Gerusalemme Liberata - Tasso
Parafrasi del I canto della Gerusalemme Liberata dalla strofa 5 (compresa) alla 22 (compresa). Urgente perfavore! :(
È ben ragion, s'egli averrà ch'in pace
il buon popol di Cristo unqua si veda,
e con navi e cavalli al fero Trace
cerchi ritòr la grande ingiusta preda,
ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace,
l'alto imperio de' mari a te conceda.
Emulo di Goffredo, i nostri carmi
intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.
6
Già 'l sesto anno volgea, ch'in oriente
passò il campo cristiano a l'alta impresa;
e Nicea per assalto, e la potente
Antiochia con arte avea già presa.
L'avea poscia in battaglia incontra gente
di Persia innumerabile difesa,
e Tortosa espugnata; indi a la rea
stagion diè loco, e 'l novo anno attendea.
7
E 'l fine omai di quel piovoso inverno,
che fea l'arme cessar, lunge non era;
quando da l'alto soglio il Padre eterno,
ch'è ne la parte piú del ciel sincera,
e quanto è da le stelle al basso inferno,
tanto è piú in su de la stellata spera,
gli occhi in giú volse, e in un sol punto e in una
vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.
8
Mirò tutte le cose, ed in Soria
s'affisò poi ne' principi cristiani;
e con quel guardo suo ch'a dentro spia
nel piú secreto lor gli affetti umani,
vide Goffredo che scacciar desia
de la santa città gli empi pagani,
e pien di fé, di zelo, ogni mortale
gloria, imperio, tesor mette in non cale.
9
Ma vede in Baldovin cupido ingegno,
ch'a l'umane grandezze intento aspira:
vede Tancredi aver la vita a sdegno,
tanto un suo vano amor l'ange e martira:
e fondar Boemondo al novo regno
suo d'Antiochia alti princípi mira,
e leggi imporre, ed introdur costume
ed arti e culto di verace nume;
10
e cotanto internarsi in tal pensiero,
ch'altra impresa non par che piú rammenti:
scorge in Rinaldo e animo guerriero
e spirti di riposo impazienti;
non cupidigia in lui d'oro o d'impero,
ma d'onor brame immoderate, ardenti:
scorge che da la bocca intento pende
di Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.
11
Ma poi ch'ebbe di questi e d'altri cori
scòrti gl'intimi sensi il Re del mondo,
chiama a sé da gli angelici splendori
Gabriel, che ne' primi era secondo.
È tra Dio questi e l'anime migliori
interprete fedel, nunzio giocondo:
giú i decreti del Ciel porta, ed al Cielo
riporta de' mortali i preghi e 'l zelo.
12
Disse al suo nunzio Dio: "Goffredo trova,
e in mio nome di' lui: perché si cessa?
perché la guerra omai non si rinova
a liberar Gierusalemme oppressa?
Chiami i duci a consiglio, e i tardi mova
a l'alta impresa: ei capitan fia d'essa.
Io qui l'eleggo; e 'l faran gli altri in terra,
già suoi compagni, or suoi ministri in guerra."
13
Cosí parlogli, e Gabriel s'accinse
veloce ad esseguir l'imposte cose:
la sua forma invisibil d'aria cinse
ed al senso mortal la sottopose.
Umane membra, aspetto uman si finse,
ma di celeste maestà il compose;
tra giovene e fanciullo età confine
prese, ed ornò di raggi il biondo crine.
14
Ali bianche vestí, c'han d'or le cime,
infaticabilmente agili e preste.
Fende i venti e le nubi, e va sublime
sovra la terra e sovra il mar con queste.
Cosí vestito, indirizzossi a l'ime
parti del mondo il messaggier celeste:
pria sul Libano monte ei si ritenne,
e si librò su l'adeguate penne;
15
e vèr le piagge di Tortosa poi
drizzò precipitando il volo in giuso.
Sorgeva il novo sol da i lidi eoi,
parte già fuor, ma 'l piú ne l'onde chiuso;
e porgea matutini i preghi suoi
Goffredo a Dio, come egli avea per uso;
quando a paro co 'l sol, ma piú lucente,
l'angelo gli apparí da l'oriente;
16
e gli disse: "Goffredo, ecco opportuna
già la stagion ch'al guerreggiar s'aspetta;
perché dunque trapor dimora alcuna
a liberar Gierusalem soggetta?
Tu i principi a consiglio omai raguna,
tu al fin de l'opra i neghittosi affretta.
Dio per lor duce già t'elegge, ed essi
sopporran volontari a te se stessi.
17
Dio messaggier mi manda: io ti rivelo
la sua mente in suo nome. Oh quanta spene
aver d'alta vittoria, oh quanto zelo
de l'oste a te commessa or ti conviene!"
