Chi mi puo continuare questo compito? grazie in anicipo
questa e la traccia:
parla del divario ogg esistente tra i paesi ricchi che possiedono la maggior parte delle risorse della terra ed i paesi poveri che hanno a lora disposizione poche risorse per cui vivono nella fame e le malattie e le cui popolazioni non godono dei diritti fondamentali. analizza il problema indicando le cause e i possibili interventi .
Questo e meta compito:
Ormai si parla sempre più spesso di divario tra nord e sud del mondo ma in pochi sanno le vere cause che lo hanno portato altrimenti si sarebbe già risolto perché è proprio colpa nostra, di noi Paesi ricchi, se continua a esistere questa realtà così tremenda!!
Forse non ci rendiamo conto che mentre noi siamo comodamente seduti in divano a guardare la tv e mangiare un bell'hamburger stracolmo di maionese, prosciutto e formaggi vari nel resto del mondo le persone muoiono di fame e passano le loro giornate sotto il sole cuocente a fabbricare le nostre tanto amate scarpe alla moda per guadagnarci cosa??
Noi penseremmo un bello stipendio invece no.
E' già tanto se ricevono qualcosina che non gli basta neanche per comprarsi qualcosa da mangiare!!
Tutto questo a un nome: sfruttamento di persone e manodopera a basso costo!
La maggior parte dei prodotti che compriamo sono stati fatti da aziende che hanno attuato una delocalizzazione.
Che cos'è??
L'azienda madre di un prodotto nei Paesi ricchi deve pagare un "alto" stipendio ai dipendenti, se invece trasferisce l'azienda in un Paese povero gli stipendi sono molto inferiori, quasi nulli e quindi ha dei "buoni" prodotti a prezzo bassissimo e ci guadagna molto di più!
parla del divario ogg esistente tra i paesi ricchi che possiedono la maggior parte delle risorse della terra ed i paesi poveri che hanno a lora disposizione poche risorse per cui vivono nella fame e le malattie e le cui popolazioni non godono dei diritti fondamentali. analizza il problema indicando le cause e i possibili interventi .
Questo e meta compito:
Ormai si parla sempre più spesso di divario tra nord e sud del mondo ma in pochi sanno le vere cause che lo hanno portato altrimenti si sarebbe già risolto perché è proprio colpa nostra, di noi Paesi ricchi, se continua a esistere questa realtà così tremenda!!
Forse non ci rendiamo conto che mentre noi siamo comodamente seduti in divano a guardare la tv e mangiare un bell'hamburger stracolmo di maionese, prosciutto e formaggi vari nel resto del mondo le persone muoiono di fame e passano le loro giornate sotto il sole cuocente a fabbricare le nostre tanto amate scarpe alla moda per guadagnarci cosa??
Noi penseremmo un bello stipendio invece no.
E' già tanto se ricevono qualcosina che non gli basta neanche per comprarsi qualcosa da mangiare!!
Tutto questo a un nome: sfruttamento di persone e manodopera a basso costo!
La maggior parte dei prodotti che compriamo sono stati fatti da aziende che hanno attuato una delocalizzazione.
Che cos'è??
L'azienda madre di un prodotto nei Paesi ricchi deve pagare un "alto" stipendio ai dipendenti, se invece trasferisce l'azienda in un Paese povero gli stipendi sono molto inferiori, quasi nulli e quindi ha dei "buoni" prodotti a prezzo bassissimo e ci guadagna molto di più!
Risposte
Guarda qui:
https://forum.skuola.net/italiano/chi-mi-puo-aiutare-in-questo-tema-95126.html
trovo tutto!!
Per qualsiasi cosa chiedimi pure
Evelyn
https://forum.skuola.net/italiano/chi-mi-puo-aiutare-in-questo-tema-95126.html
trovo tutto!!
Per qualsiasi cosa chiedimi pure
Evelyn
Eh? :D
scusa se ti chiedo troppo ma me li potresti mettere insieme senza schema
Fonte: http://mogent.altervista.org/3Edivario.htm
visitalo....è pieni di informazioni e spunti...prendi cinque righe di ogni paragrafo. ;)
La terra, oggi, nonostante il continuo aumento della popolazione , potrebbe produrre una quantità di alimenti sufficiente per sfamare tutti i suoi abitanti , ma milioni di persone patiscono la fame e molti muoiono per mancanza di cibo.
Le più rilevanti cause all’origine del problema “fame nel mondo” sono: la disomogenea distribuzione delle risorse, la siccità, l’esaurimento del terreno, l’abbandono dell’agricoltura e la cattiva pianificazione.
Distribuzione eterogenea delle risorse alimentari:alcuni paesi hanno risorse in abbondanza o, in ogni caso,i mezzi economici per procurarsele, mentre altri mancano sia di prodotti agricoli sia di mezzi economici per comprarli.Questo porta in molti casi a sprechi di alimenti:il costo dei trasporti e il calo dei prezzi a volte non rendono conveniente neppure la raccolta della produzione agricola.
