Scheda tecnica ------> Alla sera, di Ugo Foscolo

Luigio94
Salve... mi servirebbe la Scheda tecnica con tutte le informazioni della poesia di Foscolo ALLA SERA.... grazie mille a chi mi aiuta :D :D :D ciao :hi

Risposte
celo8
e le fonti?
http://www.atuttascuola.it/articoli/alla_sera.htm
http://www.libercogitatio.org/letteratura/ugo-foscolo.html
http://www.italialibri.net/opere/allasera.html

adrianacat
Ugo Foscolo





ALLA SERA = parola chiave





1 Forse perché dalla fatal quiete = quÏes- quÏetis = sonno eterno

2 Tu sei l’imago a me si cara viene,

3 o Sera. E quando ti corteggian liete

4 le nubi estive e i zeffiri sereni



5 e quando dal nevoso aere inquÏete

6 tenebre e lunghe all’*universo meni,

7 sempre scendi invocata e le secrete

8 vie del mio cor soavemente tieni.



9 Vagar mi fai coi miei pensieri su l’orme

10 Che vanno al *nulla eterno, e intanto fugge,

11 questo reo tempo, e van con lui le torme



12 delle cure onde meco egli si strugge;

13 e mentre io guardo la tua pace, dorme

14 quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.



Ugo Foscolo





Analisi della metrica

Alla sera è un sonetto composto da due quartine e due terzine, le rime sono strutturate in questo modo. AB AB - CD C .

E’ presente un enjembement nei versi 4 e 5; il tono della poesia è basato principalmente sulle figure retoriche, come, negli ultimi due versi, in cui è presente l’allitterazione, che rafforza di gran lunga il senso passionale della poesia, con la forte e notata presenza della lettera R .



Biografia

Ugo Foscolo nacque il 6 febbraio 1778 a Zante, una delle isole ioniche, da padre veneziano e madre greca. Dopo la morte del padre si trasferì a Venezia, dove partecipò ai rivolgimenti politici del tempo manifestando simpatie verso Napoleone, salvo pentirsene amaramente dopo il trattato di Campoformio.

Istituito nel 1797 a Venezia un governo democratico in cui assunse cariche pubbliche, pochi mesi dopo, in seguito al trattato di Campoformio con cui Napoleone cedeva Venezia all'Austria, dovette fuggire, riparando a Milano (sottratta da Napoleone

all'Austria), ove strinse rapporti di affettuosa amicizia col Monti ed ebbe modo di avvicinare il Parini.

A fianco dei Francesi, combatté contro gli Austro-russi (rimanendo anche ferito durante una battaglia). Al comando del generale francese Massena partecipò alla difesa di Genova e quando la città fu costretta alla resa, seguì il Massena nella fuga.

Nel 1804 si recò in Francia, per motivi militari, e qui ebbe l'opportunità di trascorrere due anni di relativa calma, che impiegò in gran parte in amori appassionati, fra cui quello con l'inglese Fanny Emerytt da cui nacque la figlia Floriana.

Fuggì da Milano, dove si era stabilito poco prima, nel maggio del 1815 per non dover giurare fedeltà agli Austriaci. Dopo una breve permanenza a Lugano ed a Zurigo, l'anno dopo si stabilì a Londra, accolto dall'alta società. Qui guadagnò abbastanza con la pubblicazione delle sue opere, ma sperperò tutto con le sue dissolutezze: iniziò pure la costruzione di una lussuosissima villa, che non riuscì a pagare totalmente nonostante il soccorso della figlia Floriana (che, ritrovata a Londra, gli offrì tremila sterline). Inse­guito dai creditori, subì anche il carcere, e fu poi costretto a ritirarsi nel villaggio di Turnham Green, ove visse gli ultimi suoi anni in compagnia della figlia.

Morì il 10 settembre 1827. Le sue ossa furono trasferite a Firen­ze solo nel 1871 e vennero tumulate nel tempio di S. Croce, che egli aveva così tanto esaltato nel carme "Dei Sepolcri".



Parafrasi interpretativa

Alla sera è ovviamente la parola ed il concetto fondamentale di tutta la poesia, il Foscolo infatti si rivolge alla sera come se fosse un essere umano, una persona, con cui parla in modo molto confidenziale. E’ nobilitata dal pronome tu, la sera rappresenta metaforicamente la morte, come approdo ad un porto, che simboleggia la fine di tutte le sofferenze e le oppressioni della vita, la quale si conclude serenamente.

