La sicurezza sul lavoro
la sicurezza sul lavoro
Risposte
Uno dei temi drammatici che la cronaca non smette di portare in evidenza quasi ogni giorno è la sicurezza sul lavoro: questa comprende tutte le misure di prevenzione e protezione (tecniche, organizzative e procedurali), che devono essere adottate dal datore di lavoro e dai lavoratori stessi. Tappa fondamentale per arginare il fenomeno drammatico è stata la legge 626/94, abrogata nel 2008 quando è stato introdotto il "Testo unico sulla sicurezza sul lavoro".
Le morti sul lavoro
Cinque morti sul lavoro in un giorno sono davvero tanti. Eppure sono dentro la statistica! Forse molti ignorano che la statistica che parla di una media di quattro morti al giorni per infortunio sul lavoro è comunque sottostimata. Mancano quei lavoratori, non solo immigrati, che non sono registrati come tali, mancano quegli altri lavoratori che sono rimasti vittime di incidenti stradali perché stanti e affaticati dalla guida o dal lavoro precedente. E muoiono anche altri lavoratori, vittime di esposizione ad agenti cancerogeni e tossici che quasi mai o a grande fatica riescono a dimostrare che la causa della loro morte è il lavoro. Ogni giorno, anche nel 2000, si compie una strage di qualche decina di persone per il lavoro tanto più grave quanto più culturalmente accettata .
L’amaro in bocca resta se pensiamo che le leggi ci sono, ma che le responsabilità della loro applicazione è ascrivibile a molti, prima di tutto chi ha il dovere di salvaguardare la salute a norma dell’articolo 2087 del codice civile, e cioè al datore di lavoro e poi a tutti coloro che non intervengono a vigilare, a denunciare e a condannare. Non solo, ma anche a produrre coscienza, ad organizzare iniziative e lotte contro questi serial killer.
Ma non basta: se la causa principale di questa epidemia che sconvolge migliaia di famiglie è l’organizzazione del lavoro e ciò che vi sta attorno vediamo come in questi ultimi anni mentre si facevano delle leggi a migliore tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro si sono fatte altre leggi si è comunque aperta la strada alla deregolamentazione del lavoro, fino addirittura con gli incivili referendum proposti dai radicali, a volerlo completamente liberalizzare. Se questi dovessero passare conteremmo altri morti, altri feriti, altri disperati.
Partiamo da questa massima espressione di incoscienza e arretratezza, che comunque sottende grandi interessi economici di chi sa che le conseguenze degli infortuni e delle malattie professionali vengono fatte pagare alla collettività e non a chi le ha provocate, e vediamo di rovesciare il discorso:
Ogni giorno i telegiornali devono raccontare la storia di un morto sul lavoro, spiegando chi fosse, quale lavoro svolgeva, quali sono state le cause immediate o mediate che ne hanno provocato la morte e cosa questo ha voluto dire per i famigliari, gli amici i compagni di lavoro.
Ma dopo due giorni si passa a parlare di Fabrizio Corona,delle veline e di Ronaldo.
Purtroppo!
Il Decreto Legislativo n. 626/94, recependo alcune Direttive europee del 1989, ha introdotto nel quadro della normativa italiana importanti novità concernenti la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori, fra le quali le più significative sono:
• l'istituzione di figure sostanzialmente nuove in ambito aziendale, il 'responsabile del Servizio di prevenzione e protezione' e il 'rappresentante dei lavoratori per la sicurezza';
• l'obbligo per il datore di lavoro di elaborare un documento contenente la 'valutazione dei rischi' che possono derivare dai processi lavorativi aziendali e dall'ambiente di lavoro;
• l'individuazione delle misure di prevenzione e protezione necessarie in base alle norme di legge o di buona tecnica e il programma di attuazione delle misure stesse;
• la predisposizione di un programma di informazione e formazione dei lavoratori, atto a realizzare una maggiore consapevolezza nell’affrontare le tematiche di igiene e sicurezza in azienda.
