Compiti delle vacanze : tema descrizione
Compiti delle vacanze
Non si accettano perditempo e appunti
4. Scegli uno di questi esercizi
- Traccia il ritratto di un tuo parente o conoscente anziano
-Traccia il ritratto , fisico e psicologico, dal tuo attore o cantante preferito
-Descrivi un animale al quale sei affezionato , o che ti sembri interessante per qualche particolare motivo
Appunti ,da cui trarre ispirazione nell'allegato
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Risposte
ok quardo subito e poi ti dico il sito dove puoi ricopiare quello aggiungendoci qualcosa di ciò che hai letto qui nel forum insomma ma ti devo chiedere un'altra cosa ma tu mi puoi aiutare su un libro che si chiama matematica destate 1 media perpiacere mi servirebbero le soluzioni della settimana 3,sett 4,sett 5,sett 6, sett 7 e stt 8 perpiacere?????
Aggiunto più tardi:
ok quardo subito e poi ti dico il sito dove puoi ricopiare quello aggiungendoci qualcosa di ciò che hai letto qui nel forum insomma ma ti devo chiedere un'altra cosa ma tu mi puoi aiutare su un libro che si chiama matematica destate 1 media perpiacere mi servirebbero le soluzioni della settimana 3,sett 4,sett 5,sett 6, sett 7 e stt 8 perpiacere?????
Aggiunto 6 minuti più tardi:
I crini di cavallo maschio possono essere usati per gli archetti dei violini.
I mantelli [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Mantello (cavallo).
Il mantello (o manto) è il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Il suo colore e disegno è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti, ogni animale, anche se apparentemente sembra dello stesso colore, nel mantello ha caratteristiche e particolarità che servono per il suo riconoscimento. Alcune razze hanno mantelli caratteristici. A volte può risultare difficile determinare l'esatta classificazione di un mantello. Fenotipicamente possiamo suddividere i mantelli in:
Semplici: monocromatici
Composti: a due colori separati; a due colori mescolati; a tre colori mescolati
A due pelami: a componente bianca
I mantelli base sono:
Baio: Il baio presenta crini ed estremità nere e corpo marrone in tutte le sue gradazioni. Il baio, essendo il mantello ancestrale del cavallo (gene Agouti), è il più diffuso.
Morello: È un manto completamente nero che caratterizza alcune razze, come il Frisone e il Murgese; il morello (gene E) è dominante autosomico nei confronti del sauro (gene A).
Sauro: È marrone rossastro o color zenzero. Può variare dal marrone chiaro ai colori più scuri. La coda e la criniera sono spesso dello stesso colore del mantello.
Difetti di appiombo [modifica]
Gli appiombi sono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo.
Gli appiombi corretti sono importanti per l'attività lavorativa del cavallo. È importante che gli arti ed i piedi si trovino in ottimo stato. Una viziata conformazione degli arti può contribuire allo sviluppo di zoppicature o esserne la causa diretta.
Sempre dare la massima importanza ad una buona conformazione. Una cattiva conformazione, anche se ereditaria, predispone a malattie come la navicolite, spavenio, fissazione superiore della rotula ecc.
Appiombi arti Anteriori [modifica]
Base stretta (chiuso davanti) [modifica]
Si trova più facilmente in cavalli a petto largo, con muscoli pettorali ben sviluppati. Può essere accompagnato da CAGNOLISMO o MANCINISMO. Il cavallo carica più peso sulla parete esterna dello zoccolo. Conseguenze: mollette articolari del nodello, formelle laterali del pastorale, ossificazione della cartilagine alare laterale.
Base larga (aperto davanti) [modifica]
Cavalli a petto stretto. Spesso accompagnato a mancinismo. Causa attinture. Il cavallo carica più peso sulla parete interna dell'arto e della parete dello zoccolo. Conseguenze: idrartrosi del nodello, periartrite mediale pastoro-coronale, ossificazione della cartilagine alare mediale.
Cagnuolismo (difetto congenito) [modifica]
Nel puledro può essere corretto da un appropriato pareggio dei piedi e giovani cavalli possono essere ferrati con sistema correttivo. Tendenza a falciare (buttare in fuori l'arto dal ginocchio in giù). Il piede si stacca dal terreno facendo perno esternamente alla punta e atterra sempre sul lato esterno del piede.
Mancinismo [modifica]
In genere è congenito. Può essere controllato e parzialmente corretto a mezzo di pareggiature e ferrature adeguate. Causa attinture all'arto opposto.
Ginocchio da montone [modifica]
La parte sotto del ginocchio è curvata in avanti.
Ginocchio arcato [modifica]
L'arto non è diritto ma presenta una leggera arcatura dal ginocchio in giù.
Ginocchio valgo o di bue [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si apre.
Ginocchio varo [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si chiude.
Sotto di sè anteriormente [modifica]
Questa condizione può essere provocata da qualche malattia è un sovraccarico degli arti inferiori e una limitazione della fase anteriore del passo con sovraccarico dell'arto opposto rimasto sul terreno. Predispone all'incespamento in quanto il piede rasenta il terreno e predispone alla caduta.
Disteso anteriormente [modifica]
È opposto al "sotto di sè anteriormente". È comune in alcune lesioni come la malattia navicolare bilaterale.
Appiombi arti Posteriori [modifica]
Base stretta (chiuso dietro) [modifica]
È più evidente in cavalli pesantemente muscolati. C'è un eccesso di sollecitazioni sulla parete laterale esterna dell'arto.
Base larga (aperto dietro) [modifica]
Raro nell'arto posteriore. Associato normalmente al garretto vaccino (abbastanza comune) porta alla formazione di spavenio osseo.
Troppo dritto [modifica]
Porta alla formazione di spavenio osseo.
Sotto di sè posteriormente [modifica]
Visto di lato, l'intero arto è situato troppo in avanti oppure sono presenti i GARRETTI A FALCE. Logorio dei legamenti.
Disteso posteriore [modifica]
L'arto intero appare spostato all'indietro. Questa condizione si trova associata a pastorale posteriore dritto.
La ferratura [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Pareggio e ferratura.
Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di gestione tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento delle strutture dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo senza che si verifichi una eccessiva usura o eccessiva crescita. Per cenni sull'anatomia, la nomenclatura e il meccanismo dello zoccolo vedi la relativa voce.
L'alimentazione [modifica]
Cavalli sul monte Bianditz, Navarra, Spagna.
Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore.
I denti [modifica]
Un cavallo adulto ha da 36 a 44 denti. Tutti hanno, normalmente, 6 incisivi inferiori e 6 superiori, 3 sul lato destro e 3 sul lato sinistro, che si chiamano - dal centrale al laterale - picozzo, mediano e cantone. I maschi hanno anche 4 canini, detti scaglioni, 2 superiori e 2 inferiori. Anche un numero limitato di femmine (ca. il 10%) ha uno o più scaglioni, e per questo vengono dette scaglionate. Poi vi sono i premolari ed i molari, che in inglese si chiamano cheek teeth - denti delle guance - che sono, praticamente, tutti uguali. I premolari, di solito, sono 3 per lato, sia sulle arcate inferiori che sulle superiori, ed altrettanti sono i molari. Quindi 24 in tutto. Ma a questi vanno aggiunti, in oltre metà della popolazione equina, da uno a quattro primi veri premolari (PMI), che sono di dimensioni molto più ridotte, e che vengono chiamati denti denti di lupo o lupini. La moderna nomenclatura dei denti del cavallo, si basa sulla loro numerazione che vuole la bocca vista di fronte, divisa in 4 quadranti, che parte dal 1° picozzo superiore destro (101) fino all'ultimo molare inferiore sinistro (411) secondo lo schema qui illustrato.
L'apparato digerente [modifica]
La particolarità dell’apparato digerente del cavallo è il fermentatore, ossia l’intestino cieco. Qui risiede una popolazione microbica numerosissima costituita da centinaia di specie batteriche e migliaia di sottospecie. Proprio in questa parte di intestino vengono digerite sostanze altrimenti inutilizzabili, viene prodotta energia e si formano principi nutritivi essenziali. La prima digestione avviene in bocca, dove il cavallo masticando forma il bolo che viene successivamente confluito nello stomaco. Lo stomaco del cavallo è molto piccolo rispetto alla mole dell’animale, contiene circa 10/12 lt. Per questo nello stomaco viene digerita solo l’ultima parte della razione. Pertanto una corretta successione nella somministrazione degli alimenti e’ fondamentale per completare una digestione gastrica efficiente, quindi i cereali devono essere somministrati dopo il fieno e lontano dalle abbeverate, perché sia l’acqua che il fieno spingerebbero i concentrati nell’intestino prima di aver finito la digestione gastrica. A questo punto il cibo passa nell’intestino tenue, con capacita’ di circa 64 lt, qui vengono ulteriormente digeriti i cibi concentrati (orzo, avena, mais etc) con produzione di aminoacidi, zuccheri semplici e acidi grassi. Dopodiché si passa al grosso intestino (120/140 lt), dove risiede il fermentatore. Qui vengono digerite sostanze più complesse come cellulosa, emicellulosa ect. E, molto importante, si ha la produzione di vitamine del gruppo B.
Gli alimenti [modifica]
I Foraggi [modifica]
Le piante foraggere, che siano utilizzate come erbe, semi o radici, appartengono tutte alle angiosperme. Le possiamo suddividere in tre grandi categorie: le Graminacee, le Leguminose e le Altre Famiglie Botaniche di foraggere.
Graminacee: in linea di massima quasi tutte le graminacee dei prati naturali possono essere considerate valide foraggere per i cavalli, ad esclusione di quelle troppo ricche di pelosità o ariste pungenti. La condizione di validità nutritive è proporzionale alla quantità delle foglie (dove c'è la concentrazione maggiore dei principi nutritive) rispetto agli steli.
Le graminacee da pascolo più importanti per il cavallo sono: Gramigna, Orzo selvatico, Orzo, Logliarella, Erba dei Fossi, Paleo, Paleino odoroso, Panico selvatico, Forasacchi, Avena maggiore, Avena sativa, Festuca dei prati, Segale, Miglio, Grano, Frumento.
Leguminose: Importantissime per l'elevato contenuto in sostanze azotate. Difetti più comuni sono la facile frantumabilità delle foglie dopo l'essiccamento e l'elevata concentrazione in calcio con squilibrio rispetto al fosforo.
Le leguminose più note sono: Trifoglio, Erba medica, Fieno maremmano, Lupinella, Sulla, Meliloto, Fava, Soia, Carruba.
Altre Famiglie Botaniche: Carota, Lattuga, Radicchio selvatico, Tarassaco, Grano saraceno, Barbabietola.
I mangimi semplici [modifica]
I mangimi semplici sono alimenti che contengono abbondanti quantità di energia e di principi nutritivi concentrati in piccolo volume ed in poco peso. Di norma sono semi o sottoprodotti della loro lavorazione. Hanno scarsa presenza di fibra grezza, elevata concentrazione di proteine, alta digeribilità, buon contenuto di sali minerali e vitamine, facile conservazione nel tempo e in piccolo spazio.
I più importanti mangimi semplici per il cavallo sono:
Avena: ottimo per le proprietà stimolanti del tono muscolare, ma gli eccessi comportano stati di acidosi.. Di maggiore valore nutritivo risulta il seme schiacciato (fiocco d'avena).
Carruba: ottimo coadiuvante nel surmenage fisico, molto adatto per i puledri e per i cavalli in attività sportiva in dosi non superiori ai 200 gr. Al giorno.
Fave: le farine di semi di fave o i semi frantumati e schiacciati possono sostituire parzialmente l'avena nella fase di accrescimento. Rende lucido il pelo, aumenta la resistenza alla fatica. Gli abusi possono indurre costipazioni intestinali.
Frumento: Va impiegato con moderazione e macinato non troppo finemente, per il senso di sazietà che determina e per evitare l'impastamento del tratto gastro-enterico.
Granoturco: può essere impiegato in sostituzione dell'avena in quote non superiori ad 1 Kg. per capo al giorno sottoforma di pannello e di 1/4 della razione di avena sottoforma di semi schiacciati (fiocchi).
Orzo: buon alimento, da un lato favorisce lo stato generale di nutrizione, dall'altro tende a deprimere leggermente il rendimento dinamico. E' consigliato schiacciato o frantumato in dosi non superiori mai ai 25-30 % del valore nutritivo della razione.
Soia: ottimo integratore proteico.
Lievito di Birra: stimola l'appetito, buon apportatore di proteine. Le dosi massime sono di circa 30 gr. o poco più.
Malto: può essere a volte impiegato in sostituzione parziale dell'avena.
Gli integratori alimentari [modifica]
Per integratori alimentari si intendono sostanze contenenti uno o più principi nutritivi. La loro funzione è quella di fornire alla razione alimentare le quantità mancanti di vitamine e sali minerali. Possono avere azione farmacologia, antiparassitaria, auxinica, appetibilizzante, protettiva ecc.
I mangimi composti e speciali [modifica]
Sono denominati "Mangimi Composti Bilanciati" le miscele di prodotti naturali di origine vegetale ed animale, opportunamente formulate ed integrate in funzione della specie animale cui vengono destinate. Quando questi mangimi vengono tecnicamente manipolati rendendoli in strutture granulate, pellettate, formellate ecc., assumono la denominazione di "Mangimi Composti Bilanciati Speciali".