Inizialmente il poeta espone un dubbio, proponendo a se stesso il fatto che la sera potrebbe essere il simbolo della pace e della quiete interiore; egli parla liberamente ed in modo confidenziale e personale con la sera. Il ritmo, prosegue i modo molto fluente,

inizia a descrivere brevemente ma intensamente le stagioni della vita parlando dell’estate , con aggettivi musicali e frizzanti , che descrivono la giovinezza dell’estate e poi il cielo invernale, che appare pieno di ombre inquietanti e minacciose, che disturbano la serenità del poeta. La sera, intesa come persona, legge in profondità i sentimenti e gli impulsi del poeta.

Quando lui pensa alla sera, collega questo concetto a molti altri, e pensa al nulla eterno, all’immensità dell’universo(infinito*), ma intanto il tempo scorre veloce, ed il presente, è ritenuto colpevole

Di tante preoccupazioni e incomprensioni con se stessi, e con il tempo la nostra coscienza ci rende consapevoli della tragicità della vita, che piano piano si consuma.

Infine, si presenta il concetto caldo di tutta la poesia, si manifesta il vero sentimento e la suggestione del poeta, che una volta placato, una volta che ha ritrovato la pace interiore trattiene ancora nella sua anima un animo ribelle e passionale; che espone il tumulto di passioni che agitano in modo tormentato l’anima del poeta.



Parafrasi letterale

Forse sei il simbolo della quiete(interiore), giungi a me sempre gradita, o sera. Sia d’estate, quando ti accompagnano liete le nubi estive e i venti leggerei e frizzanti.

Sia quando dal cielo, che promette neve, porti ombre inquietanti e minacciose(in estate la notte cala molto dopo che in inverno); sempre gradita giungi a me, e sai raggiungere dolcemente le più intime vie(pensieri) del mio cuore(pace interiore).

Tu mi fai andare incessantemente col pensiero sulle tracce che portavo al nulla eterno(*senso di infinito) e intanto scorre veloce(nostalgia) il presente, colpevole di arrecare preoccupazioni ed angosce che hanno reso la vita tragica. E con lui (il tempo), passano dalla coscienza la folla degli affanni nei quali con me il tempo della vita si consuma.

E mentre raggiungo una tranquillità interiore

Sento un animo ribelle che mi brucia dentro e si agita dentro di me. Pesantezza dell’essere

*GIACOMO LEOPARDI = non ci attende nulla dopo la morte, vi è il dissolvimento del flusso incessante della materia. MATERIALISMO ATEO = nasciamo dalla materia viviamo moriamo e torniamo alla materia.

Aggiunto 2 minuti più tardi:

Ugo Foscolo nacque il 6 febbraio 1778 a Zante, una delle isole ioniche, da padre veneziano e madre greca. Dopo la morte del padre si trasferì a Venezia, dove partecipò ai rivolgimenti politici del tempo manifestando simpatie verso Napoleone, salvo pentirsene amaramente dopo il trattato di Campoformio.

E' considerato il primo grande intellettuale dell'età neoclassica. Figlio naturale dell'illuminismo, incarna in sé tutti i fermenti culturali del mondo in cui visse. Nella sua opera si trovano tutti gli elementi culturali che caratterizzano l'età a lui contemporanea (Neoclassicismo, Illuminismo, Preromanticismo).

Detto questo, non è certo possibile analizzare l'opera di Foscolo attraverso un itinerario in cui si distingua una fase illuminista poi una fase neoclassica e infine una fase preromantica; troveremo soltanto opere in cui sono presenti insieme tutti e tre questi elementi (persino nelle "Grazie", che sembrano un regresso culturale verso il neoclassicismo dopo gli slanci dei "Sepolcri").

Sul piano strattamente personale invece, la nativa Zante, che definì "la culla della civiltà" restò sempre la sua patria ideale, tanto da dedicarle un bellissimo sonetto (il celeberrimo "A Zacinto"). Per Venezia provò sentimenti altrettanto intensi e, mentre se per l'isola greca subì il fascino del vagheggiamento malinconico, considerò la Serenissima come una seconda patria, di fatto quella reale, per la quale, non a caso, si lasciò coinvolgere nei suoi destini politici.

