Promessi sposi (59397)
ragààà mi aiutate a fare il riassunto di questi punti.. ke vi scrivo.. sn riferiti tutti al 17 capitolo dei promessi sposi.. per favore nn voglio il riassunto di tutto il capitolo..
i punti sono:
- pausa riflessiva
- la paura di renzo
- renzo entra nel bosco
- colloquio di renzo
- spannung del capitolo
- commento
ri petevo mi dovete aiutare di fare il riassunto breve di ogni punto ke ho scritto.. mi serve per dmn.. aiutatemiii.. è urgente..
Aggiunto 49 minuti più tardi:
e le altre cose???
Aggiunto 18 minuti più tardi:
e le altre cose???
i punti sono:
- pausa riflessiva
- la paura di renzo
- renzo entra nel bosco
- colloquio di renzo
- spannung del capitolo
- commento
ri petevo mi dovete aiutare di fare il riassunto breve di ogni punto ke ho scritto.. mi serve per dmn.. aiutatemiii.. è urgente..
Aggiunto 49 minuti più tardi:
e le altre cose???
Aggiunto 18 minuti più tardi:
e le altre cose???
Risposte
ti ho risposto nell'altro post...La prossima volta aprine solo uno per favore!
pausa riflessiva:
n questo che è l'ultimo dei capitoli dei capitoli dedicati a Renzo raggiunge il punto massimo di maturazione interiore e psicologica. La sua sicura baldanza di allocutore della folla si è trasformata nel passo guardingo di chi fugge senza darlo a vedere. Ora egli è solo, di fronte a una realtà ostile, e nel suo petto si agitano i sentimenti più disparati: dalla paura alla speranza, alla voglia di sopravvivere. Il personaggio, insomma, si è interiorizzato, ovvero assume una ricchezza spirituale nuovo, e prende su stesso tutto il mondo che lo circonda.
E' questa la interiorizzazione del personaggio. Il paesaggio si fa stato d'animo, dell'animo di Renzo. Questo non era mai avvenuto con tanta intensità fino ad ora nel romanzo, e le ragioni narrative ne sono precise: può giustificare un paesaggio interiore solo un personaggio che abbia affrontato una maturazione spirituale tale da giustificare un sottile rapporto fra lo spirito e le cose. E' la situazione emotiva di Renzo che giustifica le splendide note paesistiche di cui tutto il capitolo è intessuto.
Come diretta conseguenza di questa interiorizzazione del paesaggio abbiamo che il capitolo è meno narrativo e più lirico: certo, la narrazione è affidata al monologo interiore, con cui Renzo dà voce a tutto il suo giustificato sdegno. Ma è la parte lirica a campeggiare, che è affidata al paesaggio. Due sono le sequenze fondamentali di questa parte: la notte dell'angoscia e l'alba della salvezza.
Per la prima, come strumento per dare una controparte quasi ritmica all'angoscia ed alla paura, il Manzoni fa ricorso alla aggettivazione o ripetizione sostantivale ternaria, volendo con essa significare che la natura esercita un netto predominio sull'uomo. Nella seconda prevale il respiro dell'ampio periodare manzoniano, che pare quasi il sospiro di sollievo del protagonista a fronte della ritrovata salvezza.
http://www.liceoberchet.it/matdidattici/manzoni/capdiciassettesimo.htm
Aggiunto 44 minuti più tardi:
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=185&id_n=5299
spannung del capitolo 17
Ritornano gli stilemi della fiaba (cammina cammina) e Renzo prosegue la sua strada in un climax di paura e tensione: il mugolio dei cani lamentevole insieme e minaccioso e il timore di Renzo nel chiedere ospitalità in una delle case del paese che attraversa lasciano spazio alla noia (nel senso di disagio e fastidio fisico e psicologico) e alla mancanza di un gelso, una vita o altri segni di coltura che parevano fare una mezza compagnia.
Proseguendo nel percorso la natura si inselvatichisce (macchie più alte, di pruni, di quercioli, di marruche) e la noia si trasforma in ribrezzo fino a quando Renzo non si addentra nella boscaglia e si ha il culmine della tensione:
« Gli alberi che vedeva in lontananza, gli rappresentavan figure strane, deformi, mostruose; l'annoiava l'ombra delle cime leggermente agitate, che tremolava sul sentiero illuminato qua e là dalla luna; lo stesso scrosciar delle foglie secche che calpestava o moveva camminando, aveva per il suo orecchio un non so che d'odioso »
(capitolo 17)
La paura e il disagio collegati alla boscaglia o alla foresta rimandano immediatamente agli ambienti tipici della fiaba: Renzo riesce a vincere però anche questa prova (Provava un certo ribrezzo a inoltrarvisi; ma lo vinse, e contro voglia andò avanti) e lo spannung si scioglie nell'amico rumore dell'Adda.
