Domande il principe di machiavelli xVIII?
raga mi potreste rispondere a queste domande o almeno a quello che riuscite grazie queste sono quelle che nn riesco a fare....
il testo introduce ancora una volta il ragionemaneto dilemmatico .quali coppie di dilemmi vengono individuate?
quale significato attribuisce machiavelli alla figura del centauro?
quali sono lw qualità che il principe di machiavelli deve simulare?
in che cosa consiste la condizione di necessita a cui machiavelli si richiama per il principe?
la parte conlusiva del capitolo è stata giudicata di grande modernità specie nelle considerazioni negative espresse sulle capacità critiche della massa (il vulgo) :ritieni di poter proporre per questa concezione dell'apparire come modo per condizionare l'opinione publica ,paralleli tratti dell'attualità?argomente contestualizznadolo gli eventuali confronti.
ps:se volete vi faccio lo scannere del testo (nn lungo)
il testo introduce ancora una volta il ragionemaneto dilemmatico .quali coppie di dilemmi vengono individuate?
quale significato attribuisce machiavelli alla figura del centauro?
quali sono lw qualità che il principe di machiavelli deve simulare?
in che cosa consiste la condizione di necessita a cui machiavelli si richiama per il principe?
la parte conlusiva del capitolo è stata giudicata di grande modernità specie nelle considerazioni negative espresse sulle capacità critiche della massa (il vulgo) :ritieni di poter proporre per questa concezione dell'apparire come modo per condizionare l'opinione publica ,paralleli tratti dell'attualità?argomente contestualizznadolo gli eventuali confronti.
ps:se volete vi faccio lo scannere del testo (nn lungo)
Risposte
Mi aiutate a queste domande della volpe e il leone?
1)di chi è tipico il tipico il modo di combattere basato sulla forza?
2) e quello basato sulle leggi?
3)che cosa rappresentano i lupi nell'immagine che l'autore da rispetto al comportamento cche deve tenere il principe?
Grazie.
1)di chi è tipico il tipico il modo di combattere basato sulla forza?
2) e quello basato sulle leggi?
3)che cosa rappresentano i lupi nell'immagine che l'autore da rispetto al comportamento cche deve tenere il principe?
Grazie.
sto rispondendo
Aggiunto 13 minuti più tardi:
Dovrebbe essere coì: verifica le cose che ho scritto e tieni questo link ocme riferimento: https://forum.skuola.net/italiano/domande-il-principe-di-machiavelli-xviii-36938.html
il testo introduce ancora una volta il ragionemaneto dilemmatico .quali coppie di dilemmi vengono individuate?
- è meglio che il principe governi con le leggi o con la forza
- scissione dell'etica con la politica: etica riguarda il singolo, la politica il principe che cerca ill bene e la conservazione del popolo.
quale significato attribuisce machiavelli alla figura del centauro?
Il dualismo leggi-forza è spiegato attraverso la metafora del centauro: siccome le leggi sono proprie dell'uomo e le forza delle bestie, il principe deve essere educato come Achille fu educato dal centauro Chirone, metà uomo e metà bestia, cioè deve saper usare sia la parte umana (cioè le leggi), sia la parte bestiale, (cioè la forza), "e l'una senza l'altra non è durabile". La figura del centauro, viva anche nella situazione a lui contemporanea, è ripresa dalla mitologia classica mediata attraverso le Metamorfosi di Ovidio.
quali sono le qualità che il principe di machiavelli deve simulare?
Seguendo il procedimento dilemmatico, Machiavelli distingue due tipi di azioni "bestiali", entrambe proprie del principe: le azioni tipiche del leone, tese a spaventare gli avversari con la forza bruta, e quella tipica della volpe, tesa a "tessere intrighi" con l'astuzia. Il principe deve saperle usare a seconda delle situazioni: da tutto ciò segue che la dote più importante per un principe deve essere la duttilità. La figura del leone, da sempre simbolo di potenza fisica e di forza bruta, proviene da Dante (Inferno; canto I), dove rappresenta la superbia, che si rifaceva a sua volta ai bestiarii medievali e alla tradizione classica (le Metamorfosi di Ovidio e le Favole di Fedro). La volpe ha la stessa origine classica, e fu mediata dai bestiari e dal francese "Roman de Renart".
in che cosa consiste la condizione di necessita a cui machiavelli si richiama per il principe?
"Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati; perché il vulgo ne va sempre preso con quello che pare e con lo evento della cosa,28 e nel mondo non è se non vulgo;29 e li pochi non ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi".
la parte conlusiva del capitolo è stata giudicata di grande modernità specie nelle considerazioni negative espresse sulle capacità critiche della massa (il vulgo) :ritieni di poter proporre per questa concezione dell'apparire come modo per condizionare l'opinione publica ,paralleli tratti dell'attualità?argomente contestualizznadolo gli eventuali confronti.
la parte conclusiva puoi farla anche tu
Aggiunto 13 minuti più tardi:
Dovrebbe essere coì: verifica le cose che ho scritto e tieni questo link ocme riferimento: https://forum.skuola.net/italiano/domande-il-principe-di-machiavelli-xviii-36938.html
il testo introduce ancora una volta il ragionemaneto dilemmatico .quali coppie di dilemmi vengono individuate?
- è meglio che il principe governi con le leggi o con la forza
- scissione dell'etica con la politica: etica riguarda il singolo, la politica il principe che cerca ill bene e la conservazione del popolo.
quale significato attribuisce machiavelli alla figura del centauro?
Il dualismo leggi-forza è spiegato attraverso la metafora del centauro: siccome le leggi sono proprie dell'uomo e le forza delle bestie, il principe deve essere educato come Achille fu educato dal centauro Chirone, metà uomo e metà bestia, cioè deve saper usare sia la parte umana (cioè le leggi), sia la parte bestiale, (cioè la forza), "e l'una senza l'altra non è durabile". La figura del centauro, viva anche nella situazione a lui contemporanea, è ripresa dalla mitologia classica mediata attraverso le Metamorfosi di Ovidio.
quali sono le qualità che il principe di machiavelli deve simulare?
Seguendo il procedimento dilemmatico, Machiavelli distingue due tipi di azioni "bestiali", entrambe proprie del principe: le azioni tipiche del leone, tese a spaventare gli avversari con la forza bruta, e quella tipica della volpe, tesa a "tessere intrighi" con l'astuzia. Il principe deve saperle usare a seconda delle situazioni: da tutto ciò segue che la dote più importante per un principe deve essere la duttilità. La figura del leone, da sempre simbolo di potenza fisica e di forza bruta, proviene da Dante (Inferno; canto I), dove rappresenta la superbia, che si rifaceva a sua volta ai bestiarii medievali e alla tradizione classica (le Metamorfosi di Ovidio e le Favole di Fedro). La volpe ha la stessa origine classica, e fu mediata dai bestiari e dal francese "Roman de Renart".
in che cosa consiste la condizione di necessita a cui machiavelli si richiama per il principe?
"Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati; perché il vulgo ne va sempre preso con quello che pare e con lo evento della cosa,28 e nel mondo non è se non vulgo;29 e li pochi non ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi".
la parte conlusiva del capitolo è stata giudicata di grande modernità specie nelle considerazioni negative espresse sulle capacità critiche della massa (il vulgo) :ritieni di poter proporre per questa concezione dell'apparire come modo per condizionare l'opinione publica ,paralleli tratti dell'attualità?argomente contestualizznadolo gli eventuali confronti.
la parte conclusiva puoi farla anche tu
beh nn risponde proprio alle domande.......cmq grazie
quello che ti ho postato non va bene?
raga vi prego è per domani e sto pieno di compiti cmq questo è il testo:
Nel capitolo XVIII, che presentiamo, è contenuta la parte più controversa della descrizione:quella in cui si dice che il principe deve saper usare la propria animalit4 coniugando l’astuzia della volpe con la forza del leone. La morale tradizionale ne esce totalmente stravolta, ma l’autonomia del politico significa per Machiavelli che nelle azioni «si guarda al fine».titolo:In che modo e’ principi abbino a mantenere la fede
Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede1 e vivere con integrità e non con astuzia, ciascuno lo intende: nondimanco si vede per esperienzia, ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e cervelli deffi uomini; e alla fine hanno superato quelli cl i sono ti in sTi]tà.