Infatti, istituito nel 1797 a Venezia un governo democratico in cui assunse cariche pubbliche, pochi mesi dopo, in seguito al trattato di Campoformio con cui Napoleone cedeva Venezia all'Austria, dovette fuggire, riparando a Milano (sottratta da Napoleone all'Austria), ove strinse rapporti di affettuosa amicizia col Monti ed ebbe modo di avvicinare il Parini.

A Milano fu redattore del "Monitore italiano", ma l'anno dopo si trasferì a Bologna, ove ricoprì la carica di aiutante cancelliere di un tribunale militare. L'anno successivo lasciò l'incarico per arruolarsi col grado di luogo­tenente nella Guardia Nazionale e, a fianco dei Francesi, combatté contro gli Austro-russi (rimanendo anche ferito durante una battaglia). Al comando del generale francese Massena partecipò alla difesa di Genova e quando la città fu costretta alla resa, seguì il Massena nella fuga.

Nel 1804 si recò in Francia, per motivi militari, e qui ebbe l'opportunità di trascorrere due anni di relativa calma, che impiegò in gran parte in amori appassionati, fra cui quello con l'inglese Fanny Emerytt da cui nacque la figlia Floriana. Tornato in Italia, visse tra Venezia, Milano, Pavia (ove ottenne la cattedra di eloquenza presso l'Università), Bologna e di nuovo Milano, da dove fuggì nel maggio del 1815 per non dover giurare fedeltà agli Austriaci. Dopo una breve permanenza a Lugano ed a Zurigo, l'anno dopo si stabilì a Londra, accolto dall'alta società. Qui guadagnò abbastanza con la pubblicazione delle sue opere, ma sperperò tutto con le sue dissolutezze: iniziò pure la costruzione di una lussuosissima villa, che non riuscì a pagare totalmente nonostante il soccorso della figlia Floriana (che, ritrovata a Londra, gli offrì tremila sterline). Inse­guito dai creditori, subì anche il carcere, e fu poi costretto a ritirarsi nel villaggio di Turnham Green, ove visse gli ultimi suoi anni in compagnia della figlia.

Elementi autobiografici della vita del Foscolo sono presenti nelle "Ultime lettere di Jacopo Ortis", anche se spesso e volentieri l'autobiografia cede il passo alla fantasia, presentandone quegli ideali (chiamati poi "illusioni") che, secondo Foscolo, permettono all'uomo di vivere la propria interiorità in modo meno drammatico, essendo addirittura validi argini psicologici contro il suicidio. Nell'Ortis, ad ogni modo, troviamo abbozzati tutti gli elementi che verranno elaborati nelle opere successive (gli ideali della patria, della poesia, dell'amore....). Il protagonista segue una direzione diversa dallo scrittore: Ortis arriva al suicidio, Foscolo no pur sempre aspirando alla pace e alla tranquillità nella sua travagliata esistenza.

Profondamente materialista e credente nella natura "meccanica" dell'esistenza (il suo lato illuministico, potremmo dire), visse in modo lacerante il momento di crisi dell'illuminismo, tanto da determinare in lui una visione pessimistica della vita. Foscolo aspirava alla gloria, alla fama, all'eternità ma la concezione illuministica (che vedeva la vita fatta di movimenti meccanici) limitava di fatto la realizzazione di queste aspirazioni, essendo l'ottica di quella filosofia legata alla convinzione che l'uomo sia un essere finito e soggetto a scomparire dopo la morte. Tirate le file, è la realtà della morte che induce Foscolo a cadere nel pessimismo che lo attanagliava. In base a queste considerazioni, elabora come detto quella che sarà definita come "la filosofia delle illusioni" che si caratterizza più che altro come una presa di coscienza del soggetto e dell'artista più che come una svalutazione delle potenzialità e della validità della ragione.

"Le illusioni", insomma, danno un senso all'intera esistenza e contribuiscono alla convinzione che vi sia pur qualcosa per cui valga la pena vivere invece che darsi la morte autonomamente. Le illusioni, in sostanza, sono la patria, la poesia, la famiglia, l'amore; nei Sepolcri, invece, troveremo la "sublimazione " di questo processo, scoprendo che "l'illusione delle illusioni" è la stessa poesia civile.

