Confronto San Martino del Carso e Milano,Agosto 1943 ?

manuel.formisano
Salve !
Mi servirebbe un CONFRONTO fra le poesie "San Martino del Carso e Milano,Agosto 1943" mettendo appunto in confronto le tematiche di cui parlano
Grazie mille

Manuel

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alessandro.sulsenti
SAN MARTINO DEL CARSO: il tema principale di questa poesia è LA DISTRUZIONE PORTATA DALLA GUERRA, una DISTRUZIONE DEL MONDO ESTERIORE, appunto la distruzione del paese di San Martino del Carso, che viene paragonata ad una DISTRUZIONE DEL MONDO INTERIORE, la distruzione del mondo interiore del poeta.. tema inoltre presente è IL RICORDO di tutte le persone care al poeta, che sono ormai morte.

Nell’agosto del 1943 Milano fu bersaglio di una serie di bombardamenti da parte degli Alleati anglo-americani che, assieme al capoluogo lombardo, colpirono anche le altre città industriali del Nord. Il poeta descrive la desolazione post-bombardamento. Anche se il nazi-fascismo andava debellato, Quasimodo è profondamente scosso dalla ferocia della guerra e dai lutti che essa porta con sé. Nella poesia, Quasimodo non parla di un lutto in particolare, ma di quello totalizzante riguardante la città di Milano che, nella poesia, risulta essere «morta».
Dei cadaveri, Quasimodo, traccia una descrizione, sommaria quanto efficace: essi sono «rossi» e «gonfi».
Dei vivi, il poeta non dà indicazioni descrittive, ma solo dettagli: di essi si intravede una «povera mano», se ne sente il rumore dei loro aeroplani e si dice che essi «non hanno più sete».
Anche la Natura è stata colpita a morte: l’usignolo è morto precipitando dall’antenna e l’acqua potabile delle condutture non è più utilizzabile (ed è per questo che si ricorreva ai pozzi).

Aggiunto 2 secondi più tardi:

SAN MARTINO DEL CARSO: il tema principale di questa poesia è LA DISTRUZIONE PORTATA DALLA GUERRA, una DISTRUZIONE DEL MONDO ESTERIORE, appunto la distruzione del paese di San Martino del Carso, che viene paragonata ad una DISTRUZIONE DEL MONDO INTERIORE, la distruzione del mondo interiore del poeta.. tema inoltre presente è IL RICORDO di tutte le persone care al poeta, che sono ormai morte.

Nell’agosto del 1943 Milano fu bersaglio di una serie di bombardamenti da parte degli Alleati anglo-americani che, assieme al capoluogo lombardo, colpirono anche le altre città industriali del Nord. Il poeta descrive la desolazione post-bombardamento. Anche se il nazi-fascismo andava debellato, Quasimodo è profondamente scosso dalla ferocia della guerra e dai lutti che essa porta con sé. Nella poesia, Quasimodo non parla di un lutto in particolare, ma di quello totalizzante riguardante la città di Milano che, nella poesia, risulta essere «morta».
Dei cadaveri, Quasimodo, traccia una descrizione, sommaria quanto efficace: essi sono «rossi» e «gonfi».
Dei vivi, il poeta non dà indicazioni descrittive, ma solo dettagli: di essi si intravede una «povera mano», se ne sente il rumore dei loro aeroplani e si dice che essi «non hanno più sete».
Anche la Natura è stata colpita a morte: l’usignolo è morto precipitando dall’antenna e l’acqua potabile delle condutture non è più utilizzabile (ed è per questo che si ricorreva ai pozzi).
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