I giovani in famiglia e nella società (75199)
tema saggio
Saggio breve i giovani in famiglia e nella società.....?
SAGGIO BREVE:
AMBITO SOCIO ECONOMICO: I GIOVANI IN FAMIGLIA E IN SOCIETA’
DOCUMENTI:
Documento 1
Incapaci di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda dei figli, i genitori minimizzano e dimostrano
di non voler credere alle proporzioni che i figli vorrebbero dare ai loro problemi.(...) A rendere difficile il
dialogo, sono soprattutto il divario generazionale e culturale, l'incapacità di ascoltare, il predominio dei mass-media nella vita familiare. Lo sbalzo di età si manifesta in diversità di opinioni e interessi in contrapposti
atteggiamenti verso la vita e la società. È l'eterna lotta fra chi vuole far valere il bagaglio della propria
esperienza e chi vuole camminare da solo, a costo di ruzzolare e scivolare lungo il percorso. Gli uni
dimenticano che a loro tempo hanno scalpitato e invocato autonomia, gli altri, impazienti, non riconoscono
valore a una esperienza che per loro sa di muffa.
La difficoltà di capire il mondo d'oggi e il nuovo modo di vivere dei figli rende i genitori pessimisti e
Apprensivi. I genitori, in un tentativo di giustificazione, si nascondono dietro il paravento dell’amore e
dell'affetto. Sostengono che ogni presa di posizione nasce da preoccupazione e si ispira al desiderio di
costruire la felicità dei giovani. Ma è proprio questa tutela che i figli non sopportano.
Sergio Giordani, Dimensioni nuove, 1983
Documento 2
Più o meno consapevolmente, quando ci chiediamo se vi sia un futuro per i giovani d'oggi,
intendiamo il termine «futuro» in un senso più profondo della semplice determinazione temporale: esso
designa per noi non soltanto ciò che accade dopo oggi, ma soprattutto ciò che può accadere di nuovo e di
migliore rispetto ad oggi. Attendere il futuro, prepararsi al futuro, interrogarsi sul futuro, implica sempre un
giudizio, un'interpretazione del presente: futuro non è, propriamente, la ripetizione del presente, ma la sua
innovazione in senso positivo, almeno per quegli aspetti per cui il presente è sinonimo di monotonia, di
banalità, di grigiore, di insoddisfazione.
Uno dei motivi più immediati e più pressanti di sfiducia concerne la prospettiva dell'inserimento
giovanile nel mondo dei lavoro. Una riflessione sulla condizione giovanile attuale deve, innanzitutto,
prendere atto di un dato incontestabile: tutta una serie di congiunture economiche, a livello nazionale e
mondiale, ha portato ad un quadro occupazionale allarmante. «Non sono cifre tratte dal cappello di un
prestigiatore: nei prossimi venti anni la disoccupazione rimarrà uno dei più gravi problemi del mondo; sarà
necessario creare un miliardo di posti di lavoro, e di questo miliardo l'81% nei Paesi in via di sviluppo»: così,
recentemente, si esprimeva il Direttore generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
Augusto Cavadi, 1986.
Documento III
Oggi lo scenario sta cambiando rapidamente, e anche violentemente, specie all'interno di quel
complicato universo che si chiama convivenza familiare. Ma niente drammi: ora il mutamento nel rapporto
genitori-figli non conosce (o quasi) l'antica contestazione generale che si traduceva in mutismi e
incomprensioni, scenate e separazioni. La cosiddetta «generazione dei senza padri» è tramontata; adesso i
figli - adolescenti o già adulti - riscoprono l'amore per i genitori, con la consapevolezza di doversi confrontare
con un sentimento difficile, eppure essenziale, una conquista fatta anche di frustrazioni e provvisorie 5
sconfitte, senza la quale, però, tutte le altre relazioni umane (siano esse sessuali, affettive o sociali) non
potrebbero esprimersi compiutamente. (...)
Essere padri e madri oggi significa abbandonare le certezze e avere un unico segreto pedagogico: la
sperimentazione quotidiana, basata sulla consapevolezza dei propri errori e di qualche, forse insignificante,
successo.