Siccità:molte aree ai limiti dei deserti sono soggette a periodi di siccità anche prolungati, che fanno calare drasticamente la produzione agricola, insufficiente per sfamare tutta la popolazione.
Esaurimento del terreno per lo sfruttamento troppo intenso: in alcune regioni le aree vengono coltivate usando l’acqua presa da pozzi che, non più riforniti dalle piogge, si esauriscono in breve tempo lasciando il territorio deserto .In molte zone, la poca erba che riesce a crescere viene distrutta dal bestiame, lasciando il terreno nudo.
Abbandono dell’agricoltura:in parecchie zone del mondo i contadini lasciano la terra da cui non riescono più a ricavare il sufficiente sostentamento, anche perché le derrate alimentari importate (spesso proprio per dare aiuto alla popolazione affamata) provocano l’abbassamento dei prezzi ,rendendo il lavoro agricolo non più conveniente.Si ha quindi una migrazione verso le città alla ricerca di lavori più proficui e l’abbandono dell’attività agricola.
Cattiva pianificazione dell’agricoltura statale : in molte nazioni arretrate, a fianco di zone agricole rimaste a livello di sussistenza, sono state create vaste piantagioni con coltivazioni a monocoltura altamente meccanizzate destinate all’esportazione, che nella maggior parte dei casi sfruttano troppo il terreno, mentre non contribuiscono a soddisfare il fabbisogno locale.
IL SOTTOSVILUPPO
L’ INDICATORE DI SVILUPPO UMANO
Quando parliamo di sottosviluppo intendiamo riferirci a una condizione di povertà, di arretratezza e di miseria, talora estreme. Esiste il problema di quantificare il fenomeno attraverso dati precisi da confrontare tra loro.
Per avere una radiografia ampia delle condizioni sociali ed economiche di uno Stato dal 1990 il Programma per lo sviluppo dell’ ONU ( UNDP, United Nations Development Program ) ha elaborato un indicatore di sviluppo combinando tre dati:
- il livello di salute, rappresentate dalla speranza di vita alla nascita;
- il livello di istruzione, basato sul grado di alfabetizzazione;
- il livello di reddito, calcolato sul PIL ( Prodotto Interno Lordo ) pro capite.
I dati vengono elaborati in un unico indicatore, l’ ISU , rappresentato da un numero, in base al quale si può redigere una classifica tra :
Paesi a sviluppo umano molto elevato ( ISU superiore a 0,900)
Paesi a sviluppo umano medio-alto, (ISU da 0,899 a 0,750 )
Paesi a sviluppo umano medio-basso, (ISU da 0,749 a 0,331)
Paesi a sviluppo umano molto basso, ( ISU al di sotto di 0,331).
IL NORD E IL SUD DEL MONDO
Netto appare il contrasto tra un Nord del mondo dove si trovano i Paesi più industrializzati, con una popolazione che dispone di molte risorse e un Sud che, ad eccezione di Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica, vede crescere la popolazione molto più rapidamente delle risorse prodotte da un’economia spesso basata sull’agricoltura di sussistenza e sull’esportazione di materie prime.
Il legame tra Nord e Sud è costituito da un rapporto di subordinazione del Sud al Nord, che affonda le sue radici nel colonialismo e nei nuovi problemi posti dalla globalizzazione.
TERZO MONDO O PAESI DEL SOTTOSVILUPPO
Le espressioni Terzo Mondo e Quarto Mondo si diffusero negli anni 50 e 60 quando il sistema politico mondiale era diviso tra Paesi del blocco capitalista ( Primo mondo)e Paesi del blocco comunista ( Secondo mondo). L’espressione Terzo Mondo si intese riferita al blocco dei Paesi poveri e sottosviluppati. Si è cominciato poi ad usare anche l’espressione Quarto Mondo per indicare gli stati più poveri, situati per la maggior parte in Africa. Dopo la fine della Guerra Fredda e la caduta della maggior parte dei regimi comunisti, le espressioni che meglio classificano la situazione di contrasto tra sviluppo e sottosviluppo sono:
- Paesi sviluppati o ad economia avanzata (quelli industrializzati);
- Paesi emergenti (quelli che stanno vivendo una forte crescita economica e stanno superando la fase del sottosviluppo come la Cina, l’India);
- Paesi sottosviluppati (quelli ad economia arretrata come i Paesi del Centro-Africa, ecc…)
FAME, GUERRE E DEGRADO AMBIENTALE: IL CIRCOLO VIZIOSO DEL SOTTOSVILUPPO
Di fronte ai problemi del sottosviluppo e in particolare a quello della sottoalimentazione che colpisce quasi due terzi dell’umanità, vi è interdipendenza tra alcuni fenomeni che possono essere cosi schematizzati:
a) Insufficiente produzione alimentare: nei Paesi del sottosviluppo si pratica l’agricoltura di sussistenza e l’agricoltura speculativa di piantagione. Dalla prima si ottengono raccolti scarsi e irregolari, che, a causa di metodi rudimentali, tecniche arcaiche, mancanza di difese contro le malattie delle piante e degli animali, assenza di pratiche irrigue, non garantiscono un’alimentazione sufficiente.
