Tema: Evoluzione dei sistemi di comunicazione
Devo fare un tema sull'evoluzione dei sistemi di comunicazione ma non so da dove partire e neanche dove arrivare. Mi potete dare una mano?
Miglior risposta
Ecco a te:
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=64
Oppure questo lo trovo molto significativo.
1. Le origini
In origine il trasporto delle persone e delle merci avveniva a piedi o utiliz-
zando gli animali come mezzi di locomozione e di trazione. Con l'avvento
delle prime civiltà vennero introdotti i mezzi di trasporto, dispositivi in gra-
do di accogliere al proprio interno l'oggetto dello spostamento e di muo-
versi con esso nello spazio su infrastnitture di diversa natura utilizzando
una o più forme di energia.
I primi mezzi di trasporto furono semplici veicoli terrestri a trazione
umana o animale. L'invenzione della ruota, oltre ad incrementare la ca-
pacità di spostamento del veicolo e a ridurre la quantità di energia impie-
gata, diede impulso alla costruzione delle prime infrastnitture di traspor-
to: le strade.
Un mezzo di trasporto che non necessitava di infrastnitture di linea, ma
solo di scali per il carico e lo scarico era quello fluviale o marittimo, mol-
to usato nell'antichità per spostamenti di lungo raggio tra località poste in
prossimità della costa o di fiumi navigabili.
L'Italia, situata nel cuore dell'area mediterranea, fu interessata fin dal-
l'Evo Antico da movimenti di popolazioni e traffici di mercanzie, ma la sua
orografia tormentata, la presenza di paludi e di corsi d'acqua non naviga-
bili, ma instabili, rappresentò sempre un ostacolo ai trasporti. In epoca pro-
tostorica il vettore marittimo e, nei pochi casi possibili, quello fluviale rap-
presentarono una opzione di trasporto abbastanza affidabile e conveniente
fino a quando, in epoca romana, soprattutto a partire dal III secolo a.C., ven-
ne sviluppato il primo efficiente e articolato sistema di trasporti terrestri,
rappresentato da una rete di strade consolari che, originandosi da Roma, si
dirigevano verso tutte le regioni della Penisola e, più tardi, in direzione di
tutte le province dell'Impero.
Le necessità di approvvigionamento di beni e di spostamento degli eser-
citi non fecero tuttavia tramontare il prevalente carattere marittimo dei tra-
sporti che fu favorito dal miglioramento nella conoscenza delle rotte e dal-
lo sradicamento della pirateria.
2. // declino del sistema dei trasporti terrestri nel Medio Evo
Con il tramonto dell'Impero Romano d'Occidente i traffici terrestri diven-
nero problematici, soprattutto in seguito alla decadenza della rete stradale
consolare, ma quelli marittimi rimasero abbastanza fiorenti su tutta l'area
del Mediterraneo fino a quando l'unità culturale dei popoli che vivevano
sulle sue coste non fu spezzata dall'avanzata dell'Isiam. La rinascita della
pirateria barbaresca rappresentò infine un nuovo ostacolo per gli scambi
commerciali e decretò l'inizio di un periodo di stasi commerciale con i tra-
sporti ridotti al minimo. Il periodo feudale fu caratterizzato da un'econo-
mia chiusa, autarchica e dalla decadenza dei contatti economici e cultura-
li: in questo quadro le strade consolari romane pervennero allo stadio di de-
cadenza più completa.
Dopo l'anno Mille seguì un periodo di rinascita politica ed economica
che in Italia culminò nell'epoca comunale e nei Paesi nel Nord Europa si
identificò nella nascita delle leghe di città indipendenti, come quella an-
seatica. Questo tipo di organizzazione politica, svincolata dal sistema am-
ministrativo di tipo feudale, favorì la concentrazione di popolazione e di at-
tività produttive nelle città attorno alle quali avvenne una sovraproduzione
dei beni: ciò favorì la nascita di una classe mercantile che inizio a scam-
biare le eccedenze dando vita a nuove correnti di traffico terrestre e stimolò
la costruzione di nuove vie di comunicazione.
