Piccole domandine sui promessi sposi!!!!!!!!!!!!
SAlve raga potete rispondere a queste facili domandine:D?(del capitolo I)
1)Quali fatti,nel capitolo segnalano la presenza del dominio spagnolo nei luoghi in cui si svolge la vicenda?
2)Qualè il primo pensiero che la vista dei bravi e la percezione di essere la persona da loro attesa suscita in Don Abbondio?
3)Per togliersi dalla difficile situazione,Don Abbondio si presenta come una vittima;perciò descrive l'amore tra i giovani con un'espressione impacciata e volgare:Quale?
4)La capillare della violenza e dell'illegalità determina,secondo Manzoni,un effetto perverso:Quale?
5)Il capitolo I descrive,tra l'altro,la situazione nelle campagne. Comè raffigurata?
6)Nel suo soliloquio Don Abbondio formula un pensiero di cui subito si pente:quale?
7)Cosa pensa Don Abbondio dei sacerdoti che osavano contrastare i prepotenti?
Grazie infinite:*!
1)Quali fatti,nel capitolo segnalano la presenza del dominio spagnolo nei luoghi in cui si svolge la vicenda?
2)Qualè il primo pensiero che la vista dei bravi e la percezione di essere la persona da loro attesa suscita in Don Abbondio?
3)Per togliersi dalla difficile situazione,Don Abbondio si presenta come una vittima;perciò descrive l'amore tra i giovani con un'espressione impacciata e volgare:Quale?
4)La capillare della violenza e dell'illegalità determina,secondo Manzoni,un effetto perverso:Quale?
5)Il capitolo I descrive,tra l'altro,la situazione nelle campagne. Comè raffigurata?
6)Nel suo soliloquio Don Abbondio formula un pensiero di cui subito si pente:quale?
7)Cosa pensa Don Abbondio dei sacerdoti che osavano contrastare i prepotenti?
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Miglior risposta
Guarda qui:
https://www.skuola.net/manzoni/riassunti-promessi-sposi/riassunto-capitolo-1-promessi-sposi.html
c'è il riassunto con tutti i punti salienti che ti occorrono!
Evelyn
Aggiunto 15 minuti più tardi:
Ti posto un testo che ti può essere di maggior aiuto e ti evidenzio alcune parti in grassetto che ti sono utili:
Il primo capitolo si apre con un’ampia e minuziosa descrizione dei luoghi dove si ambientano le prime fasi dei Promessi Sposi: il lago, i monti che lo circondano, il fiume Adda, la città di Lecco e i paesini circostanti. Successivamente l’autore passa alla descrizione della dominazione spagnola in queste terre: soldati stranieri che commettono violenze, furti e soprusi. In questo contesto, Don Abbondio passeggia, come d'abitudine, leggendo il breviario, ma ad una biforcazione della strada, nei pressi di un tabernacolo dipinto, incontra i due bravi. Hanno i capelli lunghi racchiusi in una reticella dalla quale esce solo un grande ciuffo che ricade sulla fronte, e una ricchissima dotazione di armi d'ogni tipo. L’autore cita le molte leggi, dette gride, che prevedono pene severissime per i bravi, che non sono altro che i sicari dei potenti. L'Autore tra una citazione e l'altra - propone considerazioni ironiche sull'inefficacia di queste ed altre gride. Comprendendo che i bravi stanno attendendo lui, don Abbondio cerca vie di fuga o eventuali testimoni, ma poi, vista l'assenza delle une e degli altri, si avvicina ai due fingendosi tranquillo. I bravi gli sbarrano la strada e gli impongono, con le minacce, di non celebrare il matrimonio tra due giovani del luogo: Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Don Abbondio, spaventato, si dichiara più volte disposto all'obbedienza, specie quando sente il nome di don Rodrigo, il padrone dei due bravi. Fatta la loro ambasciata i due f si allontanano. Le minacce dei due bravi si inseriscono nel clima di sopraffazione che caratterizza il Ducato di Milano sotto la dominazione spagnola: i potenti possono impunemente commettere ogni tipo di violenza, mentre i deboli sono costretti a subire e non sono protetti dalla Giustizia. Fin dalla fanciullezza, don Abbondio si rivela un debole e un timoroso, incapace di affrontare le difficoltà della vita in un'epoca tanto violenta. La sua scelta sacerdotale nasce allora dal desiderio di appartenere ad una classe privilegiata e protetta e non da una vera vocazione religiosa. Ma per poter stare ancora più tranquillo, don Abbondio elabora un proprio "sistema di vita" fatto di paura, di servilismo, di opportunismo che lo induce a stare sempre dalla parte del più forte, di cattiverie verso i più deboli, di critiche a chi non pensa ai fatti propri. Inizia il soliloquio di don Abbondio. Come parlando tra sé egli immagina le reazioni di Renzo e ripensa a ciò che avrebbe dovuto dire ai bravi. Infine inveisce segretamente contro don Rodrigo. Giunto a casa propria, il curato chiama Perpetua, la sua serva. Dopo qualche esitazione, si confida con lei, ma non accetta i suoi saggi consigli. Infine, stremato, va a dormire, raccomandando alla domestica la massima riservatezza.