Dall’agricoltura speculativa di piantagione praticata in grandi aziende gestite da latifondisti o da multinazionali si ricavano prodotti come cotone, tè, cacao caffè che vengono esportati con benefici economici non riguardanti le popolazioni indigene.
b) Ineguale distribuzione delle ricchezze: in questi Paesi domina il latifondo per cui le grandi proprietà terriere sono in mano a poche famiglie o a produttori internazionali, nel 1995 le multinazionali agricole controllavano il 60% del commercio mondiale di cereali.
c) Instabilità politica: in molti Paesi sottosviluppati, soprattutto africani, persiste una condizione di gravi lotte tra le diverse etnie che impediscono le normali attività produttive e generano drammatiche carestie.
d) Mancata industrializzazione: nei Paesi del sud del mondo lo sviluppo industriale è limitato dalle scarse attrezzature, dalla mancanza di infrastrutture, dalla cattiva conduzione dei mercati interni, dalla bassa conoscenza delle tecnologie.
IL PROBLEMA DELLA FAME
Per mantenersi in buona salute ed essere capace di svolgere un’attività produttiva costante, un uomo ha bisogno di un regime alimentare equilibrato sia nella quantità che nella varietà dei cibi.
Ma 900 milioni di persone, di cui 150 milioni di bambini sotto i 5 anni, soffrono per mancanza di cibo (fame quantitativa) e più di 2 miliardi soffrono di fame qualitativa (mancanza di varietà di cibo e quindi carenza di vitamine, minerali, proteine essenziali per uno sviluppo normale e resistenza alle malattie.
Pertanto più della metà della popolazione mondiale vive oggi in uno stato permanente di sottoalimentazione.
UN DISUGUALE LIVELLO D’ISTRUZIONE
Dal livello di istruzione e di scolarizzazione di un popolo dipendono sia la crescita tecnologica ed economica sia la comprensione degli eventi ed il conseguente comportamento dei singoli e della comunità.
Si nota una coincidenza tra le aree che registrano cattive condizioni sanitarie, povertà e malnutrizione e quelle in cui più alto è l’analfabetismo. L’analfabeta, quindi, non solo è incapace di leggere e scrivere, ma, di solito, è anche povero, affamato, malato e sfruttato. La media mondiale dell’analfabetismo è pari a circa il 23%. Il fenomeno è particolarmente diffuso tra le donne per le quali la disparità d’istruzione rispetto agli uomini è ancora forte in diversi Paesi. In Africa il 55% della popolazione femminile è analfabeta. L’istruzione è ancora un privilegio di poche, perché è estranea alle tradizioni sociali, ma anche perché sottrae la donna alle attività domestiche.
Per capire meglio questi fenomeni è opportuno esaminare la situazione socio-economica di alcuni paesi.
La situazione socio-economica dell’Africa mediterranea presenta una situazione socio-economica piuttosto complessa per la coesistenza di elementi contraddittori.
Da un lato abbiamo un basso tenore di vita dovuto alla mancanza di beni, una situazione sanitaria e culturale carente e un basso sviluppo industriale.
Dall’altro la ricchezza costituita dalle risorse del sottosuolo che ha portato valuta straniera creando forti squilibri economici, favorendo pochi ricchi e lasciando una grande fascia di abitanti molto poveri.
La situazione economica generale, sebbene carente, vede alcune nazioni di questa regione dirette sulla via dello sviluppo: lo sfruttamento adeguato delle risorse petrolifere potrà permettere a questi Paesi di migliorare il proprio tenore di vita.
Le risorse minerarie sono abbondanti in tutta l’Africa mediterranea. Il sottosuolo è ricco di giacimenti petroliferi e di gas naturale, che costituiscono la principale ricchezza della regione.Il petrolio si trova nell’interno, in pieno deserto; la Libia ne è la maggior produttrice ma si trovano giacimenti anche in Algeria e in Egitto.
Nonostante ciò l’apparato industriale è molto ridotto: prevalgono l’industria alimentare e quella tessile.
Lo sfruttamento delle risorse minerarie ha portato allo sviluppo di industrie chimiche, di impianti siderurgici e di raffinerie di petrolio.
In Africa Sub Sahariana la situazione è un po’ diversa.
La popolazione nonostante la situazione sanitaria carente, presenta un elevato incremento demografico naturale.La disponibilità di servizi sociali e di beni risulta inesistente per buona parte della popolazione.La mortalità infantile e il tasso di analfabetismo sono i più alti del mondo, mentre il PNL pro capite è minimo;ciò rileva una grave situazione di sottosviluppo ,che spinge gli abitanti a emigrare verso Paesi più ricchi.
