I limoni, non chiederci la parola,meriggiare pallido e assorto aiutoooo

melaniamanassero
cos'è la negatività assoluta de: i limoni di Montale

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<Silvy94>
https://www.skuola.net/appunti-italiano/eugenio-montale/eugenio-montale-i-limoni-parafrasi-struttura-poesia.html

http://it-it.abctribe.com/Wiki/letteratura_italiana_qualsiasi_liceo_sc_tecnologico/ascoltami_i_poeti_laureati_si_muovono_soltanto_fra_le/_gui_4021_2

Montale afferma nella prima strofa di non essere un poeta laureato, incoronato dalla critica o depositario di un ruolo di maestro. Per spiegare la propria diversità, egli confronta il paesaggio da lui prediletto con quello dei poeti laureati. Mentre costoro preferiscono piante dai nomi ricercati, a lui piace parlare di alberi comuni, come i limoni, nei loro ambienti quotidiani: i fossi, le pozzanghere, le viuzze, i ciglioni.
La seconda strofa e la terza strofa descrivono il paesaggio in cui crescono i limoni e in cui il poeta i sente a proprio agio: un paesaggio silenzioso e deserto, attraversato da viottoli di campagna. Qui all’improvviso, può accadere il miracolo: può apparire una presenza rivelatrice, si può incontrare il segreto dell’Essere.
Allora l’uomo ritorna in una sorta di età felice, quando nel mondo si aggirava qualche disturbata Divinità (v.36).
La quarta strofa evidenzia il carattere passeggero di questa illuminazione: il tedio invernale rende amara l’anima, allontana lo stato di grazia. Eppure non tutto è perduto: il finale della poesia ripropone la possibilità del miracolo, legato all’improvvisa scoperta dei limoni oltre il portone di qualche cortile cittadino.

Il significato del testo
Siamo d’estate: il poeta è tornato a trascorrere un periodo di vacanze nelle Cinque Terre, il luogo dove passò i momenti più felici dell’infanzia, Questo ritorno gli ispira:
- in primo luogo la presa di distanza dai poeti laureati; diversamente da loro, per fare poesia a lui bastano un linguaggio semplice e contenuti quotidiani, gli unici in sintonia con la sua misura interiore;
- in secondo luogo la coscienza della ricchezza che si sprigiona da una realtà semplice come i limoni, per il loro profumo intenso e per il colore luminoso dei frutti.

La terza strofa anticipa uno dei temi di fondo di Montale. Le sue poesie evidenziano uno schema ricorrente: un paesaggio semplice, una natura scarna, ridotta all’essenziale, spesso arsa dall’estate o irrigidità dal gelo; in questo quadro, il poeta attende un’apparizione, un segno del destino, un indizio di liberazione. Qui si sforza d’identificare lo sbaglio di Natura che permetterebbe di cogliere la verità forse nascosta dietro le apparenze , e comprendere così il senso della vita e del mondo. Spesso Montale avverte che le cose sono sul punto di farsi riconoscere nella loro intima realtà; forse, chissà esse sono di più di quanto appaiono; forse sono forme con cui la Divinità cerca di raggiungere l’uomo.
Questa rivelazione però non si precisa mai: da qui l’atmosfera di delusione tipica della poesia monta liana. Infatti nella strofa finale l’illusione manca e l’inverno ci riporta alla consueta vita di città, con tutte le sue amarezze. Ma non tutto è perduto: nella chiusa, il giallo vivo dei limoni diviene il segno di qualcosa d’importante. Il messaggio della poesia è che, anche quando la luce si fa avara – amara l’anima, non per questo occorre disperarsi: improvvise apparizioni possono risvegliare in noi la speranza, divenire un segno di solarità. L’abbiamo appena intravista, ma basta affrontare con un po’ di speranza il lungo inverno in città.
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