Tema sulla globalizzazione. Un'aiuto?
Dovrei fare un piccolo tema sugli aspetti della globalizzazione. Ecco la traccia.
- Analizza gli aspetti della globalizzazione come fatto di vita e di cultura personale e generazionale.
Grazie mille :) :)
- Analizza gli aspetti della globalizzazione come fatto di vita e di cultura personale e generazionale.
Grazie mille :) :)
Miglior risposta
la globalizzazione economica presuppone la libertà di movimento di persone, imprese, servizi e capitali e, grazie a questo, le esportazioni negli anni ’90 sono aumentate del 18% rispetto agli anni ’70.
Il passaggio dalla “economia territoriale” a quella “internazionale” ha apportato notevoli miglioramenti nello standard di vita di milioni di persone che abitano nei paesi beneficiari dell’abbattimento delle frontiere.
Gli Stati, a causa della generale riduzione delle loro entrate, stanno riducendo la spesa “sociale” e forse questo è bene, avendo in genere dimostrato di gestirla male.
ASPETTI NEGATIVI
La mercantilizzazione del mondo distrugge lo stato-nazione e svuota la politica nella sua sostanza, accumula minacce enormi sull’ambiente, corrompe l’etica e distrugge le culture.
Gli aspetti più negativi della globalizzazione sono i seguenti:
· Economicismo, l’economia prevale sulla politica, il bene privato prevale su quello pubblico e ciò porta ai regionalismi;
· Capitalismo selvaggio;
· Finanziarizzazione economica, si tratta di produrre denaro per mezzo di denaro, senza la mediazione di merce (effetto del capitalismo selvaggio). Il meccanismo è il seguente: i profitti eccedenti dai capitali che vengono immessi nel mercato globale devono cercare degli sbocchi, o prestiti a tassi di elevato interesse o privatizzazioni;
· Mafizzazione delle finanze e dell’economia, entrata in circolo di denaro sporco a causa delle criminalità trasnazionali.
Le vie utilizzate dalle forze economiche del Nord (le più ricche) per arricchirsi alle spalle del Sud sono il debito estero, che arricchisce le banche, e il controllo delle risorse e del lavoro.
In tutti i paesi imperialisti il budget dello Stato e le casse pubbliche sono trasformati in serbatoi destinati a finanziare il parassitismo dei grandi gruppi finanziari. Da qui l’abbandono crescente dei servizi pubblici, anche nei paesi più ricchi. Da qui anche l’indebitamento consistente e sempre in crescita degli Stati.
Se l’imperialismo si sentisse costretto da una crisi, da uno sconvolgimento economico, a proteggersi dietro politiche protezioniste, questo avverrebbe al prezzo di un abbassamento ancor più catastrofico del livello di vita della classe operaia ed anche al prezzo di regimi autoritari o fascisti per imporlo. L’interesse del proletariato non è quello di combattere l’internazionalizzazione della produzione, l’interpenetrazione delle economie, ma quello di battersi per il rovesciamento dell’ordine capitalista su scala mondiale.
La globalizzazione ha arricchito il potere di poche centinaia di imprese globali ma per la maggior parte della popolazione questo fenomeno ha fatto sentire i suoi aspetti negativi. Queste persone hanno “nutrito” una crescente disoccupazione, diminuzione di salari, licenziamento di massa, scomparsa di piccole attività rurali e distruzione dell’ambiente; le forze globali non sono però tenute a rispondere a nulla e a nessuno dei propri atti. Proprio dalla disomogeneità dei mercati e dai diversi tipi di società economiche che caratterizzano il nostro pianeta, trae principio e forza la teoria della globalizzazione: produrre in paesi con un basso costo del lavoro e con poche restrizioni sociali ed ambientali, è oltremodo conveniente, ma aumenta a dismisura il divario fra Primo e Terzo Mondo, fra ricchi e poveri del pianeta.
Il passaggio dalla “economia territoriale” a quella “internazionale” ha apportato notevoli miglioramenti nello standard di vita di milioni di persone che abitano nei paesi beneficiari dell’abbattimento delle frontiere.
Gli Stati, a causa della generale riduzione delle loro entrate, stanno riducendo la spesa “sociale” e forse questo è bene, avendo in genere dimostrato di gestirla male.
ASPETTI NEGATIVI
La mercantilizzazione del mondo distrugge lo stato-nazione e svuota la politica nella sua sostanza, accumula minacce enormi sull’ambiente, corrompe l’etica e distrugge le culture.
Gli aspetti più negativi della globalizzazione sono i seguenti:
· Economicismo, l’economia prevale sulla politica, il bene privato prevale su quello pubblico e ciò porta ai regionalismi;
· Capitalismo selvaggio;
· Finanziarizzazione economica, si tratta di produrre denaro per mezzo di denaro, senza la mediazione di merce (effetto del capitalismo selvaggio). Il meccanismo è il seguente: i profitti eccedenti dai capitali che vengono immessi nel mercato globale devono cercare degli sbocchi, o prestiti a tassi di elevato interesse o privatizzazioni;
· Mafizzazione delle finanze e dell’economia, entrata in circolo di denaro sporco a causa delle criminalità trasnazionali.
Le vie utilizzate dalle forze economiche del Nord (le più ricche) per arricchirsi alle spalle del Sud sono il debito estero, che arricchisce le banche, e il controllo delle risorse e del lavoro.
In tutti i paesi imperialisti il budget dello Stato e le casse pubbliche sono trasformati in serbatoi destinati a finanziare il parassitismo dei grandi gruppi finanziari. Da qui l’abbandono crescente dei servizi pubblici, anche nei paesi più ricchi. Da qui anche l’indebitamento consistente e sempre in crescita degli Stati.
Se l’imperialismo si sentisse costretto da una crisi, da uno sconvolgimento economico, a proteggersi dietro politiche protezioniste, questo avverrebbe al prezzo di un abbassamento ancor più catastrofico del livello di vita della classe operaia ed anche al prezzo di regimi autoritari o fascisti per imporlo. L’interesse del proletariato non è quello di combattere l’internazionalizzazione della produzione, l’interpenetrazione delle economie, ma quello di battersi per il rovesciamento dell’ordine capitalista su scala mondiale.
La globalizzazione ha arricchito il potere di poche centinaia di imprese globali ma per la maggior parte della popolazione questo fenomeno ha fatto sentire i suoi aspetti negativi. Queste persone hanno “nutrito” una crescente disoccupazione, diminuzione di salari, licenziamento di massa, scomparsa di piccole attività rurali e distruzione dell’ambiente; le forze globali non sono però tenute a rispondere a nulla e a nessuno dei propri atti. Proprio dalla disomogeneità dei mercati e dai diversi tipi di società economiche che caratterizzano il nostro pianeta, trae principio e forza la teoria della globalizzazione: produrre in paesi con un basso costo del lavoro e con poche restrizioni sociali ed ambientali, è oltremodo conveniente, ma aumenta a dismisura il divario fra Primo e Terzo Mondo, fra ricchi e poveri del pianeta.
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