L’Africa Sub Sahariana è una delle regioni più povere del mondo. I motivi sono vari : l’aridità del territorio,la carenza di risorse, il basso livello culturale,le carestie.La mancanza di mezzi , l’instabilità politica impediscono lo sviluppo industriale e rendono oggi impensabile un miglioramento del livello di vita della popolazione, che soffre in gran parte la fame. L’aridità del suolo non permette lo sviluppo dell’agricoltura che non risulta sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno, sebbene nel settore siano occupati quasi tre quarti della popolazione. Nei lunghi e frequenti periodi di siccità, la carestia provoca la morte di migliaia di persone.
In Africa Guineense la popolazione presenta un elevato incremento demografico naturale;la disponibilità di servizi e di beni risulta carente, soprattutto nelle zone interne lontane dalle metropoli costiere. Queste ultime riescono a trarre qualche beneficio dai rapporti costanti che mantengono con i Paesi occidentali.
La mortalità infantile e il tasso di analfabetismo sono elevatissimi, mentre il Prodotto nazionale lordo pro capite è generalmente irrilevante così il livello di vita risulta decisamente basso. Numerosi gruppi etnici, che comprendono varie popolazioni nere e alcuni bianchi rimasti. La popolazione nera distribuita in tutta la regione è giunta in tempi diversi dai territori interni del nord; sulla costa si sono stabiliti i colonizzatori europei. La situazione socioeconomica presenta un grado estremo di sottosviluppo. La presenza di risorse minerarie e il clima favorevole all’agricoltura potranno favorire il futuro sviluppo economico.
Anche l’intervento dei paesi più ricchi non ha portato il progresso auspicato: spesso le nazioni della Africa Guineense hanno ricevuto aiuto economici assistenziali anziché gli elementi base necessaria innescare un processo di sviluppo bilanciato e produttivo.
Come già nella regione guineense, anche nell’Africa Centrale la situazione attuale, di grave sottosviluppo, è in notevole contrasto con la potenzialità della zona.Fortunatamente la disponibilità di risorse nel sottosuolo e il clima favorevole all’agricoltura rappresentano una premessa per lo sviluppo futuro. Lo sviluppo industriale è quasi nullo a eccezione delle aziende sorte per l’estrazione delle ingentissime risorse minerarie e di qualche industria alimentare, tessile e per la lavorazione del tabacco. Nella Africa Centrale i servizi sono estremamente carenti. Le scuole e gli ospedali si trovano solo nelle città maggiori. Nella zona sono presenti società multinazionali che esportano i prodotti pregiati. I coloni hanno creato una discreta rete di comunicazione per il trasporto delle merci.
Una delle regioni dell’Africa più sottosviluppata è l’Africa Orientale.
La popolazione presenta un elevato incremento demografico nonostante l’alta mortalità dovuta alle cattive condizioni sanitarie, alle carestie e alle guerre. La situazione è grave soprattutto in Somalia dove la fame uccide in particolare vecchi e bambini e le condizioni di vita risultano inaccettabili. L’Africa Orientale è la zona più sottosviluppata della terra. La situazione continua a peggiorare: manca una qualunque programmazione agricole e industriale. I governi spendono più risorse per l’acquisto degli armamenti che per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni. L’incremento demografico accresce ulteriormente i problemi di quest’aria.In una situazione così compromessa persino una accresciuta disponibilità di denaro non sarebbe sufficiente a risolvere la crisi, poiché manca tutto: beni, servizi, prodotti per sfamare il popolo.La situazione dell’Africa Meridionale è relativamente migliore.
Le profonde tensioni sociali tra bianchi e neri stanno lentamente diminuendo con le elezioni avvenute nel 1994 nel nuovo Sud Africa democratico, che hanno portato al governo Nelson Mandela, il leader della popolazione di colore.
Ormai tutti hanno gli stesi diritti, tuttavia, non sarà facile far scomparire in breve tempo gli antichi odi tra razze e tribù diverse. Anche se queste nazioni posseggono notevoli ricchezze, i beni sono distribuiti in modo poco omogeneo e rimane grande differenza e tenori di vita tra i bianchi benestanti e i neri che soffrono la fame. Se consideriamo la situazione socioeconomica della regione nel suo complesso troviamo infatti poca disponibilità di ben e di servizi e basso PNL pro capite.
Molto più tragica è la situazione dell’Asia Mediterranea la quale,stretta tra Europa e Africa ,abitata da gruppi etnici diversi con tradizioni e abitudini differenti, rappresenta una delle zone più instabili del pianeta.
La disponibilità di beni e di servizi e il PNL pro capite,più alti in Israele e Cipro, calano notevolmente nelle altre nazioni,anche la mortalità infantile e il tasso di analfabetismo risultano alti , con l’eccezione di Israele e Cipro.
