Relazione unità d'italia

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relazione unità d'italia.
con i personaggi più illustri garibaldi cavor vittorio emanuele 2

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L’unità d’Italia

Dal congresso di Vienna (1814-1815), l’Italia, fu lo stato che ne uscì peggio.La ripartizione delle terre, ed il ritorno dei vecchi sovrani sui troni, non le aveva creato, per l’appunto, benefici.
Essa, era, infatti, ancora divisa in stati e staterelli, tra i quali, c’erano enormi differenze social-politiche.A dir il vero, l’Italia, non era l’unica nazione interessata all’unità nazionale, anche l’Ungheria, la Germania, la Cecoslovacchia, avevano intenzione di insorgere.Nel 1948, anno dell’insurrezione italiana, nasce un’epoca: il Risorgimento.
Con questo termine, si definisce quella lunga serie d’avvenimenti culturali, politici e militari, che portarono l’Italia a conquistare l’indipendenza e l’unità nazionale.
I primi fuochi insurrezionali, si manifestarono sottoforma di moti, ma con scarso esito.
Furono quindi fondate due società segrete: la Carboneria e la Giovine Italia.
La prima, acquisì questo nome perché, per comunicare tra loro, i membri, parlavano il dialetto dei carbonari.La seconda, invece, fu fondata da Mazzini, che voleva, unificare non solo l’Italia ma anche l’Europa, cosa che sta avvenendo, in parte, solo ora.
Vincenzo Gioberti, piemontese esule in Belgio, nel 1843, scrisse il libro: , invitando il popolo a seguire Mazzini.
Secondo lui, però, non esiste un vero e proprio popolo italiano e quindi, bisogna gettare le basi sul cemento del cattolicesimo.
Il suo libro, in Italia ha un enorme successo, lo approvano uomini colti come Manzoni, D’Azeglio e Balbo.Grazie a questi uomini, nasce il vero Risorgimento italiano: non più inutili insurrezioni, bensì una riforma culturale, politica ed economica.
Ho detto inutili insurrezioni, perché nessuna società segreta giunse ai propri obiettivi, un po’ perché, essendo sconosciute, non trovarono l’appoggio del popolo, un po’ perché non avevano neanche loro un traguardo ben preciso e definito.
Nel febbraio 1848, si assiste però ad una svolta: il Re di Francia, si ribella e impedisce una riunione d’uomini politici a lui contrari, al popolo, però, bastorono due soli giorni a scacciare Filippo D’Orelans e proclamare la Seconda Repubblica Francese.
In Germania, i patrioti chiedono l’unificazione del paese e, a Berlino, i borghesi, ottengono la costituzione dal Re di Prussia.L’Italia, ispirandosi a questi ed altri paesi, si ribella, almeno per tentare di respingere l’Austria, che aveva preso possesso del nord del nostro paese.Venezia, è la prima a ribellarsi, e proclama una repubblica indipendente.E’ poi imitata da Milano, che, in cinque epiche giornate, (18-23 marzo 1848), caccia le truppe del generale Radetzky.Il 24 marzo, il Re di Sardegna, Carlo Alberto, rompe ogni indugio e varca il Ticino, dando vita alla prima guerra d’indipendenza.Tutto sembra procedere per il verso giusto, Napoli e Roma, inviano volontari e truppe regolari per combattere al fianco del Piemonte.
Quando, però, viene proposto al Papa Pio IX d’essere presidente della confederazione di stati italiani, egli, non solo si rifiuta, ma decide anche di non inviare le sue armate contro la cattolica Austria.Così, poco a poco, tutti i sovrani, ritirano i propri uomini.
