TEMA... (22232)
Ragazzi per domani ho un tema questa è la traccia :
Funzioni ed effetti dell'amore per alcuni poeti Medievali(Cecco Angiolieri,Dante,Guinizelli ecc)
Qualcuno può darmi una mano ?
Funzioni ed effetti dell'amore per alcuni poeti Medievali(Cecco Angiolieri,Dante,Guinizelli ecc)
Qualcuno può darmi una mano ?
Risposte
Francy1982:
apr un thread tutto tuo!
vero...
apr un thread tutto tuo!
scusami mi potresti aiutare...== dovrei fare un tema.. la proff.. ci ha dato l'incipit (inizio) e noi dobbiamo continuare
per Dante, Guinizzelli e Cavalcanti guarda quì
https://www.skuola.net/letteratura-italiana-1700/lode-della-donna-nel-medioevo.html
Per Cecco
Nel primo dei sonetti elencati assistiamo ad una commedia amorosa interpretata da una figura femminile che rappresenta la caricatura della Beatrice dantesca; Becchina è una donna avida di denaro e dai costumi un po’ dissoluti. Evidentissima nel brano è la deformazione degli ideali stilnovistici a favore del terreno e del plebeo; Cecco rinnova le forme tradizionali del contrasto e vivacizza la tecnica del sonetto dialogato inserendo il suo acceso realismo. Nelle battute iniziali troviamo l’Angiolieri nelle vesti del traditore che tenta di recuperare l’amore della donna prima con il linguaggio cortese dell’innamorato: «Merzè, per Deo!», «E verrò sempre [molto gecchito]»; per poi passare ai mezzi più vivaci delle insinuazioni («Vuo’ pur ch’i’ muoia?»), delle scuse e delle domande lusinghevoli. L’«amata», invece, risponde prontamente: « In che fallai? , Tu sai ch’i’ l’abbo udito », lo deride « Ed io morrò! , Omè, che tu m’inganni » ed impietosa non cede alle mille moine.
La donna angelicata degli stilnovisti è, al contrario della figura di Becchina, umile («benignamente d’umiltà vestuta»), gentile ed onesta («tanto gentile e tanto onesta pare»). Gli stilnovisti descrivono donne pudiche e rispettose, che si avvicinano all’uomo solo tramite un saluto o un sorriso: «Lo vostro bel saluto e il gentil sguardo / che fate quando v’encontro, m’ancide: Amor m’assale» provocando nell’innamorato sentimenti, tremori e puri desideri.
Nel sonetto Il cuore in corpo mi sento tremare, l’Angiolieri sviluppa parodisticamente una canonica situazione stilnovista: la visione della donna che fa tremare ed ammutolire che egli rappresenta secondo i modi comici e realistici. «Tremare», verbo topico dello stilnovismo, nel quale è usato per indicare stupore e meraviglia, nella poesia di Cecco si trasforma per divenire addirittura incapacità di reggersi in piedi: «Mi tengo in una gran ventura / quand’i’ mi posso pur su’ piei fidare».
La donna descritta dal poeta senese risponde animatamente alle provocazioni ed alle domande del suo amante: i due rappresentano un amore completamente plebeo, terreno, cui si confà anche la fisicità, che non si basa su sguardi e sorrisi ma arriva ad una conclusione concreta. Becchina, pur essendo una figura grossolana e popolare, rende benissimo l’idea di una donna emancipata, schietta e non sottomessa, anzi, per l’epoca, irrispettosa nei confronti dell’uomo e della posizione generalmente riservata alla donna. Si è tentati ad affezionarsi alla vivace figura di questa donna che sa farsi valere a discapito delle tante Beatrici o donne angelicate, signore nobili e dame che, attraverso l’ottica profanatrice assunta dall’Angiolieri nei confronti del Dolce Stilnovo, mantengono le distanze o fanno le preziose. Il rovesciamento del sacro è stato attuato, al canone si contrappone un anticanone alla cui base stanno dei personaggi più popolari. Sottolineiamo anche la voluta e compiaciuta esasperazione delle immagini, della parodia e della caricatura, nell’intento di sbalordire il pubblico; tuttavia l’insofferenza verso i valori cortesi e stilnovistici è prettamente negativa: manca, infatti, la creazione di nuovi ideali, per quanto di matrice popolare, che si possano contrapporre a quelli appena abbattuti.
