Pasolini e il consumismo
mi serve una presentazione ben dettagliata di pasolini e il consumismo
Risposte
Ho trovato questo, spero sia quello che ti serve...
Pasolini, giunto a Roma all’inizio degli anni ’50, nelle prime opere poetiche
si fece portavoce della vitalità dei giovani delle borgate di Roma e
sebbene in contrasto con la linea ufficiale del Pci accettò la filosofia di
Marx e in modo particolare condivise l’analisi della società italiana e la
proposta delle idee che Gramsci aveva elaborato in carcere.
I Quaderni del carcere di Gramsci furono pubblicati tra il 1948 e il 1953.
Pasolini condivise lo spirito dei Quaderni e molte idee di Gramsci che
trasferì negli articoli pubblicati su “Officina” e nei suoi primi film da
"Accattone" a "Mamma Roma" a "Uccellacci e uccellini" con Totò e
Ninetto Davoli uscito nel 1966.
Intanto in Italia nel decennio degli anni ’60 si
realizzò il miracolo economico che trasformò
l’Italia da un paese agricolo a un paese
industriale, ma in questa trasformazione Pasolini
vide anche una “Mutazione antropologica” contro
la quale il poeta si scagliò in nome di valori
anticapitalistici e agricoli.
Dal ’68 Pasolini maturò nuove idee politiche che
lo misero in contrapposizione con il PCI e con le
altre forze politiche e culturali sia di destra che
si sinistra.
Ma, si può sostenere, che la sua evoluzione politica degli anni ’70
corrispondeva alle idee del filosofo tedesco Herbert Marcuse che nei suoi
libri, del decennio precedente, sosteneva che ormai: 1) il
sottoproletariato si era intergrato nella società capitalistica o come la
chiamava Pasolini Neocapitalismo italiano 2) che le nuove forze
rivoluzionarie non erano più il proletariato urbano ma le grandi masse dei
nuovi continenti che lottavano per ottenere la libertà nazionale e l’auto
emancipazione internazionale sottomesse al capitalismo mondiale sui
territori africani 3) che le grandi masse di sfruttati che si identificavano
con il consumismo americano dovevano rifiutare il consumismo e i beni
superflui 4) che la liberazione doveva venire con la liberazione dei tabù e
con l’espressione libera dell’eros come avevano fatto capire dapprima
Freud, con la sua teoria della psicoanalisi, poi il suo discepolo W
Raich con la sua rivoluzione sessuale operata in America e proseguita
successivamente da altri psicologi. Pasolini recepì tutte queste idee e in
nome delle quali si pose e si contrappose in Italia contro tutti (io non so
se Pasolini abbia letto le opere di Marcuse ma comunque le sue idee e sue
proposte corrispondono perfettamente alle tesi rivoluzionarie di Marcuse
elencate prima.)
Le idee di Pasolini negli anni ’70.
Idee, concetti e accuse di P.P.Pasolini.
Pasolini negli ultimi scritti della sua vita pubblicati con il titolo "Scritti
corsari" nel 1975 e poi altri articoli raccolti con il titolo “Lettere
luterane” accusava le masse e i giovani sottoproletari di omologarsi al
consumismo.
Contro “l’omologazione culturale” scrisse l’articolo con il titolo "Gli italiani
non sono più quelli di una volta" nel Corriere della sera del 10 giugno
1974 e un altro articolo con il titolo "Il potere senza volto" nel Corriere
della sera del 24 giugno 1974. (da Salvatore Guglielmino pagine 1117-1120)
I temi di questi scritti sono i più caratteristici del Pasolini polemista:
1) L'omologazione cioè l’appiattimento dei consumatori alla massificazione;
2) l’appiattimento culturale;
3) il consumismo, cioè la corsa al possesso delle cose
4) inoltre accusava la DC di scandali politico-affaristici e gli uomini del
“Palazzo";
5) accusava i giovani di diventare piccolo borghesi e di farsi assopire dalla
televisione e dalla scuola che sono al servizio del potere(da testi e
contesti pagina 825).
Nel corso degli anni '60 e ’70, durante il boom economico italiano (1955-
1970) Pasolini vede che il sottoproletariato delle borgate si integra con la
classe borghese attraverso il consumismo, che diventa l’atteggiamento
dominante dei poveri e dei proletari. Pasolini si accorge che i valori del
neocapitalismo italiano e mondiale sono comuni e accettati dalle classi
subalterne e si rivolge alle popolazioni dell’Africa, ancora non intaccate
dai modelli del capitalismo e del consumismo mondiale perchè considerate
pure e originarie e quindi non intaccate dal consumismo borghese.