Tacque; e, sparito, rivolò del cielo
a le parti piú eccelse e piú serene.
Resta Goffredo a i detti, a lo splendore,
d'occhi abbagliato, attonito di core.
18
Ma poi che si riscote, e che discorre
chi venne, chi mandò, che gli fu detto,
se già bramava, or tutto arde d'imporre
fine a la guerra ond'egli è duce eletto.
Non che 'l vedersi a gli altri in Ciel preporre
d'aura d'ambizion gli gonfi il petto,
ma il suo voler piú nel voler s'infiamma
del suo Signor, come favilla in fiamma.
19
Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge
erano sparsi, a ragunarsi invita;
lettere a lettre, e messi a messi aggiunge,
sempre al consiglio è la preghiera unita;
ciò ch'alma generosa alletta e punge,
ciò che può risvegliar virtù sopita,
tutto par che ritrovi, e in efficace
modo l'adorna sí che sforza e piace.
20
Vennero i duci, e gli altri anco seguiro,
e Boemondo sol qui non convenne.
Parte fuor s'attendò, parte nel giro
e tra gli alberghi suoi Tortosa tenne.
I grandi de l'essercito s'uniro
(glorioso senato) in dí solenne.
Qui il pio Goffredo incominciò tra loro,
augusto in volto ed in sermon sonoro:
21
"Guerrier di Dio, ch'a ristorar i danni
de la sua fede il Re del Cielo elesse,
e securi fra l'arme e fra gl'inganni
de la terra e del mar vi scòrse e resse,
sí ch'abbiam tante e tante in sí pochi anni
ribellanti provincie a lui sommesse,
e fra le genti debellate e dome
stese l'insegne sue vittrici e 'l nome,
22
già non lasciammo i dolci pegni e 'l nido
nativo noi (se 'l creder mio non erra),
né la vita esponemmo al mare infido
ed a i perigli di lontana guerra,
per acquistar di breve suono un grido
vulgare e posseder barbara terra,
ché proposto ci avremmo angusto e scarso
premio, e in danno de l'alme il sangue sparso.
È ben ragion, s'egli averrà ch'in pace
il buon popol di Cristo unqua si veda,
e con navi e cavalli al fero Trace
cerchi ritòr la grande ingiusta preda,
ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace,
l'alto imperio de' mari a te conceda.
Emulo di Goffredo, i nostri carmi
intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.
6
Già 'l sesto anno volgea, ch'in oriente
passò il campo cristiano a l'alta impresa;
e Nicea per assalto, e la potente
Antiochia con arte avea già presa.
L'avea poscia in battaglia incontra gente
di Persia innumerabile difesa,
e Tortosa espugnata; indi a la rea
stagion diè loco, e 'l novo anno attendea.
7
E 'l fine omai di quel piovoso inverno,
che fea l'arme cessar, lunge non era;
quando da l'alto soglio il Padre eterno,
ch'è ne la parte piú del ciel sincera,
e quanto è da le stelle al basso inferno,
tanto è piú in su de la stellata spera,
gli occhi in giú volse, e in un sol punto e in una
vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.
8
Mirò tutte le cose, ed in Soria
s'affisò poi ne' principi cristiani;
e con quel guardo suo ch'a dentro spia
nel piú secreto lor gli affetti umani,
vide Goffredo che scacciar desia
de la santa città gli empi pagani,
e pien di fé, di zelo, ogni mortale
gloria, imperio, tesor mette in non cale.
9
Ma vede in Baldovin cupido ingegno,
ch'a l'umane grandezze intento aspira:
vede Tancredi aver la vita a sdegno,
tanto un suo vano amor l'ange e martira:
e fondar Boemondo al novo regno
suo d'Antiochia alti princípi mira,
e leggi imporre, ed introdur costume
ed arti e culto di verace nume;
10
e cotanto internarsi in tal pensiero,
ch'altra impresa non par che piú rammenti:
scorge in Rinaldo e animo guerriero
e spirti di riposo impazienti;
non cupidigia in lui d'oro o d'impero,
ma d'onor brame immoderate, ardenti:
scorge che da la bocca intento pende
di Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.
11
Ma poi ch'ebbe di questi e d'altri cori
scòrti gl'intimi sensi il Re del mondo,
chiama a sé da gli angelici splendori
Gabriel, che ne' primi era secondo.
È tra Dio questi e l'anime migliori
interprete fedel, nunzio giocondo:
giú i decreti del Ciel porta, ed al Cielo
riporta de' mortali i preghi e 'l zelo.
12
Disse al suo nunzio Dio: "Goffredo trova,
e in mio nome di' lui: perché si cessa?
perché la guerra omai non si rinova
a liberar Gierusalemme oppressa?
Chiami i duci a consiglio, e i tardi mova
a l'alta impresa: ei capitan fia d'essa.