Regole di alimentazione [modifica]
Abbeverare sempre prima dei pasti;
Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;
Nella stalla si può spargere un po' di sale oppure attaccare sul muro un blocco sempre di sale
Le cause del dimagrimento [modifica]
Mancanza di cibo totale o parziale dovuta a problemi ai denti, alle zampe, cattiva qualità di cibo
Stress
Diminuzioni stagionali di elementi nutritivi nei foraggi
Convalescenze
Cattivo assorbimento, diarrea cronica
Carenze proteiche
Parassitosi intestinali ed ectoparassiti (Pidocchi, zecche)
Malattie croniche (enfisema)
Malattie al fegato, pancreas, rene, cuore
Gravidanza, allattamento
Tumori
Vecchiaia
Riproduzione [modifica]
Benché sia il maschio sia la femmina del cavallo raggiungano la maturità sessuale all'età di circa due anni, in allevamento raramente vengono fatti riprodurre prima dei tre. Al termine della gestazione, che dura 11 mesi, nasce generalmente un solo puledro; è diffusa la fecondazione assistita nei trottatori mentre non è permessa nelle razze da galoppo. Generalmente i maschi non destinati alla riproduzione vengono castrati al fine di ottenere un animale più tranquillo per la monta, mentre vengono sterilizzati con la sola resezione dei dotti deferenti i maschi destinati al ruolo di "stallone ruffiano" cioè per accertarsi che la femmina sia davvero disposta all'accoppiamento onde evitare rifiuti con possibile danneggiamento allo stallone riproduttore. La longevità arriva e supera abbastanza facilmente i 40 anni[5] anche se la vita media dei cavalli in Italia si aggira tra i 25 e i 30 anni sia perché logori dal carico di lavoro impostogli, sia per la progressione della razza che rende controproducente tenere a lungo animali da reddito.
Punteggio alla condizione fisica [modifica]
1.Estremamente emaciato: totale assenza di grasso, colonna vertebrale visibile, pochissima muscolatura presente sulle ossa, anch'esse visibili.
2.Emaciato: poco grasso, poca muscolatura, ossa prominenti
3.Magro: costole visibili chiaramente, l'inizio della coda si vede, ma non si vedono le vertebre, il grasso copre i processi trasversi e parte di quelli spinosi delle vertebre.
4.Moderatamente magro: costole appena visibili, linea dorsale visibile come una leggera cresta
5.Moderato: le costole si sentono ma non si vedono, linea dorsale dritta
6.Moderatamente carnoso: grasso presente sulle costole e attorno all'origine della coda, la linea dorsale è dritta o incavata
7.Carnoso: piega dorsale definita, costole ricoperte da grasso ma ognuna può essere palpata, grasso su collo e groppa.
8.Grasso: linea dorsale incavata, collo spesso, grasso lungo il garrese, dietro le spalle e all'interno delle cosce.
9.Troppo grasso: linea dorsale molto incavata, grasso sporgente su collo, groppa, cosce, spalle, intorno alla coda.
Il punteggio ideale, in riferimento alle razze da sella, è:
4: per un cavallo sportivo; 5: per un puledro in crescita; 6: per un soggetto in riproduzione. 7: per un pony da scuola.
Scuderizzazione [modifica]
Per quanto riguarda l'alloggiamento del cavallo, il box è necessario: d'inverno e d'estate garantisce una temperatura moderata, anche se è responsabilità umana fare in modo che questa non crei problemi all'animale. Non è necessario però tenere il cavallo rinchiuso tutto il giorno: esiste infatti una terza sistemazione, e cioè lasciarlo libero al pascolo, o paddock. Questa è un'alternativa comoda anche per quanto riguarda l'alimentazione, perché il cavallo sa perfettamente regolarsi sulle quantità e preferisce consumare più pasti al giorno, piccoli e continui. Inoltre ha la possibilità di fare più movimento e di stare con i suoi simili. Per contro, però, il cavallo è anche più soggetto a parassiti e malattie che in un box certamente non contrarrebbe. Va semplicemente seguito di più. Un altro svantaggio è che, spesso, ci si dimentica di farlo muovere proprio perché si pensa che da solo il cavallo si sfoghi abbastanza. In realtà non è propriamente così, e per quanto possa galoppare il lavoro con l'uomo è indispensabile e contribuisce alla formazione dell'esemplare. Inoltre bisognerebbe somministrargli l'acqua a mano, perché se dovesse ammalarsi con un abbeveratoio automatico non si capirebbe mai se il cavallo beve o meno, problema frequente anche nei box. Invece l'ideale sarebbe poter controllare, per assicurarsi che il cavallo non rischi la disidratazione (possibile anche in inverno). La normativa in vigore consiglia di mantenere i cavalli all'aperto o, in caso di necessità alla stabulazione, di consentire la fruizione quotidiana di un paddock compatibile con le caratteristiche morfologiche dell'animale[6].
Finimenti [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Finimenti.
Nel corso del rapporto millenario fra uomo e cavallo, si è assistito ad una contemporanea evoluzione della bardatura del cavallo. L'ideazione dell'imboccatura, favorita dalla particolare anatomia della dentatura del cavallo, sembra essere contemporanea alla domesticazione. Molto posteriore l'invenzione della sella, ulteriormente migliorata dalla scoperta della staffa; altrettanto importante, per l'uso del cavallo da traino, l'invenzione del collare rigido. Ancora posteriore l'uso della ferratura, attribuita a popolazioni nordeuropee in epoca medioevale.
Addestramento [modifica]
Per approfondire, vedi la voce doma gentile.
Amazonomachia Louvre Rappresenta Cavalli.
Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche ("monte da lavoro" maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi. La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha avuto origine dalle Scuole di Equitazione dei famosi cavallerizzi italiani, primo fra tutti Giovan Battista Pignatelli. In ambito sportivo la vera e moderna rivoluzione è stato il "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federico Caprilli. Venne così chiamato dallo stesso Caprilli, che per metterlo a punto studiò e capì il modo in cui assecondare sia i movimenti del cavallo che rispettarne la sua indole generosa e collaborativa; il metodo ha tanto successo che ancora oggi i risultati migliori nell'equitazione sportiva (salto ostacoli e completo) li ottengono i cavalieri che si attengono a questi dettami.
Le diverse tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni di Senofonte, intellettuale di scuola socratica e generale greco del IV secolo a.C., autore del celeberrimo trattato Sull'equitazione (Ἱππαρχικὸς ἢ περὶ ἱππικῆς).
Le tecniche di addestramento attuali, come la cosiddetta doma gentile, hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto ai metodi tradizionali e meno rispettosi nei confronti del cavallo. Per questa ragione stanno venendo apprezzate con sempre maggiore interesse.
Spettacolo [modifica]
Un uso marginale, ma ancora attuale, del cavallo è quello spettacolare, in particolare in ambito circense; la Spagna, patria dell'Alta Scuola, ospita inaspettatamente un uso spettacolare del cavallo estremamente cruento, in una delle fasi della corrida.
Altre nazioni come la Francia con il CADRE NOIR di Saumur e l'Austria con la Scuola Spagnola di Vienna hanno una grande tradizione di "Alta Scuola".
Rappresentazione dipinto di Cavalli di Georges Seurat.
Cavalli di Edouard Manet.
Ippoterapia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce ippoterapia.
Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o riabilitazione equestre, consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione per le persone diversamente abili.
La carne [modifica]
La macellazione dei cavalli è vietata in alcuni stati. Molti amanti dei cavalli sono contrari alla macellazione di questi animali, infatti attuano molte proteste. Ma non hanno avuto molti risultati in Italia, dato che il cavallo è considerato un animale da reddito e quindi la sua macellazione è lecita nonostante le molte proposte di legge tendenti a modificare tale ordinamento.
La carne di cavallo, il cui consumo è vietato dalla religione ebraica, è di rapido deterioramento specie in paesi caldi (da qui forse l'origine del veto ebraico) ed è stata protagonista di diversi tabù nella storia. Nel Medioevo i papi Zaccaria I e Gregorio III ne proibirono il consumo assieme a quella del castoro. Il sapore è a metà tra quella di bovino e della selvaggina. Si adatta alla preparazione di piatti in umido, stracotti e insaccati. Povera di grassi e ricca di ferro, viene prescritta a soggetti anemici. I pochi grassi sono per il 70% insaturi, quindi apportano colestorolo come la carne di pollo (cioè pochissimo) ma al contrario delle carni bianche ha molto ferro. La carne si può considerare migliore di quella del bovino come apporto nutritivo. Viene apprezzata in Francia e Giappone. In Italia, è consumata nel Veneto, dove entra come ingrediente base della tipica pastissada, in Lombardia soprattutto in provincia di Mantova, in Puglia, Emilia-Romagna, Sicilia, e in alcune zone della Sardegna.
Cavallo domestico
Cavallo
Classificazione scientifica
Dominio
Eukaryota
Regno
Animalia
Sottoregno
Eumetazoa
Superphylum
Deuterostomia
Phylum
Chordata
Subphylum
Vertebrata
Infraphylum
Gnathostomata
Superclasse
Tetrapoda
Classe
Mammalia
Sottoclasse
Theria
Infraclasse
Placentalia
Ordine
Perissodactyla
Sottordine
Hyppomorpha
Famiglia
Equidae
Genere
Equus
Specie
E. caballus
Nomenclatura binomiale
Equus caballus
Linnaeus, 1758
Il cavallo (Equus caballus Linneo 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.[1]. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d'affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.
Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.
I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti puro sangue). Il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner...).Il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);
Indice
[nascondi] 1 Origini e storia
2 Le razze 2.1 Altre razze
3 Rapporti estetici-funzionali 3.1 Conformazione esterna e struttura
3.2 La testa
3.3 Taglio, liscio o bevente
3.4 I mantelli
3.5 Difetti di appiombo 3.5.1 Appiombi arti Anteriori 3.5.1.1 Base stretta (chiuso davanti)
3.5.1.2 Base larga (aperto davanti)
3.5.1.3 Cagnuolismo (difetto congenito)
3.5.1.4 Mancinismo
3.5.1.5 Ginocchio da montone
3.5.1.6 Ginocchio arcato
3.5.1.7 Ginocchio valgo o di bue
3.5.1.8 Ginocchio varo
3.5.1.9 Sotto di sè anteriormente
3.5.1.10 Disteso anteriormente
3.5.2 Appiombi arti Posteriori 3.5.2.1 Base stretta (chiuso dietro)
3.5.2.2 Base larga (aperto dietro)
3.5.2.3 Troppo dritto
3.5.2.4 Sotto di sè posteriormente
3.5.2.5 Disteso posteriore
4 La ferratura
5 L'alimentazione 5.1 I denti
5.2 L'apparato digerente
5.3 Gli alimenti 5.3.1 I Foraggi
5.3.2 I mangimi semplici
5.3.3 Gli integratori alimentari
5.3.4 I mangimi composti e speciali
5.4 Regole di alimentazione 5.4.1 Le cause del dimagrimento
6 Riproduzione
7 Punteggio alla condizione fisica
8 Scuderizzazione
9 Finimenti
10 Addestramento
11 Spettacolo
12 Ippoterapia
13 La carne
14 Cavalli famosi 14.1 Cavalli immaginari
14.2 Cavalli storici
14.3 Cavalli da corsa
15 Note
16 Voci correlate
17 Altri progetti
18 Collegamenti esterni
Origini e storia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Evoluzione del cavallo.
I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti. Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era il Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.
In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.
Cavalli in gruppo.
Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori di stirpe mongola, che in seguito daranno vita all'Impero mongolo proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.[2]
Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Srednij Stog fiorente in Ucraina.[3]
Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.
Le razze [modifica]
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Per approfondire, vedi la voce Lista di razze equine.
Cavallo islandese
La razza più conosciuta è lo Shire: forte, resistente, docile. Molto precoce, può essere messo al lavoro già a tre anni.
Mantello: il colore più diffuso è il morello (nero) ma ci sono anche baio e grigio. Gli stalloni non possono essere sauri e roani, quest'ultimo colore è invece ammesso per femmine e castroni. Sono presenti in quasi tutti gli esemplari di questa razza grandi balzane e una lista larga. Dal ginocchio scendono dei lunghi e abbondanti ciuffi di pelo.
Altezza al garrese e peso: l'altezza si aggira fra il 1,65-1,80 m. ma si è arrivati anche ai 2,20 m. col "cavallo di Sampson", che detiene tuttora il guinnes dei primati come cavallo più alto di tutti i tempi.
Cavalli purosangue: esistono cinque razze di tipo purosangue: l'Arabo, il Purosangue Inglese, l'Anglo-Arabo Francese, il Berbero e l'Akhal-Tekè. Una delle razze più conosciute è il cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questa razza. Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua notevole resistenza, anche se di piccola taglia. Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il Purosangue inglese. Nella sua genealogia ci sono appunto tre stalloni orientali: Byerley Turk, Darley Arabian e Godolphin Barb, con essi inizia la vera e propia storia del Purosangue. Questo cavallo è in assoluto quello che riesce ad esprimere le più alte velocità in corsa ed è anch'esso usato come miglioratore. Si dimostra inoltre un buon atleta anche nel salto agli ostacoli.
Altre razze [modifica]
Altra razza molto importante è l'Andaluso,chiamato anche cavallo spagnolo, da non confondere però con il "Pura Raza Española". Direttamente derivato dall'arabo e dal berbero, è stato un grande colonizzatore giacché fu portato in ogni parte del mondo dai conquistadores spagnoli, ed in particolar modo nelle Americhe, dove ha come discendenti il criollo, il Paso Peruviano, i mustang e via via dopo incroci vari il Quarter Horse, l'Appaloosa, il Paint horse, usati soprattutto nella monta americana.
