RIFERIMENTI : eleonora , PER DOMANI AIUTATEMI E PER FAVORE ENTRO OGGI !!!! grz mille a chi mi aiuta
1) Il fatto che un unico giovane si rivolga ad Eleonora con voce dura, invitandola perentoriamente a un incontro durante l' intervallo, può costituire un indizio ? Motiva la risposta
A Costituisce un indizio
B Non costituisce un indizio
2) Per quale motivo Eleonora uccide? Perché il ragazzo non denuncia Eleonora?
3) I fatti esposti dalla voce narrante avvengono prevalentemente nel presente o nel passato? Quali tempi verbali vengono maggiormente usati ?
A I fatti avvengono nel passato ..........
B I fatti avvengono nel presente .......
4) Il tempo della storia è più o meno lungo del tempo del racconto ?
A E' più lungo del tempo del racconto perchè vi è una elissi da ........ a........
B E' Più breve del tempo del racconto perché vi è un flash-back da .......a ........
5) Riscrivi l' incipit del racconto in modo da fornire le notizie necessarie ( tempo,luogo,personaggi ecc.) a comprendere la vicenda secondo un ordine cronologico.
A Costituisce un indizio
B Non costituisce un indizio
2) Per quale motivo Eleonora uccide? Perché il ragazzo non denuncia Eleonora?
3) I fatti esposti dalla voce narrante avvengono prevalentemente nel presente o nel passato? Quali tempi verbali vengono maggiormente usati ?
A I fatti avvengono nel passato ..........
B I fatti avvengono nel presente .......
4) Il tempo della storia è più o meno lungo del tempo del racconto ?
A E' più lungo del tempo del racconto perchè vi è una elissi da ........ a........
B E' Più breve del tempo del racconto perché vi è un flash-back da .......a ........
5) Riscrivi l' incipit del racconto in modo da fornire le notizie necessarie ( tempo,luogo,personaggi ecc.) a comprendere la vicenda secondo un ordine cronologico.
Risposte
oh.... O.o
manchi caniii un testamento
Non posso dire che fosse bella.O meglio... non posso dire che lo fosse in quel modo. Se avesse avuto un bel volto, begli occhi, un bel corpo... non sono quelle le cose che noto. Semplicemente perché non posso.Sono cieco, fin dalla nascita. Per me la bellezza di una persona, la bellezza fisica intendo, è fatta di altre cose. Suoni, per esempio. Suoni di movimento. Fruscii che possono essere ruvidi o morbidi, veloci o lenti, elastici, rigidi o tesi. Dipendono molto dai vestiti che uno indossa, lo so, ma non importa. Lei si muoveva lenta, elastica e morbida, quasi silenziosa, come un gatto. E quando il mare era un po' più grosso e batteva a ritmo contro le paratie del transatlantico, allora sembrava addirittura che danzasse. Certo, non c'è soltanto quello che si può sentire con le orecchie.C'è anche quello che si può toccare con le dita, sentire sulla pelle e sotto il palmo della mano. Il calore, la consistenza, le forme... va bene, dipendono anche quelle dai vestiti, ma non importa, anche chi vede spesso si ferma lì, all'abito, ai colori, alla sagoma che disegnano sui corpi. Andare oltre, arrivare al suono e al tocco della pelle nuda, non è sempre così facile.Io poi...allora avevo 16 anni e non mi era mai successo, anche ci pensavo molto. Sotto le dita, lei era morbida e calda. Mi aveva preso sottobraccio e mi stringeva il polso tra il gomito e il fianco, e quando muovevo piano la mano potevo sfiorarla, sentirla, sulla punta dei polpastrelli o contro il dorso delle nocche. Indossava un maglioncino di cachemire, purissimo, e così leggero che sembrava di poterci immergere dentro le dita. Era bellissima,lo era per me e sono sicuro che lo fosse anche per gli altri. Lo si capiva dal tono che prendeva la voce degli uomini quando le rivolgevano la parola. Esitavano, aspirando l' inizio della frase come se avessero dovuto deglutire, oppure la lasciavano, sostenuta, ma sempre un