Io qui l'eleggo; e 'l faran gli altri in terra,
già suoi compagni, or suoi ministri in guerra."
13
Cosí parlogli, e Gabriel s'accinse
veloce ad esseguir l'imposte cose:
la sua forma invisibil d'aria cinse
ed al senso mortal la sottopose.
Umane membra, aspetto uman si finse,
ma di celeste maestà il compose;
tra giovene e fanciullo età confine
prese, ed ornò di raggi il biondo crine.
14
Ali bianche vestí, c'han d'or le cime,
infaticabilmente agili e preste.
Fende i venti e le nubi, e va sublime
sovra la terra e sovra il mar con queste.
Cosí vestito, indirizzossi a l'ime
parti del mondo il messaggier celeste:
pria sul Libano monte ei si ritenne,
e si librò su l'adeguate penne;
15
e vèr le piagge di Tortosa poi
drizzò precipitando il volo in giuso.
Sorgeva il novo sol da i lidi eoi,
parte già fuor, ma 'l piú ne l'onde chiuso;
e porgea matutini i preghi suoi
Goffredo a Dio, come egli avea per uso;
quando a paro co 'l sol, ma piú lucente,
l'angelo gli apparí da l'oriente;
16
e gli disse: "Goffredo, ecco opportuna
già la stagion ch'al guerreggiar s'aspetta;
perché dunque trapor dimora alcuna
a liberar Gierusalem soggetta?
Tu i principi a consiglio omai raguna,
tu al fin de l'opra i neghittosi affretta.
Dio per lor duce già t'elegge, ed essi
sopporran volontari a te se stessi.
17
Dio messaggier mi manda: io ti rivelo
la sua mente in suo nome. Oh quanta spene
aver d'alta vittoria, oh quanto zelo
de l'oste a te commessa or ti conviene!"
Tacque; e, sparito, rivolò del cielo
a le parti piú eccelse e piú serene.
Resta Goffredo a i detti, a lo splendore,
d'occhi abbagliato, attonito di core.
18
Ma poi che si riscote, e che discorre
chi venne, chi mandò, che gli fu detto,
se già bramava, or tutto arde d'imporre
fine a la guerra ond'egli è duce eletto.
Non che 'l vedersi a gli altri in Ciel preporre
d'aura d'ambizion gli gonfi il petto,
ma il suo voler piú nel voler s'infiamma
del suo Signor, come favilla in fiamma.
19
Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge
erano sparsi, a ragunarsi invita;
lettere a lettre, e messi a messi aggiunge,
sempre al consiglio è la preghiera unita;
ciò ch'alma generosa alletta e punge,
ciò che può risvegliar virtù sopita,
tutto par che ritrovi, e in efficace
modo l'adorna sí che sforza e piace.
20
Vennero i duci, e gli altri anco seguiro,
e Boemondo sol qui non convenne.
Parte fuor s'attendò, parte nel giro
e tra gli alberghi suoi Tortosa tenne.
I grandi de l'essercito s'uniro
(glorioso senato) in dí solenne.
Qui il pio Goffredo incominciò tra loro,
augusto in volto ed in sermon sonoro:
21
"Guerrier di Dio, ch'a ristorar i danni
de la sua fede il Re del Cielo elesse,
e securi fra l'arme e fra gl'inganni
de la terra e del mar vi scòrse e resse,
sí ch'abbiam tante e tante in sí pochi anni
ribellanti provincie a lui sommesse,
e fra le genti debellate e dome
stese l'insegne sue vittrici e 'l nome,
22
già non lasciammo i dolci pegni e 'l nido
nativo noi (se 'l creder mio non erra),
né la vita esponemmo al mare infido
ed a i perigli di lontana guerra,
per acquistar di breve suono un grido
vulgare e posseder barbara terra,
ché proposto ci avremmo angusto e scarso
premio, e in danno de l'alme il sangue sparso.
Risposte
La parafrasi è molto difficile e te l'ho fatta senza le note quindi ricontrolla tutto per cortesia usando le note del tuo libro come riferimento...
5.
È ben ragion, s'egli averrà ch'in pace
il buon popol di Cristo unqua si veda,
e con navi e cavalli al fero Trace
cerchi ritòr la grande ingiusta preda,
ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace,
l'alto imperio de' mari a te conceda.
Emulo di Goffredo, i nostri carmi
intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.
A ragione, se avverrà mai (unqua) che il buon popolo di Cristo (i cristiani) viva in pace e con navi e cavalli (si riferisce alla Crociata condotta da Alfonso II contro i turchi) sottragga ai Turchi («fero Trace» i Turchi erano Traci perché occupavano Costantinopoli, territorio dell’antica Tracia) il Santo Sepolcro ingiustamente occupato («l’ingiusta preda»), allora che a te venga concesso il potere («lo scettro») sugli eserciti, o se preferisci, l’ato comando, quello delle flotte navali. In attesa che questo avvenga, tu Alfonso, emulo di Goffredo, ascolta i nostri componimenti poetici, e preparati a combattere.
