ogni volta che si compiono scelte di comportamento non "in automatico", quando cioè le situazioni richiedono una riflessione su come agire. C'è però, nel caso in questione, una sorta di asimmetria tra i valori ritenuti in gioco, riflettendo sulla quale può forse essere abbozzata un'analisi in grado di aiutarci a decidere come comportarci. Il principio della libertà di espressione, anche quando ciò che viene espresso può apparire offensivo di una sensibilità altrui, tutela un diritto che è un bene per tutti. E fonda una società di eguali. Forse, più che un valore in sé, potrebbe essere definito come un principio che rende possibile a tutti, indistintamente, esprimere i propri valori, in una società pluralista, quella in cui esiste un "politeismo dei valori" esprimibili da ciascuno nelle forme che meglio crede. Anche deridendo la divinità altrui, se lo ritiene opportuno. Pronto però ad accettare che altri deridano quella in cui egli crede con altre vignette, che possono essere altrettanto dissacranti, se ne sono capaci. Perché tutti crediamo in qualche "divinità", in qualche valore che riteniamo "sacro". Anche l'ateo più convinto di essere "senza dei". Il musulmano che non accetta il principio della libertà di espressione pretende invece che sia rispettato il suo dio, ma senza reciprocità. E per ottenere questo rispetto è addirittura pronto, come nel caso dei fondamentalisti fanatici in azione nel nostro tempo, a uccidere. Il principio del rispetto della sensibilità religiosa non può più allora essere invocato dal musulmano. Appunto perché diventa pretesa che tutti, nella società politeista, rispettino il suo dio, senza che, reciprocamente, egli sia disponibile a rispettare la divinità altrui. Non solo quella dei cristiani o degli ebrei, ma anche quella costituita, per dir così, dalla libertà di pensiero, principio fondante di una società "laica", in cui ha diritto di cittadinanza il politeismo degli dei e dei valori. Che in una società non confessionale, che proprio per questo si dice "laica", è un valore sacro esattamente come la sua propria divinità per il credente. Il valore che il musulmano fondamentalista in questo caso difende è, insomma, un valore solo per lui. Quello della libertà di espressione è un valore per tutti. Ecco perché sarebbe una tragedia, per la civiltà non solo dell'Occidente, ma dell'umanità intera, l'autocensura dei giornali per quelle vignette.
GRAZIEE
Allego l'articolo di giornale dal quale prendere spunto. AIUTOO
QUANTO VALE LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
di VINCENZO MILANESI Oggi è in edicola il nuovo numero di Charlie Hebdo, come promesso, il primo dopo la strage. Eppure, la questione rimane aperta. Ed è destinata a rimanere tale, probabilmente. Perché la domanda non ha una risposta immediata, e condivisa: pubblicare o no la vignette satiriche su Maometto? Sappiamo che per i musulmani la pubblicazione di quelle vignette - disegnate per far ridere o, meglio, sorridere di credenze religiose altrui da coloro che quelle credenze ritengono frutto di credulità e causa di comportamenti socialmente negativi - è considerata una derisione della fede, ritenuta dal credente portatrice dell'unica verità. Sono una bestemmia, un'offesa non solo ad Allah e al Profeta, ma anche a tutti i credenti nell'Islam. Ecco allora ben definita la questione. Da una parte, c'è il valore della libertà di stampa, che è sinonimo di libertà di pensiero che attraverso la stampa si esprime. Quel valore è venuto facendosi, nella storia della civiltà europea almeno da cinque secoli, un principio di civiltà giuridica ritenuto irrinunciabile. Per ragioni che non è neanche il caso qui di ricordare. Senza di esso non sarebbe possibile nemmeno la democrazia, poiché l'esercizio della libertà del pensiero di tutti i cittadini e la sua pubblica espressione sono la premessa di una forma di governo democratica dello Stato. Ma, almeno in apparenza, c'è un altro valore morale in gioco, un principio etico di cui non può essere, in sé, sottovalutata l'importanza. Ed è quello del rispetto della sensibilità religiosa di chi pratica una fede ritenendola fonte di salvezza, sulla base di un annuncio che viene