In Italia le Repubbliche marinare utilizzarono le proprie infrastrutture
portuali per potenziare i traffici marittimi e favorire la nascita di una nuo-
va classe imprenditoriale e mercantile, attiva quasi in ogni angolo del ba-
cino mediterraneo. Le Repubbliche disponevano in alcuni casi di una for-
za militare marittima autonoma in grado di difendere i traffici dalla pirate-
ria saracena e di farli espandere fin sulle sponde del vicino Oriente, in cui
vennero fondate numerose colonie e basi commerciali.
In questo quadro economico-politico, alla fine del Medio Evo l'Italia si
impose come cardine dei traffici commerciali dell'Europa centrale e meri-
dionale e concentrò ingenti capitali destinati promuovere attività sempre
più differenziate. In quest'epoca iniziò nella Pianura Padana la costruzione
di canali navigabili che collegavano alcune città con i principali fiumi e rap-
presentavano una infrastruttura alternativa alla rete stradale per il trasporto
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di merci pesanti o voluminose che non avrebbero trovato una vantaggiosa
alternativa nella rete stradale allora esistente.
3. / traffici nell'età moderna: la marginalizzazione dell'Italia
e dell 'area mediterranea
Dopo la scoperta dell'America l'asse dei traffici mondiali si spostò sull'O-
ceano Atlantico, privilegiando i Paesi europei dell'Europa settentrionale ed
occidentale (all'inizio soprattutto Spagna e Portogallo) che si arricchirono
intrattenendo rapporti economici con le colonie del nuovo mondo. Con-
temporaneamente l'area mediterranea iniziò un periodo di declino, acuito-
si dopo la definitiva scomparsa dell'Impero Bizantino e l'avanzata del do-
minio ottomano, che interruppe molte relazioni commerciali verso il Vici-
no Oriente. In questa fase migliorarono le tecniche di navigazione oceani-
che, ma l'Europa meridionale subì una stagnazione nel progresso infra-
stnitturale, in particolare nella costruzione delle reti stradali che si espan-
sero con lentezza. Contemporaneamente avveniva il tramonto delle Re-
pubbliche marinare. Solo l'apertura del canale di Suez, avvenuta nel 1869,
inserì l'Italia ed altri Paesi del Mediterraneo sulle nuove rotte commercia-
li tra l'Europa occidentale e l'Oriente asiatico e agì da propulsore nel pro-
gresso economico e nel miglioramento delle reti di trasporto.
4.1 trasporti nell'età contemporanea
La rivoluzione industriale, la comparsa del grande capitale nei processi pro-
duttivi, il progresso tecnologico sono i tre fattori che hanno determinato una
terza rivoluzione economica (contando anche quella agricola): la rivolu-
zione dei trasporti. Alla fine del XVIII secolo le macchine a vapore entra-
rono quasi contemporaneamente nel processo evolutivo della navigazione
e dei trasporti terrestri dando avvio all'era delle costruzioni ferroviarie. I
treni, a loro volta, grazie alla capacità di spostare grandi masse di mercé a
velocità superiore a quella di ogni altro vettore continentale, determinaro-
no il declino della navigazione interna che, con la realizzazione di una re-
te di canali navigabili estesa su gran parte delle aree pianeggianti dell'Eu-
ropa occidentale, aveva avuto un periodo di grande sviluppo già dalla fine
del Medio Evo.
Negli ultimi duecento anni nuovi mezzi sono comparsi sulla scena dei
traffici internazionali impiegando fonti di energia nuove, prodotte dappri-
ma da combustibili fossili e, più di recente, anche nucleari, per muovere
vettori il cui peso li rendeva proibitivi per la tradizionale trazione animale:
dopo l'avvento dei veicoli stradali con motore a scoppio, gli aerei con mo-
tore a turbina hanno più di recente rivoluzionato il concetto di trasporto in-
troducendo velocità commerciali di due ordini di grandezza superiori a quel-
le di due secoli fa e rendendo di fatto possibile l'annullamento delle di-
stanze.
Da un cinquantennio la motorizzazione di massa ha caratterizzato la pri-
vatizzazione e l'individualizzazione sempre più diffusa del trasporto pas-
seggeri, almeno nel mondo sviluppato, mentre la ferrovia ha perso il tradi-
zionale monopolio del trasporto terrestre a vantaggio del vettore su gom-
ma. Negli ultimi decenni il vettore aereo, grazie alla diminuzione delle ta-
riffe, si è imposto nel trasporto passeggeri di massa anche sulle medie di-
stanze e, sulle rotte transoceaniche, ha decretato il definitivo tramonto del
transatlantico che sopravvive solo nel segmento di mercato del turismo cro-
cieristico.
