Commento LA GIARA di Luigi Pirandello

KiraGabiHoran99
URGENTEEE!!!! perfavore datemi uno spunto per fare il Commento La Giara di Luigi Pirandello.

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marty1998ciao
La giara è una novella di Luigi Pirandello, composta nel 1906 e pubblicata nella raccolta Novelle per un anno nel 1917.

La storia ripercorre molti dei temi cari allo scrittore agrigentino, tra cui la molteplicità dei punti di vista, l'umorismo e l'ambiente siciliano.

Tutte caratteristiche queste che ritroviamo nella rielaborazione in dialetto agrigentino, operata da Pirandello, nell'ottobre del 1916, per un breve adattamento teatrale in un atto unico che fu rappresentato per la prima volta in Roma al Teatro Nazionale il 9 luglio del 1917 dalla Compagnia di Angelo Musco e successivamente, nella versione in lingua italiana, forse del 1925, sempre a Roma il 30 marzo del 1925.

Trama
Don Lolò Zirafa, il protagonista della vicenda, è ricco e taccagno. Vede nemici dappertutto che vogliono depredarlo della sua roba, ed essendo di carattere litigioso, non perde occasione di citare in giudizio i suoi presunti avversari spendendo una fortuna in liti e facendo spesso perdere la pazienza al suo consulente legale, che non vede l'ora di toglierselo di torno.

Dopo l'acquisto di una nuova enorme giara per conservare l'olio della nuova raccolta, accade un fatto strano: per ragioni misteriose, la giara viene infatti ritrovata perfettamente spaccata in due pezzi; fatto che fa montare Zirafa su tutte le furie.

La giara potrà comunque essere riparata da Zi' Dima, un artigiano del posto, il quale si vanta di avere inventato un mastice miracoloso. Zirafa, alquanto scettico, insiste comunque affinché Zi' Dima usi anche dei punti di fil di ferro per eseguire l'intervento e rendere più sicura la saldatura: il che offende ed innervosisce profondamente l'artigiano che ritiene che il suo prodigioso mastice sia più che sufficiente a fare un buon lavoro e che i meriti della sua invenzione siano sottovalutati.

In preda all'ira, Zi' Dima messosi all'interno della giara per eseguire più comodamente la riparazione, si distrae dimenticando che la giara ha un collo parecchio stretto. Il risultato sarà che resterà bloccato all'interno della grande giara.

Ne nasce subito un contrasto tra Zi' Dima, che vuole comunque essere pagato per la perfetta riparazione che ha eseguito e Zirafa, che si dichiara disposto a pagarlo ma che in cambio vuole essere risarcito poiché per liberarlo bisognerà rompere la giara.

Don Lolò paga il conciabrocche per il suo lavoro, non per senso di giustizia ma per non stare in torto di fronte alla legge ma, non sapendo come risolvere la situazione, si rivolge per l'ennesima volta al suo avvocato che gli consiglia di liberare Zi' Dima, altrimenti correrà il rischio di essere accusato di sequestro di persona.

Questo non piace affatto a Don Lolò Zirafa, che ritiene responsabile Zi' Dima del fatto che egli balordamente si è imprigionato da solo nella giara e che, una volta rotta per liberarlo, non sarà più possibile riparare.

Il cocciuto conciabrocche, a sua volta, si rifiuta di risarcirlo affermando che egli è entrato nella giara proprio per mettere i punti che don Lolò aveva preteso. Se si fosse fidato del suo mastice miracoloso ora avrebbe la giara come nuova e comunque, piuttosto che pagare egli preferisce restare dentro la giara; e lì infatti passerà tranquillamente e allegramente la notte, fra canti e balli dei contadini ai quali, servendosi proprio del denaro ricevuto da Don Lolò, ha offerto vino e cibarie.

In preda alla rabbia, per il danno e la beffa, Don Lolò Zirafa finisce per tirare un poderoso calcio alla giara che si rompe definitivamente e Zi' Dima, così involontariamente liberato, avrà partita vinta.

commento:
La giara è senza dubbio un capolavoro di umorismo lieto,quasi pittorico della terra siciliana.
La novella dai toni tragi-comici ci racconta il contrasto tra lo sciocco massaro don Lollo' ed il povero ZI' Dima.
Al primo che con la sua avidità non sa neppure godere dell'abbondanza dei beni di cui la natura lo colma, si contrappone la figura di Zi' Dima personaggio umile e costretto a subire le arroganze del padrone.
Ma questa volta il povero la spunta e prova "la gaiezza mala dei tristi" lui che triste lo avevano fatto diventare le circostanze suo malgrado.
Questo ad ulteriore dimostrzione dell'amara legge di vita per la quale chi è sopra comanda e chi è sotto si danna.
In definitiva la novella raffigura la vita di personaggi umili,ma dignitosissimi impegnati nalla lotta secolare contro ogni tipo di violenza fisica e morale.



Spero che vada bene ciao :hi
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