Analisi Infinito

lulu992
potreste aiutarmi a cercare l'analisi o commento dell'infinito di g.leopardi?

Risposte
coltina
https://www.skuola.net/appunti-italiano/giacomo-leopardi/ Qui ne trovi quante ne vuoi

Francy1982
ti ho dovuto dare il penality, purtroppo....Quante volte ti ho detto di citare la fonte???

Aggiunto 17 minuti più tardi:

Se mi sono sbagliata ti chiedo scusa, ma il regolamento parla chiaro....Se ho sbagliato io ti ridò i punti...

Jessica93
Già attraverso la successione di queste quattro parole possiamo individuare la struttura
globale della poesia formata da un’idea di partenza (Sempre) che trova subito un’idea
oppositiva (Ma), seguita da una similitudine (E come) che conserva le sue opposizioni
precedenti (Così). La poesia è quindi fondata su una doppia struttura che rappresenta il
mondo reale (che si trova al di qua della siepe e rappresenta ciò che quotidianamente si
vive) e il mondo ultrareale (o surreale, o Nulla, o interminato spazio e sovrumano silenzio,
o profondissima quiete, o immensità, ecc., e rappresenta ciò che si vorrebbe vivere:
l’ultrarealtà non è ciò che non esiste ma ciò che esiste e che non può essere colto
normalmente con la sensibilità di cui l’uomo dispone) nella quale le due parti sono
contrassegnate dagli aggettivi dimostrativi ‘questo’, che rappresenta la realtà vicina, e
“quello”, che rappresenta la realtà lontana.
Ma ad un certo punto subentra qualcosa che rovescia la situazione: la realtà
contingente esistente al di qua della siepe diventa improvvisamente lontana, viene
respinta dallo spirito, dall'immaginazione, nella quale il poeta rifugiandosi per poco "non
si spaura". Allora l'ultrarealtà diventa vicina e il poeta vi si immerge, assaporandone una
straordinaria dolcezza.

Gli unici elementi del reale sono il colle, la siepe e lo stormire delle foglie (la voce del
vento), ed è da questi elementi che nasce la contemplazione dell'infinito che porta agli
infiniti silenzi e alla profondissima quiete; di fronte all'immensità non esiste più limite e gli
ostacoli come la siepe sono superati dal pensiero. Come dalla siepe nasce l'infinito dello
spazio, così dalla voce del tempo nasce quello del tempo, che lo spirito cerca di raccogliere.
Il simbolo più evidente è rappresentato dalla siepe, che rappresenta non solo
l’elemento separatore tra la realtà e la ultrarealtà, ma soprattutto il senso di esclusione
(rafforzata dall’uso dell’aggettivo “ermo”) che il poeta vive nei confronti della quotidianità
esistenziale, che cerca di proiettare lontano da sé: proprio questa volontà di rigettare lontano la realtà è rappresentata dall’uso del passato remoto “fu”: questa realtà gli fu
sempre cara: ed ora? Ora il poeta cerca qualcosa di diverso, immagina un mondo diverso e
di fronte a questo mondo immaginato per un attimo il cuore e la mente si spaventano
perché oscillano tra le sicurezze, anche se intrise di infelicità di questo mondo reale, e la
non conoscenza del mondo ultrareale. La siepe lo escludeva spiritualmente dagli infiniti
silenzi e dall'eterno, in corrispondenza di un sentirsi escluso dalla vita quotidiana a causa
della sua deformità fisica e delle delicate condizioni fisiche che non gli permettevano di
fare le stesse cose che ad altri era possibile.
In entrambi i mondi l’uomo è il centro di se stesso: potremmo parlare di solitudine,
intendendo con questo il semplice senso di esclusione di Leopardi dal mondo sociale
vissuto insieme ad altri uomini; ma potremmo parlare anche di fusione con un mondo
divino in cui l’individuo si realizza indipendentemente dall’esistenza di un mondo sociale:
il "paesaggio" interminato ed eterno potrebbe rappresentare nell’immaginario poetico la
divinità universale che è madre benigna della immensità nella quale ogni elemento
vivente naufraga in modo dolce.
Al rifiuto della realtà contingente, posta in relazione con l’ultrarealtà attraverso la
similitudine, fa da contrappeso il desiderio di una realtà diversa: la guida verso questa
nuova realtà è rappresentata dalla voce del vento fra le piante, simile alla voce dell’infinito
sovrumano silenzio degli interminati spazi in cui si può raggiungere la profondissima
quiete. L’immensità si trasforma in realtà assoluta nella quale affondare ogni pensiero.
La voce del vento porta la corrispondenza tra le morte stagioni e la presente, tra un
passato che avrebbe potuto essere fonte di vita ma in fondo si è rivelato inutile e
improduttivo, e un presente che è comunque vivo e il solo in grado di produrre sensazioni
prima di cadere inesorabilmente nel passato e perdere comunque vitalità.
Quanto c'entra il fallimento della fuga orchestrata nel 1819 e miseramente fallita? Sta
di fatto che dal settembre 1819 Leopardi esce sempre meno di casa e dirada sempre più le
sue già scarse visite, mentre la salute in generale non migliora; anzi, sul piano della vista e
della respirazione si verificano leggeri peggioramenti. In questo clima di smarrimento e
sotto il peso del fallimento della fuga da un mondo chiuso e per lui portatore di morte
verso un mondo aperto e portatore di vita nasce il bisogno di chiudersi in se stesso per
cercare e trovare quegli spazi nei quali liberare lo spirito. È il senso dell'infinito
contrapposto allo spazio materiale e spirituale limitato e chiuso. E se questo senso
dell'infinito non può essere trovato fuggendo da Recanati, allora viene trovato
richiudendosi in se stesso.

Spero di esserti stata d'aiuto!

Aggiunto 1 ore 6 minuti più tardi:

Guarda che ti sbagli.. l'ultima volta mi hai detto che dovevo evitare di citare la fonte!

Aggiunto 2 ore 19 minuti più tardi:

Proprio xk il regolamento parla chiaro io citavo sempre le fonti..ma poi tu mi hai fatto presente che era meglio evitare e nn le ho citate più..
Ma tranquilla x i punti..non è questo il problema!

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