Autatemi vi prg!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
saggio breve SULL'IMMAGINE DELLAFOLLA NEL ROMANTICISMO
TESI da sostenere a scelta
1 FONTE
SAGGIO CRITICa
(Fome: M. Praz, Mnemosine, ParaLLeLotra La Letteratura e Learti visive, Milano, Mondadori, 1971)
La folla, la massa e uno dei temi favoriti dalla scuola del realismo in pittura; ma pili spesso che uomini che
partecipano allo stesso divertimento [...] sono uomini impegnati in un atto collettivo di violenza (La Liberta
guida iLpopoLo di Delacroix) o travolti da una tragedia collettiva (La Zattera deLLaMedusa di Gericault) o,
come in ILpeLLegrinaggio a San Isidro del Goya, essi appaiono con gli occhi sbarrati in uno stupore senza speranza
per I'assenza di una fine o, come suggerisce Hofmann, per l'assenza di Dio. Cosl il tema d'una collettivita
senza storia si fa strada al principio dell'Ottocento come espressione d'ansia, quasi che Goya avesse
previsto, un secolo prima, la disperata conclusione dell'uomo moderno: En attendant Godot di Beckett. II
parallelo di questa rappresentazione delle masse in pittura e del principale filone del romanzo ottocentesco
non puo non colpire. Possiamo seguire questo filone dai Promessi sposi del Manzoni, in cui la simpatia dell'autore
va alle vittime, agli oppressi, e agli umili, agli oscuri sacrifici di comunita calpestate, che sono ignorati
dallo storico di professione, fino a Guerra epace di Toistoj, con la sua insistenza sulla folIa anonima, sugli
atti che la Storia omette di registrare: per lui solo l'attivita inconscia reca frutto [...].
2 FONTE
(Fonte: Victor Hugo, dalla Prefazione a Cromwell, 1827)
Ecco dunque una religione nuova, una societa nuova: su questa duplice base, vedremo svilupparsi una poesia
nuova. Fino allora [...] la musa propriamenre epica degli antichi, comportandosi in ciò come il politeismo
e la filosofia anrica, non aveva studiato la natura che sotto un unico aspetto, escludendo tutto quello
che, nel mondo sottoposto alla sua imitazione, non si accordava con un determinato tipo di bello. [...] II cristianesimo
conduce la poesia alla verita. Con esso la musa moderna vedra Ie cose sotto un aspetto più elevato
e più ampio. Sentirà che tutto nella creazione non è umanamente beLLo, che il brutto vi esiste accanto
al bello, il deforme accanto al grazioso, il grottesco sul rovescio del sublime, il male col bene, l'ombra con
la luce; si chiedera se la ragione limitata e relativa dell' artista debba averla vinta sulla ragione infinita, assoIuta del creatore; se è dell'uomo a correggere Dio; se una natura mutilata diverrà per questo più bella[ ...]
Ecco dunque un principia estraneo all'antichita, un nuovo tipo introdotto nella poesia [...] Questa tipo e il
grottesco.
[...] nel pensiero dei moderni [...] il grottesco ha una parte immensa. E dovunque; da un lato crea il deforme e I'orribile; dall' altro il comico e il buffonesco. [...]
3 FONTE
(Fonte: VICtor Hugo, Notre Dame de PariS, 1831)
E, più si sprofondava nella straduzza, più ciechi, storpi, senza gambe gli sbucavano attorno e monchi e lebbrosi tutti piagati: e chi scendeva da una casa, chi svoltava dalle viuzze adiacenti, chi sbucava dalle botole delle cantine, urlando, mugghiando, miagolando, tutti strasciconi, zoppiconi, precipitandosi verso la luce, serpendo, rivoltandosi nel fango come lumache dopo la pioggia.[ ...] II povero poeta diede un' occhiata attorno. Era proprio capitato in quella temutissima Corte dei miracoli, dove mai a un uomo a modo era penetrato a quell'ora[ ...]; citta di ladri, vergognosa cancrena di Parigi; fogna donde ogni mattina rigurgitava e dove ogni notte tornava a stagnare quel fiume di vizi, di mendicità, di vagabondaggio di cui sono piene tutte le vie delle capitali; alveare mostruoso dove la sera rientravano col bottino della giornata tutti i calabroni della societa; falso ospedale per gli zingari, i frati sfrattati, gli scolari discoli, la feccia d' ogni nazione, spagnoli, italiani, tedeschi d' ogni religione, ebrei, cristiani, maomettani, idolatri, coperti di piaghe dipinte, mendicanti di giorno, briganti di notte; immenso spogliatoio, insomma, per quegli attori di quella eterna commedia di furto, di prostituzione e di assassinio che si recita nelle strade di Parigi
