Lo starno caso del dottor jekyll e del signor hyde
recensione "lo strano caso del dottor jekyll e del signor hyde"
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Lo “strano caso del dottor Jekyll e del Signor Hyde”, scritto da Robert Louis Stevenson, è uno di quei libri che coinvolgendo il lettore, lo rendono partecipe della storia in modo totale. Il binomio Jekyll-Hyde è diventatao parte della nostra cultura e anche chi non ha letto il libro, identifica questi nomi come sinonimo di “doppia personalità”.
Il romanzo è la rappresentazione schematica del tema della scissione della personalità, e, Sebbene ambientato nell’Inghilterra di fine ottocento, il tema sviluppato da Stevenson, oltre che applicabile in tutte le società, è “senza tempo”, ossia è valido in qualunque periodo della storia dell’uomo, poiché analizza e sviluppa l’eterno conflitto della lotta tra il bene ed il male.
Il Dott. Henry Jekyll è uno stimato studioso e chimico, che vive agiatamente, circondato dall’affetto degli amici e di tutti i conoscenti. Gode della fama di uomo retto e corretto. Portato dalla sua natura alla laboriosità, desideroso del rispetto degli altri e quindi con tutte le carte in regola per un futuro di prestigio e di onori, il Dott. Jekyll aveva il suo peggior difetto in una certa irrequietezza di temperamento, che pur non essendo eccessiva, creava nello stimato studioso un senso di disagio, poiché mal si conciliava con la sua tendenza ad essere considerato un persona integerrima e senza alcun difetto. Queste due tendenze, coesistevano pacificamente, anzi rendevano gradevole il carattere del Dott. Jekyll, il quale aveva intuito che le due nature potevano coesistere, in quanto quella per così dire “meno tranquilla”, veniva agevolmente controllata dalla personalità “più perbene”. I suoi studi lo avevano condotto verso una strada pericolosa e temibile. Jekyll era giunto alla conclusione che nell’essere umano coesistono sin dalla nascita due personalità, che si integrano e si controllano a vicenda. Era una caratteristica comune a tutti gli esseri umani, un dualismo così imperfetto che in alcuni si manifestava con personalità detestabili ed esecrabili, in altri con condotte di totale ed assoluto perbenismo. Jekyll apparteneva a quest’ultima categoria, ma la curiosità dello scienziato era protesa alla ricerca di smascherare quella sua seconda personalità, che giaceva nella sua coscienza ,poiché tenuta a freno dalla condotta impeccabile della prima. In seguito ai suoi studi Jekyll venne a conoscenza di una sostanza in cui mescolando un liquido con dei sali, si riusciva a produrre una pozione che slatentizzava la personalità “cattiva”. Per verificare questa ipotesi ingurgitò la preparazione. Dopo l’ingestione sopravvennero spasimi atroci, uno stridere delle ossa, una nausea letale, un orrore dello spirito che nemmeno l’attimo della nascita o della morte poteva superare. Subito Jekyll si rese conto di essere diventato dieci volte più malvagio di quello che era, e questo gli dava una dolce sensazione. Era felice di essere così, si sentiva liberato da un’involucro di bontà, falso ed ipocrita, che lo teneva prigioniero. Tutto questo era accompagnato da un mutamento fisico, un accorciamento della statura, una goffaggine demoniaca, un bisogno estremo di sensualità perversa. Era nato il mostro che era in lui:Edward Hyde. Il versante malvagio della sua natura, il demone primordiale che giaceva sepolto dentro l’involucro di Jekyll. All’inizio il cambio di personalità avvenne gradualmente, ed il Dott. Jekyll riusciva a controllare questi mutamenti, successivamente la metamorfosi non era più soggetto al controllo, e i cambi di personalità avvenivano in maniera repentina senza che il Dott. Jekyll potesse controllarli. Edward Hyde era una creatura che al solo vedere determinava ripugnanza, orrore. Sembrava un essere demoniaco ed infatti traeva piacere da tutte le nefandezze che si annidano nei più profondi anfratti della natura umana. Picchiare un’inerme bambina, o bastonare un vecchio o addirittura uccidere erano cose di cui Hyde si dilettava. Per quanto era buono, dolce e gentile Jekyll, così era odioso, cattivo e crudele Hyde. Tutti gli amici di Jekyll pensavano che il buon scienzato fosse vittima e ricattato da questo viscido ed infame personaggio che era Hyde, poiché inspiegabilmente Jekyll lo difendeva, gli aveva intestato parte del suo patrimonio e lo proteggeva come un figlio. Nessuno immaginava che in realtà egli proteggeva sé stesso.Profondamente sconvolto da questa metamorfosi ormai incontrollabile Jekyll trova con le sue ultime forze, la lucidità, di scrivere una lettera ad un suo amico dove rivelava l’orrendo segreto. Jekyll e Hyde sono la stessa persona. Il buon mite e studioso chimico non era nient’altro che un demone che godeva nel fare del male agli altri.