Accanto alla produzione maggiore (Ortis, Odi, Sonetti, Grazie, Sepolcri) troviamo anche altre opere, in particolare la fase cosiddetta didimea; è la fase dell'anti-Ortis, del viaggio in Inghilterra, del Foscolo maturo che ha abbandonato la passionalità e guarda con occhio critico ed ironico le cose della vita.

Ugo Foscolo scrisse anche alcune tragedie (Aiace, Tieste e Ricciarda) ad imitazione dell'Alfieri, in cui ha forte prevalenza l'esaltazione dell'agire passionale.

Morì il 10 settembre 1827. Le sue ossa furono trasferite a Firen­ze solo nel 1871 e vennero tumulate nel tempio di S. Croce, che egli aveva così tanto esaltato nel carme "Dei Sepolcri".

Aggiunto 1 minuto più tardi:

Il tema è la sera, vista come immagine della morte, la «fatal quiete», cioè una dimensione cosmica atemporale, ma anche la pace dell'anima. Per questo motivo è molto cara al poeta. Ma affine a questo, emerge dalla poesia anche un altro tema fondamentale: il sofferto rapporto tra il desiderio di pace del poeta e il senso angoscioso della vita che lo travaglia. La sera è descritta quindi dal Foscolo sia portatrice di bei tramonti estivi, accompagnata da venti leggeri, sia foriera di atmosfere invernali, tenebrose e nevose, ma in entrambi i casi la sera è sempre desiderata, perché essa ispira i più intimi pensieri, le più segrete aspirazioni.

Rivolgendosi direttamente ad essa, l'autore confida che l'apparizione della sera lo induce a meditare sulla vita e sulla morte, sul «nulla eterno», condizione dell'uomo che si configura come un annullamento totale e definitivo. Ma a questa dimensione indefinita ed infinita si contrappone il tempo, elemento immediato e fuggente che passa rapido recando con sé avversità indicibili, nel suo processo di autoconsunzione. E mentre il poeta contempla il silenzio e la pace della notte la sua anima attanagliata dalla rivolta interiore, per un attimo si placa e gli dona attimi di godimento, di dolcezza e di riposo.

Il messaggio è certamente il binomio costituito dal desiderio di pace e dalla negatività del presente storico. Il poeta esprime il dolore e la tristezza della sua condizione, in attesa della sera come momento di pace e di riflessione, anche sui temi della morte. L'attende con ansia per placare angoscie e incertezze, come momento di liberazione e di pace. La sera ha il potere di placare l'anima ribelle e guerriera che lo agita e di donargli un momento di riposo, liberandolo dalla tristezza della giornata.

L'obiettivo della poesia è anche quello di sintetizzare la concezione di vita del poeta. Secondo il Foscolo, che si ispira alla filosofia sensistica (*) e materialistica dell'illuminismo, la morte annulla ogni cosa; egli concepisce la vita dell'universo come un ciclo perenne di nascita, di morte e di trasformazione della materia, che costituisce l'unica realtà. Ma da questa Weltanschauung (*) di sottofondo la poesia lascia trasparire anche una Sehnsucht (*), un'aspirazione struggente e inappagata all'infinito, un atteggiamento di inquietudine e di nostalgia, un desiderio di conoscere ciò che sta fuori dei limiti del finito, che si concretizza nella sofferenza per l'impossibilità di appagare questo desiderio.

Le figure foniche del sonetto, con rima secondo lo schema ABAB ABABA CDC DCD, sono le allitterazioni dei suoni chiari delle vocali e ed i nelle quartine, e quelle dei suoni cupi delle vocali o ed u delle terzine.

La poesia esprime pessimismo e preoccupazione nel poeta, intristito dalle avversità del «reo tempo» e volontà di allontanarsi dal presente per immergersi in una dimensione cosmica e fuori del tempo, nella morte, che è totale annullamento ma anche pace, in cui si placa il tumulto interiore.

La sera è anche la confidente del poeta; è il momento in cui il poeta riflette sulla propria vita e sulla morte chiarendo a se stesso la sua visone di vita.