6
Già 'l sesto anno volgea, ch'in oriente
passò il campo cristiano a l'alta impresa;
e Nicea per assalto, e la potente
Antiochia con arte avea già presa.
L'avea poscia in battaglia incontra gente
di Persia innumerabile difesa,
e Tortosa espugnata; indi a la rea
stagion diè loco, e 'l novo anno attendea.
Stava per finire già il sesto anno da quando in Oriente il campo cristiano si preparò alla grande impresa; E avevano già preso, assaltandola Nicea e la potente Antiochia con grande arte. In battaglia avevano incontrato innumerabili genti in difesa di Tortosa, che fu espugnata; Così inizio la stagione colpevole e il nuovo anno attendeva.
7
E 'l fine omai di quel piovoso inverno,
che fea l'arme cessar, lunge non era;
quando da l'alto soglio il Padre eterno,
ch'è ne la parte piú del ciel sincera,
e quanto è da le stelle al basso inferno,
tanto è piú in su de la stellata spera,
gli occhi in giú volse, e in un sol punto e in una
vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.
Giunse la fine di quell'inverno piovoso in cui si smise di combattere, non fu lungo; quando dal cielo il Padre Eterno che è nella parte più alta del cielo così che le stelle al basso inferno e tanto E' più in alto della sfera stellata, volse il Suo sguardo sulla terra e in in un punto solo e la prima volta vide tutto ciò che il mondo riunisce
8
Mirò tutte le cose, ed in Soria
s'affisò poi ne' principi cristiani;
e con quel guardo suo ch'a dentro spia
nel piú secreto lor gli affetti umani,
vide Goffredo che scacciar desia
de la santa città gli empi pagani,
e pien di fé, di zelo, ogni mortale
gloria, imperio, tesor mette in non cale.
Guardò tutte le cose e si fermò ad osservare la soria e i principi cristiani; e con quel Suo sguardo che legge l'uomo dentro nei loro più segreti affetti umani, vide Goffredo che desiderava scacciare dalla Città Santa gli empi pagani, e pieno di sé e di zelo, di ogni mortale gloria, potere e tesoro non tiene conto
9
Ma vede in Baldovin cupido ingegno,
ch'a l'umane grandezze intento aspira:
vede Tancredi aver la vita a sdegno,
tanto un suo vano amor l'ange e martira:
e fondar Boemondo al novo regno
suo d'Antiochia alti princípi mira,
e leggi imporre, ed introdur costume
ed arti e culto di verace nume;
Ma Vede in Baldovin un ingegno cupido che aspira alle umane grandezze: Vede Tancredi sdegnoso della vita, tanto che soffre e geme per un amore vano: e Vede Boemondo fondare il nuovo regno di Antiochia e altri principi, Vede l'imposizione delle leggi e l'introduzione di usi e costumi di un idolo verace.
10
e cotanto internarsi in tal pensiero,
ch'altra impresa non par che piú rammenti:
scorge in Rinaldo e animo guerriero
e spirti di riposo impazienti;
non cupidigia in lui d'oro o d'impero,
ma d'onor brame immoderate, ardenti:
scorge che da la bocca intento pende
di Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.
E dal tanto chiudersi in questo pensiero, che non riesce più a ricordare le altre imprese: Vede Rinaldo e il suo animo da guerriero e spiriti di riposo impazienti; lui non brama soldi o potenza, ma brama in maniera ardente l'onore: la sua bocca di Guelfo e impara dagli antichi esempi.
11
Ma poi ch'ebbe di questi e d'altri cori
scòrti gl'intimi sensi il Re del mondo,
chiama a sé da gli angelici splendori
Gabriel, che ne' primi era secondo.
È tra Dio questi e l'anime migliori
interprete fedel, nunzio giocondo:
giú i decreti del Ciel porta, ed al Cielo
riporta de' mortali i preghi e 'l zelo.
Ma dopo che Dio Ebbe di questi e altri scorto gli intimi sentimenti, chiama a se dal Pardiso Gabriele che tra i primi era secondo. Egli è tra Dio e le anime migliori, un interprete fedele e un annunciatore di gioia: porta i decreti del Cielo in terra e al cielo riporta le preghiere dei mortali.
12
Disse al suo nunzio Dio: "Goffredo trova,
e in mio nome di' lui: perché si cessa?
perché la guerra omai non si rinova
a liberar Gierusalemme oppressa?
Chiami i duci a consiglio, e i tardi mova
a l'alta impresa: ei capitan fia d'essa.