po' rigida alla fine, da cui si sentiva che tutta quella sicurezza era falsa. Soltanto un uomo le parlò in modo diverso. Un uomo giovane, dalla voce dura, che le disse soltanto :- Devo vederti nell' intervallo - e quando lo fece lei si irrigidì, trattenendo il respiro e rallentando il passo. Soltanto per un attimo, perché subito dopo la sentì chinarsi su di me e sussurrarmi all' orecchio :- Andiamo, questa sera il mio cavaliere sei tu_.Non diceva sul serio, naturalmente, ma anch'io deglutii come tutti gli altri, perché avevo sentito la curva del suo seno contro il dorso della mano che mi spingeva sotto il braccio. per un momento immaginai che dovesse essere così la sua pelle, morbida, vaporosa e compatta. Calda e leggera come il maglione che aveva addosso. Un corpo di cachemire. Si chiamava Eleonora, era un amica di mia madre e mi stava portando al concerto che si teneva nel salone della musica dell'Oceania, il transatlantico su cui viaggiavamo tutti. Sonata numero 35 in sol minore di Giuseppe Tartini, Il trillo del Diavolo.Mia madre non si sentiva bene, o aveva una partita di bridge o doveva fare qualcos' altro, non ricordo cosa.Era sempre così con lei, voleva che le stessi vicino perché aveva paura che mi succedesse qualcosa, e allo stesso tempo mi impediva di fare quello che avrei voluto, viaggiare, conoscere gente, studiare musica, andare ai concerti. Se fossi stato indipendente l'o avrei fatto. Indipendentemente dal punto di vista economico, perché da quello fisico, nonostante mia madre, lo ero già un pezzo. Avrei potuto benissimo andarci da solo in quel concerto nel salone.Per fortuna Eleonora amava la musica e quando aveva saputo del concerto si era offerta di portarmici. Poi si era seduta accanto a me, e quando il brusio si era interrotto di colpo per diventare un silenzio liquido e compatto , avevo trattenuto il bracciolo della poltroncina, quello in comune, sentivo contro il dorso della mano tutto il calore della sua pelle di cachemire. Durante l' intervallo, si chinò su di me per dirmi:- Stai buono qui mentre vado a fumarmi una sigaretta, vero ?- e si allontano. Io rimasi fermo ad aspettare, e solo un attimo prima che il brusio diventasse di nuovo silenzio la sentii sedersi accanto a me, sistemarsi sulla poltroncina e riprendersi il posto che le avevo lasciato sul bracciolo.Ma c'era qualcosa di strano. Me ne accorsi subito, mentre il concerto riprendeva e le note degli archi riempivano tutto lo spazio attorno alla mia testa, oltre le pareti di metallo e gli oblò della nave, e ancora più in là, sul mare.Qualcosa che scivolava contro la pelle del dorso della mia mano, dentro le pieghe delle mie nocche e sulla punta delle mia dita, che voltai piano, proprio per sentire meglio. Qualcosa di più ruvido e pesante. Quel maglione, quel maglioncino che indossava lei in quel momento, non era lo sesso che portava prima. Ne ero sicuro. Perché me lo ricordavo. La memoria di chi vede mi chiama visiva, e io quella non posso averla, ma ho quella dell' udito e quella del tatto e immagino che siano altrettanto efficienti. Io ricordo il timbro, il tono e il volume dei suoni e delle voci che sento. E ricordo la pasta e la consistenza delle cose che tocco. So che lungo il muro che porta a casa mia posso sentire sotto le dita la polvere ruvida dei mattoni coperti, il freddo liscio dell' intonaco, quello morbido e screpolato di un manifesto vecchio e quello morbido e teso di un nuovo, e so che dopo mi aspetterà il metallo di un infisso e il vuoto del muro che finisce. Il ricordo di quella pelle di cachemire che sfiorava la mia mano era diverso. La lana che dopo l'intervallo toccava le mie dita era diversa. Il maglione che indossava in quel momento non era lo stesso. Se l' era cambiato. Perché?
