Parafrasi per Domani, "Il Duello fra Paride e Menelao" vv. 303-382

Saraaa88
Ciao! Mi servirebbe la parafrasi: Il Duello fra Paride e Menelao vv. 303-382. Ve la scrivo qui': E' per domani :( Iliade 3

Parlò poi fra loro Priamo, il Dardanide : «Ascoltatemi, Troiani ed Achei dalle solide gambiere: io me ne torno ad Ilio ventosa, a casa mia, che mai sopporterò di vedere con i miei occhi il figlio mio combattere con Menelao bellicoso; lo sa forse Zeus e gli altri dei immortali, per chi dei due è segnato il destino di morte». Disse, e mise gli agnelli sul cocchio, l'uomo simile a un dio, vi sali sopra egli stesso, e tirò indietro le briglie; accanto a lui Antenore montò sullo splendido cocchio. Questi, ripresa la via, tornavano ad Ilio; intanto Ettore, figlio di Priamo, e Odisseo divino per prima cosa segnarono il campo", e subito dopo, prese le tessere per il sorteggio, le scossero in un elmo di bronzo, chi per primo dovesse dei due scagliare la lancia puntuta Tutti pregavano, sollevando le braccia agli dei, e così ognuno diceva fra Troiani ed Achei: «Zeus padre, signore dell'Ida", gloriosissimo, sommo, chi dei due è stato l'origine di questi guai per gli uni e per gli altri,fa' che morto se ne scenda giù nella casa di Ade, e ci sia invece fra noi alleanza e patti leali).

Così dicevano; il grande Ettore dall'elmo ondeggiante scosse le sorti, con la faccia volta all'indietrol), usci prima quella di Paride. Allora gli altri sedettero su varie file, dove aveva ciascuno lasciato i cavalli dal piede leggero e le armi ben cesellate;

quello intanto indosso le splendide armi,

Alessandro divino, lo sposo di Elena dalla bella chioma. Per prima cosa intorno alle gambe si mise le gambiere belle, allacciate con fibbie d'argento;

poi s'infilava sul petto la corazza

di suo fratello Licaone, e gli stette a pennello.

Si mise a tracolla la spada, fregiata di borchie d'argento, tutta di bronzo, e quindi lo scudo, grande e pesante; sulla testa vigorosa mise l'elmo ben lavorato, con criniera di cavallo; e paurosamente la cresta ondeggiava sull'elmo; prese infine una lancia robusta, che s'adattava al suo pugno. Cosi anche Menelao bellicoso indossava le armi. Dopo che dunque si furono armati, l'uno di qua l'altro di là dalla folla, si disposero entrambi nel mezzo fra Troiani ed Achei, con uno sguardo torvo negli occhi; un sussulto prese, a vederli, i Troiani, provetti cavalieri, e gli Achei dalle solide gambiere. Stettero dunque vicini, in mezzo allo spazio segnato, scuotendo le lance", pieni di rabbia l'uno per l'altro. Per primo Alessandro scagliava la sua lunga lancia, e colpi l'Atride sullo scudo ben bilanciato, ma il bronzo non foro, gli si piego la punta contro lo scudo robusto; attaccò per secondo col bronzo l'Atride Menelao, una preghiera innalzando a Zeus padre: «Zeus sovrano, fa' ch'io punisca chi senza motivo mi offese Alessandro divino, fallo cadere sotto i miei colpi in modo che anche fra i posteri abbia chiunque timore di fare del male al suo ospite, che gli abbia offerto amicizia Disse e palleggiando scaglio la sua lunga lancia e colpi il figlio di Priamo sullo scudo ben bilanciato: la lancia pesante passò attraverso il lucido scudo e restava sconfitta nella corazza ben cesellata; trapassando di fianco, lacero il chitone!

con la lancia; ma lui si chino ed evito il nero destino L'Atride allora sguainata la spada a borchie d'argento percosse dall'alto la cresta dell'elmo, ed ecco che a lui frantumata in tre, quattro pezzi, la spada cadde di mano. Si lamento l'Atride, alzando lo sguardo al cielo spazioso: «Zeus padre, tra gli dei nessun altro è più maligno di te: davvero credevo di punire Alessandro della sua perfidia. Ora mi si è spezzata invece tra le mani la spada, e la lancia è stata scagliata a vuoro dal mio pugno, e non l'ho trafitto). Disse, e balzato in avanti l'afferrò per l'elmo crinito23 e lo trascinava supino verso gli Achei dalle solide gambiere: lo soffocava la cinghia trapunta sotto il collo delicato, il soggolo dell'elmo, che era teso sotto al suo mento? E sarebbe riuscito a tirarlo, guadagnandosi gloria infinita, se chiaro non avesse visto la figlia di Zeus, Afrodite, che gli spezzò la cinghia, fatta col cuoio d'un bue scannato: e cosi l'elmo, vuoto, andò dietro alla mano robusta Allora l'eroe nel bel mezzo degli Achei dalle solide gambiere los scagliò roteandolo, ei suoi bravi compagni lo presero; poi s'avvento di nuovo deriso ad ucciderlo

con la lancia puntuta; ma lo sottrasse Afrodite, assai facilmente, come opera un dio, di fitta nebbia l'avvolse, e lo portò nella stanza da letto profumata, piena di aromi

Grazie Mille! :D

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.