TESI da sostenere a scelta
1 FONTE
SAGGIO CRITICa
(Fome: M. Praz, Mnemosine, ParaLLeLotra La Letteratura e Learti visive, Milano, Mondadori, 1971)
La folla, la massa e uno dei temi favoriti dalla scuola del realismo in pittura; ma pili spesso che uomini che
partecipano allo stesso divertimento [...] sono uomini impegnati in un atto collettivo di violenza (La Liberta
guida iLpopoLo di Delacroix) o travolti da una tragedia collettiva (La Zattera deLLaMedusa di Gericault) o,
come in ILpeLLegrinaggio a San Isidro del Goya, essi appaiono con gli occhi sbarrati in uno stupore senza speranza
per I'assenza di una fine o, come suggerisce Hofmann, per l'assenza di Dio. Cosl il tema d'una collettivita
senza storia si fa strada al principio dell'Ottocento come espressione d'ansia, quasi che Goya avesse
previsto, un secolo prima, la disperata conclusione dell'uomo moderno: En attendant Godot di Beckett. II
parallelo di questa rappresentazione delle masse in pittura e del principale filone del romanzo ottocentesco
non puo non colpire. Possiamo seguire questo filone dai Promessi sposi del Manzoni, in cui la simpatia dell'autore
va alle vittime, agli oppressi, e agli umili, agli oscuri sacrifici di comunita calpestate, che sono ignorati
dallo storico di professione, fino a Guerra epace di Toistoj, con la sua insistenza sulla folIa anonima, sugli
atti che la Storia omette di registrare: per lui solo l'attivita inconscia reca frutto [...].
2 FONTE
(Fonte: Victor Hugo, dalla Prefazione a Cromwell, 1827)
Ecco dunque una religione nuova, una societa nuova: su questa duplice base, vedremo svilupparsi una poesia
nuova. Fino allora [...] la musa propriamenre epica degli antichi, comportandosi in ciò come il politeismo
e la filosofia anrica, non aveva studiato la natura che sotto un unico aspetto, escludendo tutto quello
che, nel mondo sottoposto alla sua imitazione, non si accordava con un determinato tipo di bello. [...] II cristianesimo
conduce la poesia alla verita. Con esso la musa moderna vedra Ie cose sotto un aspetto più elevato
e più ampio. Sentirà che tutto nella creazione non è umanamente beLLo, che il brutto vi esiste accanto
al bello, il deforme accanto al grazioso, il grottesco sul rovescio del sublime, il male col bene, l'ombra con
la luce; si chiedera se la ragione limitata e relativa dell' artista debba averla vinta sulla ragione infinita, assoIuta del creatore; se è dell'uomo a correggere Dio; se una natura mutilata diverrà per questo più bella[ ...]
Ecco dunque un principia estraneo all'antichita, un nuovo tipo introdotto nella poesia [...] Questa tipo e il
grottesco.
[...] nel pensiero dei moderni [...] il grottesco ha una parte immensa. E dovunque; da un lato crea il deforme e I'orribile; dall' altro il comico e il buffonesco. [...]
3 FONTE
(Fonte: VICtor Hugo, Notre Dame de PariS, 1831)
E, più si sprofondava nella straduzza, più ciechi, storpi, senza gambe gli sbucavano attorno e monchi e lebbrosi tutti piagati: e chi scendeva da una casa, chi svoltava dalle viuzze adiacenti, chi sbucava dalle botole delle cantine, urlando, mugghiando, miagolando, tutti strasciconi, zoppiconi, precipitandosi verso la luce, serpendo, rivoltandosi nel fango come lumache dopo la pioggia.[ ...] II povero poeta diede un' occhiata attorno. Era proprio capitato in quella temutissima Corte dei miracoli, dove mai a un uomo a modo era penetrato a quell'ora[ ...]; citta di ladri, vergognosa cancrena di Parigi; fogna donde ogni mattina rigurgitava e dove ogni notte tornava a stagnare quel fiume di vizi, di mendicità, di vagabondaggio di cui sono piene tutte le vie delle capitali; alveare mostruoso dove la sera rientravano col bottino della giornata tutti i calabroni della societa; falso ospedale per gli zingari, i frati sfrattati, gli scolari discoli, la feccia d' ogni nazione, spagnoli, italiani, tedeschi d' ogni religione, ebrei, cristiani, maomettani, idolatri, coperti di piaghe dipinte, mendicanti di giorno, briganti di notte; immenso spogliatoio, insomma, per quegli attori di quella eterna commedia di furto, di prostituzione e di assassinio che si recita nelle strade di Parigi
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