Il pensiero mi tormentò per la metà del secondo tempo. Poi,la musica lo spinse sempre più indietro, sempre più in fondo al mio cervello. Tornò forte soltanto per un momento, quando il concerto finì e lei mi strinse la mano sotto il braccio per il riaccompagnarmi di sopra , nella cabina che dividevo con mia madre. Ma sparì subito, appena lei si chino su di me , per dirmi:_ Buonanotte- e mi baciò sulla guancia. La mattina dopo, seduto con mia madre a fare colazione, seppi che la sera prima era stato ucciso un uomo.Era un passeggero, un uomo giovane. Qualcuno lo aveva colpito al cuore con un tagliacarte che si trovava nella sua cabina al primo ponte , poi era scappato, approfittando del fatto che i ponti erano deserti perché i passeggeri erano quasi tutti al concerto.L'uomo viaggiava sotto falso nome.Assieme a una complice aveva truffato un miliardario, per poi farsi truffare a sua volta da lei. Dicevano che viaggiasse su quella nave per inseguirla, che forse l' aveva trovata ma che lei era stata più svelta, o più fortunata, perché lui era un assassino che aveva già ucciso altre volte. - Che tempi!- disse mia madre passandomi un panino spalmato di burro,che non mangiai perché il burro non mi piace.- Prima o poi la prenderemo- disse il commissario di bordo, che faceva colazione assieme a noi,poi, su indicazione di mia madre, mi versò una tazza di caffè che non bevvi, perché lei ci aveva fatto mettere anche il latte. - Però non avete indizi, vero ?-disse Eleonora, e lo disse con indifferenza, troppa indifferenza. Poi mi chiese se volevo una spremuta di arance e io dissi di sì, perché quella mi piaceva. Allungai una mano per prendere il bicchiere e apposta la feci scivolare sul vetro, per toccarle il braccio. Indossava lo stesso maglioncino che indossava ieri sera , quello del secondo tempo, però.-Sai come si fa a riconoscere il cachemire vero da quello finto?- le dissi.
-No- disse lei, con una punta d' ansia nella voce.
-Quanto tocchi quello vero senti che è fresco anche quando riscalda. Quello finto invece diventa caldo subito.
-Ah- disse lei. L'ansia era diventata paura.-E il mio com'è ?
Pensai alla sera prima .La memoria di chi non vede non è soltanto una memoria di suoni e di contatti.E' anche una memoria di tempi. Cinque minuti di intervallo. Un minuto per salire al primo ponte, due minuti per parlare,litigare,avere paura,afferrare un tagliacarte, colpire. Un altro minuto per correre in cabina al secondo ponte e cambiare il maglione cambiato di sangue con un altro simile, non uguale,simile. Uguale per gli altri, per chi vede,stessa forma,stesso colore,stessa lana,quasi.Diverso per me e per le mie dita. Un altro minuto per correre ancora, dal secondo ponte alla sala musica. Le lasciai il braccio, feci scorrere le dita sul polso e raggiunsi il bicchiere con il succo di frutta. Prima di bere, mi lasciai sfuggire un sorriso.Non so se fosse bella davvero. Credo di si, e comunque per me lo era. Non l' ho più rivista,anche se forse mi sarà capitato di incrociarla, visto che adesso viaggio molto.Conosco gente, studio musica, vado ai concerti, e da solo. Mia madre non ha potuto dirmi niente da quando il mio piccolo conto personale è diventato miliardario per una vincita al Lotto. Così almeno penso a lei. Però un giorno mi piacerebbe incontrare Eleonora. Allungare una mano sul bracciolo, a un concerto, e sentire sul dorso della mano la sua pelle di cachemire. Di cachemire vero. Perché sono sicuro che da quella sera sulla nave non avrà indossato un maglioncino che non fosse assolutamente di cachemire purissimo.