Tutto, sembra finito, muore la speranza di avere finalmente un’Italia unificata, anche se il Piemonte, e i volontari, vincono a Curatone, Montanara, Gaito e Peschiero, per essere poi sconfitti definitivamente a Custoza.Il 20 marzo 1849, Carlo Alberto, riapre le ostilità, ma, sconfitto a Novara, abdica in favore di Vittorio Emanuele II.
In Europa, resiste solo Venezia, ma, stremata dalla fame e dalle malattie, firma la resa col generale Radetzky, che in cambio, non bombarderà più la città.
Nel frattempo, il conte di Cavour, Camillo Benso, fa del regno di Sardegna uno stato moderno, sia sotto il profilo economico, sia sotto quello politico.
Egli nacque nel 1810 da una nobile famiglia piemontese d’antiche origini.
Da adolescente, era paggio di Carlo Alberto e, come tutti i figli cadetti, era stato avviato alla carriera militare.Si dimostrò, ben presto sofferente verso gli usi e le idee che contrastavano le sue, chiaramente liberali.A vent’anni, asceso Carlo Alberto al trono, Cavour abbandonò ogni strada che non gli era congeniale, e cercò di sfruttare le sue doti migliori, quali: l’ingegno e la particolare bravura in politica ed economia.
Nel 1850, all’età di quarant’anni, divenne ministro.
Il Piemonte di Cavour, è l’unico a possedere una costituzione: lo Statuto Albertino, e diventa rifugio in patria di tanti esuli, come ad esempio Giuseppe Garibaldi.
Negli anni ’50, si afferma un nuovo progetto d’unificazione dell’Italia.
Il Regno di Sardegna, deve conquistare il resto del territorio italiano.
Cavour, con grande strategia, invia 15000 uomini a combattere contro l’impero ottomano.
Egli, può così sedere alla conferenza di pace di Parigi (1856), esponendo i problemi italiani.
Napoleone III, accogli a braccia aperte la questione italianae, a Plombieres (1858), firma un accordo con Camillo Benso: se l’Austria fosse scesa in guerra contro l’Italia, la Francia, ci avrebbe dato manforte.
L’Austria, come previsto interviene, ma, fronteggiata da due eserciti, deve subire pesanti sconfitte: Varese, San Fermo, Palestro e Magenta.
Moltissimi regni, intanto, chiedono l’annessione al Piemonte, e alcuni la ottengono come la Lombardia, Emilia, Romagna, e Toscana, deve cedere però alla Francia, Savoia e Nizza.
Napoleone III, però, impressionato dal numero delle vittime, firma un armistizio segreto con gli austriaci, facendo infuriare Cavour, che si dimette dalla carica di primo ministro.
Garibaldi, la notte del 5 maggio 1860, decide di partire per liberare il regno delle due Sicilie, ha inizio l’avventura dei mille.
L’11 maggio, approdano nel porto di Marsala e, aiutati dalla Gran Bretagna, sbarcano.
Dopo alcune vittorie, come quella a Calatafimi, attraggono le simpatie sia dei borghesi sia dei contadini.
Garibaldi, procedendo di vittoria in vittoria, (Palermo, Milazzi), entra trionfalmente a Napoli, (7 settembre), dove indìce i plebisciti.
IL risultato è l’annessione al Piemonte.
Vittorio Emanuele II, sconfigge l’esercito pontificio a Castelfidardo e, il 26 ottobre 1860, s’incontra a Teano con Garibaldi.
Il 17 marzo, 1861 viene proclamato il regno d’Italia.
Il territorio è quasi completo, gli italiani, però, sono molto diversi tra loro.
Il 6 giugno 1861, muore Cavour, uomo artefice dell’unificazione del nostro paese.
Anche tra nord e sud, c’è un gran divario, come l’alfabetizzazione, lo sviluppo industriale, differenze, che, ci sono, purtroppo, anche oggi, alla vigilia dell’unione monetaria Europea.

Risposte
Francy1982
Va bene, ma devi un po cambiarla visto che è presa da un sito e altri potrebbero presentare il medesimo elaborato, che ne dici? Prova ad integrare questo testo con i nostri appunti...

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