Per favore mi dite come si fa il saggio breve su: essere genitori nella società attuale
Difficile fare i genitori oggi. La famiglia intesa come "istituzione", quella tradizionale insomma, traballa: coppie in crisi, uno dei due assente, il troppo lavoro che allontana dai valori "veri", i giovani che fanno richieste economicamente sempre più esose, non più il conflitto sano tra genitori e figli ma piuttosto l'estraneità. Faticoso trasmettere dentro le mura di casa il senso delle cose che contano: la televisione la fa da padrona, e i modelli che propone trovano terreno fertile in famiglie che sono sempre più lasciate sole dalla società. Eppure, in tanta fatica domestica, la maggior parte delle mamme e dei papà italiani confidano ancora in quello che non sanno più essere: la forza della famiglia stessa. Che punta, più che in passato, sul suo ruolo di soggetto economico.
E' questo l'inquietante ritratto della famiglia d'oggi così come viene fuori da uno studio del Censis commissionato dal gruppo Zurich Italia e dal titolo "Pochi rischi, siamo genitori". Dalle interviste fatte a 1300 padri e madri italiani emergergono i grandi mutamenti della famiglia ma anche "la voglia di restituirle quel ruolo e qualle centralità al momento perduti". Una centralità perduta per diversi motivi: per il 64,2% la famiglia è troppo sola nel momento di bisogno perché "non ha adeguato supporto da soggetti come la scuola"; per il 50,9% la sua difficoltà sta nel contrapporre alternative valide ai modelli di vita proposti dai media; il 49,6% dice che i padri sono assenti e/o delegano alle madri l'educazione dei figli; il 41,7% mette in risalto che le madri di oggi non sono quelle di una volta, protettive al limite dell'ansioso, e non lo sono perché stressate dal lavoro in casa e fuori; ed il 39,5% dice che la famiglia non trasmette valori positivi, come tolleranza e rispetto per gli altri.
Insomma esser genitore oggi è considerato (73%) difficile, più difficile rispetto al passato. Perché? Per i mutamenti ed i cambiamenti intervenuti nella società. "Troppe richieste" da parte dei figli, dice il 29,6%; costi divenuti insostenibili per il 23,3%; eccesso di impegni lavorativi per il 20,1%. Ma c'è un rimedio a queste "defaillance", i nonni. E' così per il 41,3% degli intervistati che ricevono un aiuto concreto nella vita e nelle attività quotidiane dei figli, mentre il 44,5% ammette che l'aiuto economico dei nonni è fondamentale.
Ma chi sono i genitori e come si sentono nel loro ruolo di padri e madri? Il 34,1% dice di essere apprensivo e cerca di essere presente nella vita del figlio; il 32,3% ha fiducia nel figlio e ha poca paura che gli capiti qualcosa; il 29,6% si dice discreto, tende a interferire il meno possibile nelle scelte del figlio. Atteggiamenti questi che poi si traducono (69,3%) nel mettersi da parte per responsabilizzare il figlio o per conquistarsene la sua fiducia (49,6%), piuttosto che esercitare un controllo continuo. Insomma più dialettica e confronto "alla pari" e meno esercizio di un supposto "dominio".
Cosa pensano, cercano e in cosa credono i figli? Intanto è morto "il mito" della laurea che dà prestigio ma non benessere economico. E di fronte a questa grossa novità il 53% dei 1300 genitori intervistati replica che è in ogni caso utile puntare sullo studio di una o più lingue; il 41% scommette su informatica e nuove tecnologie mentre il 23,1% nella frequentazione degli ambienti culturalmente stimolanti ed il 18% nella conoscenza di culture diverse mediante viaggi.
Il futuro, un'incognita. Che però non azzera le speranze. Per 7 genitori su 10 ci sono più rischi e pericoli (nell'ordine: incidenti stradali; droga; compagnie non buone; malattie; pedofilia) che certezze per i figli: metter su famiglia è quindi complicato e arduo. Ma nonostante questo, i genitori italiani guardano avanti positivamente, convinti che la famiglia saprà comunque trovare una soluzione per uscire dalla crisi e garantire un domani ai propri figli. A fronte di un 20,8% di pessimisti totali, il 64,2% degli intervistati ritiene che la famiglia è in grado di affrontare da sola i rischi a cui i figli potrebbero andare incontro nel futuro e il 58,2% dei genitori si dichiara ottimista malgrado tutto.
