Parafrasi canto XLVI PRIMA OTTAVA ORLANDO FURIOSO (42144)
parafrasi canto XLVI PRIMA OTTAVA ORLANDO FURIOSO
Risposte
1
Or, se mi mostra la mia carta il vero,
non è lontano a discoprirsi il porto;
sì che nel lito i voti scioglier spero
a chi nel mar per tanta via m'ha scorto;
ove, o di non tornar col legno intero,
o d'errar sempre, ebbi già il viso smorto.
Ma mi par di veder, ma veggo certo,
veggo la terra, e veggo il lito aperto.
ora, se la mia carta mi mostra la verità
fra poco il porto sarà visibile;
cosicchè spero, uan volta a terra, di sciogliere i voti
a chi per tanto tempo mi ha visto andar per mare;
nel quale ebbi molta paura
o di non riuscire a salvare la nave
o di perdermici.
ma mi sembra di vedere, anzi vedo di sicuro,
vado al terra e vedo la costa!
commento da.......
http://www.hottopos.com/convenit4/itali.htm
Il poeta-navigatore ha con sé la "carta" che dovrebbe condurlo al sicuro "porto", eppure, finché non lo raggiunge, non è completamente sicuro che la guida gli mostri "il vero". Cioè, l'affidamento agli argomenti della ragione (la "carta", appunto) non è mai completo, perché c'è sempre il dubbio che la guida possa sbagliare e lasciare in preda alla pazzia, all' "errar sempre".
Il giudizio umano erra spesso, dunque, soprattutto quando s'interrompe l'essenziale dialogo tra gli opposti, eppur vicini, interlocutori. Ecco perché impazzisce il prode Orlando, innamorato fedelissimo, il quale vede soltanto le ottime ragioni che lo fanno meritevole dell'amore di Angelica, mentre non riesce a vedere le ottime ragioni che ha pure la "pazzia" di Angelica quando le consiglia di preferire invece il giovane ed avvenente Medoro.
Or, se mi mostra la mia carta il vero,
non è lontano a discoprirsi il porto;
sì che nel lito i voti scioglier spero
a chi nel mar per tanta via m'ha scorto;
ove, o di non tornar col legno intero,
o d'errar sempre, ebbi già il viso smorto.
Ma mi par di veder, ma veggo certo,
veggo la terra, e veggo il lito aperto.
ora, se la mia carta mi mostra la verità
fra poco il porto sarà visibile;
cosicchè spero, uan volta a terra, di sciogliere i voti
a chi per tanto tempo mi ha visto andar per mare;
nel quale ebbi molta paura
o di non riuscire a salvare la nave
o di perdermici.
ma mi sembra di vedere, anzi vedo di sicuro,
vado al terra e vedo la costa!
commento da.......
http://www.hottopos.com/convenit4/itali.htm
Il poeta-navigatore ha con sé la "carta" che dovrebbe condurlo al sicuro "porto", eppure, finché non lo raggiunge, non è completamente sicuro che la guida gli mostri "il vero". Cioè, l'affidamento agli argomenti della ragione (la "carta", appunto) non è mai completo, perché c'è sempre il dubbio che la guida possa sbagliare e lasciare in preda alla pazzia, all' "errar sempre".
Il giudizio umano erra spesso, dunque, soprattutto quando s'interrompe l'essenziale dialogo tra gli opposti, eppur vicini, interlocutori. Ecco perché impazzisce il prode Orlando, innamorato fedelissimo, il quale vede soltanto le ottime ragioni che lo fanno meritevole dell'amore di Angelica, mentre non riesce a vedere le ottime ragioni che ha pure la "pazzia" di Angelica quando le consiglia di preferire invece il giovane ed avvenente Medoro.