La Costituzione italiana all’art. 41 stabilisce che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza e il Codice Civile all’art. 2087 prevede che l’imprenditore è tenuto ad adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori: esso si traduce non soltanto nel divieto per il datore di lavoro di porre in essere comportamenti lesivi ma altresì nell'obbligo di impedire e scoraggiare contegni aggressivi e vessatori da parte dei preposti e dipendenti, intervenendo se necessario con lo strumento delle sanzioni disciplinari (Cass. Sez. Lavoro, 25/05/2006 n. 12445); la Cassazione conferma poi il proprio orientamento in tema di rilevanza del comportamento imprudente del lavoratore nell'infortunio allo stesso occorso, affermando che la responsabilità del datore di lavoro può essere esclusa solo in presenza di un comportamento del lavoratore che presenti i caratteri dell'eccezionalità, dell'abnormità, dell'esorbitanza rispetto al processo produttivo e alle direttive organizzative ricevute.
A 13 anni dall’entrata in vigore del DLgs 626 – nonostante gli addetti ai lavori rilevino un sostanziale 'miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori' in molte aree -, ci si interroga ancora su quali siano le strade da percorrere per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.
“Fino alla metà degli anni Settanta ogni giorno in media dieci persone 'morivano di lavoro', oggi il dato si è dimezzato. Ma il puntuale monito del Capo dello Stato giunge quanto mai opportuno per l’intera collettività, perché quello dell’attenzione alla sicurezza deve essere, oltre che un dato di progressiva e incessante acquisizione culturale, un must per tutto il mondo del lavoro, della scuola, degli ambienti familiari, dell’intero consorzio civile” (rapporto annuale INAIL 2006). Le più alte cariche dello Stato hanno infatti ripetutamente chiesto interventi decisivi per porre fine alle morti sul lavoro. È così in preparazione un Testo Unico per la Sicurezza nei luoghi di lavoro. Specifiche misure sono state adottate per combattere il fenomeno del lavoro nero, in particolare nel comparto dell'edilizia, in quanto i lavoratori fantasma – maggiormente a rischio – spesso vengono alla luce solo in occasione degli incidenti mortali. A tale proposito, si è obbligatoria la denuncia preventiva delle assunzioni, l’identificazione dei lavoratori edili con appositi tesserini per facilitare i controlli ecc. L’INAIL ha previsto riduzioni di costi per le aziende che adottano iniziative di responsabilità sociale per il miglioramento delle condizioni di sicurezza. Ulteriori misure saranno l’intensificazione dei controlli, anche mediante il coordinamento regionale degli ispettori, e la sospensione dell’attività delle imprese in caso di violazioni gravi. Si ipotizza, infine, di estendere anche alle imprese - oltre che alle persone fisiche a esse preposte - la responsabilità ‘penale’ per le violazioni sulla sicurezza.
La Risoluzione 3/6/02 del Consiglio dell’Unione Europea, nello stabilire la strategia per la salute e la sicurezza per gli anni 2002-2006, rilevava che l’applicazione della legislazione esistente non aveva dato i risultati previsti e che il numero degli infortuni sul lavoro restava elevato. Riteneva perciò necessario prendere in considerazione le trasformazioni intervenute nell'organizzazione del lavoro e la dimensione delle imprese per migliorare la conoscenza dei rischi dei soggetti interessati attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e l’anticipazione dei nuovi rischi. Prevedeva di “promuovere la cultura della prevenzione già dalle prime fasi dell’istruzione e mantenere una formazione professionale continua condotta con regolarità e adattata al lavoro quotidiano” e di intensificare la collaborazione con l’ILO per la “promozione del miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro”.
Si ritiene anche che l’adozione di norme volontarie come la OHSAS18001 e la SA8000 porti le aziende a realizzare Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro che permettano “una visione sistemica della sicurezza tendente a instaurare processi virtuosi di miglioramento continuo”. L’adozione di un Sistema di Gestione è stata richiesta per il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (DLgs 334/99) e viene oggi riproposta per tutti dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Le profonde analogie e sovrapposizioni con i metodi di gestione della qualità vengono confermate dalle aziende certificate OHSAS: “Dall’analisi dei contenuti del DLgs 626 emergeva sempre più evidente che le attività per la sicurezza avrebbero trovato una corretta gestione seguendo un approccio di sistema… favorendo l’estensione degli strumenti gestionali della qualità anche nei confronti degli aspetti della sicurezza”. I sistemi di gestione rappresentano una misura di protezione di tipo ‘organizzativo’ e sono garanzia che prevenzione e protezione vengano tenute in considerazione in ogni fase del sistema produttivo in una logica di miglioramento continuo.