Se è in crisi di valori, la famiglia assume un ruolo sempre più forte dal punto di vista economico. "Oggi la famiglia italiana ha cambiato maschera - spiega direttore generale del Censis Giuseppe De Rita - è una famiglia fortemente responsabilizzata e altamente patrimonializzata: vuole prima di tutto garantire una sicurezza economica, con l'acquisto di una casa, l'avvio dell'attività lavorativa, la stipula di polize assicurative e in secondo luogo trasmettere ai propri figli un forte senso di responsabilità. Non a caso, davanti ad un 39,5% di genitori che sono consapevoli di non riuscire più a trasmettere valori e norme di comportamento, c'è un 65% che pensa di poter trasmettere l'etica della responsabilità".-------- uno dei piu strabilianti fenomeni italinia: la lunghissima adolescenza dei figli,che accompagna e , in qualche modo, giustifica l'interminabile gioventu dei genitori. Li ho visti, i coetanei che giocano a fare gli amici dei figli. Se è un modo di passare un po' di tempo con loro, va bene. Ma spesso è un tentativo goffo di marcarli stretti, e specchiarsi nella loro gioventù. Mettiamocelo in testa, cari coetanei: i nostri figli non hanno bisogno di nuovi amici (ne hanno in quantità). Hanno bisogno di padri e madri. E se non sono nuovi, meglio. Ho avuto diciott' anni nel secolo scorso, è vero. Ma vi assicuro che nel 1975 nessuno di noi avrebbe voluto i genitori all' uscita della maturità, o in attesa dopo un esame all' università. E i genitori non si sarebbero mai sognati di apparire in occasioni del genere. Non eravamo meglio; né avevamo genitori migliori. Ma credevamo - noi e loro - che i ruoli andassero rispettati. Altrimenti come si fa a diventar grandi, a questo mondo? Sia chiaro: non sto invocando «il metodo americano», secondo cui i figli escono di casa a diciott' anni, per non tornarci più. Credo che vivere in casa coi genitori possa essere una soluzione intelligente, in attesa di prendere decisioni (di lavoro, di famiglia). Ma le decisioni vanno prese. Rimandare sempre non si può. O meglio: si può, ma è sbagliato. E si comincia a sbagliare proprio intorno ai diciott' anni, come ha intuito il mio lettore. Donne fatte e ragazzoni robusti vegliati da genitori apprensivi. Secondo voi, chi ha bisogno di chi? Se vogliamo creare una «generazione di burro», avanti: questa è la strada giusta. Lo dice un italiano quarantacinquenne, esponente della «generazione di latta»: l' ultima che ha avuto giocattoli che s' arruginavano e tagliavano (poi è arrivata la plastica). Una generazione che - come ho scritto in un libro - «ha ricevuto un' educazione di ferro da genitori con nervi d' acciaio». Discutibile, perfettibile. Ma, almeno, era un' educazione. Non una forma di estenuante baby-sitteraggio.-------
E' questo l'inquietante ritratto della famiglia d'oggi così come viene fuori da uno studio del Censis commissionato dal gruppo Zurich Italia e dal titolo "Pochi rischi, siamo genitori". Dalle interviste fatte a 1300 padri e madri italiani emergergono i grandi mutamenti della famiglia ma anche "la voglia di restituirle quel ruolo e qualle centralità al momento perduti". Una centralità perduta per diversi motivi: per il 64,2% la famiglia è troppo sola nel momento di bisogno perché "non ha adeguato supporto da soggetti come la scuola"; per il 50,9% la sua difficoltà sta nel contrapporre alternative valide ai modelli di vita proposti dai media; il 49,6% dice che i padri sono assenti e/o delegano alle madri l'educazione dei figli; il 41,7% mette in risalto che le madri di oggi non sono quelle di una volta, protettive al limite dell'ansioso, e non lo sono perché stressate dal lavoro in casa e fuori; ed il 39,5% dice che la famiglia non trasmette valori positivi, come tolleranza e rispetto per gli altri.
Insomma esser genitore oggi è considerato (73%) difficile, più difficile rispetto al passato. Perché? Per i mutamenti ed i cambiamenti intervenuti nella società. "Troppe richieste" da parte dei figli, dice il 29,6%; costi divenuti insostenibili per il 23,3%; eccesso di impegni lavorativi per il 20,1%. Ma c'è un rimedio a queste "defaillance", i nonni. E' così per il 41,3% degli intervistati che ricevono un aiuto concreto nella vita e nelle attività quotidiane dei figli, mentre il 44,5% ammette che l'aiuto economico dei nonni è fondamentale.
Ma chi sono i genitori e come si sentono nel loro ruolo di padri e madri? Il 34,1% dice di essere apprensivo e cerca di essere presente nella vita del figlio; il 32,3% ha fiducia nel figlio e ha poca paura che gli capiti qualcosa; il 29,6% si dice discreto, tende a interferire il meno possibile nelle scelte del figlio. Atteggiamenti questi che poi si traducono (69,3%) nel mettersi da parte per responsabilizzare il figlio o per conquistarsene la sua fiducia (49,6%), piuttosto che esercitare un controllo continuo. Insomma più dialettica e confronto "alla pari" e meno esercizio di un supposto "dominio".