con le leggi, l’altro con la forza. Quel primo è proprio dello uomo, quel secondo è delle bestie: ma perché il primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo. Pertanto a uno principe è necessario sapere bene usare li bestia e l’uomo.3 Questa parte è suta insegnata a’ principi copertamente dalli antiqui scrittori: li quali scrivono come Achille e molti altri di quelli principi antichi furono dati a nutrire a Chirone centauro, che sotto la sua disciplina li custodissi. 4 Il che non vuole dire altro, avere per precettore uno mezzo bestia e mezzo uomo, se non che bisogna a uno principe sapere usare l’una e l’altra natura: e l’una sanza l’altra non è durabile.5
Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe e il lione:6 perché il lione non si defende da’ lacci, la golpe non si defende da’ lupi.7 Bisogna adunque essere golpe a conoscere e lacci, e lione a sbigottire8 e lupi. Coloro che stanno semplicemente in sul lione, non se ne intendano. Non può pertanto uno signore prudente né debbe osservare la fede, quando tale osservanzia li torni contro e che sono spente le cagioni che la feciono promettere.9 E se gli uomini fussino tutti buoni, questo precetto non sarebbe buono; ma perché sono tristi e non la osservarebbono a te, tu etiam non l’hai ad osservare a loro.10 Né mai a uno principe mancorono cagioni legittime di colorire la inosservanzia. Di questo se ne potrebbe dare infiniti esempli moderni, e mostrare quante paci, quante promesse sono state fatte irrite e vane per la infidelità de’ principi: e quello che ha saputo meglio usare la golpe, è meglio capitato. Ma è necessario questa natura12 saperla bene colorire,13 ed essere gran simulatore e dissimulatore: e sono tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si
lascerà ingannare. Io non voglio delli esempli freschi tacerne uno. Alessandro
1 mantenere a sede mante- eallevirtù animalesche. mali sono allegorie di virtù che O L .c a M. torna a
nere la parola data. 4 come Achille cu..todissi la non si escludono l’una con l’al- sostenere le motivazioni della
2 dua generazioni: due modi, narrazione mitologica (Achille tra ma vanno usate insieme, a lontananza della politica dalla
Si introduce nuovamente la fu nutrito da Chirone, centauro turno, morale: la malignità degli
struttura dilemmatica, basata perché metà cavallo e metà perche i lione ... lupi, perché uomini, che li spinge a non
sulla scelta tra due alternative; uomo) viene letta in chiave il leone non sa sfuggire alle mantenere la parola e la fede.
abbandonata la prima, si passa metaforica. trappole, ma la volpe non 11 state fatte irnte: state rese
ad analizzare la seconda, scin- 5 durabile: durevole. sfugge ai lupi. ineffIcaci.
dendola ancora in due. 6 pigliare la golpe e il lione: 8 sbigottire: spaventare. 12 questa natura: M. si riferi
3 saper usare la bestia e prendere ad esempio la volpe 9 e che sono spente ... la sce alla natura di golpe, owero
‘uomo: dare spazio non solo (per la furbizia) e il leone (per la re,ono promettere’ quando all’astuzia.
alla natura razionale e saggia forza). Scatta dunque un altro sono cambiate le circostanze in 3 mm-’ mascherare
.dell’uomo, ma anche alla forza dilemma, ma stavolta gli ani- cui la parola (fede) fu data.
14 Alessandro V9 Rodrigo Borgia, owero papa Alessandro VI daI 1492 al 1503, fu noto per il suo nepotismo e i suoi intrighi.
i oh b ooedc’ face: soggetti che glielo consentissero.
1 ad vo;en: secondo i suoi desideri.
7 .ve’d o e., ouh: secondo il ragionamento di M., è meglio sembrare depositano delle virtù elencate che esserlo; infatti la distanza tra essere e apparire consente al principe la flessibilità necessaria, owero la capacità di rinunciare alla virtù quando può danneggiarlo.
18 in, modo edificato con ‘a. nimo: avere l’animo predisposto in modo tale.
19 ha,st ad incendere ussto. che bisogna capire che.
20 so’ o :c’o’: sono ritenuti.
21 che eert deba forrirna e le varazior delle cose:
ritorna l’idea già sviluppata nei capitoli VI-VII che a fortuna possa mutare accidentalmente e provocare la rovina di chi non sa adeguarsi ad essa. 22 non partirsi ... necessltato: il principe non deve essere malvagio, anzi, deve non allontanarsi dal bene potendo, ma deve saper fare del male se costretto.
