Cosa sono i grandi e i piccoli idilli??? (leopardi)
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I "Piccoli Idilli" sono poesie che il Leopardi scrisse per esprimere argomenti personali, di confessione lirica, completamente diversi da quelli che egli trattava nelle sue "Canzoni Civili". L'aggettivo "piccoli" è giustificato in prima istanza dalla necessità di distinguere questa prima produzione dalla seconda e quindi equivale a "giovanili" a differenza dei "maturi" ("Grandi Idilli").
Leopardi inaugura una maniera nuova di espressione poetica: abbandona i modelli antichi e la poesia d'immaginazione, per dedicarsi ormai senza più meditazioni al lirismo puro.
I "Grandi Idilli" muovono dalla stessa materia e concezione poetica dei "Piccoli Idilli", cioè dalla lirica di contemplazione e di riflessione nata da un'occasione di paesaggio, da un suggerimento della memoria, da un invito del sentimento. Ma il tema si allarga in un discorso più ampio ed organico, in una visione più vasta ed universale. Tutta la materia autobiografica rifluisce nello spirito del Leopardi che la rivive con trasporto e abbandono, con la coscienza della fine amara di quel tempo felice.
Questi canti nascono dal recupero degli affetti, non già dalle illusioni: il dolore degli uomini è causato dalla Natura e non potrà mai mutare, quindi risulta inutile illudersi in un mutamento della propria condizione. Il poeta denuncia questa situazione e prova pietà per tutti gli esseri viventi destinati a soffrire per natura, utilizzando però una forma infinitamente dolce che sminuisce la durezza dei contenuti, quasi avesse voluto consolarsi della situazione con un bel linguaggio. Muta anche il suo modo di porsi di fronte alla società e al mondo; egli si dimostra più aperto, combattivo, convinto delle proprie idee e pronto a difenderle ed a comunicarle agli altri, affinché tutti possano conoscere la verità.
Differenza tra i due idilli
allora, i piccoli idilli sono i primi che ha composto, e coincidono col suo pessimismo storico. L'uomo è infelice proprio a causa del progresso, che ha tolto le illusioni, le uniche "fonti" di felicità per l'uomo. La natura è vista come benigna in questa fase.
nei piccoli idilli è usatissima la poetica del vago e dell'indefinito, che portano ad un bello poetico.
I grandi idilli coincidono con la fase del pessimismo cosmico di Leopardi: la natura è ora vista come una matrigna crudele che non si cura dei singoli individui ma della continuazione della speciè, e perciò sacrifica il singolo provocando sofferenza. In questi idilli Leopardi ha perso la speranze che portava con se la fanciullezza, l'età più bella, e si rifugia nei ricordi dei tempi passati della gioventù, evocando immagini sempre piuttosto vaghe. A differenza dei piccoli idilli, in cui il poeta tenta una sorta di ribellione, di slancio (titanismo) verso l'infinito, nei grandi idilli comprende la vera condizione umana, il cosiddetto "VERO" perciò si limita a una riflessione talvolta ironica piuttosto che a un sentimento di ribellione.
la metrica è altresì diversa.nei piccoli idilli usa endecasillabi sciolti, nei grandi idilli alterna endecasillabi e settenari senza una regola precisa.
Leopardi inaugura una maniera nuova di espressione poetica: abbandona i modelli antichi e la poesia d'immaginazione, per dedicarsi ormai senza più meditazioni al lirismo puro.
I "Grandi Idilli" muovono dalla stessa materia e concezione poetica dei "Piccoli Idilli", cioè dalla lirica di contemplazione e di riflessione nata da un'occasione di paesaggio, da un suggerimento della memoria, da un invito del sentimento. Ma il tema si allarga in un discorso più ampio ed organico, in una visione più vasta ed universale. Tutta la materia autobiografica rifluisce nello spirito del Leopardi che la rivive con trasporto e abbandono, con la coscienza della fine amara di quel tempo felice.
Questi canti nascono dal recupero degli affetti, non già dalle illusioni: il dolore degli uomini è causato dalla Natura e non potrà mai mutare, quindi risulta inutile illudersi in un mutamento della propria condizione. Il poeta denuncia questa situazione e prova pietà per tutti gli esseri viventi destinati a soffrire per natura, utilizzando però una forma infinitamente dolce che sminuisce la durezza dei contenuti, quasi avesse voluto consolarsi della situazione con un bel linguaggio. Muta anche il suo modo di porsi di fronte alla società e al mondo; egli si dimostra più aperto, combattivo, convinto delle proprie idee e pronto a difenderle ed a comunicarle agli altri, affinché tutti possano conoscere la verità.
Differenza tra i due idilli
allora, i piccoli idilli sono i primi che ha composto, e coincidono col suo pessimismo storico. L'uomo è infelice proprio a causa del progresso, che ha tolto le illusioni, le uniche "fonti" di felicità per l'uomo. La natura è vista come benigna in questa fase.
nei piccoli idilli è usatissima la poetica del vago e dell'indefinito, che portano ad un bello poetico.
I grandi idilli coincidono con la fase del pessimismo cosmico di Leopardi: la natura è ora vista come una matrigna crudele che non si cura dei singoli individui ma della continuazione della speciè, e perciò sacrifica il singolo provocando sofferenza. In questi idilli Leopardi ha perso la speranze che portava con se la fanciullezza, l'età più bella, e si rifugia nei ricordi dei tempi passati della gioventù, evocando immagini sempre piuttosto vaghe. A differenza dei piccoli idilli, in cui il poeta tenta una sorta di ribellione, di slancio (titanismo) verso l'infinito, nei grandi idilli comprende la vera condizione umana, il cosiddetto "VERO" perciò si limita a una riflessione talvolta ironica piuttosto che a un sentimento di ribellione.
la metrica è altresì diversa.nei piccoli idilli usa endecasillabi sciolti, nei grandi idilli alterna endecasillabi e settenari senza una regola precisa.
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