Cosa pensano, cercano e in cosa credono i figli? Intanto è morto "il mito" della laurea che dà prestigio ma non benessere economico. E di fronte a questa grossa novità il 53% dei 1300 genitori intervistati replica che è in ogni caso utile puntare sullo studio di una o più lingue; il 41% scommette su informatica e nuove tecnologie mentre il 23,1% nella frequentazione degli ambienti culturalmente stimolanti ed il 18% nella conoscenza di culture diverse mediante viaggi.
Il futuro, un'incognita. Che però non azzera le speranze. Per 7 genitori su 10 ci sono più rischi e pericoli (nell'ordine: incidenti stradali; droga; compagnie non buone; malattie; pedofilia) che certezze per i figli: metter su famiglia è quindi complicato e arduo. Ma nonostante questo, i genitori italiani guardano avanti positivamente, convinti che la famiglia saprà comunque trovare una soluzione per uscire dalla crisi e garantire un domani ai propri figli. A fronte di un 20,8% di pessimisti totali, il 64,2% degli intervistati ritiene che la famiglia è in grado di affrontare da sola i rischi a cui i figli potrebbero andare incontro nel futuro e il 58,2% dei genitori si dichiara ottimista malgrado tutto.
Se è in crisi di valori, la famiglia assume un ruolo sempre più forte dal punto di vista economico. "Oggi la famiglia italiana ha cambiato maschera - spiega direttore generale del Censis Giuseppe De Rita - è una famiglia fortemente responsabilizzata e altamente patrimonializzata: vuole prima di tutto garantire una sicurezza economica, con l'acquisto di una casa, l'avvio dell'attività lavorativa, la stipula di polize assicurative e in secondo luogo trasmettere ai propri figli un forte senso di responsabilità. Non a caso, davanti ad un 39,5% di genitori che sono consapevoli di non riuscire più a trasmettere valori e norme di comportamento, c'è un 65% che pensa di poter trasmettere l'etica della responsabilità".-------- uno dei piu strabilianti fenomeni italinia: la lunghissima adolescenza dei figli,che accompagna e , in qualche modo, giustifica l'interminabile gioventu dei genitori. Li ho visti, i coetanei che giocano a fare gli amici dei figli. Se è un modo di passare un po' di tempo con loro, va bene. Ma spesso è un tentativo goffo di marcarli stretti, e specchiarsi nella loro gioventù. Mettiamocelo in testa, cari coetanei: i nostri figli non hanno bisogno di nuovi amici (ne hanno in quantità). Hanno bisogno di padri e madri. E se non sono nuovi, meglio. Ho avuto diciott' anni nel secolo scorso, è vero. Ma vi assicuro che nel 1975 nessuno di noi avrebbe voluto i genitori all' uscita della maturità, o in attesa dopo un esame all' università. E i genitori non si sarebbero mai sognati di apparire in occasioni del genere. Non eravamo meglio; né avevamo genitori migliori. Ma credevamo - noi e loro - che i ruoli andassero rispettati. Altrimenti come si fa a diventar grandi, a questo mondo? Sia chiaro: non sto invocando «il metodo americano», secondo cui i figli escono di casa a diciott' anni, per non tornarci più. Credo che vivere in casa coi genitori possa essere una soluzione intelligente, in attesa di prendere decisioni (di lavoro, di famiglia). Ma le decisioni vanno prese. Rimandare sempre non si può. O meglio: si può, ma è sbagliato. E si comincia a sbagliare proprio intorno ai diciott' anni, come ha intuito il mio lettore. Donne fatte e ragazzoni robusti vegliati da genitori apprensivi. Secondo voi, chi ha bisogno di chi? Se vogliamo creare una «generazione di burro», avanti: questa è la strada giusta. Lo dice un italiano quarantacinquenne, esponente della «generazione di latta»: l' ultima che ha avuto giocattoli che s' arruginavano e tagliavano (poi è arrivata la plastica). Una generazione che - come ho scritto in un libro - «ha ricevuto un' educazione di ferro da genitori con nervi d' acciaio». Discutibile, perfettibile. Ma, almeno, era un' educazione. Non una forma di estenuante baby-sitteraggio.-------
Risposte
https://www.skuola.net/temi-saggi-svolti/saggio-breve.html qui una traccia su come si svolge un saggio breve, se poi ci posti la tua bozza ne discutiamo.