Secondo aiuto :)

Rugbysta1994
Salve, ieri ho chiesto una mano per svolgere un tema sull'ignavia, riferendo il testo al terzo canto dantesco. Qui di seguito posto la traccia, per chi non avesse letto la domanda di ieri : La sprezzante condanna dei pusillanimi da parte di Dante trova la sua motivazione nella tempra morale del poeta e nelle sue scelte di vita. Analizza questa tematica evidenziando come gli “ignavi” siano ancora oggi nocivi alla società.

Ancora di seguito vorrei postare il tema svolto, per magari una correzione e qualche aiuto per ampliarlo, dal momento che francamente mi par piuttosto breve:
“Per me si va nel la città dolente, per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente”, così Dante introduce il terzo canto dell’Inferno, dopo essersi fatto guidare da Virgilio, allegoria alla ragione. Il poeta è spaventato dall’insegna della porta dell’Inferno, la quale invita tutti coloro che entreranno nell’oltretomba a lasciare ogni speranza di poter ritornare indietro. Una volta oltrepassata l’entrata “dell’Ade”, Dante ode voci, lamenti, pianti e vede mani che percuotono corpi: allorché vede gli angeli che nella guerra tra Lucifero e Dio non si schierarono né da una parte né dall’altra; successivamente agli angeli “neutri”, il poeta capisce che quella moltitudine di gente ,che corre dietro un’insegna, punti da mosconi e da vespe facendoli così lacrimare e sanguinare, le quali lacrime e gocce di sangue verranno poi inghiottite da schifosi vermi ai loro piedi, sono i pusillanimi, ovvero gli ignavi, coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre. Questi sono perfino rifiutati dall’Inferno: la loro vita senza scopo è talmente priva di significato che non possono neanche patire le pene “dell’Ade”.
Non è un caso se Dante definisce queste anime come quelle di peccatori "che mai non fur vivi". Il disprezzo del poeta verso questa categoria di peccatori è massimo e completo. Tanto accanimento si spiega, dal punto di vista teologico, perché la scelta fra Bene e Male, deve obbligatoriamente essere fatta, secondo la religione cattolica. Dal punto di vista sociale, inoltre, nel Medioevo lo schieramento politico e la vita attiva all'interno del Comune erano quasi sempre considerate tappe fondamentali ed inevitabili nella vita di un cittadino. Se l'uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno, secondo la riflessione dantesca, di stima ed ammirazione.
Nonostante siano passati diversi secoli, gli ignavi esistono ancora oggi. Rimangono coloro che si disinteressano a tutto. Sono concentrati solo su se stessi, sul loro piccolo microcosmo. Possono essere gli automi dell'omologazione consumistica, e inseguire l'acquisto di ogni novità. Oppure rifiutare il sistema. Ma al fondo e in sostanza le due scelte sono identiche: non faranno mai nulla né per seguire e capire il nuovo, nel bene e nel male, né per modificarlo. Alla fine, dietro all'ignavia c'è il non voler affrontare il minimo sacrificio, l'essere incapace di asserire la propria posizione ed accettarne le responsabilità. Così si continua a barcamenarsi sperando di non dover mai essere chiamati a rispondere delle proprie azioni. Spesso l'ignavia viene mascherata da ragionevolezza o tolleranza, ma invece è soltanto razionalismo amorale e fine a sè stesso. Essere capaci di raggiungere un compromesso è segno di maturità, ma quando questo venga dopo avere preso una posizione chiara ed avere orientato la propria bussola morale. Sono quelli che cercano di essere carini e simpatici con chiunque per paura di un giudizio negativo.Ancora oggi sono quelli che seguono il più forte o il più potente per non rischiare di perdere e non hanno la forza di uscire dal proprio rifugio fortificato e di esporsi liberamente. Se si pensa bene, siamo circondati da ignavi ;probabilmente noi in prima persona lo siamo stati. Pensare ai politici è l'esempio più immediato, ai quali non importa cosa ci sia in causa ma ciò che conta è dare contro all'opposizione, o più semplicemente a come registi e produttori si adattano alle nuove esigenze del pubblico, oppure pensare al semplice commerciante che lamenta di essere rubato dal governo e poi ruba ai propri clienti...gli esempi sono ovunque purtroppo!

Grazie a tutti, e a presto!

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.