Marisa Rusconi L'Espre
Saggio breve i giovani in famiglia e nella società.....?
SAGGIO BREVE:
AMBITO SOCIO ECONOMICO: I GIOVANI IN FAMIGLIA E IN SOCIETA’
DOCUMENTI:
Documento 1
Incapaci di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda dei figli, i genitori minimizzano e dimostrano
di non voler credere alle proporzioni che i figli vorrebbero dare ai loro problemi.(...) A rendere difficile il
dialogo, sono soprattutto il divario generazionale e culturale, l'incapacità di ascoltare, il predominio dei mass-media nella vita familiare. Lo sbalzo di età si manifesta in diversità di opinioni e interessi in contrapposti
atteggiamenti verso la vita e la società. È l'eterna lotta fra chi vuole far valere il bagaglio della propria
esperienza e chi vuole camminare da solo, a costo di ruzzolare e scivolare lungo il percorso. Gli uni
dimenticano che a loro tempo hanno scalpitato e invocato autonomia, gli altri, impazienti, non riconoscono
valore a una esperienza che per loro sa di muffa.
La difficoltà di capire il mondo d'oggi e il nuovo modo di vivere dei figli rende i genitori pessimisti e
Apprensivi. I genitori, in un tentativo di giustificazione, si nascondono dietro il paravento dell’amore e
dell'affetto. Sostengono che ogni presa di posizione nasce da preoccupazione e si ispira al desiderio di
costruire la felicità dei giovani. Ma è proprio questa tutela che i figli non sopportano.
Sergio Giordani, Dimensioni nuove, 1983
Documento 2
Più o meno consapevolmente, quando ci chiediamo se vi sia un futuro per i giovani d'oggi,
intendiamo il termine «futuro» in un senso più profondo della semplice determinazione temporale: esso
designa per noi non soltanto ciò che accade dopo oggi, ma soprattutto ciò che può accadere di nuovo e di
migliore rispetto ad oggi. Attendere il futuro, prepararsi al futuro, interrogarsi sul futuro, implica sempre un
giudizio, un'interpretazione del presente: futuro non è, propriamente, la ripetizione del presente, ma la sua
innovazione in senso positivo, almeno per quegli aspetti per cui il presente è sinonimo di monotonia, di
banalità, di grigiore, di insoddisfazione.
Uno dei motivi più immediati e più pressanti di sfiducia concerne la prospettiva dell'inserimento
giovanile nel mondo dei lavoro. Una riflessione sulla condizione giovanile attuale deve, innanzitutto,
prendere atto di un dato incontestabile: tutta una serie di congiunture economiche, a livello nazionale e
mondiale, ha portato ad un quadro occupazionale allarmante. «Non sono cifre tratte dal cappello di un
prestigiatore: nei prossimi venti anni la disoccupazione rimarrà uno dei più gravi problemi del mondo; sarà
necessario creare un miliardo di posti di lavoro, e di questo miliardo l'81% nei Paesi in via di sviluppo»: così,
recentemente, si esprimeva il Direttore generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
Augusto Cavadi, 1986.
Documento III
Oggi lo scenario sta cambiando rapidamente, e anche violentemente, specie all'interno di quel
complicato universo che si chiama convivenza familiare. Ma niente drammi: ora il mutamento nel rapporto
genitori-figli non conosce (o quasi) l'antica contestazione generale che si traduceva in mutismi e
incomprensioni, scenate e separazioni. La cosiddetta «generazione dei senza padri» è tramontata; adesso i
figli - adolescenti o già adulti - riscoprono l'amore per i genitori, con la consapevolezza di doversi confrontare
con un sentimento difficile, eppure essenziale, una conquista fatta anche di frustrazioni e provvisorie 5
sconfitte, senza la quale, però, tutte le altre relazioni umane (siano esse sessuali, affettive o sociali) non
potrebbero esprimersi compiutamente. (...)
Essere padri e madri oggi significa abbandonare le certezze e avere un unico segreto pedagogico: la
sperimentazione quotidiana, basata sulla consapevolezza dei propri errori e di qualche, forse insignificante,
successo.