5. / trasporti in Italia dopo l'unificazione politica
Dopo il 1860 l'Italia ereditava una situazione di infrastnitture di trasporto
frammentata a causa della precedente situazione politica: le reti terrestri
(stradale e ferroviaria) erano state progettate su base regionale e mancava-
no collegamenti di respiro nazionale; anche i porti, abbastanza numerosi
grazie allo sviluppo costiero (7.000 km), non erano in grado di competere
con le strutture del Nord Europa. Fu così necessario affrontare l'ammoder-
namento infrastnitturale con limitate risorse finanziarie, per cui il proces-
so, che all'inizio interessò principalmente le ferrovie, durò più di un seco-
lo e in parte è tuttora in atto.
Nonostante il territorio orograficamente sfavorevole e le distruzioni se-
guite alla seconda guerra mondiale, l'Italia possiede oggi una rete pluri-
modale moderna e competitiva rispetto quasi tutti i più evoluti Paesi euro-
pei. Tuttavia la perifericità geografica della Penisola nel contesto dei gran-
di flussi interni continentali relega l'Italia in una posizione marginale nei
confronti delle principali correnti di traffico internazionale, soprattutto ri-
spetto al nuovo cuore delle attività economiche europee, posizionato lungo
un'area che va dall'Inghilterra alla Svizzera settentrionale passando per l'as-
se renano, da cui la separa la regione alpina.
L'Italia rischia quindi di rimanere ai margini dell'imminente evoluzio-
ne nel mercato dei trasporti che seguirà all'integrazione economica dei Pae-
20
si dell'Est europeo e di rimanere esclusa da rilevanti correnti di traffico.
Inoltre la carenza dei collegamenti tra i porti ed il retroterra vanifica la po-
tenziale situazione di vantaggio di un territorio peninsulare proteso nel cuo-
re del Mediterraneo, posizionato sull'asse delle rotte marittime tra Occi-
dente e Vicino Oriente e finisce con l'avvantaggiare gli scali del Nord Eu-
ropa.
Le attuali strategie della politica italiana di trasporto mirano pertanto a:
- migliorare i collegamenti attraverso l'arco alpino;
- adeguare i collegamenti tra porti e retroterra;
- incrementare dimensioni e funzioni dei poli logistici (località sede di
servizi accessori che agevolano lo scambio di flussi tra vettori diversi);
- facilitare l'interscambio e il trasporto intermodale;
- potenziale gli scali aeroportuali e la loro funzione di cerniera tra l'Eu-
ropa ed il Vicino Oriente.
Te l'ho ricopiato xk essendo un pdf nn sono sicura tu riesca ad entrarci ti metto cmq il link:
https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:GDexvhs5jIcJ:www.cerist.unige.it/page/head/centrodocument/nov.edit/pdf/Le%2520infrastrutture%2520e%2520il%2520turismo/Le%2520infrastrutture%2520e%2520il%2520turismo_Prime%25205.pdf+evoluzione+comunicazioni&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEEShcgCE6RvoM6W0zMnOHzAda-GHJCo92QSPYm1v6vzNN-momwmv-Hs5BbXeFNKfaZ1PGnr8a6ZAczzLbEpQ82t7LMTo7OI8gjP2eN81JTC7borb90ChqwgpKDNltfVv-GWgjH57L&sig=AHIEtbTFvdlFtHjkf0tK68jSl65qkwYwqA
Molto significativo è anche questo:
http://www.garito.it/areastud/Ricerche/danielamosca_raffaellaruocco_storia_comm_scritt.htm
Per qualsiasi cosa chiedimi pure
Evelyn
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=64
Oppure questo lo trovo molto significativo.
1. Le origini
In origine il trasporto delle persone e delle merci avveniva a piedi o utiliz-
zando gli animali come mezzi di locomozione e di trazione. Con l'avvento
delle prime civiltà vennero introdotti i mezzi di trasporto, dispositivi in gra-
do di accogliere al proprio interno l'oggetto dello spostamento e di muo-
versi con esso nello spazio su infrastnitture di diversa natura utilizzando
una o più forme di energia.