Io qui l'eleggo; e 'l faran gli altri in terra,
già suoi compagni, or suoi ministri in guerra."
Disse al suo Messaggero Dio: "Trova Goffredo, e digli da parte Mia: perchè finite la guerra e non continuate a liberare Gerusalemme oppressa? Che chiami i capi al consiglio e muova gli anziani per l'alta impresa: e rendilo capitano di essa. Io da qui lo eleggo; e lo faranno anche gli altri sulla terra, già suoi compagni e ora suoi ministri di guerra."
13
Cosí parlogli, e Gabriel s'accinse
veloce ad esseguir l'imposte cose:
la sua forma invisibil d'aria cinse
ed al senso mortal la sottopose.
Umane membra, aspetto uman si finse,
ma di celeste maestà il compose;
tra giovene e fanciullo età confine
prese, ed ornò di raggi il biondo crine.
Digli quello che Ti ho detto e Gabriele si accinse veloce ad eseguire gli ordini: la sua forma fu circondata da un'aria invisibile e la rese visibile alla vista mortale. Si finse umano nel corpo e nell'aspetto, ma si compose di una maestà celeste; con un'età tra il giovane e il fanciullo e ornò i suoi raggi di capelli color biondo.
14
Ali bianche vestí, c'han d'or le cime,
infaticabilmente agili e preste.
Fende i venti e le nubi, e va sublime
sovra la terra e sovra il mar con queste.
Cosí vestito, indirizzossi a l'ime
parti del mondo il messaggier celeste:
pria sul Libano monte ei si ritenne,
e si librò su l'adeguate penne;
Indossò delle ali bianche con le estremità dorate, molto veloci ed agili. Squarcia i venti e le nuvoli e vola sublime sopra la terra e sopra il mare con le sue ali. Così vestito si diresse nel mondo il celeste messaggero: prima andò sul Monte del Libano e poi ricominciò a volare;
15
e vèr le piagge di Tortosa poi
drizzò precipitando il volo in giuso.
Sorgeva il novo sol da i lidi eoi,
parte già fuor, ma 'l piú ne l'onde chiuso;
e porgea matutini i preghi suoi
Goffredo a Dio, come egli avea per uso;
quando a paro co 'l sol, ma piú lucente,
l'angelo gli apparí da l'oriente;
e poi andò verso le spiagge di Tortosa precipitandosi in volo. Stava per iniziare un nuovo e Goffredo stava iniziando le sue preghiere mattutine come era solito fare, quando pari al sole, ma più lucente gli apparì l'angelo dall'oriente;
16
e gli disse: "Goffredo, ecco opportuna
già la stagion ch'al guerreggiar s'aspetta;
perché dunque trapor dimora alcuna
a liberar Gierusalem soggetta?
Tu i principi a consiglio omai raguna,
tu al fin de l'opra i neghittosi affretta.
Dio per lor duce già t'elegge, ed essi
sopporran volontari a te se stessi.
E gli disse: "Goffredo, ecco che inizia la stagione giusta per combattere, perché non liberare la Gerusalemme assoggettata? Tu raduna a consiglio i principi e per questa opera raduna i riluttanti. Dio ti elegge loro capo ed essi si offriranno come volontari a te.
17
Dio messaggier mi manda: io ti rivelo
la sua mente in suo nome. Oh quanta spene
aver d'alta vittoria, oh quanto zelo
de l'oste a te commessa or ti conviene!"
Tacque; e, sparito, rivolò del cielo
a le parti piú eccelse e piú serene.
Resta Goffredo a i detti, a lo splendore,
d'occhi abbagliato, attonito di core.
Dio mi manda come messaggero: io ti rivelo il suo volere e il suo nome. Oh quanta speranza di avere la vittoria, o quanto impegno ti è stato richiesto dal Signore!". Tacque e sparì volando nel cielo verso le parti più alte e più serene. Resta fermo Goffredo a quando gli è stato detto e con gli occhi abbagliati da tanto splendore e con il cuore attonito
18
Ma poi che si riscote, e che discorre
chi venne, chi mandò, che gli fu detto,
se già bramava, or tutto arde d'imporre
fine a la guerra ond'egli è duce eletto.
Non che 'l vedersi a gli altri in Ciel preporre
d'aura d'ambizion gli gonfi il petto,
ma il suo voler piú nel voler s'infiamma
del suo Signor, come favilla in fiamma.
Ma dopo quando si scosse e ripensò a chi venne a chi lo mandò e a cosa gli fu detto, ora tutto introno a lui vuole porre fine alla guerra di cui egli è il capo eletto. Non è che il vedersi anteposto agli altri dal cielo lo rende orgoglioso, ma il suo volere diventa più forte nel volere di Dio, come una scintilla in una fiamma.
