Recensione del libro
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“Era stato allora che Fatima aveva pensato che la guerra era un orco cannibale. Un orco che divorava il cuore dei suoi stessi figli, grandi e piccini, e che non avrebbe mai smesso di farlo, fino a quando qualcuno non l'avrebbe fermato”.
Dalla terra tragica di Palestina-Israele un racconto per ragazzi che spezza il cerchio dell’odio tra due popoli. La storia di Fatima ragazzina palestinese, si intreccia con quella di Rami ragazzino israeliano e attraverso di loro le storie di due famiglie, una israeliana e una palestinese, che si incontrano sulla frontiera della pace nella Collina di Nevé Shalom - Wahat as Salam (Oasi di pace, in ebraico e arabo), comunità di ebrei e palestinesi che testimonia la possibilità di vivere in pace.
I due ragazzi si trovano dentro la “pancia” di Gerusalemme che li ha inghiottiti in seguito ad un attentato. Insieme, tralasciando l’ostilità iniziale, usciranno, sebbene feriti e spossati, dai sotterranei,carichi di storia antica, ma anche di storia più recente. Rami, che doveva prendere l’autobus per andare in campeggio, nel suo zaino ha messo anche un quaderno particolare: le memorie del nonno Yankele, scampato miracolosamente alla prigionia del ghetto di Lodz, in Polonia e allo sterminio nazista. Fatima, il cui padre è stato ucciso dai soldati israeliani, mantiene un rapporto privilegiato con lo zio Fadi, impegnato come il padre nella difesa dei diritti umani dei palestinesi e nel dialogo con gli israeliani.
Alberto Melis è davvero maestro nell’intrecciare la storia dei due ragazzi con la storia delle loro famiglie e la storia di due popoli, “fratelli di sangue”, ma in lotta per la stessa terra, sulla quale potrebbero vivere in pace entrambi; terra che vede ancora spargimento di sangue e dolore indicibile.
Questo libro è molto più di un saggio contro la crudeltà e la stupidità della violenza e della guerra, è un inno alla speranza e alla pace. Fatima e Rami e le loro famiglie dimostrano la possibilità inequivocabile di un futuro di pace.
http://www.tecnologieducative.it/index.php?option=com_recensioni&task=recensione&id=126
ciao :hi
Dalla terra tragica di Palestina-Israele un racconto per ragazzi che spezza il cerchio dell’odio tra due popoli. La storia di Fatima ragazzina palestinese, si intreccia con quella di Rami ragazzino israeliano e attraverso di loro le storie di due famiglie, una israeliana e una palestinese, che si incontrano sulla frontiera della pace nella Collina di Nevé Shalom - Wahat as Salam (Oasi di pace, in ebraico e arabo), comunità di ebrei e palestinesi che testimonia la possibilità di vivere in pace.
I due ragazzi si trovano dentro la “pancia” di Gerusalemme che li ha inghiottiti in seguito ad un attentato. Insieme, tralasciando l’ostilità iniziale, usciranno, sebbene feriti e spossati, dai sotterranei,carichi di storia antica, ma anche di storia più recente. Rami, che doveva prendere l’autobus per andare in campeggio, nel suo zaino ha messo anche un quaderno particolare: le memorie del nonno Yankele, scampato miracolosamente alla prigionia del ghetto di Lodz, in Polonia e allo sterminio nazista. Fatima, il cui padre è stato ucciso dai soldati israeliani, mantiene un rapporto privilegiato con lo zio Fadi, impegnato come il padre nella difesa dei diritti umani dei palestinesi e nel dialogo con gli israeliani.
Alberto Melis è davvero maestro nell’intrecciare la storia dei due ragazzi con la storia delle loro famiglie e la storia di due popoli, “fratelli di sangue”, ma in lotta per la stessa terra, sulla quale potrebbero vivere in pace entrambi; terra che vede ancora spargimento di sangue e dolore indicibile.
Questo libro è molto più di un saggio contro la crudeltà e la stupidità della violenza e della guerra, è un inno alla speranza e alla pace. Fatima e Rami e le loro famiglie dimostrano la possibilità inequivocabile di un futuro di pace.
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