I primi mezzi di trasporto furono semplici veicoli terrestri a trazione
umana o animale. L'invenzione della ruota, oltre ad incrementare la ca-
pacità di spostamento del veicolo e a ridurre la quantità di energia impie-
gata, diede impulso alla costruzione delle prime infrastnitture di traspor-
to: le strade.
Un mezzo di trasporto che non necessitava di infrastnitture di linea, ma
solo di scali per il carico e lo scarico era quello fluviale o marittimo, mol-
to usato nell'antichità per spostamenti di lungo raggio tra località poste in
prossimità della costa o di fiumi navigabili.
L'Italia, situata nel cuore dell'area mediterranea, fu interessata fin dal-
l'Evo Antico da movimenti di popolazioni e traffici di mercanzie, ma la sua
orografia tormentata, la presenza di paludi e di corsi d'acqua non naviga-
bili, ma instabili, rappresentò sempre un ostacolo ai trasporti. In epoca pro-
tostorica il vettore marittimo e, nei pochi casi possibili, quello fluviale rap-
presentarono una opzione di trasporto abbastanza affidabile e conveniente
fino a quando, in epoca romana, soprattutto a partire dal III secolo a.C., ven-
ne sviluppato il primo efficiente e articolato sistema di trasporti terrestri,
rappresentato da una rete di strade consolari che, originandosi da Roma, si
dirigevano verso tutte le regioni della Penisola e, più tardi, in direzione di
tutte le province dell'Impero.
Le necessità di approvvigionamento di beni e di spostamento degli eser-
citi non fecero tuttavia tramontare il prevalente carattere marittimo dei tra-
sporti che fu favorito dal miglioramento nella conoscenza delle rotte e dal-
lo sradicamento della pirateria.
2. // declino del sistema dei trasporti terrestri nel Medio Evo
Con il tramonto dell'Impero Romano d'Occidente i traffici terrestri diven-
nero problematici, soprattutto in seguito alla decadenza della rete stradale
consolare, ma quelli marittimi rimasero abbastanza fiorenti su tutta l'area
del Mediterraneo fino a quando l'unità culturale dei popoli che vivevano
sulle sue coste non fu spezzata dall'avanzata dell'Isiam. La rinascita della
pirateria barbaresca rappresentò infine un nuovo ostacolo per gli scambi
commerciali e decretò l'inizio di un periodo di stasi commerciale con i tra-
sporti ridotti al minimo. Il periodo feudale fu caratterizzato da un'econo-
mia chiusa, autarchica e dalla decadenza dei contatti economici e cultura-
li: in questo quadro le strade consolari romane pervennero allo stadio di de-
cadenza più completa.
Dopo l'anno Mille seguì un periodo di rinascita politica ed economica
che in Italia culminò nell'epoca comunale e nei Paesi nel Nord Europa si
identificò nella nascita delle leghe di città indipendenti, come quella an-
seatica. Questo tipo di organizzazione politica, svincolata dal sistema am-
ministrativo di tipo feudale, favorì la concentrazione di popolazione e di at-
tività produttive nelle città attorno alle quali avvenne una sovraproduzione
dei beni: ciò favorì la nascita di una classe mercantile che inizio a scam-
biare le eccedenze dando vita a nuove correnti di traffico terrestre e stimolò
la costruzione di nuove vie di comunicazione.
In Italia le Repubbliche marinare utilizzarono le proprie infrastrutture
portuali per potenziare i traffici marittimi e favorire la nascita di una nuo-
va classe imprenditoriale e mercantile, attiva quasi in ogni angolo del ba-
cino mediterraneo. Le Repubbliche disponevano in alcuni casi di una for-
za militare marittima autonoma in grado di difendere i traffici dalla pirate-
ria saracena e di farli espandere fin sulle sponde del vicino Oriente, in cui
vennero fondate numerose colonie e basi commerciali.