Rapporti estetici-funzionali [modifica]
Frisone
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Conformazione esterna e struttura [modifica]
La conformazione esterna del cavallo è un elemento di valutazione e di classificazione per l'uso specifico di lavoro o attività sportiva. Le forme del cavallo sono valutate in base alle varie regioni esterne e devono essere proporzionate in base alla morfologia della razza presa in esame.[4]
Conformazione esterna e struttura del cavallo.
Dettagli: (1) regione brachiocefalica; (2) scapola; (3) garrese; (4) dorso; (5) regione lombare; (6) groppa; (7) punta dell'anca; (8) anca; (9) natica; (10) coda; (11) coscia; (12) addome; (13) regione delle cinghie; (14) costato; (15) braccio; (16) petto; (17) punta della spalla; (18) regione sottoioidea
La testa [modifica]
La testa del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze bianche che possono essere classificabili in:
La stella è una piccola macchia bianca a forma di rombo e ben definita sulla fronte del cavallo
Il fiore è una piccola macchia bianca non ben definita sulla fronte del cavallo
La lista è una lunga striscia bianca e stretta che, solitamente, parte dal ciuffo e arriva al naso ma può essere anche interrotta e, in questo caso, prende il nome di lista interrotta, oppure larga che prende il nome di Stella prolungata
La lista in bevente è uguale alla lista ma si prolunga fino alla bocca e può cadere di lato
Il taglio: piccola macchia bianca in mezzo alle narici del cavallo;un po' più sopra della bocca.Contorni solitamente ben definiti e abbastanza visibili.
La striscia: lunga e stretta striscia bianca che parte dal ciuffo e va a finire un po' sopra la bocca.Contorno abbastanza definiti.
Taglio, liscio o bevente [modifica]
È una macchia bianca sul naso chiamata anche infarinatura se comprende tutto il naso. Essa è tipica dei cavalli islandesi.
Bella faccia è una macchia bianca che comprende tutto il muso e, spesso, uno o entrambi gli occhi che diventano azzurri.
La testa e il corpo del cavallo possono presentare anche dei remolini ovvero dei punti in cui il pelo cambia direzione e possono essere classificabili in:
Remolino semplice che si dirama intorno ad un punto centrale e sembra un piccolo vortice;
Remolino spigato è una linea centrale che separa un tratto di peli indirizzato verso l'alto e un tratto verso il basso;
Remolino sinuoso è un remolino la cui linea di separazione non è dritta ma a S mandando un ciuffo verso l'alto.
L'occhio, talvolta, può essere circondato da una sclera bianca e viene chiamato, in questo caso, "occhio umano". È tipico della razza americana appaloosa.
questo è quello che sono riuscita a trovare prendi le cose che ti servono e mettile insieme per fare il tema
Aggiunto 3 secondi più tardi:
I crini di cavallo maschio possono essere usati per gli archetti dei violini.
I mantelli [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Mantello (cavallo).
Il mantello (o manto) è il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Il suo colore e disegno è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti, ogni animale, anche se apparentemente sembra dello stesso colore, nel mantello ha caratteristiche e particolarità che servono per il suo riconoscimento. Alcune razze hanno mantelli caratteristici. A volte può risultare difficile determinare l'esatta classificazione di un mantello. Fenotipicamente possiamo suddividere i mantelli in:
Semplici: monocromatici
Composti: a due colori separati; a due colori mescolati; a tre colori mescolati
A due pelami: a componente bianca
I mantelli base sono:
Baio: Il baio presenta crini ed estremità nere e corpo marrone in tutte le sue gradazioni. Il baio, essendo il mantello ancestrale del cavallo (gene Agouti), è il più diffuso.
Morello: È un manto completamente nero che caratterizza alcune razze, come il Frisone e il Murgese; il morello (gene E) è dominante autosomico nei confronti del sauro (gene A).
Sauro: È marrone rossastro o color zenzero. Può variare dal marrone chiaro ai colori più scuri. La coda e la criniera sono spesso dello stesso colore del mantello.
Difetti di appiombo [modifica]
Gli appiombi sono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo.
Gli appiombi corretti sono importanti per l'attività lavorativa del cavallo. È importante che gli arti ed i piedi si trovino in ottimo stato. Una viziata conformazione degli arti può contribuire allo sviluppo di zoppicature o esserne la causa diretta.
Sempre dare la massima importanza ad una buona conformazione. Una cattiva conformazione, anche se ereditaria, predispone a malattie come la navicolite, spavenio, fissazione superiore della rotula ecc.
Appiombi arti Anteriori [modifica]
Base stretta (chiuso davanti) [modifica]
Si trova più facilmente in cavalli a petto largo, con muscoli pettorali ben sviluppati. Può essere accompagnato da CAGNOLISMO o MANCINISMO. Il cavallo carica più peso sulla parete esterna dello zoccolo. Conseguenze: mollette articolari del nodello, formelle laterali del pastorale, ossificazione della cartilagine alare laterale.
Base larga (aperto davanti) [modifica]
Cavalli a petto stretto. Spesso accompagnato a mancinismo. Causa attinture. Il cavallo carica più peso sulla parete interna dell'arto e della parete dello zoccolo. Conseguenze: idrartrosi del nodello, periartrite mediale pastoro-coronale, ossificazione della cartilagine alare mediale.
Cagnuolismo (difetto congenito) [modifica]
Nel puledro può essere corretto da un appropriato pareggio dei piedi e giovani cavalli possono essere ferrati con sistema correttivo. Tendenza a falciare (buttare in fuori l'arto dal ginocchio in giù). Il piede si stacca dal terreno facendo perno esternamente alla punta e atterra sempre sul lato esterno del piede.
Mancinismo [modifica]
In genere è congenito. Può essere controllato e parzialmente corretto a mezzo di pareggiature e ferrature adeguate. Causa attinture all'arto opposto.
Ginocchio da montone [modifica]
La parte sotto del ginocchio è curvata in avanti.
Ginocchio arcato [modifica]
L'arto non è diritto ma presenta una leggera arcatura dal ginocchio in giù.
Ginocchio valgo o di bue [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si apre.
Ginocchio varo [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si chiude.
Sotto di sè anteriormente [modifica]
Questa condizione può essere provocata da qualche malattia è un sovraccarico degli arti inferiori e una limitazione della fase anteriore del passo con sovraccarico dell'arto opposto rimasto sul terreno. Predispone all'incespamento in quanto il piede rasenta il terreno e predispone alla caduta.
Disteso anteriormente [modifica]
È opposto al "sotto di sè anteriormente". È comune in alcune lesioni come la malattia navicolare bilaterale.
Appiombi arti Posteriori [modifica]
Base stretta (chiuso dietro) [modifica]
È più evidente in cavalli pesantemente muscolati. C'è un eccesso di sollecitazioni sulla parete laterale esterna dell'arto.
Base larga (aperto dietro) [modifica]
Raro nell'arto posteriore. Associato normalmente al garretto vaccino (abbastanza comune) porta alla formazione di spavenio osseo.
Troppo dritto [modifica]
Porta alla formazione di spavenio osseo.
Sotto di sè posteriormente [modifica]
Visto di lato, l'intero arto è situato troppo in avanti oppure sono presenti i GARRETTI A FALCE. Logorio dei legamenti.
Disteso posteriore [modifica]
L'arto intero appare spostato all'indietro. Questa condizione si trova associata a pastorale posteriore dritto.
La ferratura [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Pareggio e ferratura.
Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di gestione tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento delle strutture dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo senza che si verifichi una eccessiva usura o eccessiva crescita. Per cenni sull'anatomia, la nomenclatura e il meccanismo dello zoccolo vedi la relativa voce.
L'alimentazione [modifica]
Cavalli sul monte Bianditz, Navarra, Spagna.
Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore.
I denti [modifica]
Un cavallo adulto ha da 36 a 44 denti. Tutti hanno, normalmente, 6 incisivi inferiori e 6 superiori, 3 sul lato destro e 3 sul lato sinistro, che si chiamano - dal centrale al laterale - picozzo, mediano e cantone. I maschi hanno anche 4 canini, detti scaglioni, 2 superiori e 2 inferiori. Anche un numero limitato di femmine (ca. il 10%) ha uno o più scaglioni, e per questo vengono dette scaglionate. Poi vi sono i premolari ed i molari, che in inglese si chiamano cheek teeth - denti delle guance - che sono, praticamente, tutti uguali. I premolari, di solito, sono 3 per lato, sia sulle arcate inferiori che sulle superiori, ed altrettanti sono i molari. Quindi 24 in tutto. Ma a questi vanno aggiunti, in oltre metà della popolazione equina, da uno a quattro primi veri premolari (PMI), che sono di dimensioni molto più ridotte, e che vengono chiamati denti denti di lupo o lupini. La moderna nomenclatura dei denti del cavallo, si basa sulla loro numerazione che vuole la bocca vista di fronte, divisa in 4 quadranti, che parte dal 1° picozzo superiore destro (101) fino all'ultimo molare inferiore sinistro (411) secondo lo schema qui illustrato.
L'apparato digerente [modifica]
La particolarità dell’apparato digerente del cavallo è il fermentatore, ossia l’intestino cieco. Qui risiede una popolazione microbica numerosissima costituita da centinaia di specie batteriche e migliaia di sottospecie. Proprio in questa parte di intestino vengono digerite sostanze altrimenti inutilizzabili, viene prodotta energia e si formano principi nutritivi essenziali. La prima digestione avviene in bocca, dove il cavallo masticando forma il bolo che viene successivamente confluito nello stomaco. Lo stomaco del cavallo è molto piccolo rispetto alla mole dell’animale, contiene circa 10/12 lt. Per questo nello stomaco viene digerita solo l’ultima parte della razione. Pertanto una corretta successione nella somministrazione degli alimenti e’ fondamentale per completare una digestione gastrica efficiente, quindi i cereali devono essere somministrati dopo il fieno e lontano dalle abbeverate, perché sia l’acqua che il fieno spingerebbero i concentrati nell’intestino prima di aver finito la digestione gastrica. A questo punto il cibo passa nell’intestino tenue, con capacita’ di circa 64 lt, qui vengono ulteriormente digeriti i cibi concentrati (orzo, avena, mais etc) con produzione di aminoacidi, zuccheri semplici e acidi grassi. Dopodiché si passa al grosso intestino (120/140 lt), dove risiede il fermentatore. Qui vengono digerite sostanze più complesse come cellulosa, emicellulosa ect. E, molto importante, si ha la produzione di vitamine del gruppo B.
Gli alimenti [modifica]
I Foraggi [modifica]
Le piante foraggere, che siano utilizzate come erbe, semi o radici, appartengono tutte alle angiosperme. Le possiamo suddividere in tre grandi categorie: le Graminacee, le Leguminose e le Altre Famiglie Botaniche di foraggere.
Graminacee: in linea di massima quasi tutte le graminacee dei prati naturali possono essere considerate valide foraggere per i cavalli, ad esclusione di quelle troppo ricche di pelosità o ariste pungenti. La condizione di validità nutritive è proporzionale alla quantità delle foglie (dove c'è la concentrazione maggiore dei principi nutritive) rispetto agli steli.
Le graminacee da pascolo più importanti per il cavallo sono: Gramigna, Orzo selvatico, Orzo, Logliarella, Erba dei Fossi, Paleo, Paleino odoroso, Panico selvatico, Forasacchi, Avena maggiore, Avena sativa, Festuca dei prati, Segale, Miglio, Grano, Frumento.
Leguminose: Importantissime per l'elevato contenuto in sostanze azotate. Difetti più comuni sono la facile frantumabilità delle foglie dopo l'essiccamento e l'elevata concentrazione in calcio con squilibrio rispetto al fosforo.
Le leguminose più note sono: Trifoglio, Erba medica, Fieno maremmano, Lupinella, Sulla, Meliloto, Fava, Soia, Carruba.
Altre Famiglie Botaniche: Carota, Lattuga, Radicchio selvatico, Tarassaco, Grano saraceno, Barbabietola.
I mangimi semplici [modifica]
I mangimi semplici sono alimenti che contengono abbondanti quantità di energia e di principi nutritivi concentrati in piccolo volume ed in poco peso. Di norma sono semi o sottoprodotti della loro lavorazione. Hanno scarsa presenza di fibra grezza, elevata concentrazione di proteine, alta digeribilità, buon contenuto di sali minerali e vitamine, facile conservazione nel tempo e in piccolo spazio.
I più importanti mangimi semplici per il cavallo sono:
Avena: ottimo per le proprietà stimolanti del tono muscolare, ma gli eccessi comportano stati di acidosi.. Di maggiore valore nutritivo risulta il seme schiacciato (fiocco d'avena).
Carruba: ottimo coadiuvante nel surmenage fisico, molto adatto per i puledri e per i cavalli in attività sportiva in dosi non superiori ai 200 gr. Al giorno.
Fave: le farine di semi di fave o i semi frantumati e schiacciati possono sostituire parzialmente l'avena nella fase di accrescimento. Rende lucido il pelo, aumenta la resistenza alla fatica. Gli abusi possono indurre costipazioni intestinali.
Frumento: Va impiegato con moderazione e macinato non troppo finemente, per il senso di sazietà che determina e per evitare l'impastamento del tratto gastro-enterico.
Granoturco: può essere impiegato in sostituzione dell'avena in quote non superiori ad 1 Kg. per capo al giorno sottoforma di pannello e di 1/4 della razione di avena sottoforma di semi schiacciati (fiocchi).
Orzo: buon alimento, da un lato favorisce lo stato generale di nutrizione, dall'altro tende a deprimere leggermente il rendimento dinamico. E' consigliato schiacciato o frantumato in dosi non superiori mai ai 25-30 % del valore nutritivo della razione.