La storia dello “Strano caso del dott. Jekyll e del signor Hyde”, è una pietra miliare nel campo della psiche umana. Stevenson ci fa riflettere su come nelle persone, anche le più stimate e pie, coesistono personalità opposte. Quante volte omicidi efferati o fatti di cronaca nera raccapriccianti vengono attribuiti a persone di apparente elevata moralità. Evidentemente in questi soggetti coesisteva un signor Hyde, pronto ad emergere al momento giusto con la sua personalità diabolica. Le scoperte scientifiche successive, ci hanno portato a comprendere come tutto ciò possa essere possibile. Freud, ha provato scientificamente quello che Stevenson aveva intuito, ossia che la parte della nostra personalità che si manifesta, quella che in termini psicoanalitici viene chiamata “Io”, e solo una piccola porzione di tutto il materiale psichico che è dentro di noi, simile alla punta di un iceberg che affiora in superficie, ma che in realtà nasconde un’immensa massa di ghiaccio. Solo il controllo della parte “buona”, su quella “cattiva”, rende l’individuo equilibrato, ma mai si deve dimenticare che anche nelle persone più buone può nascondersi un terribile signor Hyde.
Lo “strano caso del dottor Jekyll e del Signor Hyde”, scritto da Robert Louis Stevenson, è uno di quei libri che coinvolgendo il lettore, lo rendono partecipe della storia in modo totale. Il binomio Jekyll-Hyde è diventatao parte della nostra cultura e anche chi non ha letto il libro, identifica questi nomi come sinonimo di “doppia personalità”.
Il romanzo è la rappresentazione schematica del tema della scissione della personalità, e, Sebbene ambientato nell’Inghilterra di fine ottocento, il tema sviluppato da Stevenson, oltre che applicabile in tutte le società, è “senza tempo”, ossia è valido in qualunque periodo della storia dell’uomo, poiché analizza e sviluppa l’eterno conflitto della lotta tra il bene ed il male.