Marisa Rusconi L'Espre
Miglior risposta
SAGGIO BREVE:
AMBITO SOCIO ECONOMICO: I GIOVANI IN FAMIGLIA E IN SOCIETA’
DOCUMENTI:
Documento 1
Incapaci di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda dei figli, i genitori minimizzano e dimostrano
di non voler credere alle proporzioni che i figli vorrebbero dare ai loro problemi.(...) A rendere difficile il
dialogo, sono soprattutto il divario generazionale e culturale, l'incapacità di ascoltare, il predominio dei mass-media nella vita familiare. Lo sbalzo di età si manifesta in diversità di opinioni e interessi in contrapposti
atteggiamenti verso la vita e la società. È l'eterna lotta fra chi vuole far valere il bagaglio della propria
esperienza e chi vuole camminare da solo, a costo di ruzzolare e scivolare lungo il percorso. Gli uni
dimenticano che a loro tempo hanno scalpitato e invocato autonomia, gli altri, impazienti, non riconoscono
valore a una esperienza che per loro sa di muffa.
La difficoltà di capire il mondo d'oggi e il nuovo modo di vivere dei figli rende i genitori pessimisti e
Apprensivi. I genitori, in un tentativo di giustificazione, si nascondono dietro il paravento dell’amore e
dell'affetto. Sostengono che ogni presa di posizione nasce da preoccupazione e si ispira al desiderio di
costruire la felicità dei giovani. Ma è proprio questa tutela che i figli non sopportano.
Sergio Giordani, Dimensioni nuove, 1983
Documento 2
Più o meno consapevolmente, quando ci chiediamo se vi sia un futuro per i giovani d'oggi,
intendiamo il termine «futuro» in un senso più profondo della semplice determinazione temporale: esso
designa per noi non soltanto ciò che accade dopo oggi, ma soprattutto ciò che può accadere di nuovo e di
migliore rispetto ad oggi. Attendere il futuro, prepararsi al futuro, interrogarsi sul futuro, implica sempre un
giudizio, un'interpretazione del presente: futuro non è, propriamente, la ripetizione del presente, ma la sua
innovazione in senso positivo, almeno per quegli aspetti per cui il presente è sinonimo di monotonia, di
banalità, di grigiore, di insoddisfazione.
Uno dei motivi più immediati e più pressanti di sfiducia concerne la prospettiva dell'inserimento
giovanile nel mondo dei lavoro. Una riflessione sulla condizione giovanile attuale deve, innanzitutto,
prendere atto di un dato incontestabile: tutta una serie di congiunture economiche, a livello nazionale e
mondiale, ha portato ad un quadro occupazionale allarmante. «Non sono cifre tratte dal cappello di un
prestigiatore: nei prossimi venti anni la disoccupazione rimarrà uno dei più gravi problemi del mondo; sarà
necessario creare un miliardo di posti di lavoro, e di questo miliardo l'81% nei Paesi in via di sviluppo»: così,
recentemente, si esprimeva il Direttore generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
Augusto Cavadi, 1986.
Documento 3
Ascoltiamo genitori sempre più rammaricati riguardo agli atteggiamenti dei figli ed agli errori commessi
nell’assolvere alla funzione genitoriale. Le risposte che i figli mostrano nei loro confronti, sono sempre più
superficiali, distaccate e intolleranti, quando non giungono addirittura all’indifferenza. Un buon figlio sarà
tale solo dopo aver elaborato il perdono dei suoi genitori nonostante gli errori da loro commessi
nell’educarlo, errori che, di solito, avvengono per scarsa consapevolezza del ruolo.
Dott. Mario Mengheri
Documento 4
È una società che continua a vedersi in difficoltà. L’ottimismo verso il futuro dell’economia resta basso. Si risparmia e si consuma di meno. La gente prova un senso di disorientamento e cala la fiducia negli altri. È più preoccupata per il futuro, in particolare per quello dei giovani, che secondo la gran parte degli italiani vivranno una situazione peggiore di quella dei loro genitori. Il futuro appare bigio. In relazione ai giovani - che per definizione rappresentano il domani, quindi l’evoluzione (e il miglioramento) rispetto al passato – viene dipinto uno scenario poco rassicurante. Quasi il 60% degli italiani ritiene che i giovani di oggi vivranno una condizione sociale ed economica peggiore di quella dei loro genitori. Si tratta di una percezione sul futuro che sicuramente riflette e amplifica le preoccupazioni del presente. Ma è un dato che suscita comunque inquietudine. Luigi Ceccarini,La Repubblica 2004.
