Riassunto di: il mio nome è Nessuno di Epica
Mi servirebbe un riassunto del canto nono di epica: Il mio nome è Nessuno, almeno di 2 facciate di un foglio piccolo a buchi! È importante, è per una 15 di persone della mia classe, vi prego aiutateci! Grazie in anticipo!
Miglior risposta
e cosa fate il riassunto collettivo?
io vi do la versione in prosa e voi, mettendo insieme le vistre 15 teste, preparate un riassuno che se volete vi correggo volentieri.
potete partire da qui:
IX libro
Le vicende del viaggio non vengono più narrate dall’autore, ma dal protagonista. Infatti solo Odisseo può raccontare le sue vicende. Egli ha toccato terre dove mai nessuno si è spinto ed è giunto fino nell’Ade. Per questo, nessun altro può raccontare il suo viaggio.
La descrizione dell’isola dei Ciclopi è un invito alla colonizzazione. Il mondo greco si riapre all’esterno e scopre in altre terre ricchezze da usare. A questo invito si sovrappone la consapevolezza di essere più evoluti e organizzati delle altre popolazioni che stanno al di là del mare e che non sanno mettere a frutto le loro risorse. Il contrasto tra Odisseo e Polifemo è tra astuzia e forza bruta, ma soprattutto tra socialità e asocialità. L’astuzia è legata all’intelligenza e la forza, se non è illuminata dall’intelligenza , è caratteristica dei mostri come Polifemo. L’unico occhio di Polifemo indica la sua visione parziale del mondo. Il contrasto tra Odisseo e Polifemo è in primo luogo il contrasto tra un mondo organizzato, in cui esiste la dimensione della socialità, e un mondo in cui la socialità viene negata. I ciclopi hanno come ideale di vita la totale autosufficienza. Polifemo viene sconfitto perché Odisseo, per accecarlo, collabora con i suoi compagni.
Quando essi giungono sull’isola dei Ciclopi, infatti, Odisseo insiste sulla solitudine di Polifemo e sulla sua non – somiglianza ad un uomo. La mostruosità fisica di Polifemo è segno esteriore della sua asocialità. Odisseo va in avanscoperta portandosi dietro un otre di vino, che viene descritto accuratamente. Questo vino era stato ricevuto da Marone, sacerdote di Apollo. Odisseo aveva fatto una scorreria tra i Lestrigoni e in quell’occasione aveva salvato la vita a Marone che, per ringraziarlo, gli aveva donato il vino. Se Odisseo si fosse comportato in maniera empia e avesse ucciso il sacerdote, non si sarebbe salvato dall’incontro con Polifemo. Odisseo e i compagni entrano nell’antro di Polifemo e lo trovano ordinato: i formaggi sono appesi, gli animali sono separati per età. Il concetto di ordine, però, non implica il concetto di socialità. Polifemo, tenendo le sue cose in ordine, mira a garantirsi la sua autosufficienza. Egli tiene in ordine il suo mondo per non avere bisogno degli altri, ma non pensa a mettere ciò che ha a disposizione degli altri. Le parole di Polifemo rispecchiano quelle di Nestore nel III libro. Nestore, però, prima offre ospitalità e poi interroga l’ospite. Polifemo, invece, per prima cosa chiede in tono irritato chi sono e poi addirittura divora dei compagni di Odisseo.
da;http://claudiobaglioni.forumcommunity.net/?t=47587666
io vi do la versione in prosa e voi, mettendo insieme le vistre 15 teste, preparate un riassuno che se volete vi correggo volentieri.
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IX libro
Le vicende del viaggio non vengono più narrate dall’autore, ma dal protagonista. Infatti solo Odisseo può raccontare le sue vicende. Egli ha toccato terre dove mai nessuno si è spinto ed è giunto fino nell’Ade. Per questo, nessun altro può raccontare il suo viaggio.
La descrizione dell’isola dei Ciclopi è un invito alla colonizzazione. Il mondo greco si riapre all’esterno e scopre in altre terre ricchezze da usare. A questo invito si sovrappone la consapevolezza di essere più evoluti e organizzati delle altre popolazioni che stanno al di là del mare e che non sanno mettere a frutto le loro risorse. Il contrasto tra Odisseo e Polifemo è tra astuzia e forza bruta, ma soprattutto tra socialità e asocialità. L’astuzia è legata all’intelligenza e la forza, se non è illuminata dall’intelligenza , è caratteristica dei mostri come Polifemo. L’unico occhio di Polifemo indica la sua visione parziale del mondo. Il contrasto tra Odisseo e Polifemo è in primo luogo il contrasto tra un mondo organizzato, in cui esiste la dimensione della socialità, e un mondo in cui la socialità viene negata. I ciclopi hanno come ideale di vita la totale autosufficienza. Polifemo viene sconfitto perché Odisseo, per accecarlo, collabora con i suoi compagni.
Quando essi giungono sull’isola dei Ciclopi, infatti, Odisseo insiste sulla solitudine di Polifemo e sulla sua non – somiglianza ad un uomo. La mostruosità fisica di Polifemo è segno esteriore della sua asocialità. Odisseo va in avanscoperta portandosi dietro un otre di vino, che viene descritto accuratamente. Questo vino era stato ricevuto da Marone, sacerdote di Apollo. Odisseo aveva fatto una scorreria tra i Lestrigoni e in quell’occasione aveva salvato la vita a Marone che, per ringraziarlo, gli aveva donato il vino. Se Odisseo si fosse comportato in maniera empia e avesse ucciso il sacerdote, non si sarebbe salvato dall’incontro con Polifemo. Odisseo e i compagni entrano nell’antro di Polifemo e lo trovano ordinato: i formaggi sono appesi, gli animali sono separati per età. Il concetto di ordine, però, non implica il concetto di socialità. Polifemo, tenendo le sue cose in ordine, mira a garantirsi la sua autosufficienza. Egli tiene in ordine il suo mondo per non avere bisogno degli altri, ma non pensa a mettere ciò che ha a disposizione degli altri. Le parole di Polifemo rispecchiano quelle di Nestore nel III libro. Nestore, però, prima offre ospitalità e poi interroga l’ospite. Polifemo, invece, per prima cosa chiede in tono irritato chi sono e poi addirittura divora dei compagni di Odisseo.
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