Correzione tema di italiano
Ho svolto un tema solo che non essendo molto bravo mi affido alle vostre correzioni :) che ne pensate?
Questa è la traccia:
"La crisi? Ai teenager italiani non risulta, anzi. Fanno shopping, almeno una volta a settimana, e spendono in media 100 euro a uscita. Uno su 3 arriva fino a 200 euro. Soprattutto per vestiti e accessori possibilmente firmati. Mentre le famiglie tagliano le spese, persino quelle necessarie, gli adolescenti si dichiarano in netta controtendenza e non rinunciano nemmeno al superfluo..." (da "La Stampa") descriva il candidato cosa pensa, se si sente in qualche modo coinvolto da questa situazione e se sente in qualche modo, minacciato il proprio futuro.
TEMA
Siamo giunti ormai al quarto anno di crisi economica, che, partita nel 2008 continua costantemente ad imperversare sul mondo intero. Molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, tagliano i consumi e le spese, ma, nonostante ciò, questo fatto non sembra toccare una categoria di persone: i teenager.
Secondo un'indagine effettuata dai giornalisti de “La Stampa”, i ragazzi, ad ogni uscita, spendono in media addirittura 100 euro per lo shopping arrivando, in certi casi, fino a 200. Questi dati sono abbastanza rilevanti e dimostrano come essi non si preoccupino troppo dei soldi. Io posso, però, dirmi contrario a questa ricerca.
Le medie non sempre sono veritiere infatti potrebbe accadere che coloro i quali si trovano in una posizione economica più “tranquilla” si lascino prendere dal mettere mano al portafoglio mentre quelli che, al contrario, hanno difficoltà, facciano a meno. A questo riguardo, è stato effettuato un nuovo sondaggio on-line, organizzato da Habbo.it, una community nella quale si riuniscono migliaia di adolescenti italiani.
Le votazioni hanno coinvolto appunto, qualche mese fa, oltre sei mila ragazzi tra i 12 e i 18 anni e dai dati emersi risulta chiaro che, tre teenager su quattro, sono realmente preoccupati per l’attuale situazione. E' stato posto un successivo quesito e si è scoperto come, in contraddizione con l'articolo de “La Stampa”, i ragazzi italiani siano un popolo di risparmiatori, infatti, il 68%, afferma di riuscire a risparmiare molto, il 25% almeno un po’, mentre solo il 6,5% preferisce spendere tutto.
Il mio parere è che i teenager sono preoccupati per la crisi economica, e per poter fronteggiare nel migliore dei modi questa situazione, la maggior parte cerca di conservare più soldi possibili, evitando di spendere per riviste e cd musicali, ma non rinunciando a internet e al cellulare: meno materiale “reale” e più spazio alla comunicazione e alla navigazione. Questi tagli sono comprensibili, le notizie sono facilmente reperibili sulla rete e anche la musica è semplice da trovare ed ascoltare; al contrario non è possibile prescindere dal computer e dalla comunicazione, troppo amati dai teenager.
Personalmente mi ritrovo in questo gruppo, tra i
“medi risparmiatori”, niente spese esagerate e superflue ma nemmeno troppo risparmio. Sono dell'opinione che uscendo, talvolta, sia lecito comprare ma, ribadisco, entro i limiti, nulla di inutile ed esageratamente costoso.
Un altro argomento che mette in relazione la crisi e i giovani è la scuola: i tagli all'istruzione sono quasi all'ordine del giorno.
Rispetto al passato le ore sono state diminuite e delle materie sono finite nel dimenticatoio. Non si insegna più l’educazione civica e nemmeno la costituzione; tutto ciò comporta che la maggior parte degli adolescenti non abbia idea di come funzioni la politica sebbene fra qualche anno si troverà nella situazione di dover andare a votare. Le scuole statali sono senza fondi, ci si trova a dover lavorare in edifici magari malandati e quindi da ristrutturare. Molti insegnanti sono precari e questo fatto non permette agli studenti di proseguire, per i cinque anni delle superiori, con la presenza garantita dello stesso professore. I docenti inoltre, ora, devono avere 18 ore settimanali, non una di più né una di meno, e per cui non possono essere a disposizione per eventuali supplenze, ciò comporta la mancanza di “copertura” di ore “buche”, di conseguenza, la classe rimane scoperta o vede i suoi orari modificati.