Una serie di contraddizioni rende difficile l’organizzazione del territorio.Due popoli antagonisti,Arabi ed Ebrei,si contendono da decine di anni lo stesso territorio:la Palestina.Aree sottosviluppate, in cui la popolazione vive in condizioni di miseria sorgono accanto ad aree industrializzate con un discreto livello di benessere.Tra i paesi più sviluppati della regione troviamo la Turchia e Israele,che cerca di ampliare le aree coltivabili rendendo fertile il deserto con l’irrigazione, punta sull’esportazione dei prodotti e vanta un alto tenore di vita.Le altre nazioni invece si trovano ancora in una situazione di sottosviluppo da cui non riescono a uscire.Finche non sarà completamente risolta la “questione palestinese” , lo sviluppo organico dell’economia di tutta la regione non sarà realizzabile.
Impossibile è non curare la situazione socio-economica del Brasile.
La popolazione del Brasile è in crescita, la mortalità infantile ,sebbene inferiore al passato,appare4 ancora molto elevata.La percentuale di analfabetismo raggiunge valori alti, mentre la disponibilità di beni e di servizi appare carente. L’inflazione è alta e il PNL pro capite basso. Vaste pianure fertili,grande disponibilità di risorse minerarie e agricole , un apparato industriale in crescita, il Brasile potrebbe essere un paese florido , rimane invece una nazione in difficoltà anche se oggi si colgono incoraggianti segnali di ripresa economica.
Le ragioni di questa situazione sono prima di tutto politiche. I governi non hanno saputo creare le condizioni per uno sviluppo omogeneo. Le risorse servono ad arricchire una piccola minoranza , mentre la maggior parte della popolazione vive3 in miseria.La struttura economica ,inoltre, dipende in parte dalla presenza di capitali stranieri e lo sviluppo risulta ostacolato da un enorme debito pubblico.
È interessante notare come nonostante molti paesi siano ricchi di materie prime,il loro PNL pro capite sia bassissimo.
La quantità del PNL di un paese può dipendere anche dalle dimensioni della nazione ma, in realtà ,soltanto in piccola parte.
Vi sono paesi di grandi dimensioni e con una popolazione molto numerosa che hanno un PNL inferiore a quello di stati più piccoli ma molto progrediti.
visitalo....è pieni di informazioni e spunti...prendi cinque righe di ogni paragrafo. ;)
La terra, oggi, nonostante il continuo aumento della popolazione , potrebbe produrre una quantità di alimenti sufficiente per sfamare tutti i suoi abitanti , ma milioni di persone patiscono la fame e molti muoiono per mancanza di cibo.
Le più rilevanti cause all’origine del problema “fame nel mondo” sono: la disomogenea distribuzione delle risorse, la siccità, l’esaurimento del terreno, l’abbandono dell’agricoltura e la cattiva pianificazione.
Distribuzione eterogenea delle risorse alimentari:alcuni paesi hanno risorse in abbondanza o, in ogni caso,i mezzi economici per procurarsele, mentre altri mancano sia di prodotti agricoli sia di mezzi economici per comprarli.Questo porta in molti casi a sprechi di alimenti:il costo dei trasporti e il calo dei prezzi a volte non rendono conveniente neppure la raccolta della produzione agricola.
Siccità:molte aree ai limiti dei deserti sono soggette a periodi di siccità anche prolungati, che fanno calare drasticamente la produzione agricola, insufficiente per sfamare tutta la popolazione.
Esaurimento del terreno per lo sfruttamento troppo intenso: in alcune regioni le aree vengono coltivate usando l’acqua presa da pozzi che, non più riforniti dalle piogge, si esauriscono in breve tempo lasciando il territorio deserto .In molte zone, la poca erba che riesce a crescere viene distrutta dal bestiame, lasciando il terreno nudo.
Abbandono dell’agricoltura:in parecchie zone del mondo i contadini lasciano la terra da cui non riescono più a ricavare il sufficiente sostentamento, anche perché le derrate alimentari importate (spesso proprio per dare aiuto alla popolazione affamata) provocano l’abbassamento dei prezzi ,rendendo il lavoro agricolo non più conveniente.Si ha quindi una migrazione verso le città alla ricerca di lavori più proficui e l’abbandono dell’attività agricola.
Cattiva pianificazione dell’agricoltura statale : in molte nazioni arretrate, a fianco di zone agricole rimaste a livello di sussistenza, sono state create vaste piantagioni con coltivazioni a monocoltura altamente meccanizzate destinate all’esportazione, che nella maggior parte dei casi sfruttano troppo il terreno, mentre non contribuiscono a soddisfare il fabbisogno locale.
IL SOTTOSVILUPPO
L’ INDICATORE DI SVILUPPO UMANO
Quando parliamo di sottosviluppo intendiamo riferirci a una condizione di povertà, di arretratezza e di miseria, talora estreme. Esiste il problema di quantificare il fenomeno attraverso dati precisi da confrontare tra loro.
Per avere una radiografia ampia delle condizioni sociali ed economiche di uno Stato dal 1990 il Programma per lo sviluppo dell’ ONU ( UNDP, United Nations Development Program ) ha elaborato un indicatore di sviluppo combinando tre dati:
- il livello di salute, rappresentate dalla speranza di vita alla nascita;
- il livello di istruzione, basato sul grado di alfabetizzazione;
- il livello di reddito, calcolato sul PIL ( Prodotto Interno Lordo ) pro capite.
