Sonetto
salve ragazzi, dovrei scrivere un sonetto inspirandomi a Dante o a Cecco Angiolieri, ma non so proprio cosa scrivere (caos totale).
mi potreste dare una mano????
grazie
mi potreste dare una mano????
grazie
Risposte
alla mia prof la poesia nn gli è andata bene e mi ha detto di riscriverne un altra.
io ho trovato questa
To'! mi sono ricordato di questi vecchi sonetti, di cui il primo improvvisato e perciò più goffo ma nondimeno interessante appunto per come nacque. Starebbero proprio bene sul giornale; anzi, credo che nessun'altra mia poesia sarebbe adatta a tale spazio. Che ve ne pare? Sono divertenti? Se vi fa piacere li si può mettere sul prossimo numero o sul successivo.
Marco Palasciano
Due sonetti goliardici
scritti nell’ora di Metrica
(2006)
1.
Sonetto improvvisato in un minuto
dopo che il professore aveva detto
«Al giorno d’oggi sarebbe impossibile
improvvisare un sonetto»
Un sonetto all’impronta io lo so fare,
mentre altri, ahimè, farlo non può;
c’è chi naufraga nel suo stesso mare,
e chi vede un ruscello anche nel Po.
Ah che delizia, invero, è improvvisare!
delizia a cui non so mai dir di no;
c’è chi ama frugarsi nella nare,
io frugo nel pensiero e cavo ciò.
In quest’aula graziosa, ove, sedendo
col corpo, con lo spirito cammino,
non prendo il sole, ma gli appunti prendo;
stando sul foglio e sulla penna chino,
idealmente però all’alto tendo;
vera è l’elevazion, falso il declino.
2.
Sonetto dell’aula allagata
L’aula è sfondata, e l’acqua cola ingente
per lo straforo del soffitto, e invade
i pavimenti come fosser strade,
con gran disdoro dell’accolta gente.
Ben ci si duol di quanto è fatiscente
l’Ateneo, che tra un poco se ne cade,
ché in chi amministra è poco di bontade,
né fornisce giubbotti-salvagente.
Piú tardi son chiamato alla lavagna,
dove trascrivo un pezzo di sonetto
con tal grafia che plauso ringavagna;
e intanto che divido ogni versetto
in sillabe, piú e piú l’aula si bagna,
e son sommerso, e sciogliesi il gessetto.
mi potreste trovare le figure retoriche x favore???
grazie
io ho trovato questa
To'! mi sono ricordato di questi vecchi sonetti, di cui il primo improvvisato e perciò più goffo ma nondimeno interessante appunto per come nacque. Starebbero proprio bene sul giornale; anzi, credo che nessun'altra mia poesia sarebbe adatta a tale spazio. Che ve ne pare? Sono divertenti? Se vi fa piacere li si può mettere sul prossimo numero o sul successivo.
Marco Palasciano
Due sonetti goliardici
scritti nell’ora di Metrica
(2006)
1.
Sonetto improvvisato in un minuto
dopo che il professore aveva detto
«Al giorno d’oggi sarebbe impossibile
improvvisare un sonetto»
Un sonetto all’impronta io lo so fare,
mentre altri, ahimè, farlo non può;
c’è chi naufraga nel suo stesso mare,
e chi vede un ruscello anche nel Po.
Ah che delizia, invero, è improvvisare!
delizia a cui non so mai dir di no;
c’è chi ama frugarsi nella nare,
io frugo nel pensiero e cavo ciò.
In quest’aula graziosa, ove, sedendo
col corpo, con lo spirito cammino,
non prendo il sole, ma gli appunti prendo;
stando sul foglio e sulla penna chino,
idealmente però all’alto tendo;
vera è l’elevazion, falso il declino.
2.
Sonetto dell’aula allagata
L’aula è sfondata, e l’acqua cola ingente
per lo straforo del soffitto, e invade
i pavimenti come fosser strade,
con gran disdoro dell’accolta gente.
Ben ci si duol di quanto è fatiscente
l’Ateneo, che tra un poco se ne cade,
ché in chi amministra è poco di bontade,
né fornisce giubbotti-salvagente.
Piú tardi son chiamato alla lavagna,
dove trascrivo un pezzo di sonetto
con tal grafia che plauso ringavagna;
e intanto che divido ogni versetto
in sillabe, piú e piú l’aula si bagna,
e son sommerso, e sciogliesi il gessetto.
mi potreste trovare le figure retoriche x favore???
grazie
prego
per il commento...... non saprei
per il commento...... non saprei
Trasformazione
di Marco P. e Marco C.
Mi sentivo come un cane in cerca
di un osso, ma sono stato cacciato.
Giravo per le varie vie in cerca
di una carezza, ma sono stato ferito.
Mi sono nascosto in un angolo
per leccarmi le ferite
e mi stavo trasformando in un lupo
cercando ripetutamente amici.
Giravo in città diffidente della razza umana,
cercavo negli occhi un po' d'amore.
Ma ho trovato solo odio e indifferenza.
Scappavo via, mi sentivo come un falco in gabbia
che voleva volare attraverso le montagne
verso il sole per morire nella solitudine in volo.
grazie ad aleksej.
ora come posso fare il commento stilistico-retorico????
di Marco P. e Marco C.
Mi sentivo come un cane in cerca
di un osso, ma sono stato cacciato.
Giravo per le varie vie in cerca
di una carezza, ma sono stato ferito.
Mi sono nascosto in un angolo
per leccarmi le ferite
e mi stavo trasformando in un lupo
cercando ripetutamente amici.
Giravo in città diffidente della razza umana,
cercavo negli occhi un po' d'amore.
Ma ho trovato solo odio e indifferenza.
Scappavo via, mi sentivo come un falco in gabbia
che voleva volare attraverso le montagne
verso il sole per morire nella solitudine in volo.
grazie ad aleksej.
ora come posso fare il commento stilistico-retorico????
purtroppo io nn sono molto brava a fare questo tipo di componimenti, ma potresti dedicarlo ad una ragazza...
# Francy1982 :
prova a scrivere qualcosa e te la correggiamo!
non so proprio che scrivere:(:(:(
potreste darmi delle idee?????? non proprio poesie fatte ma solo lo spunto
in aggiunta il sonetto deve essere introdotto da una spiegazione sul contenuto e seguito da un commeto stilistico-retorico.
prova a scrivere qualcosa e te la correggiamo!