Soia: ottimo integratore proteico.
Lievito di Birra: stimola l'appetito, buon apportatore di proteine. Le dosi massime sono di circa 30 gr. o poco più.
Malto: può essere a volte impiegato in sostituzione parziale dell'avena.
Gli integratori alimentari [modifica]
Per integratori alimentari si intendono sostanze contenenti uno o più principi nutritivi. La loro funzione è quella di fornire alla razione alimentare le quantità mancanti di vitamine e sali minerali. Possono avere azione farmacologia, antiparassitaria, auxinica, appetibilizzante, protettiva ecc.
I mangimi composti e speciali [modifica]
Sono denominati "Mangimi Composti Bilanciati" le miscele di prodotti naturali di origine vegetale ed animale, opportunamente formulate ed integrate in funzione della specie animale cui vengono destinate. Quando questi mangimi vengono tecnicamente manipolati rendendoli in strutture granulate, pellettate, formellate ecc., assumono la denominazione di "Mangimi Composti Bilanciati Speciali".
Regole di alimentazione [modifica]
Abbeverare sempre prima dei pasti;
Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;
Nella stalla si può spargere un po' di sale oppure attaccare sul muro un blocco sempre di sale
Le cause del dimagrimento [modifica]
Mancanza di cibo totale o parziale dovuta a problemi ai denti, alle zampe, cattiva qualità di cibo
Stress
Diminuzioni stagionali di elementi nutritivi nei foraggi
Convalescenze
Cattivo assorbimento, diarrea cronica
Carenze proteiche
Parassitosi intestinali ed ectoparassiti (Pidocchi, zecche)
Malattie croniche (enfisema)
Malattie al fegato, pancreas, rene, cuore
Gravidanza, allattamento
Tumori
Vecchiaia
Riproduzione [modifica]
Benché sia il maschio sia la femmina del cavallo raggiungano la maturità sessuale all'età di circa due anni, in allevamento raramente vengono fatti riprodurre prima dei tre. Al termine della gestazione, che dura 11 mesi, nasce generalmente un solo puledro; è diffusa la fecondazione assistita nei trottatori mentre non è permessa nelle razze da galoppo. Generalmente i maschi non destinati alla riproduzione vengono castrati al fine di ottenere un animale più tranquillo per la monta, mentre vengono sterilizzati con la sola resezione dei dotti deferenti i maschi destinati al ruolo di "stallone ruffiano" cioè per accertarsi che la femmina sia davvero disposta all'accoppiamento onde evitare rifiuti con possibile danneggiamento allo stallone riproduttore. La longevità arriva e supera abbastanza facilmente i 40 anni[5] anche se la vita media dei cavalli in Italia si aggira tra i 25 e i 30 anni sia perché logori dal carico di lavoro impostogli, sia per la progressione della razza che rende controproducente tenere a lungo animali da reddito.
Punteggio alla condizione fisica [modifica]
1.Estremamente emaciato: totale assenza di grasso, colonna vertebrale visibile, pochissima muscolatura presente sulle ossa, anch'esse visibili.
2.Emaciato: poco grasso, poca muscolatura, ossa prominenti
3.Magro: costole visibili chiaramente, l'inizio della coda si vede, ma non si vedono le vertebre, il grasso copre i processi trasversi e parte di quelli spinosi delle vertebre.
4.Moderatamente magro: costole appena visibili, linea dorsale visibile come una leggera cresta
5.Moderato: le costole si sentono ma non si vedono, linea dorsale dritta
6.Moderatamente carnoso: grasso presente sulle costole e attorno all'origine della coda, la linea dorsale è dritta o incavata
7.Carnoso: piega dorsale definita, costole ricoperte da grasso ma ognuna può essere palpata, grasso su collo e groppa.
8.Grasso: linea dorsale incavata, collo spesso, grasso lungo il garrese, dietro le spalle e all'interno delle cosce.
9.Troppo grasso: linea dorsale molto incavata, grasso sporgente su collo, groppa, cosce, spalle, intorno alla coda.
Il punteggio ideale, in riferimento alle razze da sella, è:
4: per un cavallo sportivo; 5: per un puledro in crescita; 6: per un soggetto in riproduzione. 7: per un pony da scuola.
Scuderizzazione [modifica]
Per quanto riguarda l'alloggiamento del cavallo, il box è necessario: d'inverno e d'estate garantisce una temperatura moderata, anche se è responsabilità umana fare in modo che questa non crei problemi all'animale. Non è necessario però tenere il cavallo rinchiuso tutto il giorno: esiste infatti una terza sistemazione, e cioè lasciarlo libero al pascolo, o paddock. Questa è un'alternativa comoda anche per quanto riguarda l'alimentazione, perché il cavallo sa perfettamente regolarsi sulle quantità e preferisce consumare più pasti al giorno, piccoli e continui. Inoltre ha la possibilità di fare più movimento e di stare con i suoi simili. Per contro, però, il cavallo è anche più soggetto a parassiti e malattie che in un box certamente non contrarrebbe. Va semplicemente seguito di più. Un altro svantaggio è che, spesso, ci si dimentica di farlo muovere proprio perché si pensa che da solo il cavallo si sfoghi abbastanza. In realtà non è propriamente così, e per quanto possa galoppare il lavoro con l'uomo è indispensabile e contribuisce alla formazione dell'esemplare. Inoltre bisognerebbe somministrargli l'acqua a mano, perché se dovesse ammalarsi con un abbeveratoio automatico non si capirebbe mai se il cavallo beve o meno, problema frequente anche nei box. Invece l'ideale sarebbe poter controllare, per assicurarsi che il cavallo non rischi la disidratazione (possibile anche in inverno). La normativa in vigore consiglia di mantenere i cavalli all'aperto o, in caso di necessità alla stabulazione, di consentire la fruizione quotidiana di un paddock compatibile con le caratteristiche morfologiche dell'animale[6].
Finimenti [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Finimenti.
Nel corso del rapporto millenario fra uomo e cavallo, si è assistito ad una contemporanea evoluzione della bardatura del cavallo. L'ideazione dell'imboccatura, favorita dalla particolare anatomia della dentatura del cavallo, sembra essere contemporanea alla domesticazione. Molto posteriore l'invenzione della sella, ulteriormente migliorata dalla scoperta della staffa; altrettanto importante, per l'uso del cavallo da traino, l'invenzione del collare rigido. Ancora posteriore l'uso della ferratura, attribuita a popolazioni nordeuropee in epoca medioevale.
Addestramento [modifica]
Per approfondire, vedi la voce doma gentile.
Amazonomachia Louvre Rappresenta Cavalli.
Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche ("monte da lavoro" maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi. La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha avuto origine dalle Scuole di Equitazione dei famosi cavallerizzi italiani, primo fra tutti Giovan Battista Pignatelli. In ambito sportivo la vera e moderna rivoluzione è stato il "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federico Caprilli. Venne così chiamato dallo stesso Caprilli, che per metterlo a punto studiò e capì il modo in cui assecondare sia i movimenti del cavallo che rispettarne la sua indole generosa e collaborativa; il metodo ha tanto successo che ancora oggi i risultati migliori nell'equitazione sportiva (salto ostacoli e completo) li ottengono i cavalieri che si attengono a questi dettami.
Le diverse tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni di Senofonte, intellettuale di scuola socratica e generale greco del IV secolo a.C., autore del celeberrimo trattato Sull'equitazione (Ἱππαρχικὸς ἢ περὶ ἱππικῆς).
Le tecniche di addestramento attuali, come la cosiddetta doma gentile, hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto ai metodi tradizionali e meno rispettosi nei confronti del cavallo. Per questa ragione stanno venendo apprezzate con sempre maggiore interesse.
Spettacolo [modifica]
Un uso marginale, ma ancora attuale, del cavallo è quello spettacolare, in particolare in ambito circense; la Spagna, patria dell'Alta Scuola, ospita inaspettatamente un uso spettacolare del cavallo estremamente cruento, in una delle fasi della corrida.
Altre nazioni come la Francia con il CADRE NOIR di Saumur e l'Austria con la Scuola Spagnola di Vienna hanno una grande tradizione di "Alta Scuola".
Rappresentazione dipinto di Cavalli di Georges Seurat.
Cavalli di Edouard Manet.
Ippoterapia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce ippoterapia.
Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o riabilitazione equestre, consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione per le persone diversamente abili.
La carne [modifica]
La macellazione dei cavalli è vietata in alcuni stati. Molti amanti dei cavalli sono contrari alla macellazione di questi animali, infatti attuano molte proteste. Ma non hanno avuto molti risultati in Italia, dato che il cavallo è considerato un animale da reddito e quindi la sua macellazione è lecita nonostante le molte proposte di legge tendenti a modificare tale ordinamento.
La carne di cavallo, il cui consumo è vietato dalla religione ebraica, è di rapido deterioramento specie in paesi caldi (da qui forse l'origine del veto ebraico) ed è stata protagonista di diversi tabù nella storia. Nel Medioevo i papi Zaccaria I e Gregorio III ne proibirono il consumo assieme a quella del castoro. Il sapore è a metà tra quella di bovino e della selvaggina. Si adatta alla preparazione di piatti in umido, stracotti e insaccati. Povera di grassi e ricca di ferro, viene prescritta a soggetti anemici. I pochi grassi sono per il 70% insaturi, quindi apportano colestorolo come la carne di pollo (cioè pochissimo) ma al contrario delle carni bianche ha molto ferro. La carne si può considerare migliore di quella del bovino come apporto nutritivo. Viene apprezzata in Francia e Giappone. In Italia, è consumata nel Veneto, dove entra come ingrediente base della tipica pastissada, in Lombardia soprattutto in provincia di Mantova, in Puglia, Emilia-Romagna, Sicilia, e in alcune zone della Sardegna.
Cavallo domestico
Cavallo
Classificazione scientifica
Dominio
Eukaryota
Regno
Animalia
Sottoregno
Eumetazoa
Superphylum
Deuterostomia
Phylum
Chordata
Subphylum
Vertebrata
Infraphylum
Gnathostomata
Superclasse
Tetrapoda
Classe
Mammalia
Sottoclasse
Theria
Infraclasse
Placentalia
Ordine
Perissodactyla
Sottordine
Hyppomorpha
Famiglia
Equidae
Genere
Equus
Specie
E. caballus
Nomenclatura binomiale
Equus caballus
Linnaeus, 1758
Il cavallo (Equus caballus Linneo 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.[1]. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d'affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.
Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.
I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti puro sangue). Il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner...).Il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);
Indice
[nascondi] 1 Origini e storia
2 Le razze 2.1 Altre razze
3 Rapporti estetici-funzionali 3.1 Conformazione esterna e struttura
3.2 La testa
3.3 Taglio, liscio o bevente
3.4 I mantelli
3.5 Difetti di appiombo 3.5.1 Appiombi arti Anteriori 3.5.1.1 Base stretta (chiuso davanti)
3.5.1.2 Base larga (aperto davanti)
3.5.1.3 Cagnuolismo (difetto congenito)
3.5.1.4 Mancinismo
3.5.1.5 Ginocchio da montone
3.5.1.6 Ginocchio arcato
3.5.1.7 Ginocchio valgo o di bue
3.5.1.8 Ginocchio varo
3.5.1.9 Sotto di sè anteriormente
3.5.1.10 Disteso anteriormente
3.5.2 Appiombi arti Posteriori 3.5.2.1 Base stretta (chiuso dietro)
3.5.2.2 Base larga (aperto dietro)
3.5.2.3 Troppo dritto
3.5.2.4 Sotto di sè posteriormente
3.5.2.5 Disteso posteriore
4 La ferratura
5 L'alimentazione 5.1 I denti
5.2 L'apparato digerente
5.3 Gli alimenti 5.3.1 I Foraggi
5.3.2 I mangimi semplici
5.3.3 Gli integratori alimentari
5.3.4 I mangimi composti e speciali
5.4 Regole di alimentazione 5.4.1 Le cause del dimagrimento
6 Riproduzione
7 Punteggio alla condizione fisica
8 Scuderizzazione
9 Finimenti
10 Addestramento
11 Spettacolo
12 Ippoterapia
13 La carne
14 Cavalli famosi 14.1 Cavalli immaginari
14.2 Cavalli storici
14.3 Cavalli da corsa
15 Note
16 Voci correlate
17 Altri progetti
18 Collegamenti esterni
Origini e storia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Evoluzione del cavallo.
I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti. Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era il Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.
In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.
Cavalli in gruppo.
Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori di stirpe mongola, che in seguito daranno vita all'Impero mongolo proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.[2]
Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Srednij Stog fiorente in Ucraina.[3]
Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.
Le razze [modifica]
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Per approfondire, vedi la voce Lista di razze equine.
Cavallo islandese
La razza più conosciuta è lo Shire: forte, resistente, docile. Molto precoce, può essere messo al lavoro già a tre anni.
Mantello: il colore più diffuso è il morello (nero) ma ci sono anche baio e grigio. Gli stalloni non possono essere sauri e roani, quest'ultimo colore è invece ammesso per femmine e castroni. Sono presenti in quasi tutti gli esemplari di questa razza grandi balzane e una lista larga. Dal ginocchio scendono dei lunghi e abbondanti ciuffi di pelo.
Altezza al garrese e peso: l'altezza si aggira fra il 1,65-1,80 m. ma si è arrivati anche ai 2,20 m. col "cavallo di Sampson", che detiene tuttora il guinnes dei primati come cavallo più alto di tutti i tempi.