Un problema che ritengo importante è, andando un po' avanti nel tempo, quello dei posti di lavoro, già sensibilmente diminuiti, poiché anche questi pesantemente colpiti dall'economia in difficoltà. E' risaputo che i neo-laureati sono molti di più di quelli che il mondo del lavoro riesce ad assorbire, e la loro ricerca per un impiego per nulla rapida, nonostante i titoli di studio e le specializzazioni.
Chissà se in futuro si potrà lavorare in Italia oppure saremo costretti a “emigrare” per cercare, come un tempo, maggiore fortuna altrove. Questa non è che una cosa negativa ma sarebbe un segno di debolezza da parte della nostra nazione, che farebbe intendere di non credere e non dare importanza alle nuove generazioni.
I problemi che questa crisi ha portato con sé, insomma, sono davvero numerosi, partendo da modifiche più leggere, vedasi la diminuzione dello “shopping” da parte dei giovani, fino ad arrivare ad ambiti più delicati quali la scuola e il lavoro. Secondo me è possibile riassumere il tutto dicendo, semplicemente, che noi giovani, sentiamo seriamente minacciato il nostro futuro.
Per favore.... Mi servirebbe per domani :)
Aggiunto 18 minuti più tardi:
Grazie mille :) Dici che come struttura, punteggiatura, informazioni e aderenza alla traccia vada bene?
Aggiunto 8 minuti più tardi:
Speriamo bene allora e grazie ancora, ciaoo :)
Questa è la traccia:
"La crisi? Ai teenager italiani non risulta, anzi. Fanno shopping, almeno una volta a settimana, e spendono in media 100 euro a uscita. Uno su 3 arriva fino a 200 euro. Soprattutto per vestiti e accessori possibilmente firmati. Mentre le famiglie tagliano le spese, persino quelle necessarie, gli adolescenti si dichiarano in netta controtendenza e non rinunciano nemmeno al superfluo..." (da "La Stampa") descriva il candidato cosa pensa, se si sente in qualche modo coinvolto da questa situazione e se sente in qualche modo, minacciato il proprio futuro.
TEMA
Siamo giunti ormai al quarto anno di crisi economica, che, partita nel 2008 continua costantemente ad imperversare sul mondo intero. Molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, tagliano i consumi e le spese, ma, nonostante ciò, questo fatto non sembra toccare una categoria di persone: i teenager.
Secondo un'indagine effettuata dai giornalisti de “La Stampa”, i ragazzi, ad ogni uscita, spendono in media addirittura 100 euro per lo shopping arrivando, in certi casi, fino a 200. Questi dati sono abbastanza rilevanti e dimostrano come essi non si preoccupino troppo dei soldi. Io posso, però, dirmi contrario a questa ricerca.
Le medie non sempre sono veritiere infatti potrebbe accadere che coloro i quali si trovano in una posizione economica più “tranquilla” si lascino prendere dal mettere mano al portafoglio mentre quelli che, al contrario, hanno difficoltà, facciano a meno. A questo riguardo, è stato effettuato un nuovo sondaggio on-line, organizzato da Habbo.it, una community nella quale si riuniscono migliaia di adolescenti italiani.
Le votazioni hanno coinvolto appunto, qualche mese fa, oltre sei mila ragazzi tra i 12 e i 18 anni e dai dati emersi risulta chiaro che, tre teenager su quattro, sono realmente preoccupati per l’attuale situazione. E' stato posto un successivo quesito e si è scoperto come, in contraddizione con l'articolo de “La Stampa”, i ragazzi italiani siano un popolo di risparmiatori, infatti, il 68%, afferma di riuscire a risparmiare molto, il 25% almeno un po’, mentre solo il 6,5% preferisce spendere tutto.
Il mio parere è che i teenager sono preoccupati per la crisi economica, e per poter fronteggiare nel migliore dei modi questa situazione, la maggior parte cerca di conservare più soldi possibili, evitando di spendere per riviste e cd musicali, ma non rinunciando a internet e al cellulare: meno materiale “reale” e più spazio alla comunicazione e alla navigazione. Questi tagli sono comprensibili, le notizie sono facilmente reperibili sulla rete e anche la musica è semplice da trovare ed ascoltare; al contrario non è possibile prescindere dal computer e dalla comunicazione, troppo amati dai teenager.