direttamente dalla divinità. Ma c'è davvero qui l'esistenza di un conflitto di valori? Che è cosa che spesso accade nella vita morale, che anzi può essere definita, per l'uomo che non rinuncia a ragionare, come il terreno su cui si confrontano valori contrapposti ogni volta che si compiono scelte di comportamento non "in automatico", quando cioè le situazioni richiedono una riflessione su come agire. C'è però, nel caso in questione, una sorta di asimmetria tra i valori ritenuti in gioco, riflettendo sulla quale può forse essere abbozzata un'analisi in grado di aiutarci a decidere come comportarci. Il principio della libertà di espressione, anche quando ciò che viene espresso può apparire offensivo di una sensibilità altrui, tutela un diritto che è un bene per tutti. E fonda una società di eguali. Forse, più che un valore in sé, potrebbe essere definito come un principio che rende possibile a tutti, indistintamente, esprimere i propri valori, in una società pluralista, quella in cui esiste un "politeismo dei valori" esprimibili da ciascuno nelle forme che meglio crede. Anche deridendo la divinità altrui, se lo ritiene opportuno. Pronto però ad accettare che altri deridano quella in cui egli crede con altre vignette, che possono essere altrettanto dissacranti, se ne sono capaci. Perché tutti crediamo in qualche "divinità", in qualche valore che riteniamo "sacro". Anche l'ateo più convinto di essere "senza dei". Il musulmano che non accetta il principio della libertà di espressione pretende invece che sia rispettato il suo dio, ma senza reciprocità. E per ottenere questo rispetto è addirittura pronto, come nel caso dei fondamentalisti fanatici in azione nel nostro tempo, a uccidere. Il principio del rispetto della sensibilità religiosa non può più allora essere invocato dal musulmano. Appunto perché diventa pretesa che tutti, nella società politeista, rispettino il suo dio, senza che, reciprocamente, egli sia disponibile a rispettare la divinità altrui. Non solo quella dei cristiani o degli ebrei, ma anche quella costituita, per dir così, dalla libertà di pensiero, principio fondante di una società "laica", in cui ha diritto di cittadinanza il politeismo degli dei e dei valori. Che in una società non confessionale, che proprio per questo si dice "laica", è un valore sacro esattamente come la sua propria divinità per il credente. Il valore che il musulmano fondamentalista in questo caso difende è, insomma, un valore solo per lui. Quello della libertà di espressione è un valore per tutti. Ecco perché sarebbe una tragedia, per la civiltà non solo dell'Occidente, ma dell'umanità intera, l'autocensura dei giornali per quelle vignette.
Miglior risposta
Essendo un testo argomentativo devi seguire questo schema:
- introduzione: inizia introducendo l'argomento. Puoi dunque dire "Nella società odierna il terrorismo, invece di cessare, ha preso il sopravvento. Una dimostrazione l'abbiamo avuta proprio ultimamente con il caso avvenuto a Parigi...
- tesi: devi esporre una tua tesi che devi sostenere con delle motivazioni
-antitesi: c'è chi però non appoggia la tua tesi, e puoi ad esempio dire che a differenza tua, il 35% (o un qualsiasi numero) sostiene che ... (deve esser qualcosa che va contro la tua tesi)
-conclusione: infine concludi riaffermando però la tua tesi.
Prova a seguire questo schema, vedrai che ci riesci a farlo il testo. Tenta,scrivi una tua bozza e la rivediamo insieme.
Ciao Laura!
- introduzione: inizia introducendo l'argomento. Puoi dunque dire "Nella società odierna il terrorismo, invece di cessare, ha preso il sopravvento. Una dimostrazione l'abbiamo avuta proprio ultimamente con il caso avvenuto a Parigi...
- tesi: devi esporre una tua tesi che devi sostenere con delle motivazioni
-antitesi: c'è chi però non appoggia la tua tesi, e puoi ad esempio dire che a differenza tua, il 35% (o un qualsiasi numero) sostiene che ... (deve esser qualcosa che va contro la tua tesi)
-conclusione: infine concludi riaffermando però la tua tesi.
Prova a seguire questo schema, vedrai che ci riesci a farlo il testo. Tenta,scrivi una tua bozza e la rivediamo insieme.
Ciao Laura!
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