Documento 5
"L'area sensibile su cui i genitori pensano di poter intervenire per educare i propri figli è l'uso quotidiano degli strumenti di divulgazione mediatica o di comunicazione che hanno sostituito le bambole e i soldatini. I ragazzi cominciano a socializzare prestissimo, dall'asilo nido e la loro esistenza si basa sul continuo confronto con i coetanei su cose “alla moda” come può essere l'ultimo videogioco o l'ultima puntata del reality di turno. Essere isolati e tagliati fuori dalla conversazione implica una frustrazione che attribuisce il valore alla punizione".
Ma si tratta di metodi efficaci per ottenere ubbidienza?
"Sicuramente si colpiscono i giovani su qualcosa a cui tengono e quindi il deterrente è forte, ma da questa ricerca è emerso che l'autorevolezza genitoriale è in forte calo. Prima la punizione peggiore per un giovane era la perdita di stima del genitore. I padri illuminati non applicavano pene corporali per sanzionare i comportamenti dei figli: era sufficiente togliere loro la stima per ottenere il risultato voluto. Oggi i veri padri sono i protagonisti dei programmi tv e la stima che i ragazzi non vogliono perdere è quella del gruppo". Professor Massimo Cicogna,La Repubblica 2006
1) Scontri generazionali, violenze, lessico incomprensibile e comportamenti antisociali: è questo l’identikit dei giovani
contemporanei? L’interrogativo nasce spontaneo negli adulti che, preoccupati, si chiedono se il mondo, creato con
sacrificio, andrà in mano a degli sbandati senza ideali e senza rispetto. Quotidiani, riviste e talk-show vogliono farci
conoscere dei giovani in preda a profonde crisi, che trascorrono tutto il loro tempo inseguendo dei miti o imitando
personaggi di discutibile valore, e talvolta assumono stupefacenti o addirittura compiono gesti tragici, come è stato, fra
gli eventi di cronaca degli ultimi mesi, il duplice delitto di Novi Ligure. Ma puntare il faro solo in una direzione ci induce a
rilevare soprattutto la negatività; contrasti ed incomprensioni sono problemi comuni ad ogni “cambio” generazionale.
2) La causa dell’eterna lotta tra adulti e giovani, come sostiene lo studioso Sergio Giordani in “Dimensioni nuove” del
1983, è da ricondurre alla diversità di opinioni e di interessi, ai contrapposti atteggiamenti verso la vita e la società.
Mostra un diverso aspetto della questione l’articolo di Marisa Rusconi pubblicato sul settimanale “L’Espresso”, giugno
1985, nel quale la giornalista afferma che è mutato il rapporto genitori-figli e che non esiste più l’antica contestazione in
cui si alternavano mutismi e scenate, incomprensioni e separazioni. Secondo la Rusconi, infatti, i giovani moderni
riscoprono la positività del confronto: parlano, gridano e vogliono amore da quegli adulti ai quali spetta un aspro ruolo:
dare certezze o almeno risposte ad individui talvolta forti ma spesso bisognosi. “Schiaffeggiati” da questa realtà, i genitori
dovrebbero abbandonare le certezze che contraddistinguevano un passato neppure tanto lontano, rendendosi conto che
il “padre padrone” non esiste più. Il loro primo dovere consiste oggi nell’analizzare sé stessi, per divenire consapevoli
dei propri errori e per impegnarsi a svolgere quotidianamente un compito difficile ma necessario: essere ricettori delle
crisi, porgendo ai figli una mano salda e allo stesso tempo affettuosa. Il film di Nanni Moretti “La stanza del figlio”,
vincitore dell’ultima edizione del Festival di Cannes, mette in luce con sorprendente lucidità proprio questa duplice
esigenza.