I dati vengono elaborati in un unico indicatore, l’ ISU , rappresentato da un numero, in base al quale si può redigere una classifica tra :
Paesi a sviluppo umano molto elevato ( ISU superiore a 0,900)
Paesi a sviluppo umano medio-alto, (ISU da 0,899 a 0,750 )
Paesi a sviluppo umano medio-basso, (ISU da 0,749 a 0,331)
Paesi a sviluppo umano molto basso, ( ISU al di sotto di 0,331).
IL NORD E IL SUD DEL MONDO
Netto appare il contrasto tra un Nord del mondo dove si trovano i Paesi più industrializzati, con una popolazione che dispone di molte risorse e un Sud che, ad eccezione di Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica, vede crescere la popolazione molto più rapidamente delle risorse prodotte da un’economia spesso basata sull’agricoltura di sussistenza e sull’esportazione di materie prime.
Il legame tra Nord e Sud è costituito da un rapporto di subordinazione del Sud al Nord, che affonda le sue radici nel colonialismo e nei nuovi problemi posti dalla globalizzazione.
TERZO MONDO O PAESI DEL SOTTOSVILUPPO
Le espressioni Terzo Mondo e Quarto Mondo si diffusero negli anni 50 e 60 quando il sistema politico mondiale era diviso tra Paesi del blocco capitalista ( Primo mondo)e Paesi del blocco comunista ( Secondo mondo). L’espressione Terzo Mondo si intese riferita al blocco dei Paesi poveri e sottosviluppati. Si è cominciato poi ad usare anche l’espressione Quarto Mondo per indicare gli stati più poveri, situati per la maggior parte in Africa. Dopo la fine della Guerra Fredda e la caduta della maggior parte dei regimi comunisti, le espressioni che meglio classificano la situazione di contrasto tra sviluppo e sottosviluppo sono:
- Paesi sviluppati o ad economia avanzata (quelli industrializzati);
- Paesi emergenti (quelli che stanno vivendo una forte crescita economica e stanno superando la fase del sottosviluppo come la Cina, l’India);
- Paesi sottosviluppati (quelli ad economia arretrata come i Paesi del Centro-Africa, ecc…)
FAME, GUERRE E DEGRADO AMBIENTALE: IL CIRCOLO VIZIOSO DEL SOTTOSVILUPPO
Di fronte ai problemi del sottosviluppo e in particolare a quello della sottoalimentazione che colpisce quasi due terzi dell’umanità, vi è interdipendenza tra alcuni fenomeni che possono essere cosi schematizzati:
a) Insufficiente produzione alimentare: nei Paesi del sottosviluppo si pratica l’agricoltura di sussistenza e l’agricoltura speculativa di piantagione. Dalla prima si ottengono raccolti scarsi e irregolari, che, a causa di metodi rudimentali, tecniche arcaiche, mancanza di difese contro le malattie delle piante e degli animali, assenza di pratiche irrigue, non garantiscono un’alimentazione sufficiente.
Dall’agricoltura speculativa di piantagione praticata in grandi aziende gestite da latifondisti o da multinazionali si ricavano prodotti come cotone, tè, cacao caffè che vengono esportati con benefici economici non riguardanti le popolazioni indigene.
b) Ineguale distribuzione delle ricchezze: in questi Paesi domina il latifondo per cui le grandi proprietà terriere sono in mano a poche famiglie o a produttori internazionali, nel 1995 le multinazionali agricole controllavano il 60% del commercio mondiale di cereali.
c) Instabilità politica: in molti Paesi sottosviluppati, soprattutto africani, persiste una condizione di gravi lotte tra le diverse etnie che impediscono le normali attività produttive e generano drammatiche carestie.
d) Mancata industrializzazione: nei Paesi del sud del mondo lo sviluppo industriale è limitato dalle scarse attrezzature, dalla mancanza di infrastrutture, dalla cattiva conduzione dei mercati interni, dalla bassa conoscenza delle tecnologie.
IL PROBLEMA DELLA FAME
Per mantenersi in buona salute ed essere capace di svolgere un’attività produttiva costante, un uomo ha bisogno di un regime alimentare equilibrato sia nella quantità che nella varietà dei cibi.
Ma 900 milioni di persone, di cui 150 milioni di bambini sotto i 5 anni, soffrono per mancanza di cibo (fame quantitativa) e più di 2 miliardi soffrono di fame qualitativa (mancanza di varietà di cibo e quindi carenza di vitamine, minerali, proteine essenziali per uno sviluppo normale e resistenza alle malattie.
Pertanto più della metà della popolazione mondiale vive oggi in uno stato permanente di sottoalimentazione.