Il lessico è altamente letterario, costruito con parole auliche e poetiche; molte di queste latinismi (reo, aere, secrete, torme, cure) che danno al sonetto una forma neoclassica, mentre i sentimenti espressi sono decisamente romantici. Il sonetto è dunque la sintesi della cultura del tempo: dominio delle passioni, secondo le indicazioni del Winckelmann, ma concetti nuovi come la Sehnsucht (*), propria dei romantici.

La poesia è composta da periodi paratattici e ipotattici. Nelle quartine i periodi son più ampi e complessi, mentre nelle terzine i periodi sono più corti e concitati. Il movimento ampio delle quartine è affidato al parallelismo delle due frasi coordinate («E quando… e quando…»). La lexis (*) della poesia è affascinate e suggestiva, ricca di richiami vocali e di una ricercatezza lessicale che danno alla poesia grazia e levità. Ma il più importante procedimento formale consiste nell'accostare immagini contrastanti, in modo da ottenere quel chiaroscuro che è considerato dalla critica come una delle conquiste più importanti della poesia foscoliana (La Realtà e la Parola pag.143). Le più importanti figure retoriche della poesia sono: l'ossimoro, l'enjambements e l'antitesi. L'ossimoro del primo verso «fatal quiete» e il «Nulla eterno» del 10 verso. L'embejement dei versi 5-6 (inquiete/ tenebre e lunghe). L'antitesi si trova negli ultimi due versi «e mentre io guardo la tua pace, dorme / quello spirto guerriero ch'entro mi rugge».

La lirica trae la sua bellezza innanzitutto dalla perfetta sintesi tra linguaggio poetico e sentimenti sottesi, dal tono emotivo languido e dalle riflessioni filosofiche ed esistenziali che il poeta sviluppa nel breve componimento, raggiungendo elevate altezze poetiche ed estetiche. Questo sonetto trasmette un messaggio filosofico ed esistenziale chiaro. La vita termina nel «Nulla eterno», nell'annullamento totale e definitivo nella natura, e di questa nell'universo. Al di là di questa concezione, che alcuni possono trovare non condivisibile, il sonetto cattura per il suo linguaggio e per il suo contenuto. La sua bellezza è intrisa di una malinconia universale, lontana dalla fede per cui la morte e solo l'inizio della vera luce e della vita vissuta accanto a Dio.

Ciao!!

Aggiunto 4 minuti più tardi:

Alla sera è un sonetto composto da Ugo Foscolo nel 1803 e inserito dallo stesso in testa ai dodici sonetti nella definitiva edizione delle Poesie. Esso rappresenta infatti una sorta di premessa generale al momento di disagio umano e politico che Foscolo sta attraversando.
La sera offre un'immagine momentanea dello sparire di ogni forma di vita nel silenzio immobile della sera, non è più sentita dal poeta come una drammatica sfida al destino ma come il perdersi dolce di una vita.

autore sembra essersi già posto implicitamente delle domande che il lettore può forse solo immaginare dopo aver letto gli ultimi versi. Il poeta, in un difficile periodo di vita personale e della sua patria, è lacerato da uno spirito ribelle che tormenta il suo animo, ma al calar della sera questo sentimento si assopisce perché la sera è un'immagine di dolcezza e concede la vista agli uomini del sonno eterno. Si può osservare che il sonetto foscoliano esce dallo schema consueto che associa la sera placida alla pace interiore (come nella "Mia sera" di Giovanni Pascoli). Anche la sera tempestosa o cupa dell'inverno è pur sempre, in quanto immagine di morte, portatrice di serenità. Foscolo fa una sorta di analisi della sua esistenza nel momento in cui viene la sera, come quando la giornata finisce e si fa un bilancio di ciò che si è vissuto. Inoltre l'ultimo verso della poesia esprime la forza della sera di placare qualunque cosa; in questo caso l'anima guerriera di Foscolo.

Annie__
se per scheda tecnica intendi l'analisi metrica ,qui la trovi
https://www.skuola.net/appunti-italiano/ugo-foscolo/alla-sera-ugo-foscolo-letteratura.html
https://www.skuola.net/appunti-italiano/ugo-foscolo/alla-sera-ugo-foscolo-letteratura-2.html
ciao :hi

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