In questo quadro economico-politico, alla fine del Medio Evo l'Italia si
impose come cardine dei traffici commerciali dell'Europa centrale e meri-
dionale e concentrò ingenti capitali destinati promuovere attività sempre
più differenziate. In quest'epoca iniziò nella Pianura Padana la costruzione
di canali navigabili che collegavano alcune città con i principali fiumi e rap-
presentavano una infrastruttura alternativa alla rete stradale per il trasporto
18
di merci pesanti o voluminose che non avrebbero trovato una vantaggiosa
alternativa nella rete stradale allora esistente.
3. / traffici nell'età moderna: la marginalizzazione dell'Italia
e dell 'area mediterranea
Dopo la scoperta dell'America l'asse dei traffici mondiali si spostò sull'O-
ceano Atlantico, privilegiando i Paesi europei dell'Europa settentrionale ed
occidentale (all'inizio soprattutto Spagna e Portogallo) che si arricchirono
intrattenendo rapporti economici con le colonie del nuovo mondo. Con-
temporaneamente l'area mediterranea iniziò un periodo di declino, acuito-
si dopo la definitiva scomparsa dell'Impero Bizantino e l'avanzata del do-
minio ottomano, che interruppe molte relazioni commerciali verso il Vici-
no Oriente. In questa fase migliorarono le tecniche di navigazione oceani-
che, ma l'Europa meridionale subì una stagnazione nel progresso infra-
stnitturale, in particolare nella costruzione delle reti stradali che si espan-
sero con lentezza. Contemporaneamente avveniva il tramonto delle Re-
pubbliche marinare. Solo l'apertura del canale di Suez, avvenuta nel 1869,
inserì l'Italia ed altri Paesi del Mediterraneo sulle nuove rotte commercia-
li tra l'Europa occidentale e l'Oriente asiatico e agì da propulsore nel pro-
gresso economico e nel miglioramento delle reti di trasporto.
4.1 trasporti nell'età contemporanea
La rivoluzione industriale, la comparsa del grande capitale nei processi pro-
duttivi, il progresso tecnologico sono i tre fattori che hanno determinato una
terza rivoluzione economica (contando anche quella agricola): la rivolu-
zione dei trasporti. Alla fine del XVIII secolo le macchine a vapore entra-
rono quasi contemporaneamente nel processo evolutivo della navigazione
e dei trasporti terrestri dando avvio all'era delle costruzioni ferroviarie. I
treni, a loro volta, grazie alla capacità di spostare grandi masse di mercé a
velocità superiore a quella di ogni altro vettore continentale, determinaro-
no il declino della navigazione interna che, con la realizzazione di una re-
te di canali navigabili estesa su gran parte delle aree pianeggianti dell'Eu-
ropa occidentale, aveva avuto un periodo di grande sviluppo già dalla fine
del Medio Evo.
Negli ultimi duecento anni nuovi mezzi sono comparsi sulla scena dei
traffici internazionali impiegando fonti di energia nuove, prodotte dappri-
ma da combustibili fossili e, più di recente, anche nucleari, per muovere
vettori il cui peso li rendeva proibitivi per la tradizionale trazione animale:
dopo l'avvento dei veicoli stradali con motore a scoppio, gli aerei con mo-
tore a turbina hanno più di recente rivoluzionato il concetto di trasporto in-
troducendo velocità commerciali di due ordini di grandezza superiori a quel-
le di due secoli fa e rendendo di fatto possibile l'annullamento delle di-
stanze.
Da un cinquantennio la motorizzazione di massa ha caratterizzato la pri-
vatizzazione e l'individualizzazione sempre più diffusa del trasporto pas-
seggeri, almeno nel mondo sviluppato, mentre la ferrovia ha perso il tradi-
zionale monopolio del trasporto terrestre a vantaggio del vettore su gom-
ma. Negli ultimi decenni il vettore aereo, grazie alla diminuzione delle ta-
riffe, si è imposto nel trasporto passeggeri di massa anche sulle medie di-
stanze e, sulle rotte transoceaniche, ha decretato il definitivo tramonto del
transatlantico che sopravvive solo nel segmento di mercato del turismo cro-
cieristico.