Non va infine dimenticato come i rischi di certe attività lavorative, se non adeguatamente gestiti, possano originare tragedie immani anche per la popolazione fuori dall’azienda: l’incidente italiano di Seveso del 1976 originò la prima direttiva europea per le attività a rischio; nel 1984 a Bohpal un errore di gestione del sistema di sicurezza in un impianto chimico della Union Carbide provocò il peggior disastro mai avvenuto, con la morte di 20.000 abitanti della città indiana.
Il cantiere stradale è un ambiente di lavoro complesso che presenta una molteplicità e variabilità di rischi sia per chi ci lavora, sia per coloro che vengono in qualche modo a contatto con l'area dei lavori. La conoscenza dei rischi, la prevenzione, l'informazione e la formazione sono elementi fondamentali per una cultura della sicurezza che consenta di ridurre concretamente il fenomeno infortunistico.
Pubblicato nel marzo 2010, il manuale operativo sulla Sicurezza sul lavoro nei cantieri stradali vede in questo opuscolo - aggiornato al 2011 - una versione semplificata elaborata nell'ambito del progetto promosso dal Comitato Consultivo Provinciale di Verona e condiviso dalla sede INAIL della stessa città. L'opuscolo informativo per i lavoratori, con un linguaggio essenziale e corredato da numerose immagini, favorisce l'immediata comprensione delle indicazioni ed informazioni fornite ai lavoratori. È stato anche inserito un questionario per verificare l'effettivo livello di comprensione delle informazioni acquisite dai lavoratori nell'ambito di percorsi formativi erogati dai datori di lavoro.
Spero di esserti stata d'aiuto ;)
Le morti sul lavoro
Cinque morti sul lavoro in un giorno sono davvero tanti. Eppure sono dentro la statistica! Forse molti ignorano che la statistica che parla di una media di quattro morti al giorni per infortunio sul lavoro è comunque sottostimata. Mancano quei lavoratori, non solo immigrati, che non sono registrati come tali, mancano quegli altri lavoratori che sono rimasti vittime di incidenti stradali perché stanti e affaticati dalla guida o dal lavoro precedente. E muoiono anche altri lavoratori, vittime di esposizione ad agenti cancerogeni e tossici che quasi mai o a grande fatica riescono a dimostrare che la causa della loro morte è il lavoro. Ogni giorno, anche nel 2000, si compie una strage di qualche decina di persone per il lavoro tanto più grave quanto più culturalmente accettata .
L’amaro in bocca resta se pensiamo che le leggi ci sono, ma che le responsabilità della loro applicazione è ascrivibile a molti, prima di tutto chi ha il dovere di salvaguardare la salute a norma dell’articolo 2087 del codice civile, e cioè al datore di lavoro e poi a tutti coloro che non intervengono a vigilare, a denunciare e a condannare. Non solo, ma anche a produrre coscienza, ad organizzare iniziative e lotte contro questi serial killer.
Ma non basta: se la causa principale di questa epidemia che sconvolge migliaia di famiglie è l’organizzazione del lavoro e ciò che vi sta attorno vediamo come in questi ultimi anni mentre si facevano delle leggi a migliore tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro si sono fatte altre leggi si è comunque aperta la strada alla deregolamentazione del lavoro, fino addirittura con gli incivili referendum proposti dai radicali, a volerlo completamente liberalizzare. Se questi dovessero passare conteremmo altri morti, altri feriti, altri disperati.
Partiamo da questa massima espressione di incoscienza e arretratezza, che comunque sottende grandi interessi economici di chi sa che le conseguenze degli infortuni e delle malattie professionali vengono fatte pagare alla collettività e non a chi le ha provocate, e vediamo di rovesciare il discorso:
Ogni giorno i telegiornali devono raccontare la storia di un morto sul lavoro, spiegando chi fosse, quale lavoro svolgeva, quali sono state le cause immediate o mediate che ne hanno provocato la morte e cosa questo ha voluto dire per i famigliari, gli amici i compagni di lavoro.