Il pensiero mi tormentò per la metà del secondo tempo. Poi,la musica lo spinse sempre più indietro, sempre più in fondo al mio cervello. Tornò forte soltanto per un momento, quando il concerto finì e lei mi strinse la mano sotto il braccio per il riaccompagnarmi di sopra , nella cabina che dividevo con mia madre. Ma sparì subito, appena lei si chino su di me , per dirmi:_ Buonanotte- e mi baciò sulla guancia. La mattina dopo, seduto con mia madre a fare colazione, seppi che la sera prima era stato ucciso un uomo.Era un passeggero, un uomo giovane. Qualcuno lo aveva colpito al cuore con un tagliacarte che si trovava nella sua cabina al primo ponte , poi era scappato, approfittando del fatto che i ponti erano deserti perché i passeggeri erano quasi tutti al concerto.L'uomo viaggiava sotto falso nome.Assieme a una complice aveva truffato un miliardario, per poi farsi truffare a sua volta da lei. Dicevano che viaggiasse su quella nave per inseguirla, che forse l' aveva trovata ma che lei era stata più svelta, o più fortunata, perché lui era un assassino che aveva già ucciso altre volte. - Che tempi!- disse mia madre passandomi un panino spalmato di burro,che non mangiai perché il burro non mi piace.- Prima o poi la prenderemo- disse il commissario di bordo, che faceva colazione assieme a noi,poi, su indicazione di mia madre, mi versò una tazza di caffè che non bevvi, perché lei ci aveva fatto mettere anche il latte. - Però non avete indizi, vero ?-disse Eleonora, e lo disse con indifferenza, troppa indifferenza. Poi mi chiese se volevo una spremuta di arance e io dissi di sì, perché quella mi piaceva. Allungai una mano per prendere il bicchiere e apposta la feci scivolare sul vetro, per toccarle il braccio. Indossava lo stesso maglioncino che indossava ieri sera , quello del secondo tempo, però.-Sai come si fa a riconoscere il cachemire vero da quello finto?- le dissi.
-No- disse lei, con una punta d' ansia nella voce.
-Quanto tocchi quello vero senti che è fresco anche quando riscalda. Quello finto invece diventa caldo subito.
-Ah- disse lei. L'ansia era diventata paura.-E il mio com'è ?
Pensai alla sera prima .La memoria di chi non vede non è soltanto una memoria di suoni e di contatti.E' anche una memoria di tempi. Cinque minuti di intervallo. Un minuto per salire al primo ponte, due minuti per parlare,litigare,avere paura,afferrare un tagliacarte, colpire. Un altro minuto per correre in cabina al secondo ponte e cambiare il maglione cambiato di sangue con un altro simile, non uguale,simile. Uguale per gli altri, per chi vede,stessa forma,stesso colore,stessa lana,quasi.Diverso per me e per le mie dita. Un altro minuto per correre ancora, dal secondo ponte alla sala musica. Le lasciai il braccio, feci scorrere le dita sul polso e raggiunsi il bicchiere con il succo di frutta. Prima di bere, mi lasciai sfuggire un sorriso.Non so se fosse bella davvero. Credo di si, e comunque per me lo era. Non l' ho più rivista,anche se forse mi sarà capitato di incrociarla, visto che adesso viaggio molto.Conosco gente, studio musica, vado ai concerti, e da solo. Mia madre non ha potuto dirmi niente da quando il mio piccolo conto personale è diventato miliardario per una vincita al Lotto. Così almeno penso a lei. Però un giorno mi piacerebbe incontrare Eleonora. Allungare una mano sul bracciolo, a un concerto, e sentire sul dorso della mano la sua pelle di cachemire. Di cachemire vero. Perché sono sicuro che da quella sera sulla nave non avrà indossato un maglioncino che non fosse assolutamente di cachemire purissimo.
ci servirebbe anche il testo, però, altrimenti come facciamo a dare le risposte?