Cavalli purosangue: esistono cinque razze di tipo purosangue: l'Arabo, il Purosangue Inglese, l'Anglo-Arabo Francese, il Berbero e l'Akhal-Tekè. Una delle razze più conosciute è il cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questa razza. Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua notevole resistenza, anche se di piccola taglia. Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il Purosangue inglese. Nella sua genealogia ci sono appunto tre stalloni orientali: Byerley Turk, Darley Arabian e Godolphin Barb, con essi inizia la vera e propia storia del Purosa
Aggiunto più tardi:
ok quardo subito e poi ti dico il sito dove puoi ricopiare quello aggiungendoci qualcosa di ciò che hai letto qui nel forum insomma ma ti devo chiedere un'altra cosa ma tu mi puoi aiutare su un libro che si chiama matematica destate 1 media perpiacere mi servirebbero le soluzioni della settimana 3,sett 4,sett 5,sett 6, sett 7 e stt 8 perpiacere?????
Aggiunto 6 minuti più tardi:
I crini di cavallo maschio possono essere usati per gli archetti dei violini.
I mantelli [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Mantello (cavallo).
Il mantello (o manto) è il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Il suo colore e disegno è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti, ogni animale, anche se apparentemente sembra dello stesso colore, nel mantello ha caratteristiche e particolarità che servono per il suo riconoscimento. Alcune razze hanno mantelli caratteristici. A volte può risultare difficile determinare l'esatta classificazione di un mantello. Fenotipicamente possiamo suddividere i mantelli in:
Semplici: monocromatici
Composti: a due colori separati; a due colori mescolati; a tre colori mescolati
A due pelami: a componente bianca
I mantelli base sono:
Baio: Il baio presenta crini ed estremità nere e corpo marrone in tutte le sue gradazioni. Il baio, essendo il mantello ancestrale del cavallo (gene Agouti), è il più diffuso.
Morello: È un manto completamente nero che caratterizza alcune razze, come il Frisone e il Murgese; il morello (gene E) è dominante autosomico nei confronti del sauro (gene A).
Sauro: È marrone rossastro o color zenzero. Può variare dal marrone chiaro ai colori più scuri. La coda e la criniera sono spesso dello stesso colore del mantello.
Difetti di appiombo [modifica]
Gli appiombi sono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo.
Gli appiombi corretti sono importanti per l'attività lavorativa del cavallo. È importante che gli arti ed i piedi si trovino in ottimo stato. Una viziata conformazione degli arti può contribuire allo sviluppo di zoppicature o esserne la causa diretta.
Sempre dare la massima importanza ad una buona conformazione. Una cattiva conformazione, anche se ereditaria, predispone a malattie come la navicolite, spavenio, fissazione superiore della rotula ecc.
Appiombi arti Anteriori [modifica]
Base stretta (chiuso davanti) [modifica]
Si trova più facilmente in cavalli a petto largo, con muscoli pettorali ben sviluppati. Può essere accompagnato da CAGNOLISMO o MANCINISMO. Il cavallo carica più peso sulla parete esterna dello zoccolo. Conseguenze: mollette articolari del nodello, formelle laterali del pastorale, ossificazione della cartilagine alare laterale.
Base larga (aperto davanti) [modifica]
Cavalli a petto stretto. Spesso accompagnato a mancinismo. Causa attinture. Il cavallo carica più peso sulla parete interna dell'arto e della parete dello zoccolo. Conseguenze: idrartrosi del nodello, periartrite mediale pastoro-coronale, ossificazione della cartilagine alare mediale.
Cagnuolismo (difetto congenito) [modifica]
Nel puledro può essere corretto da un appropriato pareggio dei piedi e giovani cavalli possono essere ferrati con sistema correttivo. Tendenza a falciare (buttare in fuori l'arto dal ginocchio in giù). Il piede si stacca dal terreno facendo perno esternamente alla punta e atterra sempre sul lato esterno del piede.
Mancinismo [modifica]
In genere è congenito. Può essere controllato e parzialmente corretto a mezzo di pareggiature e ferrature adeguate. Causa attinture all'arto opposto.
Ginocchio da montone [modifica]
La parte sotto del ginocchio è curvata in avanti.
Ginocchio arcato [modifica]
L'arto non è diritto ma presenta una leggera arcatura dal ginocchio in giù.
Ginocchio valgo o di bue [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si apre.
Ginocchio varo [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si chiude.
Sotto di sè anteriormente [modifica]
Questa condizione può essere provocata da qualche malattia è un sovraccarico degli arti inferiori e una limitazione della fase anteriore del passo con sovraccarico dell'arto opposto rimasto sul terreno. Predispone all'incespamento in quanto il piede rasenta il terreno e predispone alla caduta.
Disteso anteriormente [modifica]
È opposto al "sotto di sè anteriormente". È comune in alcune lesioni come la malattia navicolare bilaterale.
Appiombi arti Posteriori [modifica]
Base stretta (chiuso dietro) [modifica]
È più evidente in cavalli pesantemente muscolati. C'è un eccesso di sollecitazioni sulla parete laterale esterna dell'arto.
Base larga (aperto dietro) [modifica]
Raro nell'arto posteriore. Associato normalmente al garretto vaccino (abbastanza comune) porta alla formazione di spavenio osseo.
Troppo dritto [modifica]
Porta alla formazione di spavenio osseo.
Sotto di sè posteriormente [modifica]
Visto di lato, l'intero arto è situato troppo in avanti oppure sono presenti i GARRETTI A FALCE. Logorio dei legamenti.
Disteso posteriore [modifica]
L'arto intero appare spostato all'indietro. Questa condizione si trova associata a pastorale posteriore dritto.
La ferratura [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Pareggio e ferratura.
Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di gestione tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento delle strutture dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo senza che si verifichi una eccessiva usura o eccessiva crescita. Per cenni sull'anatomia, la nomenclatura e il meccanismo dello zoccolo vedi la relativa voce.
L'alimentazione [modifica]
Cavalli sul monte Bianditz, Navarra, Spagna.
Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore.
I denti [modifica]
Un cavallo adulto ha da 36 a 44 denti. Tutti hanno, normalmente, 6 incisivi inferiori e 6 superiori, 3 sul lato destro e 3 sul lato sinistro, che si chiamano - dal centrale al laterale - picozzo, mediano e cantone. I maschi hanno anche 4 canini, detti scaglioni, 2 superiori e 2 inferiori. Anche un numero limitato di femmine (ca. il 10%) ha uno o più scaglioni, e per questo vengono dette scaglionate. Poi vi sono i premolari ed i molari, che in inglese si chiamano cheek teeth - denti delle guance - che sono, praticamente, tutti uguali. I premolari, di solito, sono 3 per lato, sia sulle arcate inferiori che sulle superiori, ed altrettanti sono i molari. Quindi 24 in tutto. Ma a questi vanno aggiunti, in oltre metà della popolazione equina, da uno a quattro primi veri premolari (PMI), che sono di dimensioni molto più ridotte, e che vengono chiamati denti denti di lupo o lupini. La moderna nomenclatura dei denti del cavallo, si basa sulla loro numerazione che vuole la bocca vista di fronte, divisa in 4 quadranti, che parte dal 1° picozzo superiore destro (101) fino all'ultimo molare inferiore sinistro (411) secondo lo schema qui illustrato.
L'apparato digerente [modifica]
La particolarità dell’apparato digerente del cavallo è il fermentatore, ossia l’intestino cieco. Qui risiede una popolazione microbica numerosissima costituita da centinaia di specie batteriche e migliaia di sottospecie. Proprio in questa parte di intestino vengono digerite sostanze altrimenti inutilizzabili, viene prodotta energia e si formano principi nutritivi essenziali. La prima digestione avviene in bocca, dove il cavallo masticando forma il bolo che viene successivamente confluito nello stomaco. Lo stomaco del cavallo è molto piccolo rispetto alla mole dell’animale, contiene circa 10/12 lt. Per questo nello stomaco viene digerita solo l’ultima parte della razione. Pertanto una corretta successione nella somministrazione degli alimenti e’ fondamentale per completare una digestione gastrica efficiente, quindi i cereali devono essere somministrati dopo il fieno e lontano dalle abbeverate, perché sia l’acqua che il fieno spingerebbero i concentrati nell’intestino prima di aver finito la digestione gastrica. A questo punto il cibo passa nell’intestino tenue, con capacita’ di circa 64 lt, qui vengono ulteriormente digeriti i cibi concentrati (orzo, avena, mais etc) con produzione di aminoacidi, zuccheri semplici e acidi grassi. Dopodiché si passa al grosso intestino (120/140 lt), dove risiede il fermentatore. Qui vengono digerite sostanze più complesse come cellulosa, emicellulosa ect. E, molto importante, si ha la produzione di vitamine del gruppo B.
Gli alimenti [modifica]
I Foraggi [modifica]
Le piante foraggere, che siano utilizzate come erbe, semi o radici, appartengono tutte alle angiosperme. Le possiamo suddividere in tre grandi categorie: le Graminacee, le Leguminose e le Altre Famiglie Botaniche di foraggere.
Graminacee: in linea di massima quasi tutte le graminacee dei prati naturali possono essere considerate valide foraggere per i cavalli, ad esclusione di quelle troppo ricche di pelosità o ariste pungenti. La condizione di validità nutritive è proporzionale alla quantità delle foglie (dove c'è la concentrazione maggiore dei principi nutritive) rispetto agli steli.
Le graminacee da pascolo più importanti per il cavallo sono: Gramigna, Orzo selvatico, Orzo, Logliarella, Erba dei Fossi, Paleo, Paleino odoroso, Panico selvatico, Forasacchi, Avena maggiore, Avena sativa, Festuca dei prati, Segale, Miglio, Grano, Frumento.
Leguminose: Importantissime per l'elevato contenuto in sostanze azotate. Difetti più comuni sono la facile frantumabilità delle foglie dopo l'essiccamento e l'elevata concentrazione in calcio con squilibrio rispetto al fosforo.
Le leguminose più note sono: Trifoglio, Erba medica, Fieno maremmano, Lupinella, Sulla, Meliloto, Fava, Soia, Carruba.
Altre Famiglie Botaniche: Carota, Lattuga, Radicchio selvatico, Tarassaco, Grano saraceno, Barbabietola.
I mangimi semplici [modifica]
I mangimi semplici sono alimenti che contengono abbondanti quantità di energia e di principi nutritivi concentrati in piccolo volume ed in poco peso. Di norma sono semi o sottoprodotti della loro lavorazione. Hanno scarsa presenza di fibra grezza, elevata concentrazione di proteine, alta digeribilità, buon contenuto di sali minerali e vitamine, facile conservazione nel tempo e in piccolo spazio.
I più importanti mangimi semplici per il cavallo sono:
Avena: ottimo per le proprietà stimolanti del tono muscolare, ma gli eccessi comportano stati di acidosi.. Di maggiore valore nutritivo risulta il seme schiacciato (fiocco d'avena).
Carruba: ottimo coadiuvante nel surmenage fisico, molto adatto per i puledri e per i cavalli in attività sportiva in dosi non superiori ai 200 gr. Al giorno.
Fave: le farine di semi di fave o i semi frantumati e schiacciati possono sostituire parzialmente l'avena nella fase di accrescimento. Rende lucido il pelo, aumenta la resistenza alla fatica. Gli abusi possono indurre costipazioni intestinali.
Frumento: Va impiegato con moderazione e macinato non troppo finemente, per il senso di sazietà che determina e per evitare l'impastamento del tratto gastro-enterico.
Granoturco: può essere impiegato in sostituzione dell'avena in quote non superiori ad 1 Kg. per capo al giorno sottoforma di pannello e di 1/4 della razione di avena sottoforma di semi schiacciati (fiocchi).
Orzo: buon alimento, da un lato favorisce lo stato generale di nutrizione, dall'altro tende a deprimere leggermente il rendimento dinamico. E' consigliato schiacciato o frantumato in dosi non superiori mai ai 25-30 % del valore nutritivo della razione.
Soia: ottimo integratore proteico.
Lievito di Birra: stimola l'appetito, buon apportatore di proteine. Le dosi massime sono di circa 30 gr. o poco più.
Malto: può essere a volte impiegato in sostituzione parziale dell'avena.
Gli integratori alimentari [modifica]
Per integratori alimentari si intendono sostanze contenenti uno o più principi nutritivi. La loro funzione è quella di fornire alla razione alimentare le quantità mancanti di vitamine e sali minerali. Possono avere azione farmacologia, antiparassitaria, auxinica, appetibilizzante, protettiva ecc.
I mangimi composti e speciali [modifica]
Sono denominati "Mangimi Composti Bilanciati" le miscele di prodotti naturali di origine vegetale ed animale, opportunamente formulate ed integrate in funzione della specie animale cui vengono destinate. Quando questi mangimi vengono tecnicamente manipolati rendendoli in strutture granulate, pellettate, formellate ecc., assumono la denominazione di "Mangimi Composti Bilanciati Speciali".