Ma dopo due giorni si passa a parlare di Fabrizio Corona,delle veline e di Ronaldo.
Purtroppo!
Il Decreto Legislativo n. 626/94, recependo alcune Direttive europee del 1989, ha introdotto nel quadro della normativa italiana importanti novità concernenti la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori, fra le quali le più significative sono:
• l'istituzione di figure sostanzialmente nuove in ambito aziendale, il 'responsabile del Servizio di prevenzione e protezione' e il 'rappresentante dei lavoratori per la sicurezza';
• l'obbligo per il datore di lavoro di elaborare un documento contenente la 'valutazione dei rischi' che possono derivare dai processi lavorativi aziendali e dall'ambiente di lavoro;
• l'individuazione delle misure di prevenzione e protezione necessarie in base alle norme di legge o di buona tecnica e il programma di attuazione delle misure stesse;
• la predisposizione di un programma di informazione e formazione dei lavoratori, atto a realizzare una maggiore consapevolezza nell’affrontare le tematiche di igiene e sicurezza in azienda.
La Costituzione italiana all’art. 41 stabilisce che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza e il Codice Civile all’art. 2087 prevede che l’imprenditore è tenuto ad adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori: esso si traduce non soltanto nel divieto per il datore di lavoro di porre in essere comportamenti lesivi ma altresì nell'obbligo di impedire e scoraggiare contegni aggressivi e vessatori da parte dei preposti e dipendenti, intervenendo se necessario con lo strumento delle sanzioni disciplinari (Cass. Sez. Lavoro, 25/05/2006 n. 12445); la Cassazione conferma poi il proprio orientamento in tema di rilevanza del comportamento imprudente del lavoratore nell'infortunio allo stesso occorso, affermando che la responsabilità del datore di lavoro può essere esclusa solo in presenza di un comportamento del lavoratore che presenti i caratteri dell'eccezionalità, dell'abnormità, dell'esorbitanza rispetto al processo produttivo e alle direttive organizzative ricevute.
A 13 anni dall’entrata in vigore del DLgs 626 – nonostante gli addetti ai lavori rilevino un sostanziale 'miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori' in molte aree -, ci si interroga ancora su quali siano le strade da percorrere per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.
“Fino alla metà degli anni Settanta ogni giorno in media dieci persone 'morivano di lavoro', oggi il dato si è dimezzato. Ma il puntuale monito del Capo dello Stato giunge quanto mai opportuno per l’intera collettività, perché quello dell’attenzione alla sicurezza deve essere, oltre che un dato di progressiva e incessante acquisizione culturale, un must per tutto il mondo del lavoro, della scuola, degli ambienti familiari, dell’intero consorzio civile” (rapporto annuale INAIL 2006). Le più alte cariche dello Stato hanno infatti ripetutamente chiesto interventi decisivi per porre fine alle morti sul lavoro. È così in preparazione un Testo Unico per la Sicurezza nei luoghi di lavoro. Specifiche misure sono state adottate per combattere il fenomeno del lavoro nero, in particolare nel comparto dell'edilizia, in quanto i lavoratori fantasma – maggiormente a rischio – spesso vengono alla luce solo in occasione degli incidenti mortali. A tale proposito, si è obbligatoria la denuncia preventiva delle assunzioni, l’identificazione dei lavoratori edili con appositi tesserini per facilitare i controlli ecc. L’INAIL ha previsto riduzioni di costi per le aziende che adottano iniziative di responsabilità sociale per il miglioramento delle condizioni di sicurezza. Ulteriori misure saranno l’intensificazione dei controlli, anche mediante il coordinamento regionale degli ispettori, e la sospensione dell’attività delle imprese in caso di violazioni gravi. Si ipotizza, infine, di estendere anche alle imprese - oltre che alle persone fisiche a esse preposte - la responsabilità ‘penale’ per le violazioni sulla sicurezza.