Personalmente mi ritrovo in questo gruppo, tra i
“medi risparmiatori”, niente spese esagerate e superflue ma nemmeno troppo risparmio. Sono dell'opinione che uscendo, talvolta, sia lecito comprare ma, ribadisco, entro i limiti, nulla di inutile ed esageratamente costoso.
Un altro argomento che mette in relazione la crisi e i giovani è la scuola: i tagli all'istruzione sono quasi all'ordine del giorno.
Rispetto al passato le ore sono state diminuite e delle materie sono finite nel dimenticatoio. Non si insegna più l’educazione civica e nemmeno la costituzione; tutto ciò comporta che la maggior parte degli adolescenti non abbia idea di come funzioni la politica sebbene fra qualche anno si troverà nella situazione di dover andare a votare. Le scuole statali sono senza fondi, ci si trova a dover lavorare in edifici magari malandati e quindi da ristrutturare. Molti insegnanti sono precari e questo fatto non permette agli studenti di proseguire, per i cinque anni delle superiori, con la presenza garantita dello stesso professore. I docenti inoltre, ora, devono avere 18 ore settimanali, non una di più né una di meno, e per cui non possono essere a disposizione per eventuali supplenze, ciò comporta la mancanza di “copertura” di ore “buche”, di conseguenza, la classe rimane scoperta o vede i suoi orari modificati.
Un problema che ritengo importante è, andando un po' avanti nel tempo, quello dei posti di lavoro, già sensibilmente diminuiti, poiché anche questi pesantemente colpiti dall'economia in difficoltà. E' risaputo che i neo-laureati sono molti di più di quelli che il mondo del lavoro riesce ad assorbire, e la loro ricerca per un impiego per nulla rapida, nonostante i titoli di studio e le specializzazioni.
Chissà se in futuro si potrà lavorare in Italia oppure saremo costretti a “emigrare” per cercare, come un tempo, maggiore fortuna altrove. Questa non è che una cosa negativa ma sarebbe un segno di debolezza da parte della nostra nazione, che farebbe intendere di non credere e non dare importanza alle nuove generazioni.
I problemi che questa crisi ha portato con sé, insomma, sono davvero numerosi, partendo da modifiche più leggere, vedasi la diminuzione dello “shopping” da parte dei giovani, fino ad arrivare ad ambiti più delicati quali la scuola e il lavoro. Secondo me è possibile riassumere il tutto dicendo, semplicemente, che noi giovani, sentiamo seriamente minacciato il nostro futuro.
Per favore.... Mi servirebbe per domani :)
Aggiunto 18 minuti più tardi:
Grazie mille :) Dici che come struttura, punteggiatura, informazioni e aderenza alla traccia vada bene?
Aggiunto 8 minuti più tardi:
Speriamo bene allora e grazie ancora, ciaoo :)
Miglior risposta
TEMA
Siamo giunti ormai al quarto anno di crisi economica, che, partita(cominciata) nel 2008 continua costantemente ad imperversare sul mondo intero. Molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, tagliano i consumi e le spese, ma, nonostante ciò, questofatto non sembra toccare una categoria di persone: i teenager.
Secondo un'indagine effettuata dai giornalisti de “La Stampa”, i ragazzi, ad ogni uscita, spendono in media addirittura 100 euro per lo shopping arrivando, in certi casi, fino a 200. Questi dati sono abbastanza rilevanti e dimostrano come essi non si preoccupino troppo dei soldi. Io posso, però, dirmi contrario a questa ricerca.
Le medie(matematiche) non sempre sono veritiere infatti potrebbe accadere che coloro i quali(che) si trovano in una posizione economica più “tranquilla” si lascino prendere dal mettere mano al portafoglio mentre quelli che, al contrario, hanno difficoltà, facciano a meno(possano farne a meno). A questo riguardo, è stato effettuato un nuovo sondaggio on-line, organizzato da Habbo.it, una community nella quale si riuniscono migliaia di adolescenti italiani.