19
Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge
erano sparsi, a ragunarsi invita;
lettere a lettre, e messi a messi aggiunge,
sempre al consiglio è la preghiera unita;
ciò ch'alma generosa alletta e punge,
ciò che può risvegliar virtù sopita,
tutto par che ritrovi, e in efficace
modo l'adorna sí che sforza e piace.
Dunque i suoi eroici compagni che erano dispersi invita a radunarsi, pronuncia parole su parole e indirizza la preghiera al consiglio, parla di ciò che punge e piace all'anima di ciò che è in grado di risvegliare la virtù sopita e tutto sembra efficace e in modo efficace lo dice che piace
20
Vennero i duci, e gli altri anco seguiro,
e Boemondo sol qui non convenne.
Parte fuor s'attendò, parte nel giro
e tra gli alberghi suoi Tortosa tenne.
I grandi de l'essercito s'uniro
(glorioso senato) in dí solenne.
Qui il pio Goffredo incominciò tra loro,
augusto in volto ed in sermon sonoro:
Lo seguirono i duci e anche gli altri e Boemondo fu l'unico non d'accordo. Si chiamo fuori. I grandi dell'esercito di unirono e il giorno solenne il pio Goffredo incomincio tra loro un discorso sonoro
21
"Guerrier di Dio, ch'a ristorar i danni
de la sua fede il Re del Cielo elesse,
e securi fra l'arme e fra gl'inganni
de la terra e del mar vi scòrse e resse,
sí ch'abbiam tante e tante in sí pochi anni
ribellanti provincie a lui sommesse,
e fra le genti debellate e dome
stese l'insegne sue vittrici e 'l nome,
Guerrieri di Dio che dovete restaurare i danni della fede, il Re del cielo vi elesse, e vi Vide sicuri nelle armi e dagli inganni di terra e mar vi ha protetto, tanto che abbiamo sottomesso a lui tante e tante provincie ribelle a Lui sottomesse, e tra le genti domate abbiamo porto le Sue insegne vincitrici e il Suo nome
5.
È ben ragion, s'egli averrà ch'in pace
il buon popol di Cristo unqua si veda,
e con navi e cavalli al fero Trace
cerchi ritòr la grande ingiusta preda,
ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace,
l'alto imperio de' mari a te conceda.
Emulo di Goffredo, i nostri carmi
intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.
A ragione, se avverrà mai (unqua) che il buon popolo di Cristo (i cristiani) viva in pace e con navi e cavalli (si riferisce alla Crociata condotta da Alfonso II contro i turchi) sottragga ai Turchi («fero Trace» i Turchi erano Traci perché occupavano Costantinopoli, territorio dell’antica Tracia) il Santo Sepolcro ingiustamente occupato («l’ingiusta preda»), allora che a te venga concesso il potere («lo scettro») sugli eserciti, o se preferisci, l’ato comando, quello delle flotte navali. In attesa che questo avvenga, tu Alfonso, emulo di Goffredo, ascolta i nostri componimenti poetici, e preparati a combattere.
6
Già 'l sesto anno volgea, ch'in oriente
passò il campo cristiano a l'alta impresa;
e Nicea per assalto, e la potente
Antiochia con arte avea già presa.
L'avea poscia in battaglia incontra gente
di Persia innumerabile difesa,
e Tortosa espugnata; indi a la rea
stagion diè loco, e 'l novo anno attendea.
Stava per finire già il sesto anno da quando in Oriente il campo cristiano si preparò alla grande impresa; E avevano già preso, assaltandola Nicea e la potente Antiochia con grande arte. In battaglia avevano incontrato innumerabili genti in difesa di Tortosa, che fu espugnata; Così inizio la stagione colpevole e il nuovo anno attendeva.
7
E 'l fine omai di quel piovoso inverno,
che fea l'arme cessar, lunge non era;
quando da l'alto soglio il Padre eterno,
ch'è ne la parte piú del ciel sincera,
e quanto è da le stelle al basso inferno,
tanto è piú in su de la stellata spera,
gli occhi in giú volse, e in un sol punto e in una
vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.
Giunse la fine di quell'inverno piovoso in cui si smise di combattere, non fu lungo; quando dal cielo il Padre Eterno che è nella parte più alta del cielo così che le stelle al basso inferno e tanto E' più in alto della sfera stellata, volse il Suo sguardo sulla terra e in in un punto solo e la prima volta vide tutto ciò che il mondo riunisce
8
Mirò tutte le cose, ed in Soria
s'affisò poi ne' principi cristiani;
e con quel guardo suo ch'a dentro spia
nel piú secreto lor gli affetti umani,
vide Goffredo che scacciar desia
de la santa città gli empi pagani,
e pien di fé, di zelo, ogni mortale
gloria, imperio, tesor mette in non cale.