23 E non è cosa .. qualità: fingere di essere religiosi è la cosa più necessaria a un principe. 24 n Cr versa9: in generale.
ch, occh, che ahc mao,: dall’apparenza che alla luce della realtà.
26 che abbino la maestà deFenda: che abbiano le spalle coperte dall’autorità dello Stato.
27 dove non e ... fine: non essendoci una fonte di giustizia a cui potersi appellare, si guarda ai risultati.
28 i vuigo . cosa: il popolo viene sempre attratto dalle apparenze e dalla riuscita de’le imprese.
29 e nel rnond vulgo: questo è l’apice del pessimismo machiavelliano: tutto è volgo, owero la massa degli uomini è incapace di una vera consapevolezza politica.
30 9 pochi appoggiarsi: non c’è spazio per quei pochi che sono contrari quando la maggioranza (li assai) sanno dove poggiare le proprie ragioni.
31 qualè noci è bene nominare:
si riferisce a Ferdinando il Cattolico, sovrano spagnolo.
32 e’ l’avessi osservata: se egli le avesse seguite.
VI14 non fece mai altro, non pensò mai ad altro che a ingannare uomini, e sempre trovò subietto da poterlo fare.15 E non fu mai uomo che avessi maggiore efficacia in asseverare, e con maggiori giuramenti affermassi una cosa, che la osservassi meno; nondimeno sempre li succederono li inganni ad votum,16 perché conosceva bene questa parte del mondo.
A uno principe adunque non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte qualità, ma è bene necessario parere di averle. Anzi ardirò di dire questo, che avendole e osservandole sempre, sono dannose, e parendo di averle sono utili;17 come parere pietoso, fedele, umano, intero, religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con l’animo18 che, bisognando non essere, tu possa e sappi mutare el contrario. E hassi ad intendere questo,19 che uno principe, e massime uno principe nuovo, non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono tenuti20 buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operare contro alla fede, contro alla carità, contro alla umanità, contro alla religione. E però bisogna che egli abbi uno animo disposto a volgersi secondo ch’e venti della fortuna e le variazioni delle cose21 li comandano e, come di sopra dissi, non partirsi dal bene potendo, ma sapere intrare nel male, necessitato.22
Debbe adunque avere uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e-paia, a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E li uomini in universali24 iudicano più alli occhi che alle mani;25 perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi. Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello stato che gli defenda:26 e nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine.7 Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati; perché il vulgo ne va sempre preso con quello che pare e con lo evento della cosa,28 e nel mondo non è se non vulgo;29 e li pochi non ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi.3° Alcuno principe de’ presenti tempi, quale non è bene nominare,31 non predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è inimicissimo; e l’una e l’altra, quando e’ l’avessi osservata,32 gli arebbe più volte tolto o la reputazione o lo stato.
Nel capitolo XVIII, che presentiamo, è contenuta la parte più controversa della descrizione:quella in cui si dice che il principe deve saper usare la propria animalit4 coniugando l’astuzia della volpe con la forza del leone. La morale tradizionale ne esce totalmente stravolta, ma l’autonomia del politico significa per Machiavelli che nelle azioni «si guarda al fine».titolo:In che modo e’ principi abbino a mantenere la fede
Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede1 e vivere con integrità e non con astuzia, ciascuno lo intende: nondimanco si vede per esperienzia, ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e cervelli deffi uomini; e alla fine hanno superato quelli cl i sono ti in sTi]tà.