Regole di alimentazione [modifica]
Abbeverare sempre prima dei pasti;
Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;
Nella stalla si può spargere un po' di sale oppure attaccare sul muro un blocco sempre di sale
Le cause del dimagrimento [modifica]
Mancanza di cibo totale o parziale dovuta a problemi ai denti, alle zampe, cattiva qualità di cibo
Stress
Diminuzioni stagionali di elementi nutritivi nei foraggi
Convalescenze
Cattivo assorbimento, diarrea cronica
Carenze proteiche
Parassitosi intestinali ed ectoparassiti (Pidocchi, zecche)
Malattie croniche (enfisema)
Malattie al fegato, pancreas, rene, cuore
Gravidanza, allattamento
Tumori
Vecchiaia
Riproduzione [modifica]
Benché sia il maschio sia la femmina del cavallo raggiungano la maturità sessuale all'età di circa due anni, in allevamento raramente vengono fatti riprodurre prima dei tre. Al termine della gestazione, che dura 11 mesi, nasce generalmente un solo puledro; è diffusa la fecondazione assistita nei trottatori mentre non è permessa nelle razze da galoppo. Generalmente i maschi non destinati alla riproduzione vengono castrati al fine di ottenere un animale più tranquillo per la monta, mentre vengono sterilizzati con la sola resezione dei dotti deferenti i maschi destinati al ruolo di "stallone ruffiano" cioè per accertarsi che la femmina sia davvero disposta all'accoppiamento onde evitare rifiuti con possibile danneggiamento allo stallone riproduttore. La longevità arriva e supera abbastanza facilmente i 40 anni[5] anche se la vita media dei cavalli in Italia si aggira tra i 25 e i 30 anni sia perché logori dal carico di lavoro impostogli, sia per la progressione della razza che rende controproducente tenere a lungo animali da reddito.
Punteggio alla condizione fisica [modifica]
1.Estremamente emaciato: totale assenza di grasso, colonna vertebrale visibile, pochissima muscolatura presente sulle ossa, anch'esse visibili.
2.Emaciato: poco grasso, poca muscolatura, ossa prominenti
3.Magro: costole visibili chiaramente, l'inizio della coda si vede, ma non si vedono le vertebre, il grasso copre i processi trasversi e parte di quelli spinosi delle vertebre.
4.Moderatamente magro: costole appena visibili, linea dorsale visibile come una leggera cresta
5.Moderato: le costole si sentono ma non si vedono, linea dorsale dritta
6.Moderatamente carnoso: grasso presente sulle costole e attorno all'origine della coda, la linea dorsale è dritta o incavata
7.Carnoso: piega dorsale definita, costole ricoperte da grasso ma ognuna può essere palpata, grasso su collo e groppa.
8.Grasso: linea dorsale incavata, collo spesso, grasso lungo il garrese, dietro le spalle e all'interno delle cosce.
9.Troppo grasso: linea dorsale molto incavata, grasso sporgente su collo, groppa, cosce, spalle, intorno alla coda.
Il punteggio ideale, in riferimento alle razze da sella, è:
4: per un cavallo sportivo; 5: per un puledro in crescita; 6: per un soggetto in riproduzione. 7: per un pony da scuola.
Scuderizzazione [modifica]
Per quanto riguarda l'alloggiamento del cavallo, il box è necessario: d'inverno e d'estate garantisce una temperatura moderata, anche se è responsabilità umana fare in modo che questa non crei problemi all'animale. Non è necessario però tenere il cavallo rinchiuso tutto il giorno: esiste infatti una terza sistemazione, e cioè lasciarlo libero al pascolo, o paddock. Questa è un'alternativa comoda anche per quanto riguarda l'alimentazione, perché il cavallo sa perfettamente regolarsi sulle quantità e preferisce consumare più pasti al giorno, piccoli e continui. Inoltre ha la possibilità di fare più movimento e di stare con i suoi simili. Per contro, però, il cavallo è anche più soggetto a parassiti e malattie che in un box certamente non contrarrebbe. Va semplicemente seguito di più. Un altro svantaggio è che, spesso, ci si dimentica di farlo muovere proprio perché si pensa che da solo il cavallo si sfoghi abbastanza. In realtà non è propriamente così, e per quanto possa galoppare il lavoro con l'uomo è indispensabile e contribuisce alla formazione dell'esemplare. Inoltre bisognerebbe somministrargli l'acqua a mano, perché se dovesse ammalarsi con un abbeveratoio automatico non si capirebbe mai se il cavallo beve o meno, problema frequente anche nei box. Invece l'ideale sarebbe poter controllare, per assicurarsi che il cavallo non rischi la disidratazione (possibile anche in inverno). La normativa in vigore consiglia di mantenere i cavalli all'aperto o, in caso di necessità alla stabulazione, di consentire la fruizione quotidiana di un paddock compatibile con le caratteristiche morfologiche dell'animale[6].
Finimenti [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Finimenti.
Nel corso del rapporto millenario fra uomo e cavallo, si è assistito ad una contemporanea evoluzione della bardatura del cavallo. L'ideazione dell'imboccatura, favorita dalla particolare anatomia della dentatura del cavallo, sembra essere contemporanea alla domesticazione. Molto posteriore l'invenzione della sella, ulteriormente migliorata dalla scoperta della staffa; altrettanto importante, per l'uso del cavallo da traino, l'invenzione del collare rigido. Ancora posteriore l'uso della ferratura, attribuita a popolazioni nordeuropee in epoca medioevale.
Addestramento [modifica]
Per approfondire, vedi la voce doma gentile.
Amazonomachia Louvre Rappresenta Cavalli.
Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche ("monte da lavoro" maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi. La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha avuto origine dalle Scuole di Equitazione dei famosi cavallerizzi italiani, primo fra tutti Giovan Battista Pignatelli. In ambito sportivo la vera e moderna rivoluzione è stato il "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federico Caprilli. Venne così chiamato dallo stesso Caprilli, che per metterlo a punto studiò e capì il modo in cui assecondare sia i movimenti del cavallo che rispettarne la sua indole generosa e collaborativa; il metodo ha tanto successo che ancora oggi i risultati migliori nell'equitazione sportiva (salto ostacoli e completo) li ottengono i cavalieri che si attengono a questi dettami.
Le diverse tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni di Senofonte, intellettuale di scuola socratica e generale greco del IV secolo a.C., autore del celeberrimo trattato Sull'equitazione (Ἱππαρχικὸς ἢ περὶ ἱππικῆς).
Le tecniche di addestramento attuali, come la cosiddetta doma gentile, hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto ai metodi tradizionali e meno rispettosi nei confronti del cavallo. Per questa ragione stanno venendo apprezzate con sempre maggiore interesse.
Spettacolo [modifica]
Un uso marginale, ma ancora attuale, del cavallo è quello spettacolare, in particolare in ambito circense; la Spagna, patria dell'Alta Scuola, ospita inaspettatamente un uso spettacolare del cavallo estremamente cruento, in una delle fasi della corrida.
Altre nazioni come la Francia con il CADRE NOIR di Saumur e l'Austria con la Scuola Spagnola di Vienna hanno una grande tradizione di "Alta Scuola".
Rappresentazione dipinto di Cavalli di Georges Seurat.
Cavalli di Edouard Manet.
Ippoterapia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce ippoterapia.
Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o riabilitazione equestre, consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione per le persone diversamente abili.
La carne [modifica]
La macellazione dei cavalli è vietata in alcuni stati. Molti amanti dei cavalli sono contrari alla macellazione di questi animali, infatti attuano molte proteste. Ma non hanno avuto molti risultati in Italia, dato che il cavallo è considerato un animale da reddito e quindi la sua macellazione è lecita nonostante le molte proposte di legge tendenti a modificare tale ordinamento.
La carne di cavallo, il cui consumo è vietato dalla religione ebraica, è di rapido deterioramento specie in paesi caldi (da qui forse l'origine del veto ebraico) ed è stata protagonista di diversi tabù nella storia. Nel Medioevo i papi Zaccaria I e Gregorio III ne proibirono il consumo assieme a quella del castoro. Il sapore è a metà tra quella di bovino e della selvaggina. Si adatta alla preparazione di piatti in umido, stracotti e insaccati. Povera di grassi e ricca di ferro, viene prescritta a soggetti anemici. I pochi grassi sono per il 70% insaturi, quindi apportano colestorolo come la carne di pollo (cioè pochissimo) ma al contrario delle carni bianche ha molto ferro. La carne si può considerare migliore di quella del bovino come apporto nutritivo. Viene apprezzata in Francia e Giappone. In Italia, è consumata nel Veneto, dove entra come ingrediente base della tipica pastissada, in Lombardia soprattutto in provincia di Mantova, in Puglia, Emilia-Romagna, Sicilia, e in alcune zone della Sardegna.
Cavallo domestico
Cavallo
Classificazione scientifica
Dominio
Eukaryota
Regno
Animalia
Sottoregno
Eumetazoa
Superphylum
Deuterostomia
Phylum
Chordata
Subphylum
Vertebrata
Infraphylum
Gnathostomata
Superclasse
Tetrapoda
Classe
Mammalia
Sottoclasse
Theria
Infraclasse
Placentalia
Ordine
Perissodactyla
Sottordine
Hyppomorpha
Famiglia
Equidae
Genere
Equus
Specie
E. caballus
Nomenclatura binomiale
Equus caballus
Linnaeus, 1758
Il cavallo (Equus caballus Linneo 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.[1]. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d'affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.
Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.
I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti puro sangue). Il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner...).Il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);
Indice
[nascondi] 1 Origini e storia
2 Le razze 2.1 Altre razze
3 Rapporti estetici-funzionali 3.1 Conformazione esterna e struttura
3.2 La testa
3.3 Taglio, liscio o bevente
3.4 I mantelli
3.5 Difetti di appiombo 3.5.1 Appiombi arti Anteriori 3.5.1.1 Base stretta (chiuso davanti)
3.5.1.2 Base larga (aperto davanti)
3.5.1.3 Cagnuolismo (difetto congenito)
3.5.1.4 Mancinismo
3.5.1.5 Ginocchio da montone
3.5.1.6 Ginocchio arcato
3.5.1.7 Ginocchio valgo o di bue
3.5.1.8 Ginocchio varo
3.5.1.9 Sotto di sè anteriormente
3.5.1.10 Disteso anteriormente
3.5.2 Appiombi arti Posteriori 3.5.2.1 Base stretta (chiuso dietro)
3.5.2.2 Base larga (aperto dietro)
3.5.2.3 Troppo dritto
3.5.2.4 Sotto di sè posteriormente
3.5.2.5 Disteso posteriore
4 La ferratura
5 L'alimentazione 5.1 I denti
5.2 L'apparato digerente
5.3 Gli alimenti 5.3.1 I Foraggi
5.3.2 I mangimi semplici
5.3.3 Gli integratori alimentari
5.3.4 I mangimi composti e speciali
5.4 Regole di alimentazione 5.4.1 Le cause del dimagrimento
6 Riproduzione
7 Punteggio alla condizione fisica
8 Scuderizzazione
9 Finimenti
10 Addestramento
11 Spettacolo
12 Ippoterapia
13 La carne
14 Cavalli famosi 14.1 Cavalli immaginari
14.2 Cavalli storici
14.3 Cavalli da corsa
15 Note
16 Voci correlate
17 Altri progetti
18 Collegamenti esterni
Origini e storia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Evoluzione del cavallo.
I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti. Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era il Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.
In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.
Cavalli in gruppo.
Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori di stirpe mongola, che in seguito daranno vita all'Impero mongolo proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.[2]
Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Srednij Stog fiorente in Ucraina.[3]
Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.
Le razze [modifica]
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Per approfondire, vedi la voce Lista di razze equine.
Cavallo islandese
La razza più conosciuta è lo Shire: forte, resistente, docile. Molto precoce, può essere messo al lavoro già a tre anni.
Mantello: il colore più diffuso è il morello (nero) ma ci sono anche baio e grigio. Gli stalloni non possono essere sauri e roani, quest'ultimo colore è invece ammesso per femmine e castroni. Sono presenti in quasi tutti gli esemplari di questa razza grandi balzane e una lista larga. Dal ginocchio scendono dei lunghi e abbondanti ciuffi di pelo.
Altezza al garrese e peso: l'altezza si aggira fra il 1,65-1,80 m. ma si è arrivati anche ai 2,20 m. col "cavallo di Sampson", che detiene tuttora il guinnes dei primati come cavallo più alto di tutti i tempi.
Cavalli purosangue: esistono cinque razze di tipo purosangue: l'Arabo, il Purosangue Inglese, l'Anglo-Arabo Francese, il Berbero e l'Akhal-Tekè. Una delle razze più conosciute è il cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questa razza. Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua notevole resistenza, anche se di piccola taglia. Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il Purosangue inglese. Nella sua genealogia ci sono appunto tre stalloni orientali: Byerley Turk, Darley Arabian e Godolphin Barb, con essi inizia la vera e propia storia del Purosangue. Questo cavallo è in assoluto quello che riesce ad esprimere le più alte velocità in corsa ed è anch'esso usato come miglioratore. Si dimostra inoltre un buon atleta anche nel salto agli ostacoli.
Altre razze [modifica]
Altra razza molto importante è l'Andaluso,chiamato anche cavallo spagnolo, da non confondere però con il "Pura Raza Española". Direttamente derivato dall'arabo e dal berbero, è stato un grande colonizzatore giacché fu portato in ogni parte del mondo dai conquistadores spagnoli, ed in particolar modo nelle Americhe, dove ha come discendenti il criollo, il Paso Peruviano, i mustang e via via dopo incroci vari il Quarter Horse, l'Appaloosa, il Paint horse, usati soprattutto nella monta americana.
Rapporti estetici-funzionali [modifica]
Frisone
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Conformazione esterna e struttura [modifica]
La conformazione esterna del cavallo è un elemento di valutazione e di classificazione per l'uso specifico di lavoro o attività sportiva. Le forme del cavallo sono valutate in base alle varie regioni esterne e devono essere proporzionate in base alla morfologia della razza presa in esame.[4]
Conformazione esterna e struttura del cavallo.