UN DISUGUALE LIVELLO D’ISTRUZIONE
Dal livello di istruzione e di scolarizzazione di un popolo dipendono sia la crescita tecnologica ed economica sia la comprensione degli eventi ed il conseguente comportamento dei singoli e della comunità.
Si nota una coincidenza tra le aree che registrano cattive condizioni sanitarie, povertà e malnutrizione e quelle in cui più alto è l’analfabetismo. L’analfabeta, quindi, non solo è incapace di leggere e scrivere, ma, di solito, è anche povero, affamato, malato e sfruttato. La media mondiale dell’analfabetismo è pari a circa il 23%. Il fenomeno è particolarmente diffuso tra le donne per le quali la disparità d’istruzione rispetto agli uomini è ancora forte in diversi Paesi. In Africa il 55% della popolazione femminile è analfabeta. L’istruzione è ancora un privilegio di poche, perché è estranea alle tradizioni sociali, ma anche perché sottrae la donna alle attività domestiche.
Per capire meglio questi fenomeni è opportuno esaminare la situazione socio-economica di alcuni paesi.
La situazione socio-economica dell’Africa mediterranea presenta una situazione socio-economica piuttosto complessa per la coesistenza di elementi contraddittori.
Da un lato abbiamo un basso tenore di vita dovuto alla mancanza di beni, una situazione sanitaria e culturale carente e un basso sviluppo industriale.
Dall’altro la ricchezza costituita dalle risorse del sottosuolo che ha portato valuta straniera creando forti squilibri economici, favorendo pochi ricchi e lasciando una grande fascia di abitanti molto poveri.
La situazione economica generale, sebbene carente, vede alcune nazioni di questa regione dirette sulla via dello sviluppo: lo sfruttamento adeguato delle risorse petrolifere potrà permettere a questi Paesi di migliorare il proprio tenore di vita.
Le risorse minerarie sono abbondanti in tutta l’Africa mediterranea. Il sottosuolo è ricco di giacimenti petroliferi e di gas naturale, che costituiscono la principale ricchezza della regione.Il petrolio si trova nell’interno, in pieno deserto; la Libia ne è la maggior produttrice ma si trovano giacimenti anche in Algeria e in Egitto.
Nonostante ciò l’apparato industriale è molto ridotto: prevalgono l’industria alimentare e quella tessile.
Lo sfruttamento delle risorse minerarie ha portato allo sviluppo di industrie chimiche, di impianti siderurgici e di raffinerie di petrolio.
In Africa Sub Sahariana la situazione è un po’ diversa.
La popolazione nonostante la situazione sanitaria carente, presenta un elevato incremento demografico naturale.La disponibilità di servizi sociali e di beni risulta inesistente per buona parte della popolazione.La mortalità infantile e il tasso di analfabetismo sono i più alti del mondo, mentre il PNL pro capite è minimo;ciò rileva una grave situazione di sottosviluppo ,che spinge gli abitanti a emigrare verso Paesi più ricchi.
L’Africa Sub Sahariana è una delle regioni più povere del mondo. I motivi sono vari : l’aridità del territorio,la carenza di risorse, il basso livello culturale,le carestie.La mancanza di mezzi , l’instabilità politica impediscono lo sviluppo industriale e rendono oggi impensabile un miglioramento del livello di vita della popolazione, che soffre in gran parte la fame. L’aridità del suolo non permette lo sviluppo dell’agricoltura che non risulta sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno, sebbene nel settore siano occupati quasi tre quarti della popolazione. Nei lunghi e frequenti periodi di siccità, la carestia provoca la morte di migliaia di persone.
In Africa Guineense la popolazione presenta un elevato incremento demografico naturale;la disponibilità di servizi e di beni risulta carente, soprattutto nelle zone interne lontane dalle metropoli costiere. Queste ultime riescono a trarre qualche beneficio dai rapporti costanti che mantengono con i Paesi occidentali.
La mortalità infantile e il tasso di analfabetismo sono elevatissimi, mentre il Prodotto nazionale lordo pro capite è generalmente irrilevante così il livello di vita risulta decisamente basso. Numerosi gruppi etnici, che comprendono varie popolazioni nere e alcuni bianchi rimasti. La popolazione nera distribuita in tutta la regione è giunta in tempi diversi dai territori interni del nord; sulla costa si sono stabiliti i colonizzatori europei. La situazione socioeconomica presenta un grado estremo di sottosviluppo. La presenza di risorse minerarie e il clima favorevole all’agricoltura potranno favorire il futuro sviluppo economico.
Anche l’intervento dei paesi più ricchi non ha portato il progresso auspicato: spesso le nazioni della Africa Guineense hanno ricevuto aiuto economici assistenziali anziché gli elementi base necessaria innescare un processo di sviluppo bilanciato e produttivo.