con le leggi, l’altro con la forza. Quel primo è proprio dello uomo, quel secondo è delle bestie: ma perché il primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo. Pertanto a uno principe è necessario sapere bene usare li bestia e l’uomo.3 Questa parte è suta insegnata a’ principi copertamente dalli antiqui scrittori: li quali scrivono come Achille e molti altri di quelli principi antichi furono dati a nutrire a Chirone centauro, che sotto la sua disciplina li custodissi. 4 Il che non vuole dire altro, avere per precettore uno mezzo bestia e mezzo uomo, se non che bisogna a uno principe sapere usare l’una e l’altra natura: e l’una sanza l’altra non è durabile.5
Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe e il lione:6 perché il lione non si defende da’ lacci, la golpe non si defende da’ lupi.7 Bisogna adunque essere golpe a conoscere e lacci, e lione a sbigottire8 e lupi. Coloro che stanno semplicemente in sul lione, non se ne intendano. Non può pertanto uno signore prudente né debbe osservare la fede, quando tale osservanzia li torni contro e che sono spente le cagioni che la feciono promettere.9 E se gli uomini fussino tutti buoni, questo precetto non sarebbe buono; ma perché sono tristi e non la osservarebbono a te, tu etiam non l’hai ad osservare a loro.10 Né mai a uno principe mancorono cagioni legittime di colorire la inosservanzia. Di questo se ne potrebbe dare infiniti esempli moderni, e mostrare quante paci, quante promesse sono state fatte irrite e vane per la infidelità de’ principi: e quello che ha saputo meglio usare la golpe, è meglio capitato. Ma è necessario questa natura12 saperla bene colorire,13 ed essere gran simulatore e dissimulatore: e sono tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si
lascerà ingannare. Io non voglio delli esempli freschi tacerne uno. Alessandro
1 mantenere a sede mante- eallevirtù animalesche. mali sono allegorie di virtù che O L .c a M. torna a
nere la parola data. 4 come Achille cu..todissi la non si escludono l’una con l’al- sostenere le motivazioni della
2 dua generazioni: due modi, narrazione mitologica (Achille tra ma vanno usate insieme, a lontananza della politica dalla
Si introduce nuovamente la fu nutrito da Chirone, centauro turno, morale: la malignità degli
struttura dilemmatica, basata perché metà cavallo e metà perche i lione ... lupi, perché uomini, che li spinge a non
sulla scelta tra due alternative; uomo) viene letta in chiave il leone non sa sfuggire alle mantenere la parola e la fede.
abbandonata la prima, si passa metaforica. trappole, ma la volpe non 11 state fatte irnte: state rese
ad analizzare la seconda, scin- 5 durabile: durevole. sfugge ai lupi. ineffIcaci.
dendola ancora in due. 6 pigliare la golpe e il lione: 8 sbigottire: spaventare. 12 questa natura: M. si riferi
3 saper usare la bestia e prendere ad esempio la volpe 9 e che sono spente ... la sce alla natura di golpe, owero
‘uomo: dare spazio non solo (per la furbizia) e il leone (per la re,ono promettere’ quando all’astuzia.
alla natura razionale e saggia forza). Scatta dunque un altro sono cambiate le circostanze in 3 mm-’ mascherare
.dell’uomo, ma anche alla forza dilemma, ma stavolta gli ani- cui la parola (fede) fu data.
14 Alessandro V9 Rodrigo Borgia, owero papa Alessandro VI daI 1492 al 1503, fu noto per il suo nepotismo e i suoi intrighi.
i oh b ooedc’ face: soggetti che glielo consentissero.
1 ad vo;en: secondo i suoi desideri.
7 .ve’d o e., ouh: secondo il ragionamento di M., è meglio sembrare depositano delle virtù elencate che esserlo; infatti la distanza tra essere e apparire consente al principe la flessibilità necessaria, owero la capacità di rinunciare alla virtù quando può danneggiarlo.
18 in, modo edificato con ‘a. nimo: avere l’animo predisposto in modo tale.
19 ha,st ad incendere ussto. che bisogna capire che.
20 so’ o :c’o’: sono ritenuti.
21 che eert deba forrirna e le varazior delle cose:
ritorna l’idea già sviluppata nei capitoli VI-VII che a fortuna possa mutare accidentalmente e provocare la rovina di chi non sa adeguarsi ad essa. 22 non partirsi ... necessltato: il principe non deve essere malvagio, anzi, deve non allontanarsi dal bene potendo, ma deve saper fare del male se costretto.
23 E non è cosa .. qualità: fingere di essere religiosi è la cosa più necessaria a un principe. 24 n Cr versa9: in generale.
ch, occh, che ahc mao,: dall’apparenza che alla luce della realtà.
26 che abbino la maestà deFenda: che abbiano le spalle coperte dall’autorità dello Stato.
27 dove non e ... fine: non essendoci una fonte di giustizia a cui potersi appellare, si guarda ai risultati.
28 i vuigo . cosa: il popolo viene sempre attratto dalle apparenze e dalla riuscita de’le imprese.
