Poesia di Ugo Foscolo "a Zacinto"

Adj4ever
ragazzi mi servono informazioni sulla poesia di Ugo Foscolo "a Zacinto"...grazie

Risposte
ilvignettificio
Ti posso consigliare un archivio di testi di autori della letteratura italiana:


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Ah, va bene ;)

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Adj4ever
ieri mi sono inscritta...ke ne so io dove cercare le cose...cmq grazie mille!

PrInCeSs Of MuSiC
Ma scusa, non potevi cercare?
Vabè, visto che sei nuova te lo cerco io.

Commento:
Zacinto, oggi Zante, è una delle isole greche che si trovano nel mar Ionio. La poesia è un inno d'amore della terra dove il poeta è nato, è un canto di struggente nostalgia, il lamento doloroso dell'esule che ha il presentimento che la morte lo coglierà lontano da Zacinto e lontano dall'Italia.

Analisi
Il sonetto inizia con una triplice negazione (che è una constatazione amara del poeta della perdita della sua patria), e termina con la sentenza definitiva del suo esilio e della sua illacrimata sepoltura in terra straniera. Tra questi due poli negativi è racchiusa, attraverso l'incatenamento di immagini la rappresentazione nostalgica e meravigliosa del mondo ideale dell'infanzia del poeta e la trasfigurazione mitica della propria esperienza dell'esilio che avviene attraverso all'analogia fra la sua figura è quella di Ulisse. Ulisse, "bello di fama e di sventura" rappresenta l'immagine del poeta, anch'egli esule magnanimo avversato dal destino e dagli uomini, ma rappresenta soprattutto il nuovo concetto dell'eroe romantico, grande per la forza e la dignità con cui sopporta le ingiurie della sventura (l'esitò dell'esilio però, sarà diverso; Foscolo a differenza di Ulisse sarà sepolto in terra straniera e nessuno verserà delle lacrime sulla sua tomba). Altre immagini mitiche sono poi presente nei versi, quella di Omero che rappresenta la poesia eternatrice dell'eroismo e dei valori più alti e Venere, nata secondo il mito dalla spuma del mare, simbolo della natura fecondatrice, della bellezza e dell'armonia, che con il suo sorriso ha reso fertile e rigogliosa la patria del poeta.

Ritmo
Il ritmo del sonetto è dato dal sovrapposti di più piani:
- le rime
- la struttura metrica degli endecasillabi
- la non coincidenza tra enunciati e versi (enjambement, punteggiatura a metà del verso etc.)
- la particolare struttura sintattica che vede sei proposizioni relative concatenate che collegano tra loro, come in un continuum inesauribile, le immagini scaturite dal ricordo infantile del poeta.
v. 3. che tu specchi...
v.4 da cui vergine...
v. 5 e fea quelle isole... (la cui vergine etc.)
v. 6 onde (per cui) non tacque...
v 8 colui che l'acqua...
v. 10 per cui bello...

Figure retoriche
parafrasi: greco mar (Jonio); di colui che l'acque cantò fatali (Omero)
litote - non tacque

Lessico e sintassi
Linguaggio e sintassi della tradizione aulica, complesso nella costruzione (inversioni etc.) e ricco di latinismi e termini letterari.
Esempi - latinismi: vergine (giovane), diverso (che vaga di qua e di là).
Letterari: onde, illacrimata inclito, ove etc.

Breve commento
Il sonetto fa parte di un gruppo di quattro (Alla sera, A Zacinto, Alla Musa, In morte del fratello Giovanni) aggiunti a otto (Non son chi fui, Che stai?, Te nidrice alle Muse, E tu ne' carmi, Perché tacci, Cisì gl'interi giorni, Meritamente, Solcata ho fronte) pubblicati in precedenza (1802) a Pisa nel Giornale dei letterati. I temi dominanti sono la nostalgia verso la terra natia, perduta per sempre, e i richiami al mito e alla poesia greca. Ma sono presenti anche gli altri grandi temi della poesia foscoliana che saranno ripresi e sviluppati successivamente soprattutto nei "Sepolcri": l'esilio, il destino avverso e la tomba illacrimata e solitaria. Seguendo la critica idealistica si può affermare che nel sonetto sono presenti in nuce i miti fondamentali della poesia foscoliana (mito inteso come immagini significative, sintesi della vita, degli affetti e delle meditazioni del poeta). E cioè:

- il mito dell'esilio - esilio come rifiuto del poeta di accettare i valori della società in cui viveva, e quindi esilio come rivolta morale contro la società. Ma esilio anche come momento di meditazione.