3) Come precisa Sergio Giordani, l’amore e l’affetto non possono costituire il paravento e la giustificazione di ogni
comportamento, perché è proprio il desiderio di tutelare i figli e di costruire la loro felicità che i giovani non riescono né a
capire né ad accettare. L’affetto deve essere contorno del rapporto genitori-figli: sempre presente, non deve oltrepassare
i limiti entro i quali ognuno ha diritto di fare le proprie scelte. Invece l’apprensione porta spesso gli adulti a soffocare le
esigenze dei figli e a limitarne le libertà, volendo progettare una vita non loro.
4) Confusione, sfiducia, tendenza a vivere il presente in maniera monotona e superficiale: sono questi gli atteggiamenti
che frequentemente concorrono a causare i problemi che colpiscono i giovani. Ad essi, afferma il professor Augusto
Cavadi sul mensile scolastico “Nuova secondaria” (n.5 del 1986), si aggiunge la difficoltà che i ragazzi incontrano ad
inserirsi nel mondo del lavoro. Egli spiega che il quadro occupazionale, a livello nazionale e mondiale, è allarmante. Tali
considerazioni sono condivise anche dal Direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (OIL) il quale
sottolinea che nei prossimi vent’anni la disoccupazione rimarrà uno dei problemi più gravi del mondo, quindi sarà
necessario creare posti di lavoro, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
5) Risolvere i conflitti tra genitori e figli risulta sempre più complicato ed è difficile dare suggerimenti universalmente
utili, poiché ogni famiglia ha le sue particolarità e ogni individuo ha le proprie esigenze. Tuttavia si può affermare che
fossilizzarsi su idee e comportamenti tradizionali non aiuta a migliorare i rapporti interpersonali, in una società in
continua e rapida evoluzione sul piano economico, tecnologico e scientifico, ma sostanzialmente poco disposta alla
riflessione e povera di spiritualità. Solo se ciascuno accetterà di mettersi in discussione per migliorare sé stesso, si potrà
sperare di raggiungere un livello di comunicazione più autentico e profondo, non solo fra coetanei, ma anche fra
generazioni diverse.
AMBITO SOCIO ECONOMICO: I GIOVANI IN FAMIGLIA E IN SOCIETA’
DOCUMENTI:
Documento 1
Incapaci di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda dei figli, i genitori minimizzano e dimostrano
di non voler credere alle proporzioni che i figli vorrebbero dare ai loro problemi.(...) A rendere difficile il
dialogo, sono soprattutto il divario generazionale e culturale, l'incapacità di ascoltare, il predominio dei mass-media nella vita familiare. Lo sbalzo di età si manifesta in diversità di opinioni e interessi in contrapposti
atteggiamenti verso la vita e la società. È l'eterna lotta fra chi vuole far valere il bagaglio della propria
esperienza e chi vuole camminare da solo, a costo di ruzzolare e scivolare lungo il percorso. Gli uni
dimenticano che a loro tempo hanno scalpitato e invocato autonomia, gli altri, impazienti, non riconoscono
valore a una esperienza che per loro sa di muffa.
La difficoltà di capire il mondo d'oggi e il nuovo modo di vivere dei figli rende i genitori pessimisti e
Apprensivi. I genitori, in un tentativo di giustificazione, si nascondono dietro il paravento dell’amore e
dell'affetto. Sostengono che ogni presa di posizione nasce da preoccupazione e si ispira al desiderio di
costruire la felicità dei giovani. Ma è proprio questa tutela che i figli non sopportano.
Sergio Giordani, Dimensioni nuove, 1983
Documento 2
Più o meno consapevolmente, quando ci chiediamo se vi sia un futuro per i giovani d'oggi,
intendiamo il termine «futuro» in un senso più profondo della semplice determinazione temporale: esso
designa per noi non soltanto ciò che accade dopo oggi, ma soprattutto ciò che può accadere di nuovo e di
migliore rispetto ad oggi. Attendere il futuro, prepararsi al futuro, interrogarsi sul futuro, implica sempre un
giudizio, un'interpretazione del presente: futuro non è, propriamente, la ripetizione del presente, ma la sua
innovazione in senso positivo, almeno per quegli aspetti per cui il presente è sinonimo di monotonia, di
banalità, di grigiore, di insoddisfazione.