tratto da [url=http://209.85.129.132/search?q=cache:PTYw0RtOHrUJ:www.premioletterariodedalus.it/archivio/scuola/ipertesto%252007/pagine/pag.9%2520par%2520italia.htm+figura+donna+cecco+angiolieri&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it]quì[/url]
Mi raccomando..ricorda che Dante, Cavalcanti e Guinizzelli, benchè tutti stilnovisti avevano una concezione dell'amore ben distinta tra loro, ciò lo devi far risaltare ok??...se hai dubbi o altri chiarimenti chiedi..
https://www.skuola.net/letteratura-italiana-1700/lode-della-donna-nel-medioevo.html
Per Cecco
Nel primo dei sonetti elencati assistiamo ad una commedia amorosa interpretata da una figura femminile che rappresenta la caricatura della Beatrice dantesca; Becchina è una donna avida di denaro e dai costumi un po’ dissoluti. Evidentissima nel brano è la deformazione degli ideali stilnovistici a favore del terreno e del plebeo; Cecco rinnova le forme tradizionali del contrasto e vivacizza la tecnica del sonetto dialogato inserendo il suo acceso realismo. Nelle battute iniziali troviamo l’Angiolieri nelle vesti del traditore che tenta di recuperare l’amore della donna prima con il linguaggio cortese dell’innamorato: «Merzè, per Deo!», «E verrò sempre [molto gecchito]»; per poi passare ai mezzi più vivaci delle insinuazioni («Vuo’ pur ch’i’ muoia?»), delle scuse e delle domande lusinghevoli. L’«amata», invece, risponde prontamente: « In che fallai? , Tu sai ch’i’ l’abbo udito », lo deride « Ed io morrò! , Omè, che tu m’inganni » ed impietosa non cede alle mille moine.
La donna angelicata degli stilnovisti è, al contrario della figura di Becchina, umile («benignamente d’umiltà vestuta»), gentile ed onesta («tanto gentile e tanto onesta pare»). Gli stilnovisti descrivono donne pudiche e rispettose, che si avvicinano all’uomo solo tramite un saluto o un sorriso: «Lo vostro bel saluto e il gentil sguardo / che fate quando v’encontro, m’ancide: Amor m’assale» provocando nell’innamorato sentimenti, tremori e puri desideri.
Nel sonetto Il cuore in corpo mi sento tremare, l’Angiolieri sviluppa parodisticamente una canonica situazione stilnovista: la visione della donna che fa tremare ed ammutolire che egli rappresenta secondo i modi comici e realistici. «Tremare», verbo topico dello stilnovismo, nel quale è usato per indicare stupore e meraviglia, nella poesia di Cecco si trasforma per divenire addirittura incapacità di reggersi in piedi: «Mi tengo in una gran ventura / quand’i’ mi posso pur su’ piei fidare».
La donna descritta dal poeta senese risponde animatamente alle provocazioni ed alle domande del suo amante: i due rappresentano un amore completamente plebeo, terreno, cui si confà anche la fisicità, che non si basa su sguardi e sorrisi ma arriva ad una conclusione concreta. Becchina, pur essendo una figura grossolana e popolare, rende benissimo l’idea di una donna emancipata, schietta e non sottomessa, anzi, per l’epoca, irrispettosa nei confronti dell’uomo e della posizione generalmente riservata alla donna. Si è tentati ad affezionarsi alla vivace figura di questa donna che sa farsi valere a discapito delle tante Beatrici o donne angelicate, signore nobili e dame che, attraverso l’ottica profanatrice assunta dall’Angiolieri nei confronti del Dolce Stilnovo, mantengono le distanze o fanno le preziose. Il rovesciamento del sacro è stato attuato, al canone si contrappone un anticanone alla cui base stanno dei personaggi più popolari. Sottolineiamo anche la voluta e compiaciuta esasperazione delle immagini, della parodia e della caricatura, nell’intento di sbalordire il pubblico; tuttavia l’insofferenza verso i valori cortesi e stilnovistici è prettamente negativa: manca, infatti, la creazione di nuovi ideali, per quanto di matrice popolare, che si possano contrapporre a quelli appena abbattuti.
tratto da [url=http://209.85.129.132/search?q=cache:PTYw0RtOHrUJ:www.premioletterariodedalus.it/archivio/scuola/ipertesto%252007/pagine/pag.9%2520par%2520italia.htm+figura+donna+cecco+angiolieri&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it]quì[/url]
Mi raccomando..ricorda che Dante, Cavalcanti e Guinizzelli, benchè tutti stilnovisti avevano una concezione dell'amore ben distinta tra loro, ciò lo devi far risaltare ok??...se hai dubbi o altri chiarimenti chiedi..