Le votazioni hanno coinvolto appunto, qualche mese fa, oltre sei mila ragazzi tra i 12 e i 18 anni e dai dati emersi risulta chiaro che, tre teenager su quattro, sono realmente preoccupati per l’attuale situazione. E' stato posto un successivo quesito e si è scoperto come, in contraddizione con l'articolo de “La Stampa”, i ragazzi italiani siano un popolo di risparmiatori, infatti, il 68%, afferma di riuscire a risparmiare molto, il 25% almeno un po’, mentre solo il 6,5% preferisce spendere tutto.
Il mio parere è che i teenager sono(siano) preoccupati per la crisi economica, e per poter fronteggiare nel migliore dei modi questa situazione, la maggior parte cerca di conservare più soldi possibili, evitando di spendere per riviste e cd musicali, ma non rinunciando a internet e al cellulare: meno materiale “reale” e più spazio alla comunicazione e alla navigazione. Questi tagli sono comprensibili, le notizie sono facilmente reperibili sulla rete e anche la musica è semplice da trovare ed ascoltare; al contrario non è possibile prescindere dal computer e dalla comunicazione, troppo amati dai teenager.
Personalmente mi ritrovo in questo gruppo, tra i
“medi risparmiatori”, niente spese esagerate e superflue ma nemmeno troppo risparmio. Sono dell'opinione che uscendo, talvolta, sia lecito comprare ma, ribadisco, entro i limiti, nulla di inutile ed esageratamente costoso.
Un altro argomento che mette in relazione la crisi e i giovani è la scuola: i tagli all'istruzione sono quasi all'ordine del giorno)e colpiscono appunto i teen).
Rispetto al passato le ore sono state diminuite e delle materie sono finite nel dimenticatoio. Non si insegna più l’educazione civica e nemmeno la costituzione; tutto ciò comporta che la maggior parte degli adolescenti non abbia idea di come funzioni la politica sebbene fra qualche anno si troverà nella situazione di dover andare a votare. Le scuole statali sono senza fondi, ci si trova a dover lavorare in edifici magari malandati e quindi da ristrutturare. Molti insegnanti sono precari e questo fatto non permette agli studenti di proseguire, per i cinque anni delle superiori, con la presenza garantita dello stesso professore. I docenti inoltre,ora, devono avere 18 ore settimanali, non una di più né una di meno, e per cui non possono essere a disposizione per eventuali supplenze,; ciò comporta la mancanza di “copertura” di ore “buche”, di conseguenza, la classe rimane scoperta o vede i suoi orari modificati.
Un problema che ritengo importante è, andando un po' avanti nel tempo, quello dei posti di lavoro, già sensibilmente diminuiti, poiché anche questi pesantemente colpiti dall'economia in difficoltà. E' risaputo che i neo-laureati sono molti di più di quelli che il mondo del lavoro riesce ad assorbire, e la loro ricerca per un impiego per nulla rapida, nonostante i titoli di studio e le specializzazioni.
Chissà se in futuro si potrà lavorare in Italia oppure saremo costretti a “emigrare” per cercare, come un tempo, maggiore fortuna altrove. Questa non è che una cosa negativa ma sarebbe un segno di debolezza da parte della nostra nazione, che farebbe intendere di non credere e non dare importanza alle nuove generazioni.
I problemi che questa crisi ha portato con sé, insomma, sono davvero numerosi, partendo da modifiche più leggere, vedasi la diminuzione dello “shopping” da parte dei giovani, fino ad arrivare ad ambiti più delicati quali la scuola e il lavoro. Secondo me è possibile riassumere il tutto dicendo, semplicemente, che noi giovani, sentiamo seriamente minacciato il nostro futuro.
spero di averti aiutato, vedi tu se gli le correzioni ti sembrano migliori, ciaoooo
Aggiunto 6 minuti più tardi:
sì sì, direi di sì:D
Siamo giunti ormai al quarto anno di crisi economica, che, partita(cominciata) nel 2008 continua costantemente ad imperversare sul mondo intero. Molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, tagliano i consumi e le spese, ma, nonostante ciò, questo
Secondo un'indagine effettuata dai giornalisti de “La Stampa”, i ragazzi, ad ogni uscita, spendono in media addirittura 100 euro per lo shopping arrivando, in certi casi, fino a 200. Questi dati sono abbastanza rilevanti e dimostrano come essi non si preoccupino troppo dei soldi. Io posso, però, dirmi contrario a questa ricerca.