- il mito del sepolcro- come centro di affetti familiari, simbolo di una corrispondenza d'amore che lega gli uomini attraverso il tempo; illusione della vittoria della vita sulla morte, sopravvivenza delle tradizioni civili di un popolo nella storia.

- il mito della belezza serenatrice - come bellezza eterna e incorruttibile che per i mortali è alternativa all'angoscia di vivere e dà la possibilità di raggiungere un superiore equilibrio.

- il mito della poesia - come mezzo per tramandare alla generazioni successive i più grandi valori della civiltà umana. Poesia eternatrice quindi dei valori più alti, che oltre a sfidare la morte, sfida anche il tempo.(tratto da qui)


A ZACINTO
Sonetto composto tra il 1802 e il 1803, pubblicato nel 1803.
Venere, nata giovane e vergine, Dea della Bellezza, della Natura e della Fecondità, secondo il mito nacque dalle schiume del Mar Ionio: il suo sorriso ha un effetto prodigioso: rende fertili e rigogliose le sponde che lo vedono; Zante è la prima isola che lo vide dopo che Venere nacque.
Inclito Verso = grande poesia di quel poeta che scrisse delle poesie sulle peregrinazioni di Ulisse: grande poesia di Omero (soggetto di "non tacque". Omero non tralasciò di cantare (cosa?) le piccole bianche nubi (luminose: non oscurano il sole ma ne moltiplicano l’effetto della luminosità) e la vegetazione rigogliosa di Zante proprio perché furono creati da Venere.
Acque Fatali = avventure per mare, volute dal fato, di Ulisse (eroe che ama la famiglia) che per 10 anni errò per i mari: questo periodo furono per lui come un esilio (diverso: in luoghi diversi e diverso da quello di Foscolo) grazie al quale baciò Itaca (pietrosa) "bello di fama e di sventura" = venerabile ed ammirevole per la fama delle sue imprese e per le sue capacità di sopportazione delle sventure: EROE romantico = non colui che vince trionfatore le battaglie ma colui che dimostra la sua grandezza sotto i colpi del destino nemico.
Foscolo vede in Zante una figura materna e si considera suo figlio.
Illacrimata Sepoltura = motivo ricorrente.
NOI = sventurati, esiliati e in un certo senso eroi che non ci lasciamo piegare dal destino che ci costringerà ad avere illacrimata sepoltura (cioè dove nessuno piangerà per il defunto) = il suo spettro non è la morte ma una tomba isolata: perché lontano dagli affetti (in esilio) e perché le tombe degli eroi sono piene di gente: lui ha la paura di non conquistare la fama, la gloria (che è la vera aspirazione ed il vero scopo della vita dei poeti romantici) = un’esistenza senza gloria è un fallimento (Napoleone).
Itaca a differenza di Zacinto poté ricevere il bacio del suo figlio.
NE’ PIU’ MAI = 3 avverbi di negazione: ferma convinzione del non ritorno: come è possibile che un giovane di 24 anni sia convinto di non tornare? Ha capito che il destino è immodificabile: bisogna solo accettarlo e sopportarlo da eroe.
Sacre Sponde = sono sacre perché nell’antica Grecia Zacinto era consacrata a Diana e Venere.
Verso 2 = rito sacro (battesimo): i greci usavano posare sulla terra il neonato per consacrarlo a Venere (dea della Fecondità e della Bellezza) = il Foscolo immagina per se stesso un Battesimo pagano.

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