29 e nel rnond vulgo: questo è l’apice del pessimismo machiavelliano: tutto è volgo, owero la massa degli uomini è incapace di una vera consapevolezza politica.
30 9 pochi appoggiarsi: non c’è spazio per quei pochi che sono contrari quando la maggioranza (li assai) sanno dove poggiare le proprie ragioni.
31 qualè noci è bene nominare:
si riferisce a Ferdinando il Cattolico, sovrano spagnolo.
32 e’ l’avessi osservata: se egli le avesse seguite.
VI14 non fece mai altro, non pensò mai ad altro che a ingannare uomini, e sempre trovò subietto da poterlo fare.15 E non fu mai uomo che avessi maggiore efficacia in asseverare, e con maggiori giuramenti affermassi una cosa, che la osservassi meno; nondimeno sempre li succederono li inganni ad votum,16 perché conosceva bene questa parte del mondo.
A uno principe adunque non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte qualità, ma è bene necessario parere di averle. Anzi ardirò di dire questo, che avendole e osservandole sempre, sono dannose, e parendo di averle sono utili;17 come parere pietoso, fedele, umano, intero, religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con l’animo18 che, bisognando non essere, tu possa e sappi mutare el contrario. E hassi ad intendere questo,19 che uno principe, e massime uno principe nuovo, non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono tenuti20 buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operare contro alla fede, contro alla carità, contro alla umanità, contro alla religione. E però bisogna che egli abbi uno animo disposto a volgersi secondo ch’e venti della fortuna e le variazioni delle cose21 li comandano e, come di sopra dissi, non partirsi dal bene potendo, ma sapere intrare nel male, necessitato.22
Debbe adunque avere uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e-paia, a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E li uomini in universali24 iudicano più alli occhi che alle mani;25 perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi. Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello stato che gli defenda:26 e nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine.7 Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno laudati; perché il vulgo ne va sempre preso con quello che pare e con lo evento della cosa,28 e nel mondo non è se non vulgo;29 e li pochi non ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi.3° Alcuno principe de’ presenti tempi, quale non è bene nominare,31 non predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è inimicissimo; e l’una e l’altra, quando e’ l’avessi osservata,32 gli arebbe più volte tolto o la reputazione o lo stato.
XVIII - Quomodo fides a principibus sit servanda (La lealtà del principe) [modifica].........da wikipedia
Machiavelli con una figura biologica disegna due diversi modi di combattere:quello dell'uomo e quello della bestia.Il primo ha come risulatato le leggi, il secondo la violenza.Quando le leggi non sono sufficienti si deve ricorrere alla violenza.Poiché il principe deve per necessità impiegare anche la parte bestiale, Machiaveli illustra in due modi in cui essa si manifesta:ricorre alle figure della volpe e del leone, immagini dell'astuzia accorta e simulazione e dell'impeto violento, con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari.Per il principe è più utile simulare pietà, fedeltà, umanità che osservarle veramente.Le doti etiche sono pure illusioni nella lotta politica.Il dovere del principe è vincere e mantenere lo stato.Il volgo guarderà solo le apparenze, mentre pochi che non giudicheranno dalle apparenze non riusciranno a imporsi perché la maggioranza è dalla parte del principe.
https://www.skuola.net/temi-saggi-svolti/saggi-brevi/machiavelli-principe.html
Machiavelli con una figura biologica disegna due diversi modi di combattere:quello dell'uomo e quello della bestia.Il primo ha come risulatato le leggi, il secondo la violenza.Quando le leggi non sono sufficienti si deve ricorrere alla violenza.Poiché il principe deve per necessità impiegare anche la parte bestiale, Machiaveli illustra in due modi in cui essa si manifesta:ricorre alle figure della volpe e del leone, immagini dell'astuzia accorta e simulazione e dell'impeto violento, con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari.Per il principe è più utile simulare pietà, fedeltà, umanità che osservarle veramente.Le doti etiche sono pure illusioni nella lotta politica.Il dovere del principe è vincere e mantenere lo stato.Il volgo guarderà solo le apparenze, mentre pochi che non giudicheranno dalle apparenze non riusciranno a imporsi perché la maggioranza è dalla parte del principe.
https://www.skuola.net/temi-saggi-svolti/saggi-brevi/machiavelli-principe.html