Guardò tutte le cose e si fermò ad osservare la soria e i principi cristiani; e con quel Suo sguardo che legge l'uomo dentro nei loro più segreti affetti umani, vide Goffredo che desiderava scacciare dalla Città Santa gli empi pagani, e pieno di sé e di zelo, di ogni mortale gloria, potere e tesoro non tiene conto
9
Ma vede in Baldovin cupido ingegno,
ch'a l'umane grandezze intento aspira:
vede Tancredi aver la vita a sdegno,
tanto un suo vano amor l'ange e martira:
e fondar Boemondo al novo regno
suo d'Antiochia alti princípi mira,
e leggi imporre, ed introdur costume
ed arti e culto di verace nume;
Ma Vede in Baldovin un ingegno cupido che aspira alle umane grandezze: Vede Tancredi sdegnoso della vita, tanto che soffre e geme per un amore vano: e Vede Boemondo fondare il nuovo regno di Antiochia e altri principi, Vede l'imposizione delle leggi e l'introduzione di usi e costumi di un idolo verace.
10
e cotanto internarsi in tal pensiero,
ch'altra impresa non par che piú rammenti:
scorge in Rinaldo e animo guerriero
e spirti di riposo impazienti;
non cupidigia in lui d'oro o d'impero,
ma d'onor brame immoderate, ardenti:
scorge che da la bocca intento pende
di Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.
E dal tanto chiudersi in questo pensiero, che non riesce più a ricordare le altre imprese: Vede Rinaldo e il suo animo da guerriero e spiriti di riposo impazienti; lui non brama soldi o potenza, ma brama in maniera ardente l'onore: la sua bocca di Guelfo e impara dagli antichi esempi.
11
Ma poi ch'ebbe di questi e d'altri cori
scòrti gl'intimi sensi il Re del mondo,
chiama a sé da gli angelici splendori
Gabriel, che ne' primi era secondo.
È tra Dio questi e l'anime migliori
interprete fedel, nunzio giocondo:
giú i decreti del Ciel porta, ed al Cielo
riporta de' mortali i preghi e 'l zelo.
Ma dopo che Dio Ebbe di questi e altri scorto gli intimi sentimenti, chiama a se dal Pardiso Gabriele che tra i primi era secondo. Egli è tra Dio e le anime migliori, un interprete fedele e un annunciatore di gioia: porta i decreti del Cielo in terra e al cielo riporta le preghiere dei mortali.
12
Disse al suo nunzio Dio: "Goffredo trova,
e in mio nome di' lui: perché si cessa?
perché la guerra omai non si rinova
a liberar Gierusalemme oppressa?
Chiami i duci a consiglio, e i tardi mova
a l'alta impresa: ei capitan fia d'essa.
Io qui l'eleggo; e 'l faran gli altri in terra,
già suoi compagni, or suoi ministri in guerra."
Disse al suo Messaggero Dio: "Trova Goffredo, e digli da parte Mia: perchè finite la guerra e non continuate a liberare Gerusalemme oppressa? Che chiami i capi al consiglio e muova gli anziani per l'alta impresa: e rendilo capitano di essa. Io da qui lo eleggo; e lo faranno anche gli altri sulla terra, già suoi compagni e ora suoi ministri di guerra."
13
Cosí parlogli, e Gabriel s'accinse
veloce ad esseguir l'imposte cose:
la sua forma invisibil d'aria cinse
ed al senso mortal la sottopose.
Umane membra, aspetto uman si finse,
ma di celeste maestà il compose;
tra giovene e fanciullo età confine
prese, ed ornò di raggi il biondo crine.
Digli quello che Ti ho detto e Gabriele si accinse veloce ad eseguire gli ordini: la sua forma fu circondata da un'aria invisibile e la rese visibile alla vista mortale. Si finse umano nel corpo e nell'aspetto, ma si compose di una maestà celeste; con un'età tra il giovane e il fanciullo e ornò i suoi raggi di capelli color biondo.
14
Ali bianche vestí, c'han d'or le cime,
infaticabilmente agili e preste.
Fende i venti e le nubi, e va sublime
sovra la terra e sovra il mar con queste.
Cosí vestito, indirizzossi a l'ime
parti del mondo il messaggier celeste:
pria sul Libano monte ei si ritenne,
e si librò su l'adeguate penne;
Indossò delle ali bianche con le estremità dorate, molto veloci ed agili. Squarcia i venti e le nuvoli e vola sublime sopra la terra e sopra il mare con le sue ali. Così vestito si diresse nel mondo il celeste messaggero: prima andò sul Monte del Libano e poi ricominciò a volare;
15
e vèr le piagge di Tortosa poi
drizzò precipitando il volo in giuso.