Le medie(matematiche) non sempre sono veritiere infatti potrebbe accadere che coloro i quali(che) si trovano in una posizione economica più “tranquilla” si lascino prendere dal mettere mano al portafoglio mentre quelli che, al contrario, hanno difficoltà, facciano a meno(possano farne a meno). A questo riguardo, è stato effettuato un nuovo sondaggio on-line, organizzato da Habbo.it, una community nella quale si riuniscono migliaia di adolescenti italiani.
Le votazioni hanno coinvolto appunto, qualche mese fa, oltre sei mila ragazzi tra i 12 e i 18 anni e dai dati emersi risulta chiaro che, tre teenager su quattro, sono realmente preoccupati per l’attuale situazione. E' stato posto un successivo quesito e si è scoperto come, in contraddizione con l'articolo de “La Stampa”, i ragazzi italiani siano un popolo di risparmiatori, infatti, il 68%, afferma di riuscire a risparmiare molto, il 25% almeno un po’, mentre solo il 6,5% preferisce spendere tutto.
Il mio parere è che i teenager sono(siano) preoccupati per la crisi economica, e per poter fronteggiare nel migliore dei modi questa situazione, la maggior parte cerca di conservare più soldi possibili, evitando di spendere per riviste e cd musicali, ma non rinunciando a internet e al cellulare: meno materiale “reale” e più spazio alla comunicazione e alla navigazione. Questi tagli sono comprensibili, le notizie sono facilmente reperibili sulla rete e anche la musica è semplice da trovare ed ascoltare; al contrario non è possibile prescindere dal computer e dalla comunicazione, troppo amati dai teenager.
Personalmente mi ritrovo in questo gruppo, tra i
“medi risparmiatori”, niente spese esagerate e superflue ma nemmeno troppo risparmio. Sono dell'opinione che uscendo, talvolta, sia lecito comprare ma, ribadisco, entro i limiti, nulla di inutile ed esageratamente costoso.
Un altro argomento che mette in relazione la crisi e i giovani è la scuola: i tagli all'istruzione sono quasi all'ordine del giorno)e colpiscono appunto i teen).
Rispetto al passato le ore sono state diminuite e delle materie sono finite nel dimenticatoio. Non si insegna più l’educazione civica e nemmeno la costituzione; tutto ciò comporta che la maggior parte degli adolescenti non abbia idea di come funzioni la politica sebbene fra qualche anno si troverà nella situazione di dover andare a votare. Le scuole statali sono senza fondi, ci si trova a dover lavorare in edifici magari malandati e quindi da ristrutturare. Molti insegnanti sono precari e questo fatto non permette agli studenti di proseguire, per i cinque anni delle superiori, con la presenza garantita dello stesso professore. I docenti inoltre,
Un problema che ritengo importante è, andando un po' avanti nel tempo, quello dei posti di lavoro, già sensibilmente diminuiti, poiché anche questi pesantemente colpiti dall'economia in difficoltà. E' risaputo che i neo-laureati sono molti di più di quelli che il mondo del lavoro riesce ad assorbire, e la loro ricerca per un impiego per nulla rapida, nonostante i titoli di studio e le specializzazioni.
Chissà se in futuro si potrà lavorare in Italia oppure saremo costretti a “emigrare” per cercare, come un tempo, maggiore fortuna altrove. Questa non è che una cosa negativa ma sarebbe un segno di debolezza da parte della nostra nazione, che farebbe intendere di non credere e non dare importanza alle nuove generazioni.
I problemi che questa crisi ha portato con sé, insomma, sono davvero numerosi, partendo da modifiche più leggere, vedasi la diminuzione dello “shopping” da parte dei giovani, fino ad arrivare ad ambiti più delicati quali la scuola e il lavoro. Secondo me è possibile riassumere il tutto dicendo, semplicemente, che noi giovani, sentiamo seriamente minacciato il nostro futuro.
spero di averti aiutato, vedi tu se gli le correzioni ti sembrano migliori, ciaoooo
Aggiunto 6 minuti più tardi:
sì sì, direi di sì:D
Miglior risposta