Dettagli: (1) regione brachiocefalica; (2) scapola; (3) garrese; (4) dorso; (5) regione lombare; (6) groppa; (7) punta dell'anca; (8) anca; (9) natica; (10) coda; (11) coscia; (12) addome; (13) regione delle cinghie; (14) costato; (15) braccio; (16) petto; (17) punta della spalla; (18) regione sottoioidea
La testa [modifica]
La testa del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze bianche che possono essere classificabili in:
La stella è una piccola macchia bianca a forma di rombo e ben definita sulla fronte del cavallo
Il fiore è una piccola macchia bianca non ben definita sulla fronte del cavallo
La lista è una lunga striscia bianca e stretta che, solitamente, parte dal ciuffo e arriva al naso ma può essere anche interrotta e, in questo caso, prende il nome di lista interrotta, oppure larga che prende il nome di Stella prolungata
La lista in bevente è uguale alla lista ma si prolunga fino alla bocca e può cadere di lato
Il taglio: piccola macchia bianca in mezzo alle narici del cavallo;un po' più sopra della bocca.Contorni solitamente ben definiti e abbastanza visibili.
La striscia: lunga e stretta striscia bianca che parte dal ciuffo e va a finire un po' sopra la bocca.Contorno abbastanza definiti.
Taglio, liscio o bevente [modifica]
È una macchia bianca sul naso chiamata anche infarinatura se comprende tutto il naso. Essa è tipica dei cavalli islandesi.
Bella faccia è una macchia bianca che comprende tutto il muso e, spesso, uno o entrambi gli occhi che diventano azzurri.
La testa e il corpo del cavallo possono presentare anche dei remolini ovvero dei punti in cui il pelo cambia direzione e possono essere classificabili in:
Remolino semplice che si dirama intorno ad un punto centrale e sembra un piccolo vortice;
Remolino spigato è una linea centrale che separa un tratto di peli indirizzato verso l'alto e un tratto verso il basso;
Remolino sinuoso è un remolino la cui linea di separazione non è dritta ma a S mandando un ciuffo verso l'alto.
L'occhio, talvolta, può essere circondato da una sclera bianca e viene chiamato, in questo caso, "occhio umano". È tipico della razza americana appaloosa.
questo è quello che sono riuscita a trovare prendi le cose che ti servono e mettile insieme per fare il tema
Aggiunto 3 secondi più tardi:
I crini di cavallo maschio possono essere usati per gli archetti dei violini.
I mantelli [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Mantello (cavallo).
Il mantello (o manto) è il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Il suo colore e disegno è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti, ogni animale, anche se apparentemente sembra dello stesso colore, nel mantello ha caratteristiche e particolarità che servono per il suo riconoscimento. Alcune razze hanno mantelli caratteristici. A volte può risultare difficile determinare l'esatta classificazione di un mantello. Fenotipicamente possiamo suddividere i mantelli in:
Semplici: monocromatici
Composti: a due colori separati; a due colori mescolati; a tre colori mescolati
A due pelami: a componente bianca
I mantelli base sono:
Baio: Il baio presenta crini ed estremità nere e corpo marrone in tutte le sue gradazioni. Il baio, essendo il mantello ancestrale del cavallo (gene Agouti), è il più diffuso.
Morello: È un manto completamente nero che caratterizza alcune razze, come il Frisone e il Murgese; il morello (gene E) è dominante autosomico nei confronti del sauro (gene A).
Sauro: È marrone rossastro o color zenzero. Può variare dal marrone chiaro ai colori più scuri. La coda e la criniera sono spesso dello stesso colore del mantello.
Difetti di appiombo [modifica]
Gli appiombi sono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo.
Gli appiombi corretti sono importanti per l'attività lavorativa del cavallo. È importante che gli arti ed i piedi si trovino in ottimo stato. Una viziata conformazione degli arti può contribuire allo sviluppo di zoppicature o esserne la causa diretta.
Sempre dare la massima importanza ad una buona conformazione. Una cattiva conformazione, anche se ereditaria, predispone a malattie come la navicolite, spavenio, fissazione superiore della rotula ecc.
Appiombi arti Anteriori [modifica]
Base stretta (chiuso davanti) [modifica]
Si trova più facilmente in cavalli a petto largo, con muscoli pettorali ben sviluppati. Può essere accompagnato da CAGNOLISMO o MANCINISMO. Il cavallo carica più peso sulla parete esterna dello zoccolo. Conseguenze: mollette articolari del nodello, formelle laterali del pastorale, ossificazione della cartilagine alare laterale.
Base larga (aperto davanti) [modifica]
Cavalli a petto stretto. Spesso accompagnato a mancinismo. Causa attinture. Il cavallo carica più peso sulla parete interna dell'arto e della parete dello zoccolo. Conseguenze: idrartrosi del nodello, periartrite mediale pastoro-coronale, ossificazione della cartilagine alare mediale.
Cagnuolismo (difetto congenito) [modifica]
Nel puledro può essere corretto da un appropriato pareggio dei piedi e giovani cavalli possono essere ferrati con sistema correttivo. Tendenza a falciare (buttare in fuori l'arto dal ginocchio in giù). Il piede si stacca dal terreno facendo perno esternamente alla punta e atterra sempre sul lato esterno del piede.
Mancinismo [modifica]
In genere è congenito. Può essere controllato e parzialmente corretto a mezzo di pareggiature e ferrature adeguate. Causa attinture all'arto opposto.
Ginocchio da montone [modifica]
La parte sotto del ginocchio è curvata in avanti.
Ginocchio arcato [modifica]
L'arto non è diritto ma presenta una leggera arcatura dal ginocchio in giù.
Ginocchio valgo o di bue [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si apre.
Ginocchio varo [modifica]
Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si chiude.
Sotto di sè anteriormente [modifica]
Questa condizione può essere provocata da qualche malattia è un sovraccarico degli arti inferiori e una limitazione della fase anteriore del passo con sovraccarico dell'arto opposto rimasto sul terreno. Predispone all'incespamento in quanto il piede rasenta il terreno e predispone alla caduta.
Disteso anteriormente [modifica]
È opposto al "sotto di sè anteriormente". È comune in alcune lesioni come la malattia navicolare bilaterale.
Appiombi arti Posteriori [modifica]
Base stretta (chiuso dietro) [modifica]
È più evidente in cavalli pesantemente muscolati. C'è un eccesso di sollecitazioni sulla parete laterale esterna dell'arto.
Base larga (aperto dietro) [modifica]
Raro nell'arto posteriore. Associato normalmente al garretto vaccino (abbastanza comune) porta alla formazione di spavenio osseo.
Troppo dritto [modifica]
Porta alla formazione di spavenio osseo.
Sotto di sè posteriormente [modifica]
Visto di lato, l'intero arto è situato troppo in avanti oppure sono presenti i GARRETTI A FALCE. Logorio dei legamenti.
Disteso posteriore [modifica]
L'arto intero appare spostato all'indietro. Questa condizione si trova associata a pastorale posteriore dritto.
La ferratura [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Pareggio e ferratura.
Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di gestione tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento delle strutture dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo senza che si verifichi una eccessiva usura o eccessiva crescita. Per cenni sull'anatomia, la nomenclatura e il meccanismo dello zoccolo vedi la relativa voce.
L'alimentazione [modifica]
Cavalli sul monte Bianditz, Navarra, Spagna.
Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore.
I denti [modifica]
Un cavallo adulto ha da 36 a 44 denti. Tutti hanno, normalmente, 6 incisivi inferiori e 6 superiori, 3 sul lato destro e 3 sul lato sinistro, che si chiamano - dal centrale al laterale - picozzo, mediano e cantone. I maschi hanno anche 4 canini, detti scaglioni, 2 superiori e 2 inferiori. Anche un numero limitato di femmine (ca. il 10%) ha uno o più scaglioni, e per questo vengono dette scaglionate. Poi vi sono i premolari ed i molari, che in inglese si chiamano cheek teeth - denti delle guance - che sono, praticamente, tutti uguali. I premolari, di solito, sono 3 per lato, sia sulle arcate inferiori che sulle superiori, ed altrettanti sono i molari. Quindi 24 in tutto. Ma a questi vanno aggiunti, in oltre metà della popolazione equina, da uno a quattro primi veri premolari (PMI), che sono di dimensioni molto più ridotte, e che vengono chiamati denti denti di lupo o lupini. La moderna nomenclatura dei denti del cavallo, si basa sulla loro numerazione che vuole la bocca vista di fronte, divisa in 4 quadranti, che parte dal 1° picozzo superiore destro (101) fino all'ultimo molare inferiore sinistro (411) secondo lo schema qui illustrato.
L'apparato digerente [modifica]
La particolarità dell’apparato digerente del cavallo è il fermentatore, ossia l’intestino cieco. Qui risiede una popolazione microbica numerosissima costituita da centinaia di specie batteriche e migliaia di sottospecie. Proprio in questa parte di intestino vengono digerite sostanze altrimenti inutilizzabili, viene prodotta energia e si formano principi nutritivi essenziali. La prima digestione avviene in bocca, dove il cavallo masticando forma il bolo che viene successivamente confluito nello stomaco. Lo stomaco del cavallo è molto piccolo rispetto alla mole dell’animale, contiene circa 10/12 lt. Per questo nello stomaco viene digerita solo l’ultima parte della razione. Pertanto una corretta successione nella somministrazione degli alimenti e’ fondamentale per completare una digestione gastrica efficiente, quindi i cereali devono essere somministrati dopo il fieno e lontano dalle abbeverate, perché sia l’acqua che il fieno spingerebbero i concentrati nell’intestino prima di aver finito la digestione gastrica. A questo punto il cibo passa nell’intestino tenue, con capacita’ di circa 64 lt, qui vengono ulteriormente digeriti i cibi concentrati (orzo, avena, mais etc) con produzione di aminoacidi, zuccheri semplici e acidi grassi. Dopodiché si passa al grosso intestino (120/140 lt), dove risiede il fermentatore. Qui vengono digerite sostanze più complesse come cellulosa, emicellulosa ect. E, molto importante, si ha la produzione di vitamine del gruppo B.
Gli alimenti [modifica]
I Foraggi [modifica]
Le piante foraggere, che siano utilizzate come erbe, semi o radici, appartengono tutte alle angiosperme. Le possiamo suddividere in tre grandi categorie: le Graminacee, le Leguminose e le Altre Famiglie Botaniche di foraggere.
Graminacee: in linea di massima quasi tutte le graminacee dei prati naturali possono essere considerate valide foraggere per i cavalli, ad esclusione di quelle troppo ricche di pelosità o ariste pungenti. La condizione di validità nutritive è proporzionale alla quantità delle foglie (dove c'è la concentrazione maggiore dei principi nutritive) rispetto agli steli.
Le graminacee da pascolo più importanti per il cavallo sono: Gramigna, Orzo selvatico, Orzo, Logliarella, Erba dei Fossi, Paleo, Paleino odoroso, Panico selvatico, Forasacchi, Avena maggiore, Avena sativa, Festuca dei prati, Segale, Miglio, Grano, Frumento.
Leguminose: Importantissime per l'elevato contenuto in sostanze azotate. Difetti più comuni sono la facile frantumabilità delle foglie dopo l'essiccamento e l'elevata concentrazione in calcio con squilibrio rispetto al fosforo.
Le leguminose più note sono: Trifoglio, Erba medica, Fieno maremmano, Lupinella, Sulla, Meliloto, Fava, Soia, Carruba.
Altre Famiglie Botaniche: Carota, Lattuga, Radicchio selvatico, Tarassaco, Grano saraceno, Barbabietola.
I mangimi semplici [modifica]
I mangimi semplici sono alimenti che contengono abbondanti quantità di energia e di principi nutritivi concentrati in piccolo volume ed in poco peso. Di norma sono semi o sottoprodotti della loro lavorazione. Hanno scarsa presenza di fibra grezza, elevata concentrazione di proteine, alta digeribilità, buon contenuto di sali minerali e vitamine, facile conservazione nel tempo e in piccolo spazio.
I più importanti mangimi semplici per il cavallo sono:
Avena: ottimo per le proprietà stimolanti del tono muscolare, ma gli eccessi comportano stati di acidosi.. Di maggiore valore nutritivo risulta il seme schiacciato (fiocco d'avena).
Carruba: ottimo coadiuvante nel surmenage fisico, molto adatto per i puledri e per i cavalli in attività sportiva in dosi non superiori ai 200 gr. Al giorno.
Fave: le farine di semi di fave o i semi frantumati e schiacciati possono sostituire parzialmente l'avena nella fase di accrescimento. Rende lucido il pelo, aumenta la resistenza alla fatica. Gli abusi possono indurre costipazioni intestinali.
Frumento: Va impiegato con moderazione e macinato non troppo finemente, per il senso di sazietà che determina e per evitare l'impastamento del tratto gastro-enterico.
Granoturco: può essere impiegato in sostituzione dell'avena in quote non superiori ad 1 Kg. per capo al giorno sottoforma di pannello e di 1/4 della razione di avena sottoforma di semi schiacciati (fiocchi).
Orzo: buon alimento, da un lato favorisce lo stato generale di nutrizione, dall'altro tende a deprimere leggermente il rendimento dinamico. E' consigliato schiacciato o frantumato in dosi non superiori mai ai 25-30 % del valore nutritivo della razione.
Soia: ottimo integratore proteico.
Lievito di Birra: stimola l'appetito, buon apportatore di proteine. Le dosi massime sono di circa 30 gr. o poco più.
Malto: può essere a volte impiegato in sostituzione parziale dell'avena.
Gli integratori alimentari [modifica]
Per integratori alimentari si intendono sostanze contenenti uno o più principi nutritivi. La loro funzione è quella di fornire alla razione alimentare le quantità mancanti di vitamine e sali minerali. Possono avere azione farmacologia, antiparassitaria, auxinica, appetibilizzante, protettiva ecc.