Sorgeva il novo sol da i lidi eoi,
parte già fuor, ma 'l piú ne l'onde chiuso;
e porgea matutini i preghi suoi
Goffredo a Dio, come egli avea per uso;
quando a paro co 'l sol, ma piú lucente,
l'angelo gli apparí da l'oriente;
e poi andò verso le spiagge di Tortosa precipitandosi in volo. Stava per iniziare un nuovo e Goffredo stava iniziando le sue preghiere mattutine come era solito fare, quando pari al sole, ma più lucente gli apparì l'angelo dall'oriente;
16
e gli disse: "Goffredo, ecco opportuna
già la stagion ch'al guerreggiar s'aspetta;
perché dunque trapor dimora alcuna
a liberar Gierusalem soggetta?
Tu i principi a consiglio omai raguna,
tu al fin de l'opra i neghittosi affretta.
Dio per lor duce già t'elegge, ed essi
sopporran volontari a te se stessi.
E gli disse: "Goffredo, ecco che inizia la stagione giusta per combattere, perché non liberare la Gerusalemme assoggettata? Tu raduna a consiglio i principi e per questa opera raduna i riluttanti. Dio ti elegge loro capo ed essi si offriranno come volontari a te.
17
Dio messaggier mi manda: io ti rivelo
la sua mente in suo nome. Oh quanta spene
aver d'alta vittoria, oh quanto zelo
de l'oste a te commessa or ti conviene!"
Tacque; e, sparito, rivolò del cielo
a le parti piú eccelse e piú serene.
Resta Goffredo a i detti, a lo splendore,
d'occhi abbagliato, attonito di core.
Dio mi manda come messaggero: io ti rivelo il suo volere e il suo nome. Oh quanta speranza di avere la vittoria, o quanto impegno ti è stato richiesto dal Signore!". Tacque e sparì volando nel cielo verso le parti più alte e più serene. Resta fermo Goffredo a quando gli è stato detto e con gli occhi abbagliati da tanto splendore e con il cuore attonito
18
Ma poi che si riscote, e che discorre
chi venne, chi mandò, che gli fu detto,
se già bramava, or tutto arde d'imporre
fine a la guerra ond'egli è duce eletto.
Non che 'l vedersi a gli altri in Ciel preporre
d'aura d'ambizion gli gonfi il petto,
ma il suo voler piú nel voler s'infiamma
del suo Signor, come favilla in fiamma.
Ma dopo quando si scosse e ripensò a chi venne a chi lo mandò e a cosa gli fu detto, ora tutto introno a lui vuole porre fine alla guerra di cui egli è il capo eletto. Non è che il vedersi anteposto agli altri dal cielo lo rende orgoglioso, ma il suo volere diventa più forte nel volere di Dio, come una scintilla in una fiamma.
19
Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge
erano sparsi, a ragunarsi invita;
lettere a lettre, e messi a messi aggiunge,
sempre al consiglio è la preghiera unita;
ciò ch'alma generosa alletta e punge,
ciò che può risvegliar virtù sopita,
tutto par che ritrovi, e in efficace
modo l'adorna sí che sforza e piace.
Dunque i suoi eroici compagni che erano dispersi invita a radunarsi, pronuncia parole su parole e indirizza la preghiera al consiglio, parla di ciò che punge e piace all'anima di ciò che è in grado di risvegliare la virtù sopita e tutto sembra efficace e in modo efficace lo dice che piace
20
Vennero i duci, e gli altri anco seguiro,
e Boemondo sol qui non convenne.
Parte fuor s'attendò, parte nel giro
e tra gli alberghi suoi Tortosa tenne.
I grandi de l'essercito s'uniro
(glorioso senato) in dí solenne.
Qui il pio Goffredo incominciò tra loro,
augusto in volto ed in sermon sonoro:
Lo seguirono i duci e anche gli altri e Boemondo fu l'unico non d'accordo. Si chiamo fuori. I grandi dell'esercito di unirono e il giorno solenne il pio Goffredo incomincio tra loro un discorso sonoro
21
"Guerrier di Dio, ch'a ristorar i danni
de la sua fede il Re del Cielo elesse,
e securi fra l'arme e fra gl'inganni
de la terra e del mar vi scòrse e resse,
sí ch'abbiam tante e tante in sí pochi anni
ribellanti provincie a lui sommesse,
e fra le genti debellate e dome
stese l'insegne sue vittrici e 'l nome,
Guerrieri di Dio che dovete restaurare i danni della fede, il Re del cielo vi elesse, e vi Vide sicuri nelle armi e dagli inganni di terra e mar vi ha protetto, tanto che abbiamo sottomesso a lui tante e tante provincie ribelle a Lui sottomesse, e tra le genti domate abbiamo porto le Sue insegne vincitrici e il Suo nome