Storia d'amore

Pruppa
Storia d'amore

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Sara.96
Due anni fa, oggi.

Era il terzo giorno che mi preparavo. Ero pronta già dal giorno prima, in realtà, ma ancora continuavo a tirare fuori, ripiegare, mettere dentro, controllare, sistemare, le mie cose. Per non pensare, perchè l'idea di passare tre giorni fuori casa con un ragazzo, con il miglior ragazzo che avessi mai conosciuto, il miglior amico che avessi mai avuto, mi emozionava. Come sarebbe andata? Gli sarei piaciuta? Saremmo stati bene insieme? Magari ci saremmo baciati? Il cuore tremava, e non volevo pensare. Forse avevo un pò di paura di sentirmi felice, per quella sensazione, e che la realtà avrebbe potuto rovinare, smentire quella gioia. E continuavo a ripiegare, mettere dentro, sistemare le mie cose.

"Stasera alle otto, parto" gli avevo detto quella mattina, ma era l'ennesima volta in quei giorni che glielo ripetevo, come a voler dare concretezza nella mia mente a quello che sembrava un sogno incredibile, "ma ti scriverò anche dalla nave..".
Lui sarebbe partito diverse ore prima di me, alle due e venti del pomeriggio, in treno, un viaggio di milleduecento chilometri, dalla sua torrida Palermo, attraverso l'intera Italia, fin su verso Genova, dove ci saremmo incontrati al mio sbarco, la mattina dopo. Sedici ore di viaggio, infinito, su rotaie rumorose, con chissachi. E i cento euro per il biglietto glieli aveva dati la mamma, e quelli per tornare la sorella. E tutto questo, solo per incontrare me. L'idea di quello sforzo, di quella voglia, mi commuoveva. Lui minimizzava. Non voleva farmene sentire il peso. Ma io lo apprezzavo, e ne ero commossa. "Io ti scriverò ogni ora che sarai in viaggio, e anche dalla nave..", e la mia era una promessa. Volevo stargli vicino finchè avrei potuto, finchè l'ultima tacca di segnale non sarebbe scomparsa, in mare aperto, e il cellulare sarebbe diventato silenzioso. Gli volevo bene, un bene dell'anima. E quando il suo treno partì, con un leggero ritardo, alle 14.30 di quel pomeriggio di luglio di due anni fa, e lui mi scrisse che era in viaggio, io piansi.
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coltina
Sì ma non si capisce che cosa vuoi.

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