Come già nella regione guineense, anche nell’Africa Centrale la situazione attuale, di grave sottosviluppo, è in notevole contrasto con la potenzialità della zona.Fortunatamente la disponibilità di risorse nel sottosuolo e il clima favorevole all’agricoltura rappresentano una premessa per lo sviluppo futuro. Lo sviluppo industriale è quasi nullo a eccezione delle aziende sorte per l’estrazione delle ingentissime risorse minerarie e di qualche industria alimentare, tessile e per la lavorazione del tabacco. Nella Africa Centrale i servizi sono estremamente carenti. Le scuole e gli ospedali si trovano solo nelle città maggiori. Nella zona sono presenti società multinazionali che esportano i prodotti pregiati. I coloni hanno creato una discreta rete di comunicazione per il trasporto delle merci.
Una delle regioni dell’Africa più sottosviluppata è l’Africa Orientale.
La popolazione presenta un elevato incremento demografico nonostante l’alta mortalità dovuta alle cattive condizioni sanitarie, alle carestie e alle guerre. La situazione è grave soprattutto in Somalia dove la fame uccide in particolare vecchi e bambini e le condizioni di vita risultano inaccettabili. L’Africa Orientale è la zona più sottosviluppata della terra. La situazione continua a peggiorare: manca una qualunque programmazione agricole e industriale. I governi spendono più risorse per l’acquisto degli armamenti che per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni. L’incremento demografico accresce ulteriormente i problemi di quest’aria.In una situazione così compromessa persino una accresciuta disponibilità di denaro non sarebbe sufficiente a risolvere la crisi, poiché manca tutto: beni, servizi, prodotti per sfamare il popolo.La situazione dell’Africa Meridionale è relativamente migliore.
Le profonde tensioni sociali tra bianchi e neri stanno lentamente diminuendo con le elezioni avvenute nel 1994 nel nuovo Sud Africa democratico, che hanno portato al governo Nelson Mandela, il leader della popolazione di colore.
Ormai tutti hanno gli stesi diritti, tuttavia, non sarà facile far scomparire in breve tempo gli antichi odi tra razze e tribù diverse. Anche se queste nazioni posseggono notevoli ricchezze, i beni sono distribuiti in modo poco omogeneo e rimane grande differenza e tenori di vita tra i bianchi benestanti e i neri che soffrono la fame. Se consideriamo la situazione socioeconomica della regione nel suo complesso troviamo infatti poca disponibilità di ben e di servizi e basso PNL pro capite.
Molto più tragica è la situazione dell’Asia Mediterranea la quale,stretta tra Europa e Africa ,abitata da gruppi etnici diversi con tradizioni e abitudini differenti, rappresenta una delle zone più instabili del pianeta.
La disponibilità di beni e di servizi e il PNL pro capite,più alti in Israele e Cipro, calano notevolmente nelle altre nazioni,anche la mortalità infantile e il tasso di analfabetismo risultano alti , con l’eccezione di Israele e Cipro.
Una serie di contraddizioni rende difficile l’organizzazione del territorio.Due popoli antagonisti,Arabi ed Ebrei,si contendono da decine di anni lo stesso territorio:la Palestina.Aree sottosviluppate, in cui la popolazione vive in condizioni di miseria sorgono accanto ad aree industrializzate con un discreto livello di benessere.Tra i paesi più sviluppati della regione troviamo la Turchia e Israele,che cerca di ampliare le aree coltivabili rendendo fertile il deserto con l’irrigazione, punta sull’esportazione dei prodotti e vanta un alto tenore di vita.Le altre nazioni invece si trovano ancora in una situazione di sottosviluppo da cui non riescono a uscire.Finche non sarà completamente risolta la “questione palestinese” , lo sviluppo organico dell’economia di tutta la regione non sarà realizzabile.
Impossibile è non curare la situazione socio-economica del Brasile.
La popolazione del Brasile è in crescita, la mortalità infantile ,sebbene inferiore al passato,appare4 ancora molto elevata.La percentuale di analfabetismo raggiunge valori alti, mentre la disponibilità di beni e di servizi appare carente. L’inflazione è alta e il PNL pro capite basso. Vaste pianure fertili,grande disponibilità di risorse minerarie e agricole , un apparato industriale in crescita, il Brasile potrebbe essere un paese florido , rimane invece una nazione in difficoltà anche se oggi si colgono incoraggianti segnali di ripresa economica.
Le ragioni di questa situazione sono prima di tutto politiche. I governi non hanno saputo creare le condizioni per uno sviluppo omogeneo. Le risorse servono ad arricchire una piccola minoranza , mentre la maggior parte della popolazione vive3 in miseria.La struttura economica ,inoltre, dipende in parte dalla presenza di capitali stranieri e lo sviluppo risulta ostacolato da un enorme debito pubblico.
È interessante notare come nonostante molti paesi siano ricchi di materie prime,il loro PNL pro capite sia bassissimo.
La quantità del PNL di un paese può dipendere anche dalle dimensioni della nazione ma, in realtà ,soltanto in piccola parte.
Vi sono paesi di grandi dimensioni e con una popolazione molto numerosa che hanno un PNL inferiore a quello di stati più piccoli ma molto progrediti.