La Risoluzione 3/6/02 del Consiglio dell’Unione Europea, nello stabilire la strategia per la salute e la sicurezza per gli anni 2002-2006, rilevava che l’applicazione della legislazione esistente non aveva dato i risultati previsti e che il numero degli infortuni sul lavoro restava elevato. Riteneva perciò necessario prendere in considerazione le trasformazioni intervenute nell'organizzazione del lavoro e la dimensione delle imprese per migliorare la conoscenza dei rischi dei soggetti interessati attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e l’anticipazione dei nuovi rischi. Prevedeva di “promuovere la cultura della prevenzione già dalle prime fasi dell’istruzione e mantenere una formazione professionale continua condotta con regolarità e adattata al lavoro quotidiano” e di intensificare la collaborazione con l’ILO per la “promozione del miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro”.
Si ritiene anche che l’adozione di norme volontarie come la OHSAS18001 e la SA8000 porti le aziende a realizzare Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro che permettano “una visione sistemica della sicurezza tendente a instaurare processi virtuosi di miglioramento continuo”. L’adozione di un Sistema di Gestione è stata richiesta per il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (DLgs 334/99) e viene oggi riproposta per tutti dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Le profonde analogie e sovrapposizioni con i metodi di gestione della qualità vengono confermate dalle aziende certificate OHSAS: “Dall’analisi dei contenuti del DLgs 626 emergeva sempre più evidente che le attività per la sicurezza avrebbero trovato una corretta gestione seguendo un approccio di sistema… favorendo l’estensione degli strumenti gestionali della qualità anche nei confronti degli aspetti della sicurezza”. I sistemi di gestione rappresentano una misura di protezione di tipo ‘organizzativo’ e sono garanzia che prevenzione e protezione vengano tenute in considerazione in ogni fase del sistema produttivo in una logica di miglioramento continuo.
Non va infine dimenticato come i rischi di certe attività lavorative, se non adeguatamente gestiti, possano originare tragedie immani anche per la popolazione fuori dall’azienda: l’incidente italiano di Seveso del 1976 originò la prima direttiva europea per le attività a rischio; nel 1984 a Bohpal un errore di gestione del sistema di sicurezza in un impianto chimico della Union Carbide provocò il peggior disastro mai avvenuto, con la morte di 20.000 abitanti della città indiana.
Il cantiere stradale è un ambiente di lavoro complesso che presenta una molteplicità e variabilità di rischi sia per chi ci lavora, sia per coloro che vengono in qualche modo a contatto con l'area dei lavori. La conoscenza dei rischi, la prevenzione, l'informazione e la formazione sono elementi fondamentali per una cultura della sicurezza che consenta di ridurre concretamente il fenomeno infortunistico.
Pubblicato nel marzo 2010, il manuale operativo sulla Sicurezza sul lavoro nei cantieri stradali vede in questo opuscolo - aggiornato al 2011 - una versione semplificata elaborata nell'ambito del progetto promosso dal Comitato Consultivo Provinciale di Verona e condiviso dalla sede INAIL della stessa città. L'opuscolo informativo per i lavoratori, con un linguaggio essenziale e corredato da numerose immagini, favorisce l'immediata comprensione delle indicazioni ed informazioni fornite ai lavoratori. È stato anche inserito un questionario per verificare l'effettivo livello di comprensione delle informazioni acquisite dai lavoratori nell'ambito di percorsi formativi erogati dai datori di lavoro.
Spero di esserti stata d'aiuto ;)
GUarda qui
https://forum.skuola.net/italiano/tema-sul-lavoro-22412.html
http://www.interruzioni.com/temamortisullavoro.htm
https://www.skuola.net/esame-di-stato/maturita-2008/1-prova-saggio-socio-economico.html
http://www.interruzioni.com/temamortisullavoro.htm
ciao :hi :hi
https://forum.skuola.net/italiano/tema-sul-lavoro-22412.html
http://www.interruzioni.com/temamortisullavoro.htm
https://www.skuola.net/esame-di-stato/maturita-2008/1-prova-saggio-socio-economico.html
http://www.interruzioni.com/temamortisullavoro.htm
ciao :hi :hi