Il fiume, correlato sempre ad un rumore benevolo e amico in opposizione al silenzio, i mugolii e i rumori ostili della natura, non segna solo il confine tra i due stati ma la sua acqua limpida è simbolo della speranza di Renzo.
La lettera maiuscola alla parola Provvidenza in seguito indica che non si tratta di una semplice buona sorta ma proprio della volontà di Dio. La nuova consapevolezza di Renzo si oppone alle solite divozioni e alle orazioni per i morti più legate ad un ambito superstizioso.
n questo che è l'ultimo dei capitoli dei capitoli dedicati a Renzo raggiunge il punto massimo di maturazione interiore e psicologica. La sua sicura baldanza di allocutore della folla si è trasformata nel passo guardingo di chi fugge senza darlo a vedere. Ora egli è solo, di fronte a una realtà ostile, e nel suo petto si agitano i sentimenti più disparati: dalla paura alla speranza, alla voglia di sopravvivere. Il personaggio, insomma, si è interiorizzato, ovvero assume una ricchezza spirituale nuovo, e prende su stesso tutto il mondo che lo circonda.
E' questa la interiorizzazione del personaggio. Il paesaggio si fa stato d'animo, dell'animo di Renzo. Questo non era mai avvenuto con tanta intensità fino ad ora nel romanzo, e le ragioni narrative ne sono precise: può giustificare un paesaggio interiore solo un personaggio che abbia affrontato una maturazione spirituale tale da giustificare un sottile rapporto fra lo spirito e le cose. E' la situazione emotiva di Renzo che giustifica le splendide note paesistiche di cui tutto il capitolo è intessuto.
Come diretta conseguenza di questa interiorizzazione del paesaggio abbiamo che il capitolo è meno narrativo e più lirico: certo, la narrazione è affidata al monologo interiore, con cui Renzo dà voce a tutto il suo giustificato sdegno. Ma è la parte lirica a campeggiare, che è affidata al paesaggio. Due sono le sequenze fondamentali di questa parte: la notte dell'angoscia e l'alba della salvezza.
Per la prima, come strumento per dare una controparte quasi ritmica all'angoscia ed alla paura, il Manzoni fa ricorso alla aggettivazione o ripetizione sostantivale ternaria, volendo con essa significare che la natura esercita un netto predominio sull'uomo. Nella seconda prevale il respiro dell'ampio periodare manzoniano, che pare quasi il sospiro di sollievo del protagonista a fronte della ritrovata salvezza.
http://www.liceoberchet.it/matdidattici/manzoni/capdiciassettesimo.htm
Aggiunto 44 minuti più tardi:
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=185&id_n=5299
spannung del capitolo 17
Ritornano gli stilemi della fiaba (cammina cammina) e Renzo prosegue la sua strada in un climax di paura e tensione: il mugolio dei cani lamentevole insieme e minaccioso e il timore di Renzo nel chiedere ospitalità in una delle case del paese che attraversa lasciano spazio alla noia (nel senso di disagio e fastidio fisico e psicologico) e alla mancanza di un gelso, una vita o altri segni di coltura che parevano fare una mezza compagnia.
Proseguendo nel percorso la natura si inselvatichisce (macchie più alte, di pruni, di quercioli, di marruche) e la noia si trasforma in ribrezzo fino a quando Renzo non si addentra nella boscaglia e si ha il culmine della tensione:
« Gli alberi che vedeva in lontananza, gli rappresentavan figure strane, deformi, mostruose; l'annoiava l'ombra delle cime leggermente agitate, che tremolava sul sentiero illuminato qua e là dalla luna; lo stesso scrosciar delle foglie secche che calpestava o moveva camminando, aveva per il suo orecchio un non so che d'odioso »
(capitolo 17)
La paura e il disagio collegati alla boscaglia o alla foresta rimandano immediatamente agli ambienti tipici della fiaba: Renzo riesce a vincere però anche questa prova (Provava un certo ribrezzo a inoltrarvisi; ma lo vinse, e contro voglia andò avanti) e lo spannung si scioglie nell'amico rumore dell'Adda.
Il fiume, correlato sempre ad un rumore benevolo e amico in opposizione al silenzio, i mugolii e i rumori ostili della natura, non segna solo il confine tra i due stati ma la sua acqua limpida è simbolo della speranza di Renzo.
La lettera maiuscola alla parola Provvidenza in seguito indica che non si tratta di una semplice buona sorta ma proprio della volontà di Dio. La nuova consapevolezza di Renzo si oppone alle solite divozioni e alle orazioni per i morti più legate ad un ambito superstizioso.
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