5. / trasporti in Italia dopo l'unificazione politica
Dopo il 1860 l'Italia ereditava una situazione di infrastnitture di trasporto
frammentata a causa della precedente situazione politica: le reti terrestri
(stradale e ferroviaria) erano state progettate su base regionale e mancava-
no collegamenti di respiro nazionale; anche i porti, abbastanza numerosi
grazie allo sviluppo costiero (7.000 km), non erano in grado di competere
con le strutture del Nord Europa. Fu così necessario affrontare l'ammoder-
namento infrastnitturale con limitate risorse finanziarie, per cui il proces-
so, che all'inizio interessò principalmente le ferrovie, durò più di un seco-
lo e in parte è tuttora in atto.
Nonostante il territorio orograficamente sfavorevole e le distruzioni se-
guite alla seconda guerra mondiale, l'Italia possiede oggi una rete pluri-
modale moderna e competitiva rispetto quasi tutti i più evoluti Paesi euro-
pei. Tuttavia la perifericità geografica della Penisola nel contesto dei gran-
di flussi interni continentali relega l'Italia in una posizione marginale nei
confronti delle principali correnti di traffico internazionale, soprattutto ri-
spetto al nuovo cuore delle attività economiche europee, posizionato lungo
un'area che va dall'Inghilterra alla Svizzera settentrionale passando per l'as-
se renano, da cui la separa la regione alpina.
L'Italia rischia quindi di rimanere ai margini dell'imminente evoluzio-
ne nel mercato dei trasporti che seguirà all'integrazione economica dei Pae-
20
si dell'Est europeo e di rimanere esclusa da rilevanti correnti di traffico.
Inoltre la carenza dei collegamenti tra i porti ed il retroterra vanifica la po-
tenziale situazione di vantaggio di un territorio peninsulare proteso nel cuo-
re del Mediterraneo, posizionato sull'asse delle rotte marittime tra Occi-
dente e Vicino Oriente e finisce con l'avvantaggiare gli scali del Nord Eu-
ropa.
Le attuali strategie della politica italiana di trasporto mirano pertanto a:
- migliorare i collegamenti attraverso l'arco alpino;
- adeguare i collegamenti tra porti e retroterra;
- incrementare dimensioni e funzioni dei poli logistici (località sede di
servizi accessori che agevolano lo scambio di flussi tra vettori diversi);
- facilitare l'interscambio e il trasporto intermodale;
- potenziale gli scali aeroportuali e la loro funzione di cerniera tra l'Eu-
ropa ed il Vicino Oriente.
Te l'ho ricopiato xk essendo un pdf nn sono sicura tu riesca ad entrarci ti metto cmq il link:
https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:GDexvhs5jIcJ:www.cerist.unige.it/page/head/centrodocument/nov.edit/pdf/Le%2520infrastrutture%2520e%2520il%2520turismo/Le%2520infrastrutture%2520e%2520il%2520turismo_Prime%25205.pdf+evoluzione+comunicazioni&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEEShcgCE6RvoM6W0zMnOHzAda-GHJCo92QSPYm1v6vzNN-momwmv-Hs5BbXeFNKfaZ1PGnr8a6ZAczzLbEpQ82t7LMTo7OI8gjP2eN81JTC7borb90ChqwgpKDNltfVv-GWgjH57L&sig=AHIEtbTFvdlFtHjkf0tK68jSl65qkwYwqA
Molto significativo è anche questo:
http://www.garito.it/areastud/Ricerche/danielamosca_raffaellaruocco_storia_comm_scritt.htm
Per qualsiasi cosa chiedimi pure
Evelyn
Miglior risposta
Risposte
http://www.gandalf.it/storia/storia.htm
http://www.fub.it/events/seminari/evoluzionedeisistemitelecomunicazioneeprotezioneambientalericercacomunicazioneecontrollo
http://www.tesionline.it/consult/preview.jsp?pag=3&idt=24492
:hi
http://www.fub.it/events/seminari/evoluzionedeisistemitelecomunicazioneeprotezioneambientalericercacomunicazioneecontrollo
http://www.tesionline.it/consult/preview.jsp?pag=3&idt=24492
:hi
può andare?
http://www.garito.it/areastud/studentipsico06/1/03_L’evoluzione%20dei%20sistemi%20di%20comunicazione.doc
http://www.garito.it/areastud/studentipsico06/1/03_L’evoluzione%20dei%20sistemi%20di%20comunicazione.doc