I mangimi composti e speciali [modifica]
Sono denominati "Mangimi Composti Bilanciati" le miscele di prodotti naturali di origine vegetale ed animale, opportunamente formulate ed integrate in funzione della specie animale cui vengono destinate. Quando questi mangimi vengono tecnicamente manipolati rendendoli in strutture granulate, pellettate, formellate ecc., assumono la denominazione di "Mangimi Composti Bilanciati Speciali".
Regole di alimentazione [modifica]
Abbeverare sempre prima dei pasti;
Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;
Nella stalla si può spargere un po' di sale oppure attaccare sul muro un blocco sempre di sale
Le cause del dimagrimento [modifica]
Mancanza di cibo totale o parziale dovuta a problemi ai denti, alle zampe, cattiva qualità di cibo
Stress
Diminuzioni stagionali di elementi nutritivi nei foraggi
Convalescenze
Cattivo assorbimento, diarrea cronica
Carenze proteiche
Parassitosi intestinali ed ectoparassiti (Pidocchi, zecche)
Malattie croniche (enfisema)
Malattie al fegato, pancreas, rene, cuore
Gravidanza, allattamento
Tumori
Vecchiaia
Riproduzione [modifica]
Benché sia il maschio sia la femmina del cavallo raggiungano la maturità sessuale all'età di circa due anni, in allevamento raramente vengono fatti riprodurre prima dei tre. Al termine della gestazione, che dura 11 mesi, nasce generalmente un solo puledro; è diffusa la fecondazione assistita nei trottatori mentre non è permessa nelle razze da galoppo. Generalmente i maschi non destinati alla riproduzione vengono castrati al fine di ottenere un animale più tranquillo per la monta, mentre vengono sterilizzati con la sola resezione dei dotti deferenti i maschi destinati al ruolo di "stallone ruffiano" cioè per accertarsi che la femmina sia davvero disposta all'accoppiamento onde evitare rifiuti con possibile danneggiamento allo stallone riproduttore. La longevità arriva e supera abbastanza facilmente i 40 anni[5] anche se la vita media dei cavalli in Italia si aggira tra i 25 e i 30 anni sia perché logori dal carico di lavoro impostogli, sia per la progressione della razza che rende controproducente tenere a lungo animali da reddito.
Punteggio alla condizione fisica [modifica]
1.Estremamente emaciato: totale assenza di grasso, colonna vertebrale visibile, pochissima muscolatura presente sulle ossa, anch'esse visibili.
2.Emaciato: poco grasso, poca muscolatura, ossa prominenti
3.Magro: costole visibili chiaramente, l'inizio della coda si vede, ma non si vedono le vertebre, il grasso copre i processi trasversi e parte di quelli spinosi delle vertebre.
4.Moderatamente magro: costole appena visibili, linea dorsale visibile come una leggera cresta
5.Moderato: le costole si sentono ma non si vedono, linea dorsale dritta
6.Moderatamente carnoso: grasso presente sulle costole e attorno all'origine della coda, la linea dorsale è dritta o incavata
7.Carnoso: piega dorsale definita, costole ricoperte da grasso ma ognuna può essere palpata, grasso su collo e groppa.
8.Grasso: linea dorsale incavata, collo spesso, grasso lungo il garrese, dietro le spalle e all'interno delle cosce.
9.Troppo grasso: linea dorsale molto incavata, grasso sporgente su collo, groppa, cosce, spalle, intorno alla coda.
Il punteggio ideale, in riferimento alle razze da sella, è:
4: per un cavallo sportivo; 5: per un puledro in crescita; 6: per un soggetto in riproduzione. 7: per un pony da scuola.
Scuderizzazione [modifica]
Per quanto riguarda l'alloggiamento del cavallo, il box è necessario: d'inverno e d'estate garantisce una temperatura moderata, anche se è responsabilità umana fare in modo che questa non crei problemi all'animale. Non è necessario però tenere il cavallo rinchiuso tutto il giorno: esiste infatti una terza sistemazione, e cioè lasciarlo libero al pascolo, o paddock. Questa è un'alternativa comoda anche per quanto riguarda l'alimentazione, perché il cavallo sa perfettamente regolarsi sulle quantità e preferisce consumare più pasti al giorno, piccoli e continui. Inoltre ha la possibilità di fare più movimento e di stare con i suoi simili. Per contro, però, il cavallo è anche più soggetto a parassiti e malattie che in un box certamente non contrarrebbe. Va semplicemente seguito di più. Un altro svantaggio è che, spesso, ci si dimentica di farlo muovere proprio perché si pensa che da solo il cavallo si sfoghi abbastanza. In realtà non è propriamente così, e per quanto possa galoppare il lavoro con l'uomo è indispensabile e contribuisce alla formazione dell'esemplare. Inoltre bisognerebbe somministrargli l'acqua a mano, perché se dovesse ammalarsi con un abbeveratoio automatico non si capirebbe mai se il cavallo beve o meno, problema frequente anche nei box. Invece l'ideale sarebbe poter controllare, per assicurarsi che il cavallo non rischi la disidratazione (possibile anche in inverno). La normativa in vigore consiglia di mantenere i cavalli all'aperto o, in caso di necessità alla stabulazione, di consentire la fruizione quotidiana di un paddock compatibile con le caratteristiche morfologiche dell'animale[6].
Finimenti [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Finimenti.
Nel corso del rapporto millenario fra uomo e cavallo, si è assistito ad una contemporanea evoluzione della bardatura del cavallo. L'ideazione dell'imboccatura, favorita dalla particolare anatomia della dentatura del cavallo, sembra essere contemporanea alla domesticazione. Molto posteriore l'invenzione della sella, ulteriormente migliorata dalla scoperta della staffa; altrettanto importante, per l'uso del cavallo da traino, l'invenzione del collare rigido. Ancora posteriore l'uso della ferratura, attribuita a popolazioni nordeuropee in epoca medioevale.
Addestramento [modifica]
Per approfondire, vedi la voce doma gentile.
Amazonomachia Louvre Rappresenta Cavalli.
Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche ("monte da lavoro" maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi. La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha avuto origine dalle Scuole di Equitazione dei famosi cavallerizzi italiani, primo fra tutti Giovan Battista Pignatelli. In ambito sportivo la vera e moderna rivoluzione è stato il "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federico Caprilli. Venne così chiamato dallo stesso Caprilli, che per metterlo a punto studiò e capì il modo in cui assecondare sia i movimenti del cavallo che rispettarne la sua indole generosa e collaborativa; il metodo ha tanto successo che ancora oggi i risultati migliori nell'equitazione sportiva (salto ostacoli e completo) li ottengono i cavalieri che si attengono a questi dettami.
Le diverse tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni di Senofonte, intellettuale di scuola socratica e generale greco del IV secolo a.C., autore del celeberrimo trattato Sull'equitazione (Ἱππαρχικὸς ἢ περὶ ἱππικῆς).
Le tecniche di addestramento attuali, come la cosiddetta doma gentile, hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto ai metodi tradizionali e meno rispettosi nei confronti del cavallo. Per questa ragione stanno venendo apprezzate con sempre maggiore interesse.
Spettacolo [modifica]
Un uso marginale, ma ancora attuale, del cavallo è quello spettacolare, in particolare in ambito circense; la Spagna, patria dell'Alta Scuola, ospita inaspettatamente un uso spettacolare del cavallo estremamente cruento, in una delle fasi della corrida.
Altre nazioni come la Francia con il CADRE NOIR di Saumur e l'Austria con la Scuola Spagnola di Vienna hanno una grande tradizione di "Alta Scuola".
Rappresentazione dipinto di Cavalli di Georges Seurat.
Cavalli di Edouard Manet.
Ippoterapia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce ippoterapia.
Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o riabilitazione equestre, consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione per le persone diversamente abili.
La carne [modifica]
La macellazione dei cavalli è vietata in alcuni stati. Molti amanti dei cavalli sono contrari alla macellazione di questi animali, infatti attuano molte proteste. Ma non hanno avuto molti risultati in Italia, dato che il cavallo è considerato un animale da reddito e quindi la sua macellazione è lecita nonostante le molte proposte di legge tendenti a modificare tale ordinamento.
La carne di cavallo, il cui consumo è vietato dalla religione ebraica, è di rapido deterioramento specie in paesi caldi (da qui forse l'origine del veto ebraico) ed è stata protagonista di diversi tabù nella storia. Nel Medioevo i papi Zaccaria I e Gregorio III ne proibirono il consumo assieme a quella del castoro. Il sapore è a metà tra quella di bovino e della selvaggina. Si adatta alla preparazione di piatti in umido, stracotti e insaccati. Povera di grassi e ricca di ferro, viene prescritta a soggetti anemici. I pochi grassi sono per il 70% insaturi, quindi apportano colestorolo come la carne di pollo (cioè pochissimo) ma al contrario delle carni bianche ha molto ferro. La carne si può considerare migliore di quella del bovino come apporto nutritivo. Viene apprezzata in Francia e Giappone. In Italia, è consumata nel Veneto, dove entra come ingrediente base della tipica pastissada, in Lombardia soprattutto in provincia di Mantova, in Puglia, Emilia-Romagna, Sicilia, e in alcune zone della Sardegna.
Cavallo domestico
Cavallo
Classificazione scientifica
Dominio
Eukaryota
Regno
Animalia
Sottoregno
Eumetazoa
Superphylum
Deuterostomia
Phylum
Chordata
Subphylum
Vertebrata
Infraphylum
Gnathostomata
Superclasse
Tetrapoda
Classe
Mammalia
Sottoclasse
Theria
Infraclasse
Placentalia
Ordine
Perissodactyla
Sottordine
Hyppomorpha
Famiglia
Equidae
Genere
Equus
Specie
E. caballus
Nomenclatura binomiale
Equus caballus
Linnaeus, 1758
Il cavallo (Equus caballus Linneo 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.[1]. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d'affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.
Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.
I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti puro sangue). Il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner...).Il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);
Indice
[nascondi] 1 Origini e storia
2 Le razze 2.1 Altre razze
3 Rapporti estetici-funzionali 3.1 Conformazione esterna e struttura
3.2 La testa
3.3 Taglio, liscio o bevente
3.4 I mantelli
3.5 Difetti di appiombo 3.5.1 Appiombi arti Anteriori 3.5.1.1 Base stretta (chiuso davanti)
3.5.1.2 Base larga (aperto davanti)
3.5.1.3 Cagnuolismo (difetto congenito)
3.5.1.4 Mancinismo
3.5.1.5 Ginocchio da montone
3.5.1.6 Ginocchio arcato
3.5.1.7 Ginocchio valgo o di bue
3.5.1.8 Ginocchio varo
3.5.1.9 Sotto di sè anteriormente
3.5.1.10 Disteso anteriormente
3.5.2 Appiombi arti Posteriori 3.5.2.1 Base stretta (chiuso dietro)
3.5.2.2 Base larga (aperto dietro)
3.5.2.3 Troppo dritto
3.5.2.4 Sotto di sè posteriormente
3.5.2.5 Disteso posteriore
4 La ferratura
5 L'alimentazione 5.1 I denti
5.2 L'apparato digerente
5.3 Gli alimenti 5.3.1 I Foraggi
5.3.2 I mangimi semplici
5.3.3 Gli integratori alimentari
5.3.4 I mangimi composti e speciali
5.4 Regole di alimentazione 5.4.1 Le cause del dimagrimento
6 Riproduzione
7 Punteggio alla condizione fisica
8 Scuderizzazione
9 Finimenti
10 Addestramento
11 Spettacolo
12 Ippoterapia
13 La carne
14 Cavalli famosi 14.1 Cavalli immaginari
14.2 Cavalli storici
14.3 Cavalli da corsa
15 Note
16 Voci correlate
17 Altri progetti
18 Collegamenti esterni
Origini e storia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Evoluzione del cavallo.
I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti. Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era il Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.
In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.
Cavalli in gruppo.
Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori di stirpe mongola, che in seguito daranno vita all'Impero mongolo proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.[2]
Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Srednij Stog fiorente in Ucraina.[3]
Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.
Le razze [modifica]
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Per approfondire, vedi la voce Lista di razze equine.
Cavallo islandese
La razza più conosciuta è lo Shire: forte, resistente, docile. Molto precoce, può essere messo al lavoro già a tre anni.
Mantello: il colore più diffuso è il morello (nero) ma ci sono anche baio e grigio. Gli stalloni non possono essere sauri e roani, quest'ultimo colore è invece ammesso per femmine e castroni. Sono presenti in quasi tutti gli esemplari di questa razza grandi balzane e una lista larga. Dal ginocchio scendono dei lunghi e abbondanti ciuffi di pelo.
Altezza al garrese e peso: l'altezza si aggira fra il 1,65-1,80 m. ma si è arrivati anche ai 2,20 m. col "cavallo di Sampson", che detiene tuttora il guinnes dei primati come cavallo più alto di tutti i tempi.
Cavalli purosangue: esistono cinque razze di tipo purosangue: l'Arabo, il Purosangue Inglese, l'Anglo-Arabo Francese, il Berbero e l'Akhal-Tekè. Una delle razze più conosciute è il cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questa razza. Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua notevole resistenza, anche se di piccola taglia. Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il Purosangue inglese. Nella sua genealogia ci sono appunto tre stalloni orientali: Byerley Turk, Darley Arabian e Godolphin Barb, con essi inizia la vera e propia storia del Purosa
va bene qualsiasi animale/parente/cantante/attore
ma il tuo animale preferito qual'è?