Pasolini, giunto a Roma all’inizio degli anni ’50, nelle prime opere poetiche
si fece portavoce della vitalità dei giovani delle borgate di Roma e
sebbene in contrasto con la linea ufficiale del Pci accettò la filosofia di
Marx e in modo particolare condivise l’analisi della società italiana e la
proposta delle idee che Gramsci aveva elaborato in carcere.
I Quaderni del carcere di Gramsci furono pubblicati tra il 1948 e il 1953.
Pasolini condivise lo spirito dei Quaderni e molte idee di Gramsci che
trasferì negli articoli pubblicati su “Officina” e nei suoi primi film da
"Accattone" a "Mamma Roma" a "Uccellacci e uccellini" con Totò e
Ninetto Davoli uscito nel 1966.
Intanto in Italia nel decennio degli anni ’60 si
realizzò il miracolo economico che trasformò
l’Italia da un paese agricolo a un paese
industriale, ma in questa trasformazione Pasolini
vide anche una “Mutazione antropologica” contro
la quale il poeta si scagliò in nome di valori
anticapitalistici e agricoli.
Dal ’68 Pasolini maturò nuove idee politiche che
lo misero in contrapposizione con il PCI e con le
altre forze politiche e culturali sia di destra che
si sinistra.
Ma, si può sostenere, che la sua evoluzione politica degli anni ’70
corrispondeva alle idee del filosofo tedesco Herbert Marcuse che nei suoi
libri, del decennio precedente, sosteneva che ormai: 1) il
sottoproletariato si era intergrato nella società capitalistica o come la
chiamava Pasolini Neocapitalismo italiano 2) che le nuove forze
rivoluzionarie non erano più il proletariato urbano ma le grandi masse dei
nuovi continenti che lottavano per ottenere la libertà nazionale e l’auto
emancipazione internazionale sottomesse al capitalismo mondiale sui
territori africani 3) che le grandi masse di sfruttati che si identificavano
con il consumismo americano dovevano rifiutare il consumismo e i beni
superflui 4) che la liberazione doveva venire con la liberazione dei tabù e
con l’espressione libera dell’eros come avevano fatto capire dapprima
Freud, con la sua teoria della psicoanalisi, poi il suo discepolo W
Raich con la sua rivoluzione sessuale operata in America e proseguita
successivamente da altri psicologi. Pasolini recepì tutte queste idee e in
nome delle quali si pose e si contrappose in Italia contro tutti (io non so
se Pasolini abbia letto le opere di Marcuse ma comunque le sue idee e sue
proposte corrispondono perfettamente alle tesi rivoluzionarie di Marcuse
elencate prima.)
Le idee di Pasolini negli anni ’70.
Idee, concetti e accuse di P.P.Pasolini.
Pasolini negli ultimi scritti della sua vita pubblicati con il titolo "Scritti
corsari" nel 1975 e poi altri articoli raccolti con il titolo “Lettere
luterane” accusava le masse e i giovani sottoproletari di omologarsi al
consumismo.
Contro “l’omologazione culturale” scrisse l’articolo con il titolo "Gli italiani
non sono più quelli di una volta" nel Corriere della sera del 10 giugno
1974 e un altro articolo con il titolo "Il potere senza volto" nel Corriere
della sera del 24 giugno 1974. (da Salvatore Guglielmino pagine 1117-1120)
I temi di questi scritti sono i più caratteristici del Pasolini polemista:
1) L'omologazione cioè l’appiattimento dei consumatori alla massificazione;
2) l’appiattimento culturale;
3) il consumismo, cioè la corsa al possesso delle cose
4) inoltre accusava la DC di scandali politico-affaristici e gli uomini del
“Palazzo";
5) accusava i giovani di diventare piccolo borghesi e di farsi assopire dalla
televisione e dalla scuola che sono al servizio del potere(da testi e
contesti pagina 825).
Nel corso degli anni '60 e ’70, durante il boom economico italiano (1955-
1970) Pasolini vede che il sottoproletariato delle borgate si integra con la
classe borghese attraverso il consumismo, che diventa l’atteggiamento
dominante dei poveri e dei proletari. Pasolini si accorge che i valori del
neocapitalismo italiano e mondiale sono comuni e accettati dalle classi
subalterne e si rivolge alle popolazioni dell’Africa, ancora non intaccate
dai modelli del capitalismo e del consumismo mondiale perchè considerate
pure e originarie e quindi non intaccate dal consumismo borghese.