Uno dei motivi più immediati e più pressanti di sfiducia concerne la prospettiva dell'inserimento
giovanile nel mondo dei lavoro. Una riflessione sulla condizione giovanile attuale deve, innanzitutto,
prendere atto di un dato incontestabile: tutta una serie di congiunture economiche, a livello nazionale e
mondiale, ha portato ad un quadro occupazionale allarmante. «Non sono cifre tratte dal cappello di un
prestigiatore: nei prossimi venti anni la disoccupazione rimarrà uno dei più gravi problemi del mondo; sarà
necessario creare un miliardo di posti di lavoro, e di questo miliardo l'81% nei Paesi in via di sviluppo»: così,
recentemente, si esprimeva il Direttore generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
Augusto Cavadi, 1986.
Documento 3
Ascoltiamo genitori sempre più rammaricati riguardo agli atteggiamenti dei figli ed agli errori commessi
nell’assolvere alla funzione genitoriale. Le risposte che i figli mostrano nei loro confronti, sono sempre più
superficiali, distaccate e intolleranti, quando non giungono addirittura all’indifferenza. Un buon figlio sarà
tale solo dopo aver elaborato il perdono dei suoi genitori nonostante gli errori da loro commessi
nell’educarlo, errori che, di solito, avvengono per scarsa consapevolezza del ruolo.
Dott. Mario Mengheri
Documento 4
È una società che continua a vedersi in difficoltà. L’ottimismo verso il futuro dell’economia resta basso. Si risparmia e si consuma di meno. La gente prova un senso di disorientamento e cala la fiducia negli altri. È più preoccupata per il futuro, in particolare per quello dei giovani, che secondo la gran parte degli italiani vivranno una situazione peggiore di quella dei loro genitori. Il futuro appare bigio. In relazione ai giovani - che per definizione rappresentano il domani, quindi l’evoluzione (e il miglioramento) rispetto al passato – viene dipinto uno scenario poco rassicurante. Quasi il 60% degli italiani ritiene che i giovani di oggi vivranno una condizione sociale ed economica peggiore di quella dei loro genitori. Si tratta di una percezione sul futuro che sicuramente riflette e amplifica le preoccupazioni del presente. Ma è un dato che suscita comunque inquietudine. Luigi Ceccarini,La Repubblica 2004.
Documento 5
"L'area sensibile su cui i genitori pensano di poter intervenire per educare i propri figli è l'uso quotidiano degli strumenti di divulgazione mediatica o di comunicazione che hanno sostituito le bambole e i soldatini. I ragazzi cominciano a socializzare prestissimo, dall'asilo nido e la loro esistenza si basa sul continuo confronto con i coetanei su cose “alla moda” come può essere l'ultimo videogioco o l'ultima puntata del reality di turno. Essere isolati e tagliati fuori dalla conversazione implica una frustrazione che attribuisce il valore alla punizione".
Ma si tratta di metodi efficaci per ottenere ubbidienza?
"Sicuramente si colpiscono i giovani su qualcosa a cui tengono e quindi il deterrente è forte, ma da questa ricerca è emerso che l'autorevolezza genitoriale è in forte calo. Prima la punizione peggiore per un giovane era la perdita di stima del genitore. I padri illuminati non applicavano pene corporali per sanzionare i comportamenti dei figli: era sufficiente togliere loro la stima per ottenere il risultato voluto. Oggi i veri padri sono i protagonisti dei programmi tv e la stima che i ragazzi non vogliono perdere è quella del gruppo". Professor Massimo Cicogna,La Repubblica 2006
1) Scontri generazionali, violenze, lessico incomprensibile e comportamenti antisociali: è questo l’identikit dei giovani
contemporanei? L’interrogativo nasce spontaneo negli adulti che, preoccupati, si chiedono se il mondo, creato con
sacrificio, andrà in mano a degli sbandati senza ideali e senza rispetto. Quotidiani, riviste e talk-show vogliono farci
conoscere dei giovani in preda a profonde crisi, che trascorrono tutto il loro tempo inseguendo dei miti o imitando
personaggi di discutibile valore, e talvolta assumono stupefacenti o addirittura compiono gesti tragici, come è stato, fra
gli eventi di cronaca degli ultimi mesi, il duplice delitto di Novi Ligure. Ma puntare il faro solo in una direzione ci induce a
rilevare soprattutto la negatività; contrasti ed incomprensioni sono problemi comuni ad ogni “cambio” generazionale.
