Boccaccio (10672)

kiary
mi potete spiegare il decameron di Boccaccio e chichibio sempre di boccaccio
grz in anticipo p.s:aiutatemi

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tiscali
Sposto nella sezione di italiano.

VALENTINAEMY
Il Decamerone o Decameron (dal greco antico, δἐκα, déka, "dieci", ed ἡμέρα, hēméra "giorno", con il significato di "[opera di] dieci giorni"[1]) è una raccolta di cento novelle scritta nel Trecento (probabilmente tra il 1349 ed il 1351) da Giovanni Boccaccio.

È considerata, nel contesto del Trecento europeo, una delle opere più importanti della letteratura, fondatrice della letteratura in prosa in volgare italiano. Ebbe larghissima influenza non solo nella letteratura italiana ed europea (si pensi solo ai Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer), ma anche nelle lettere future, ispirando l'ideale di vita edonistica e dedicata al piacere ed al culto del viver sereno tipici della cultura umanista e rinascimentale (che si traduce per esempio nel celebre Trionfo di Bacco e Arianna, composizione poetica di Lorenzo de' Medici).

Il libro narra di un gruppo di giovani, sette donne e tre uomini, che trattenendosi fuori città per dieci giorni (come descrive il titolo), per sfuggire alla peste nera, che imperversava in quel periodo a Firenze, raccontano a turno delle novelle di taglio spesso umoristico e con frequenti richiami all'erotismo bucolico del tempo. Per quest'ultimo aspetto, il libro fu tacciato di immoralità o di scandalo, e fu in molte epoche censurato o comunque non adeguatamente considerato nella storia della letteratura.Il titolo completo che Boccaccio dà alla sua opera è Comincia il libro chiamato Decameron cognominato prencipe Galeotto, nel quale si contengono cento novelle in diece dì dette da sette donne e da tre giovani uomini.

Decameron deriva dal greco e letteralmente significa "dieci giorni" e si rifà all'Exameron ("sei giorni") di Sant'Ambrogio, un racconto sui sei giorni della creazione divina. In realtà il tempo effettivo trascorso fuori città dai giovani è di quattordici giorni, poiché il venerdì è dedicato alla preghiera e il sabato alla cura personale delle donne.

L'opera è cognominata (ossia sottotitolata) Prencipe Galeotto, con riferimento a un personaggio, Galeuth o Galehaut, del ciclo bretone del romanzo cortese che fece da intermediario d'amore tra Lancillotto e Ginevra. "Galeotto" inoltre riecheggia un famoso verso, riferito allo stesso personaggio, del V canto dell'Inferno di Dante Alighieri, "Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse", verso con cui Francesca termina il suo racconto.


Il Decamerone fu anche ripreso in versione cinematografica da diversi registi, fra i quali Pier Paolo Pasolini

IPPLALA
dionea posta in questa sezione https://forum.skuola.net/maturita-2007/

dionea76
ciao francy, mi chiamo Dionea. Sto fraquentando il serale, sono in 5, e se tutto va come deve a giugno ho l'esame. Vedo che sei molto affermata, in tutte le materie, potresti darmi un cosigno su cosa portare come tesina? Avevo pensato alla costituzione Italiana, per allacciare storia e letteratura, ma è noiosissima.....

Francy1982
qui è spiegato semplicemente e in modo completo:
https://www.skuola.net/letteratura-italiana-1700/boccaccio-decameron.html
https://www.skuola.net/letteratura-italiana-1700/decameron-schema.html
Poi ti incollo anche questo, più sintetico, tratto sempre dai nostri appunti:

DECAMERON
Il Decameron, l'imponente opera di Boccaccio, è una raccolta di cento novelle in volgare. La peste è, nell'invenzione dello scrittore, l'occasione da cui nasce il racconto delle novelle, la "cornice" entro la quale sono tutte riconducibili. Boccaccio, infatti, immagina che dieci ricchi giovani fiorentini si ritirino in campagna per sfuggire al contagio. L'"onesta brigata", compostga da sette ragazze e tre ragazzi, che passano il tempo fra danze, giochi e banchetti, decide di ingannare la noia delle calde ore pomeridiane raccontando a turno delle storie. Ogni giorno, per dieci giorni, viene elleto un "re" o una "regina" che sceglie il tema cui le storie raccontate da ciascuno si devono attenere. Nel Decameron Boccaccio descrive con profondo realismo la società fiorentina del Trecento. I suoi personaggi nascono dall'osservazione della realtà quoditidiana e colgono la complessità psicologica dell'uomo. (tratta dai nostri appunti)

CHICHIBIO E LA GRU
Currado Gianfigliazzi, come ciascuno di voi ha potuto vedere o sentire, fu un generoso e, degno di nota, cittadino delle nostra città.
Egli si dilettò con cani e uccelli da caccia e un giorno avendo ucciso una gru la portò ad un suo bravo cuoco di nome Chichibio e ordinò di prepararla bene per la cena.
Il profumo invitante attirò l'attenzione di una donna dalla strada di nome Brunetta che chiese a Chichibio una coscia della gru, che le diede a malincuore.
Quando Currado mangiò la gru, si accorse che manca­va una coscia, così chiamò il cuoco e chiese spiegazioni. Chichibio non sapendo dare spiegazioni disse che le gru hanno solo una coscia, ma Currado, che non se ne capacitava, diede appuntamento a Chichibio il giorno dopo per chiarire il fatto. La mattina seguente si incontrarono e videro che le gru stavano su una zampa sola, ma Currado lanciò un urlo e le gru si alzarono in volo mostrando entrambe le zampe. E Chichibo disse al Currado che avrebbe dovuto fare così anche la notte precedente.

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