Parafrasi "POLIFEMO" Dal verso 253 a 505 PER DOMANI!!!!

AntonioBho
Parafrasi "POLIFEMO" Dal verso 253 a 505 AIUTO URGENTISSIMO PER DOMANI!!!!
Vi elenco l'inizio e la fine.
(253.

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Annie__
Questa è la prima parte :

“Stranieri, chi siete? E di dove navigate…?”. A noi si spezzò il cuore per la paura, ma io gli risposi: “Noi siamo Achei, di ritorno da Troia, diretti verso la patria, ma deviati da Zeus per altri luoghi. Abbiamo distrutto la città di Troia. Ora veniamo supplichevoli da te e ti chiediamo un dono ospitale, come si usa verso gli ospiti. Rispetta gli dei. Zeus accompagna gli ospiti stranieri”. Ma egli rispose con cuore spietato: “Sei uno sciocco, straniero, o vieni da molto lontano se pretendi di rispettare gli dei. Ma i Ciclopi non si preoccupano di Zeus che può tutto, né degli dei, perché siamo più forti. Non ti risparmierò per volere di Zeus, ma solo se lo vuole il mio cuore. Ma dove hai lasciato la nave?”. Così disse, per provocarmi, ma io, molto prudentemente, gli risposi falsamente: “La nave me l’ha spezzata Poseidone, scuotitore della terra, cacciandola contro gli scogli; io solo con loro ho evitato la morte”. A queste parole, non rispose nulla, ma, con un balzo, afferrò due miei compagni, li sbattè a terra, facendo uscire sangue e cervelli. E fattili a pezzi, si preparò la cena: li maciullò e non lasciò nulla, né viscere, né carni, né ossa. E noi piangendo, pregavamo Zeus, ma eravamo impotenti. Dopo che il Ciclope si saziò, mangiando carne umana, si sdraiò tra le pecore. Io pensai d’avvicinarmi e di piantare la mia spada sul suo petto, ma mi venne un altro pensiero, altrimenti saremmo morti pure noi, perché non avremmo potuto togliere l’enorme masso. Il mattino dopo, il Ciclope divorò altri due compagni ed uscì a pascolare il gregge.
(Rimasto nella grotta, Odisseo preparò un piano di vendetta: preso un grande tronco d’albero, lo lisciò e lo rese aguzzo sulla punta. La sera, il Ciclope, rientrò e sbranò altri due compagni.)
Allora io parlai al Ciclope, avvicinandomi con un boccale di vino e glielo offersi, rimproverandolo per la sua ingiustizia verso di loro. Lui bevve e ne chiese dell’altro, chiedendomi come mi chiamavo, finchè si ubriacò. Così gli risposi che mi chiamavo Nessuno e gli chiesi nuovamente di darmi il dono ospitale. Lui disse che mi avrebbe mangiato per ultimo e si addormentò. E subito, dopo aver riscaldato il palo appuntito nella brace, con l’aiuto dei compagni, lo ficcai nel suo occhio, che si bruciò. Polifemo gemette di dolore, si strappò il tizzone dall’occhio insanguinato, e chiamò a gran voce gli altri Ciclopi che vivevano nelle grotte vicine. Essi gli chiesero cosa volesse e lui rispose che Nessuno lo uccideva con l’inganno. Ma quelli gli dissero di rivolgersi al padre Poseidone, visto che era solo e non c’era “nessuno” e se ne tornarono nelle loro grotte.
(Dopo Odisseo escogitò il modo per uscire da lì: legò i suoi compagni, a tre a tre, sotto il vello dei montoni più grossi).
Appena fu giorno, Polifemo fece uscire il gregge, tastando la schiena degli animali, non sospettando che gli uomini erano legati sotto le pance villose delle bestie. Appena fummo un poco lontani dalla grotta, per primo mi sciolsi dal montone,poi sciolsi i compagni e raggiungemmo velocemente la nave.
fonte: https://forum.skuola.net/italiano/parafrasi-nella-grotta-di-polifemo-80359.html
ciao :hi

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