2) La causa dell’eterna lotta tra adulti e giovani, come sostiene lo studioso Sergio Giordani in “Dimensioni nuove” del
1983, è da ricondurre alla diversità di opinioni e di interessi, ai contrapposti atteggiamenti verso la vita e la società.
Mostra un diverso aspetto della questione l’articolo di Marisa Rusconi pubblicato sul settimanale “L’Espresso”, giugno
1985, nel quale la giornalista afferma che è mutato il rapporto genitori-figli e che non esiste più l’antica contestazione in
cui si alternavano mutismi e scenate, incomprensioni e separazioni. Secondo la Rusconi, infatti, i giovani moderni
riscoprono la positività del confronto: parlano, gridano e vogliono amore da quegli adulti ai quali spetta un aspro ruolo:
dare certezze o almeno risposte ad individui talvolta forti ma spesso bisognosi. “Schiaffeggiati” da questa realtà, i genitori
dovrebbero abbandonare le certezze che contraddistinguevano un passato neppure tanto lontano, rendendosi conto che
il “padre padrone” non esiste più. Il loro primo dovere consiste oggi nell’analizzare sé stessi, per divenire consapevoli
dei propri errori e per impegnarsi a svolgere quotidianamente un compito difficile ma necessario: essere ricettori delle
crisi, porgendo ai figli una mano salda e allo stesso tempo affettuosa. Il film di Nanni Moretti “La stanza del figlio”,
vincitore dell’ultima edizione del Festival di Cannes, mette in luce con sorprendente lucidità proprio questa duplice
esigenza.
3) Come precisa Sergio Giordani, l’amore e l’affetto non possono costituire il paravento e la giustificazione di ogni
comportamento, perché è proprio il desiderio di tutelare i figli e di costruire la loro felicità che i giovani non riescono né a
capire né ad accettare. L’affetto deve essere contorno del rapporto genitori-figli: sempre presente, non deve oltrepassare
i limiti entro i quali ognuno ha diritto di fare le proprie scelte. Invece l’apprensione porta spesso gli adulti a soffocare le
esigenze dei figli e a limitarne le libertà, volendo progettare una vita non loro.
4) Confusione, sfiducia, tendenza a vivere il presente in maniera monotona e superficiale: sono questi gli atteggiamenti
che frequentemente concorrono a causare i problemi che colpiscono i giovani. Ad essi, afferma il professor Augusto
Cavadi sul mensile scolastico “Nuova secondaria” (n.5 del 1986), si aggiunge la difficoltà che i ragazzi incontrano ad
inserirsi nel mondo del lavoro. Egli spiega che il quadro occupazionale, a livello nazionale e mondiale, è allarmante. Tali
considerazioni sono condivise anche dal Direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (OIL) il quale
sottolinea che nei prossimi vent’anni la disoccupazione rimarrà uno dei problemi più gravi del mondo, quindi sarà
necessario creare posti di lavoro, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
5) Risolvere i conflitti tra genitori e figli risulta sempre più complicato ed è difficile dare suggerimenti universalmente
utili, poiché ogni famiglia ha le sue particolarità e ogni individuo ha le proprie esigenze. Tuttavia si può affermare che
fossilizzarsi su idee e comportamenti tradizionali non aiuta a migliorare i rapporti interpersonali, in una società in
continua e rapida evoluzione sul piano economico, tecnologico e scientifico, ma sostanzialmente poco disposta alla
riflessione e povera di spiritualità. Solo se ciascuno accetterà di mettersi in discussione per migliorare sé stesso, si potrà
sperare di raggiungere un livello di comunicazione più autentico e profondo, non solo fra coetanei, ma anche fra
generazioni diverse.
Miglior risposta