Qualcuno mi potrebbe passare la parafrasi di polifemoo??? x favoreeeeeeeeeee

maryfigus
qualcuno mi potrebbe dare cortesemente la parafrasi di polifemo? x fAVOREE
o anke un riassunto di cosa succede... anche se preferirei la parafrasii

Risposte
coltina
la parafrasi precisa la puoi scaricare da qui:
http://antonella1971.wordpress.com/2009/01/13/epica-ulisse-e-polifemo/
clicca sul tasto che trovi e la scarichi in .doc

qui trovi la parafrasi fatta da salvatore quasimodo, ma ti sconsoglio di copiarla....è un po' riconoscibile non trovi?
http://pokemonflame.forumcommunity.net/?t=27754162

dada98
ciao maryfigus, io ti poxo dire kosa cerchi:
POLIFEMO
ulisse racconta di esere approdato un giorno nela terra dei ciclopi, mostruosi giganti con un solo enorme occhio in mezzo alla fronte. sarebbe opportuno lasciare subito quei luoghi e fare rifornimento altrove ma ulisse, spinto dal suo inestinguibile desiderio di conoscienza, sbarca con dodici compagni, dopo aver lasciato le navi al largo. vuole conoscere i ciclopi per "provarli", cioè per capire fino in fondo come sono fatti. in breve tempo giunge alla grotta di uno di essi, il terribile polifemo, ulisse spiega che lui e i suoi compagni sono greci id ritorno da troia, perdutisi per mare; quindi chiede ospitalità al ciclope, ricordandogli che gli ospiti sono protetti da zeus, il padre degli dèi. polifemo risponde di nn temere gli dèi e di seguire solo la propria volontà, poi cerca di farsi dire dov'è ormeggiata la nave di ulisse. l'eroe greco, messo in guardia dal tono arrogate e spietato del ciclope comprende che anche i suoi compagni rimasti alla nave sono in pericolo,ulisse capisce che se avreb be ucciso polifemo, sarebbe rimasto intrappolato nella grotta, così fa ubriacare polifemo del vino che (ulisse) aveva con sè e il ciclope si addormenta. durante la notte ulisse prende un tronco, gli fa la punta e lo pianta nell'occhio di polifemo che urla, così i suoi amici ciclopi lo odono, vanno da lui ma siccome ulisse ere astuti, aveva detto a polifemo che si chiamava nessuno e quini polifemo, quando arrivano i suioi amici e gli chiedono chi gli ha fatto male, polifemo risponde sì+nessuno e così i ciclopi se ne vanno.siccome polifemo aveva un gregge di pecore, la mattina stessa, anke se cieco, le fa uscire , tastandole per vedere se lui si era messo sopra di loro ma lui (ulisse) era molto astuto e conuna corda si lega sotto la pecora e riesce a salvarsi e scappa via.

Roxyna
Ma quando il vino arrivò alla mente del Ciclope, anche allora io gli parlai con dolci parole: “Ciclope, tu mi domandi il mio nome famoso, e dunque io te lo dirò, ma tu dammi il dono dell’ospitalità, come mi promettesti; Nessuno è il mio nome; Nessuno solo soliti chiamarmi la madre e il padre e tutti gli altri compagni.” Così dissi, e quello subito mi rispose con animo spietato: “Nessuno lo mangerò per ultimo dopo i suoi compagni, quegli altri li mangerò prima; questo avrai come dono ospitale.” Disse, e rovesciatosi all’indietro cadde supino, ma poi giacque piegando da un lato il grosso collo ed il sonno che tutto doma, lo colse; e dalla gola gli venivano su il vino e pezzi di carne umana; poi ruttava essendo pesante di vino. Ed allora io spinsi il palo sotto la molta cenere, finchè si riscaldasse ed incoraggiavo con parole tutti i compagni, temendo che qualcuno preso da paura mi si traesse indietro; ma quando il palo d’olivo subito dentro la brace stava per infiammarsi, pur essendo verde, risplendeva vivamente. Ed allora io lo trassi dal fuoco più vicino e i compagni mi stavano intorno; un dio poi mi ispirò un grande coraggio; e quelli, avendo preso il palo di olivo, appuntito sulla cima lo conficcarono nell’occhio, ed io, appoggiatomi di sopra, lo girai, come quando un carpentiere trapana col trapano il legno di una nave e gli altri lo girano al di sotto, attaccandosi con una cinghia dalle due parti e quello corre sempre continuamente; così noi reggendo quel palo infuocato lo giravamo nell’occhio di quello ed intorno al palo che era caldo scorreva il sangue; e la fiamma, mentre la pupilla bruciava, gli arse tutte le palpebre e le sopracciglia; e ne friggevano a fuoco le radici. [Come quando un fabbro immerge nell’acqua fredda per temperare una grande scure o un’ascia che stridono fortemente; e questo costituisce ogni volta la forza del ferro.] Così sfrigolava il suo occhio attorno al palo di ulivo; terribilmente e grandemente si lamentò ed attorno la roccia rimbombò e noi impauriti scappammo; ma quello trasse via dall’occhio il palo intriso di molto sangue. Poi essendo eccitato lo scagliò da sé con le mani e chiamava a gran voce i Ciclopi, i quali abitavano nelle caverne per le cime ventose intorno a lui; E quelli, ascoltando il grido, vennero chi da una parte, chi dall’altra e, fermatisi attorno alla spelonca, domandavano che cosa lo affliggesse; “Perché mai, così abbattuto, o Polifemo, nella notte divina gridasti in questo modo e ci rendevi insonni? O forse qualcuno dei mortali contro la tua volontà ti porta via le greggi? Oppure qualcuno uccide te stesso con l’inganno o con la forza?” A sua volta il forte Polifemo dall’antro si rivolse ad essi: “O miei cari, Nessuno mi uccide con l’inganno e non con la violenza.” Quelli poi rispondendo, dicevano parole alate: “Se nessuno usa violenza a te, poiché sei solo, non è possibile evitare la malattia che viene dal grande Zeus, orsù prega il re Poseidone tuo padre.”


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