Petrarca & co.

rikivik
E' insolito che un collaboratore chieda aiuto ma oggi sto molto incasinato, altrimenti l'avrei fatto da solo...mi servirebbe l'analisi metrica, un commento, lessico, elementi di retorica, struttura fonica, o qualche altra cosa ma principalmente le prime due della poesia di Petrarca "Chiare fresche et dolci acque" Grazie e scusate la demenzialità...:lol

Risposte
rikivik
perfetta!

italocca
va bene?

rikivik
grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee:love:love:love

italocca
commento
questa notissima canzone è ambientata nello splendido paesaggio di Valchiusa.
l'incipit di straordinaria musicalità, scandito dal ritmo di parole esclusivamente bisillabiche e piane, ci presenta la donna amata nell'atto di bagnarsi le membra nelle acque del fiume Sorgue. Tutta la lirica è come attraversata da una sospensione del presente. Le immagini quasi visionarie del futuro, dominate dall'idea della morte e dal pensiero consolatorio delle lacrime dell'amata sparse sulla tomba del poeta, si avvicendano alla rievocazione del passato. I toni chiari del paesaggio ameno di Valchiusa, presenti nella prima stanza, lasciano il posto, nella seconda al pensiero della morte consolato solo dalla pietà dell'amata. Dopo l'andamento quasi spettrale della terza stanza, nella quarta si presenta dinuovo lo scenario di un paesaggio dai tratti idealizzati, quasi dominato da una dea che tutto anima e placa al tempo stesso con la forza della sua bellezza. Nell'ultima stanza infine si fa strada la consapevolezza della contraddizione insanabile: il luogo in cui è apparsa Laura è l'unico in cui il poeta sembra trovare pace, ma si presenta al tempo stesso come la fonte di tutte le lacerazioni.


LE FIGURE RETORICHE: l'uso del polisindeto ( per es. al verso 58: " e 'l volto e le parole e 'l dolce riso). crea un dolce equilibrio formale, mentre le coppie di sostantivi e attributi e il ricorso ai parallelismi conferiscono al testo l'uniformità totale tipica del linguaggio petrarchesco, lontano dagli eccessi e dalle dissonanze.
L'anafora (ove..ove) nella prima stanza costituisce quasi un'indicazione spaziale nel paesaggio calcato dalle orme di Laura; L'ossimoro ( la fera bella et mansueta) esprime il potere di inquietudine passionale che scaturisce dalla quiete piena di grazia della creatura amata. Nell'ambito delle figure di suono, individuiamo le allitterazioni ( volga la vista; faccia forza), l'iperbato (m'aveano, et sì diviso) crea la scissione interiore del poeta.

La metrica.

Il titolo “Chiare, fresche et dolci acque” sottintende una certa rassomiglianza tra lo scroscìo delle acque del fiume ed un ritmo fluido e continuo. Petrarca adotta, quindi, il settenario, verso agile e scorrevole, come chiave di volta per l’architettura della propria composizione: ognuna delle 5 stanze è divisa, infatti, in 13 versi (4 endecasillabi e 9 settenari) ed è spesso aperta da un settenario, in completo disaccordo con le regole metriche imposte dall’Alighieri (prevalenza di endecasillabi e mai un settenario in apertura della stanza). La struttura generale di ogni stanza è A-B-C-A-B-C-C-D-E-E-D-F-F, con una sorta di “coda” finale. In essa il poeta si rivolge personalmente alla poesia, mostrando dunque di considerarla come un’entità viva e pulsante: vi è così quasi una fusione che coinvolge anche la poesia, oltre all’amata ed al paesaggio.

PARAFRASI

Limpide, fresche e dolci acque
dove immerse le sue belle membra
colei che unica per me merita il nome di donna
delicato ramo al quale le piacque
di appoggiare il suo bel corpo
( me ne ricordo sospirando )
erba, fiori che ricoprirono
il suo leggiadro vestito ed il suo corpo,
atmosfera limpida, fatta sacra dalla sua presenza
dove Amore attraverso i suoi begli occhi mi trafisse l'animo
ascoltate voi tutti insieme
le mie tristi ultime parole.
Se è mio destino dunque,
ed in ciò si adopera il volere del cielo,
che Amore chiuda questi occhi piangenti,
qualche favore divino faccia sì
che il mio corpo sia sepolto tra voi,
e l'anima ritorni sciolta dal corpo al cielo.
La morte sarà meno dolorosa
se reco questa speranza in vista di quel pauroso momento:
poiché l'anima stanca
non potrebbe in più riposata quiete
né in più tranquillo sepolcro
abbandonare il corpo travagliato da mille angosce.
Verrà forse un giorno
in cui all'abituale meta
ritornerà la donna bella e crudele,
e a quel luogo dove ella mi vide
nel benedetto giorno dell'incontro
volga i suoi occhi pieni di desiderio e di letizia,
cercando di me, e, divenuta pietosa,
vedendomi polvere tra le pietre del sepolcro,
venga ispirata da Amore
così da sospirare
tanto dolcemente e ottenere la misericordia divina
piegando la giustizia celeste,
asciugandosi gli occhi con il suo bel velo.
Dai rami scendeva ( dolce nel ricordo )
una pioggia di fiori sul suo grembo;
ella sedeva umile in tanta festa della natura,
coperta da quella pioggia di fiori, ispiratrice d'amore.
Un fiore cadeva sull'orlo della veste,
un altro sulle bionde trecce,
che quel giorno a vederle.
parevano oro fino e perle
Un altro si posava in terra ed un altro ancora sull'acqua;
infine un fiore
volteggiando nell'aria
pareva suggerire: "Qui regna Amore "
Quante volte dissi,
preso da grande stupore:
costei certo è nata in Paradiso.
Il suo modo di procedere quasi divino;
il suo volto, la sua voce e il suo sorriso
mi avevano fatto dimenticare a tal punto dove mi trovavo
e fatto allontanare talmente dalla realtà,
che mi chiedevo sospirando come
fossi potuto pervenire in un luogo simile e quando vi ero giunto.
Perché credevo di essere giunto in Paradiso
non in Terra dove mi trovavo
Da quel momento in poi amo questo luogo
così che non ho pace in nessun altro.
Se tu, mia canzone, fossi bella e ornata, quanto desideri,
potresti coraggiosamente
uscire dal bosco e andare tra gli uomini

rikivik
quello che c'è va bene!:lol

italocca
ti serve il commento l'analisi e la parafrasi?

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