fonte: http://appunti.****/approfondimenti/manzoni_e_i_promessi_sposi-10/capitolo_1_dei_promessi_sposi_di_alessandro_manzoni-5.htm
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fonte: http://appunti.****/approfondimenti/manzoni_e_i_promessi_sposi-10/capitolo_1_dei_promessi_sposi_di_alessandro_manzoni-5.htm
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Risposte
1. Il primo riferimento alla dominazione spagnola è la denominazione del borgo di Lecco come castello, perché il dominio spagnolo si esercitava attraverso la presenza di guarnigioni stabili di soldati. Un secondo riferimento alla dominazione spagnola è la presenza dei bravi e quindi la prima digressione storica che riporta in sintesi passi tratti da alcuni bandi ufficiali dell'epoca.
2. Il primissimo dei tanti pensieri che vengono in mente a don Abbondio è se tra lui e i bravi ci fosse qualche uscita di strada, a destra o a sinistra.
3. Don Abbondio dice che prima i giovani fanno i loro pasticci tra loro e poi vanno dal curato, come se andassero al banco a riscuotere.
4. Le leggi al tempo di don Abbondio erano molte, ma servivano solo ad attestare l'impotenza dei loro autori, nel senso che non avevano effetto, o, se lo avevano, aggiungevano solo prepotenze a quelle che già i deboli subivano da parte dei delinquenti. Se poi uscivano altri bandi per punire i violenti, questi cercavano aiuto nella loro forza reale.
5. Nelle campagne il nobile violento e ricco, con attorno uno stuolo di bravi e una popolazione di contadini abituati, esercitavano un potere a cui nessun'altra frazione di lega avrebbe potuto resistervi.
6. Il pensiero di cui si pente è quello di non aver detto ai bravi di andare direttamente da Renzo e Lucia a portare le minacce e le ingiunzioni di don Rodrigo.
2. Il primissimo dei tanti pensieri che vengono in mente a don Abbondio è se tra lui e i bravi ci fosse qualche uscita di strada, a destra o a sinistra.
3. Don Abbondio dice che prima i giovani fanno i loro pasticci tra loro e poi vanno dal curato, come se andassero al banco a riscuotere.
4. Le leggi al tempo di don Abbondio erano molte, ma servivano solo ad attestare l'impotenza dei loro autori, nel senso che non avevano effetto, o, se lo avevano, aggiungevano solo prepotenze a quelle che già i deboli subivano da parte dei delinquenti. Se poi uscivano altri bandi per punire i violenti, questi cercavano aiuto nella loro forza reale.
5. Nelle campagne il nobile violento e ricco, con attorno uno stuolo di bravi e una popolazione di contadini abituati, esercitavano un potere a cui nessun'altra frazione di lega avrebbe potuto resistervi.
6. Il pensiero di cui si pente è quello di non aver detto ai bravi di andare direttamente da Renzo e Lucia a portare le minacce e le ingiunzioni di don Rodrigo.