Il Dott. Henry Jekyll è uno stimato studioso e chimico, che vive agiatamente, circondato dall’affetto degli amici e di tutti i conoscenti. Gode della fama di uomo retto e corretto. Portato dalla sua natura alla laboriosità, desideroso del rispetto degli altri e quindi con tutte le carte in regola per un futuro di prestigio e di onori, il Dott. Jekyll aveva il suo peggior difetto in una certa irrequietezza di temperamento, che pur non essendo eccessiva, creava nello stimato studioso un senso di disagio, poiché mal si conciliava con la sua tendenza ad essere considerato un persona integerrima e senza alcun difetto. Queste due tendenze, coesistevano pacificamente, anzi rendevano gradevole il carattere del Dott. Jekyll, il quale aveva intuito che le due nature potevano coesistere, in quanto quella per così dire “meno tranquilla”, veniva agevolmente controllata dalla personalità “più perbene”. I suoi studi lo avevano condotto verso una strada pericolosa e temibile. Jekyll era giunto alla conclusione che nell’essere umano coesistono sin dalla nascita due personalità, che si integrano e si controllano a vicenda. Era una caratteristica comune a tutti gli esseri umani, un dualismo così imperfetto che in alcuni si manifestava con personalità detestabili ed esecrabili, in altri con condotte di totale ed assoluto perbenismo. Jekyll apparteneva a quest’ultima categoria, ma la curiosità dello scienziato era protesa alla ricerca di smascherare quella sua seconda personalità, che giaceva nella sua coscienza ,poiché tenuta a freno dalla condotta impeccabile della prima. In seguito ai suoi studi Jekyll venne a conoscenza di una sostanza in cui mescolando un liquido con dei sali, si riusciva a produrre una pozione che slatentizzava la personalità “cattiva”. Per verificare questa ipotesi ingurgitò la preparazione. Dopo l’ingestione sopravvennero spasimi atroci, uno stridere delle ossa, una nausea letale, un orrore dello spirito che nemmeno l’attimo della nascita o della morte poteva superare. Subito Jekyll si rese conto di essere diventato dieci volte più malvagio di quello che era, e questo gli dava una dolce sensazione. Era felice di essere così, si sentiva liberato da un’involucro di bontà, falso ed ipocrita, che lo teneva prigioniero. Tutto questo era accompagnato da un mutamento fisico, un accorciamento della statura, una goffaggine demoniaca, un bisogno estremo di sensualità perversa. Era nato il mostro che era in lui:Edward Hyde. Il versante malvagio della sua natura, il demone primordiale che giaceva sepolto dentro l’involucro di Jekyll. All’inizio il cambio di personalità avvenne gradualmente, ed il Dott. Jekyll riusciva a controllare questi mutamenti, successivamente la metamorfosi non era più soggetto al controllo, e i cambi di personalità avvenivano in maniera repentina senza che il Dott. Jekyll potesse controllarli. Edward Hyde era una creatura che al solo vedere determinava ripugnanza, orrore. Sembrava un essere demoniaco ed infatti traeva piacere da tutte le nefandezze che si annidano nei più profondi anfratti della natura umana. Picchiare un’inerme bambina, o bastonare un vecchio o addirittura uccidere erano cose di cui Hyde si dilettava. Per quanto era buono, dolce e gentile Jekyll, così era odioso, cattivo e crudele Hyde. Tutti gli amici di Jekyll pensavano che il buon scienzato fosse vittima e ricattato da questo viscido ed infame personaggio che era Hyde, poiché inspiegabilmente Jekyll lo difendeva, gli aveva intestato parte del suo patrimonio e lo proteggeva come un figlio. Nessuno immaginava che in realtà egli proteggeva sé stesso.Profondamente sconvolto da questa metamorfosi ormai incontrollabile Jekyll trova con le sue ultime forze, la lucidità, di scrivere una lettera ad un suo amico dove rivelava l’orrendo segreto. Jekyll e Hyde sono la stessa persona. Il buon mite e studioso chimico non era nient’altro che un demone che godeva nel fare del male agli altri.
La storia dello “Strano caso del dott. Jekyll e del signor Hyde”, è una pietra miliare nel campo della psiche umana. Stevenson ci fa riflettere su come nelle persone, anche le più stimate e pie, coesistono personalità opposte. Quante volte omicidi efferati o fatti di cronaca nera raccapriccianti vengono attribuiti a persone di apparente elevata moralità. Evidentemente in questi soggetti coesisteva un signor Hyde, pronto ad emergere al momento giusto con la sua personalità diabolica. Le scoperte scientifiche successive, ci hanno portato a comprendere come tutto ciò possa essere possibile. Freud, ha provato scientificamente quello che Stevenson aveva intuito, ossia che la parte della nostra personalità che si manifesta, quella che in termini psicoanalitici viene chiamata “Io”, e solo una piccola porzione di tutto il materiale psichico che è dentro di noi, simile alla punta di un iceberg che affiora in superficie, ma che in realtà nasconde un’immensa massa di ghiaccio. Solo il controllo della parte “buona”, su quella “cattiva”, rende l’individuo equilibrato, ma mai si deve dimenticare che anche nelle persone più buone può nascondersi un terribile signor Hyde.